SAGITTARIO V2

E' la nona delle dodici Armature d’Oro, indossata dal difensore del nono tempio dello Zodiaco. Compare in tutte le versioni dell’opera, dall’anime ai manga ai videogames, ed è nota prevalentemente per essere l’armatura di Micene, ma anche di Pegasus che spesso l’ha ricevuta temporaneamente in dono. Oltre a lui, è stata indossata da Sisifo del Sagittario nel manga prequel Lost Canvas. Viene temporaneamente camuffata nella forma V1, ma non cambia mai definitivamente forma nel corso della serie anche se presenta varie differenze più o meno grandi nei vari manga prequel.

Episodi: 37 in poi ; manga n° 7 in poi (edizione StarComics); Episode G n° 2 in poi; Lost Canvas n° 1 in poi (1 e 2 italiani). Next Dimension.

Indossata da: Micene, Pegasus, Sisifo (anime); Aioros, Seiya, Sisifo (manga).

Numero pezzi: 13

Armi/pezzi speciali: Unica tra le armature d’oro, la corazza del Sagittario è dotata di ali, montate sullo schienale, che dovrebbero permettere al Cavaliere di volare. E’ inoltre armata di arco e freccia, incastrati rispettivamente dietro la cintura e all’interno del coprispalla. Per maggiori dettagli vedere le descrizioni dei pezzi individuali e poteri.

Anime

Storia: La storia dell'armatura del Sagittario risale ai tempi delle guerre sacre tra Atena e Poseidone, quando venne forgiata dagli alchemisti dell’isola di Mu. Sembra andare tradizionalmente a Cavalieri greci e dovrebbe essere custodita al Grande Tempio. Come tutte le armature di Atena è normalmente riposta in uno scrigno o Pandora Box (vedi più in basso). E' legata al mito del centauro Chirone ed ha avuto almeno tre proprietari conosciuti nella storia. Copre quasi totalmente il corpo, nella media delle armature d’oro viste nell'anime, ed ha una straordinaria resistenza ai colpi, al punto che la vediamo leggermente danneggiata solo per mano divina nella serie classica. Come tutte le armature, è dotata di una vita propria, può essere indossata solo in difesa della giustizia e "muore" in caso di danni troppo pesanti. Danni minori invece si riparano da soli col tempo, e la cosa avviene più in fretta se la corazza è riposta nel suo scrigno.

Descrizione: l'armatura è composta da 13 pezzi: due schinieri, che vanno dal piede al ginocchio; due ginocchiere, che arrivano più o meno a metà gamba; due bracciali, che vanno dalle dita ai gomiti; due copribicipite; due coprispalle, che proteggono anche la metà superiore del braccio; un blocco centrale, che include anche lo schienale; il cinturino; l'elmo. Il colore principale è l’oro in varie tonalità.

Vediamo ora i pezzi uno per uno:

L'elmo è a maschera, e di conseguenza copre la fronte, le tempie, gli zigomi, la mandibola e la mascella, ma lascia scoperti il cranio e la nuca. Non è dotato di alcuna fascia metallica per avvolgere la testa, e quindi resta sul posto solo grazie alla pressione che esercita sul capo. Il suo design riprende i due elementi più caratteristici dell’armatura, ovvero la freccia e le ali, ma alla base è una sottile fascia metallica squadrata, spessa appena pochi millimetri ed alta due o tre centimetri, che va da una estremità all’altra della testa. Non è tondeggiante ma, partendo dalle orecchie, sale diagonalmente verso il centro, per poi scendere al centro della fronte e congiungersi con la grossa placca centrale. Quest’ultima è a forma di rombo, convessa verso l’esterno in modo che la punta superiore si pieghi leggermente sopra la testa. Il vertice inferiore scende sopra la fronte ed in mezzo alle sopracciglia, terminando non lontano dalla base del setto nasale, mentre il vertice superiore svetta tra i capelli diventando sempre più sottile man mano che sale. La piastra non è piatta e, nel suo punto più spesso, sembra profonda diversi centimetri. Due piastre oblique, a forma di ali, coprono le orecchie. Assomigliano solo vagamente a quelle dei diademi di Pegasus perché non sono parallele alla testa ma oblique verso l’interno, ed hanno un aspetto più squadrato e geometrico, al punto che le striature che le decorano a volte sembrano disegnare un fulmine. Nel loro punto più largo, il vertice superiore, sono larghe abbastanza da coprire i lati della testa e svettare oltre i capelli, ma man mano che scendono verso il viso si fanno più strette, fino a formare le protezioni tipiche delle maschere. Scendono verticalmente a coprire le orecchie, ruotando attorno agli occhi per poi scivolare sugli zigomi e le guance fino a quanche centimetri dalla bocca. In questo punto sono alte solo dal bordo della mascella a poco sotto il margine inferiore degli occhi. Le protezioni per il viso sono inoltre piegate in modo da essere aderenti al corpo. Nel complesso, a parte la placca al centro della fronte, l’elmo è sempre molto sottile. È interamente d’oro e privo di gemme o altri elementi decorativi.





