I MITI DEI PROTAGONISTI: CORVO

By Aledileo

Le costellazioni di Corvo, Tazza ed Idra fanno parte, in una versione, di un unico mito pervenutoci così come trattato da Eratostene ne "i Catasterismi", raccolta di 42 racconti mitologici legati ad altrettante costellazioni.

Il Corvo era un animale sacro ad Apollo; infatti si tramanda che quando la Madre Terra aveva inviato Tifone, un mostro orrendo che aveva concepito con Tartaro, re degli inferi, contro gli dei dell'Olimpo per sterminarli in quanto colpevoli di aver sconfitto i Titani, suoi figli, il nume, per scampare al massacro, si tramutò proprio in un corvo. Un giorno Apollo decise di compiere un sacrificio in onore di Zeus e per tal fine diede incarico al corvo di volare verso una fonte d'acqua purissima per attingerne una tazza necessaria per realizzarlo. Durante il tragitto, il corvo scorse un albero di fico carico di frutti prelibati ma ancora non maturi al punto giusto per gustarli; non seppe reggere alla tentazione e si fermò su un ramo dell'albero per attendere che i fichi diventassero dolci per mangiarne a volontà. Trascorsero così alcuni giorni e Apollo, non vedendo tornare l'uccello con l'acqua, dovette andare di persona a prenderla, adirandosi contro il suo inaffidabile aiutante. Quando il corvo, rimpinzatosi a dovere di frutti, si ricordò dell'incarico che gli era stato affidato, escogitò una scusa per giustificare la sua inadempienza: afferrò fra gli artigli una biscia (l'Idra) e tornò da Apollo raccontandogli di aver dovuto combattere contro quel serpente che non voleva fargli attingere l'acqua; ma Apollo vedendo il becco dell'uccello tinto del colore vermiglio della polpa del fico, intuì l'imbroglio che l'animale stava tentando di compiere nei suoi confronti e quindi, sdegnato non solo per la disobbedienza ma anche per il tentativo di inganno, condannò l'uccello ad una tremenda punizione: la perenne sofferenza della sete. A tal fine lo portò in cielo assieme alla tazza colma d'acqua ed al serpente ponendo però quest'ultimo fra la coppa e il corvo in modo che l'uccello non potesse dissetarsi.