Il pettorale è un pezzo abbastanza massiccio che copre interamente il torace, l'addome, i fianchi, la schiena, incastrandosi sopra la cintura. E' una placca cilindrica di metallo che avvolge il torace in egual misura da tutte le direzioni, ruotando sopra le spalle e sotto le ascelle per andare a creare lo schienale. Alla base del collo forma un collare squadrato, leggermente rialzato ma non tanto da arrivare alla mandibola. Si allarga diagonalmente verso l’esterno per poi ruotare dietro il collo ma non forma un anello completo, restando infatti aperto davanti alla gola, con una lunga scanalatura larga diversi centimetri che permette al Cavaliere di piegare il capo. Inoltre non è aderente al collo, in modo da non ostacolare i movimenti del guerriero. È accanto ai lati del collare che si incastrano i due coprispalla dell’armatura. Un’unica immagine dal 37° episodio mostra che lo strato inferiore dei coprispalla, una piastra orizzontale concava che incapsula da vicino la cima del braccio, potrebbe essere parte del pettorale stesso, ma altre, e le schede tecniche del manga, contraddicono questa nozione mostrando che quel pezzo è parte del coprispalla. Il resto del pettorale è, anteriormente, una piastra abbastanza sottile ma più spessa sui muscoli del torace, coperti da placche che ne riprendono la forma ed il cui spessore protegge ulteriormente cuore e polmoni. Ad unirle, al centro, sotto l’apertura del collare, c’è una fibbia eptagonale coperta da fregi ed alta più o meno cinque o sei centimetri, in corrispondenza della cima dello sterno. Sotto di essa il pettorale è attraversato da due striature circolari, ad indicare probabilmente i punti in cui il metallo è disposto in strati in grado di scivolare uno sotto l’altro quando Micene si piega in avanti o gira, permettendo una mobilità completa. Sotto le ascelle, sopra le spalle e sui fianchi il pettorale ruota attorno al corpo e confluisce nello schienale, che alla base è a sua volta una semplice piastra di metallo piatta e sottile. Su di essa però sono fissate le ali del Sagittario, uniche tra le armature d’oro. Sono un paio d’ali quasi perpendicolari all’armatura ed inclinate verso l’esterno che prima salgono verso l’alto, arrivando al livello della testa del Cavaliere, e poi curvano repentinamente e scendono diagonalmente verso il basso. Sono fissate sui lati superiori laterali di una piastra esagonale, posta esattamente al centro della schiena ed agganciate a due "raggi" rettangolari obliqui, la cui forma ricorda un po’ quella della barra tripunte della Bilancia. È al vertice di questi raggi che si trovano gli snodi che permettono loro di spiegarsi quando il Cavaliere è in volo. L’angolo con lo schienale dovrebbe poter cambiare visto che in alcune inquadrature posteriori le ali diventano parallele al pezzo e si estendono semplicemente verso l’esterno. Sono divise in tre sezioni, ciascuna più larga di quella sottostante e ciascuna composta da quattro piume d’oro, rettangolari ma con le estremità inferiori arrotondate e lunghe una ventina di centimetri. Le piume sono sfrangiate e leggermente sollevate rispetto a quelle del livello superiore. La prima sezione dall’alto sembra averne cinque anziché quattro, ma in realtà quella più esterna è solo il raggio di supporto, che ospita al suo interno il bordo laterale della piuma più esterna e si piega con lei verso il basso. Ne consegue che le piume delle due sezioni inferiori sono attaccate esclusivamente alle estremità di quelle sopra e non possono allargarsi più di qualche centimetro appena. Nel complesso le ali non sono lunghissime e terminano appena sotto le ginocchia. Inoltre non sono rigide ma più o meno flessibili, in alcune immagini più simili a stoffa che metallo. Non è del tutto chiaro se permettano davvero di volare, se si limitino a planare o se siano solo decorative. L’unica indicazione chiara a supporto del volo viene dal 2° OAV, la cui validità nella serie però è dubbia. Tutto il pezzo è completamente d’oro, più chiaro nei fregi all’interno del pettorale.





I coprispalla sono simili a quelli dell’armatura del Leone, ovvero orizzontali e concavi, leggermente curvati verso l’alto. Finiscono restringendosi leggermente in una punta arrotondata, partono dai lati del collare e si allungano orizzonalmente verso l’esterno, superando di alcuni centimetri l’articolazione della spalla. Concavi, si piegano su pettorale e schienale, finendo rispettivamente dietro la piastra del torace e sopra i muscoli dorsali. Possono quindi essere considerati come incastrati tra i due strati del pettorale. Dietro le spalle, nella fessura tra il bordo inferiore e lo schienale, possono venire fissati i lembi del mantello. Come accennato, i bordi inferiori anteriore e posteriore si restringono man mano che il pezzo si allunga sull’esterno, risalendo a formare una punta tondeggiante. In alcune illustrazione incapsulano del tutto il braccio, mentre nella maggior parte delle altre e nei settei terminano più o meno all’altezza della cima dell’omero. La loro lunghezza è tale che, se Micene allarga le braccia, dovrebbero coprire il bicipite. Dovrebbero essere articolati con la spalla e sollevarsi parallelamente alla testa quando Micene o Pegasus sollevano il braccio. Sotto di essi, come accennato nella descrizione del pettorale, si trova un secondo strato semisferico, arrotondato e posto in modo da incapsulare la cima dell’omero e coprirla lateralmente per qualche centimetro. Lo spazio che intercorre tra queste due parti è vuoto, ed è qui che, sulla destra, si infila la freccia del Sagittario. Normalmente lunga più o meno mezzo metro, la freccia ha l’asta telescopica e può quindi essere rimpicciolita in modo da essere infilata in uno spazio così piccolo. Ha una forma abbastanza tradizionale anche se fatta completamente d’oro, con persino le piume sulla coda sostituite da sottili lamine metalliche. È possibile che ce ne sia più di una, o persino che l’armatura possa "generare" altre frecce come quella di Idra fa con gli artigli, perché in alcune occasioni vediamo Pegasus tendere il dardo che in precedenza era stato già scoccato e non era stato recuperato, ed è difficile pensare che dopo ogni uso venga forgiata una nuova freccia. Ad ogni modo, i coprispalla sono completamente dorati.





I copribicipite sono una fascia circolare piatta, alta più o meno quanto metà bicipite sull’interno e quanto il muscolo intero sull’esterno. Ruotano attorno al braccio come una benda, agganciandosi ai bracciali sul gomito. Sull’esterno sono formati da due piastre incastrate l’una dentro l’altra, con quella inferiore che scompare sotto la protezione per il gomito e quella superiore che si avvicina ai coprispalla. L’impressione è che queste due piastre si sovrappongano all’anello di base, il che indicherebbe la presenza di una tripla protezione in alcuni punti, ma per quel che ne sappiamo potrebbe anche essere solo un effetto ottico. Il bordo inferiore interno ha una serie di giunture ad anello per permettere a Pegasus o Micene di piegare completamente il braccio.Sono dorati.

I bracciali sono praticamente cilindrici, e proteggono la mano, il polso e l'avambraccio, andando dalle punta delle dita al gomito. La parte che copre la mano è rigida sul dorso e flessibile sul palmo ed in corrispondenza delle varie articolazioni delle dita, in modo da permettere di serrare a pugno. Le nocche sono ulteriormente rinforzate. Un altro snodo si trova all'altezza del polso, e permette di articolare quest'ultimo come si deve. La presenza di questi snodi suggerisce che in alcuni punti l'armatura abbia un pò di "metallo extra", estensibile. Coprono in ugual maniera il dorso ed il ventre del braccio, sovrapponendosi ai copribicipite. In particolare sull’esterno sembrano avere una piastra aggiuntiva, che, oltre a rendere il pezzo più massiccio, si estende verso l’alto fino a terminare in una curiosa articolazione a visiera, simile a quelle degli elmi dei cavalieri medioevali. Su ciascun lato ci sono dei perni sui quali questa protezione ruota, andando a proteggere il bordo del bicipite o quello dell’avambraccio. Quando il braccio è piegato inoltre questa parte copre perfettamente il gomito, evitando che resti scoperto. I bracciali si allargano in espansioni ovali in corrispondenza dei muscoli dell’avambraccio e sono decorati con fregi a mezzaluna, ma per il resto sono completamente dorati.

La cintura è un gonnellino formato da quattro piastre pentagonali, una per ciascun lato. Abbastanza lunghe da coprire l’inguine, le anche, il fondoschiena e parte delle gambe, tutte le piastre sono fissate ad una cintura d’oro piatta e sottile, che ruota attorno al corpo del Cavaliere formando un anello completo. L’unico punto in cui si spezza è davanti, al centro, dove una piccola fibbia pentagonale la fissa alla piastra anteriore del gonnellino. Lo spazio tra le piastre non è vuoto ma sembra colmato da una specie di metallo estensibile, simile a quello visto nei cinturini delle prime armature dei protagonisti: una sottile lamina dorata che compare quando il Cavaliere si piega e le piastre si allargano, apparentemente allungandosi a colmare gli spazi lasciati scoperti. La piastra anteriore del cinturino è decorata da fregi a rilievo, ma è la posteriore che è la più importante. Su di essa infatti è fissato l’arco del Sagittario, capace di piegarsi su se stesso fino a formare un pentagono chiuso. Curiosamente le aste (o meglio, i "flettenti") non si piegano verso l’interno ma verso l’esterno, ruotando di quasi 180° ed andandosi a chiudere davanti all’impugnatura anziché dietro. Non è chiaro dove vada la corda quando l’arco è così piegato, ma quando è steso si vede che è un sottilissimo filo dorato, a stento visibile. Per il resto l’arco ha la forma di un normale arco riflesso da caccia, con un’impugnatura rettangolare leggermente incavata appena sotto il vertice, accanto alla quale si trovano gli unici due fregi dell’arma a forma di S capovolte. I punti in cui l’arco si piega sono visibili anche quando è aperto, ed indicati da striature orizzontali nere. La piastra sul retro del cinturino rimane integra anche quando l’arco viene rimosso, segno che l’arma è incastrata o agganciata ma non fissata in maniera inamovibile, e che la sua presenza non è indispensabile all’integrità del pezzo. Considerando che lo spessore dell’arco è limitato, probabilmente tenerlo agganciato alla cintura non aumenta la capacità difensiva dell’armatura. Il cinturino è totalmente dorato, ma di una tonalità più chiara rispetto al resto della corazza.







Le ginocchiere riprendono la forma dei copribicipite. Si tratta di veri e propri copricoscia, che partono dal ginocchio ed arrivano più o meno a metà gamba. Il bordo superiore è triangolare, in modo da estendersi più in alto al centro rispetto ai lati. Come i copribicipiti inoltre sono doppi, ovvero composti da due piastre che si sovrappongono che si sovrappongono sul lato anteriore della coscia, la più alta che tende verso il cinturino e la più bassa che finisce sotto la protezione per la rotula che è parte degli schinieri. Il resto del pezzo invece è cilindrico ed avvolge la base della coscia in modo piuttosto uniforme su tutti e quattro i lati. Il retro del ginocchio è coperto da metallo sottilissimo e flessibile per permettere ai Cavalieri di piegare pienamente la gamba. Le ginocchiere sono completamente color oro.

Gli schinieri coprono per intero la gamba, dalla punta del piede fino al ginocchio, sia davanti che dietro. Lo stesso piede è coperto anche sotto la pianta, alla caviglia ed al tallone. Allargati in corrispondenza del polpaccio, gli schinieri sul bordo superiore anteriore si sovrappongono alle ginocchiere. Delle decorazioni sui lati mettono in evidenza la forma dei muscoli della gamba, mentre all'altezza della caviglia vi sono degli snodi, che probabilmente uniscono la protezione per la gamba a quella per il piede e permettono ai Cavalieri di muoversi liberamente. La scarpa inoltre si infila all’interno del resto dello schiniere, quasi come uno stivale. Sulla rotula hanno una protezione esagonale per il ginocchio, particolarmente rinforzata e spessa vari centimetri. Il suo bordo inferiore si infila sotto il resto degli schinieri, e da dietro essa partono le lamette metalliche più sottili che coprono il retro dell’articolazione. La protezione per il piede non è aderente, ma forma una vera e propria scarpa, con tanto di tacco sotto il tallone. La caviglia è ulteriormente coperta da un pezzo simile a quello che protegge il gomito: una specie di visiera, con giunture su ambo i lati in modo da alzarsi verso la tibia quando Micene piega la caviglia, e di scendere sul piede in condizioni normali. Sul lato esterno, il bordo di questa protezione va a formare un’aletta d’oro simile a quelle delle armature di Pegasus, angolata posteriormente verso l’alto e lunga pochi centimetri. Quest’ala ha solo uno scopo ornamentale, e termina a punta più o meno all’altezza della base del polpaccio. Per il resto gli schinieri sono coperti di fregi con motivo ad S e sono totalmente d’oro.

Pezzi Speciali/Poteri: Come tutte le Armature d’Oro, la corazza del Sagittario è quasi indistruttibile e può essere danneggiata solo da guerrieri dotati di un cosmo molto superiore alla media o divino, mostrandosi capace di resistere anche ad esplosioni paragonabili al Big Bang con danni lievi o inesistenti. Ha assorbito la luce del sole per millenni, immagazzinandone l’energia, e sembra poter luccicare di luce propria in ambienti bui o scarsamente illuminati. Se le altre Armature d'Oro sono vicine e riunite, può entrare in risonanza con loro producendo un suono ritmico e cadenzato. Come le altre Armature d'Oro, congela solo allo 0 assoluto e non è noto il suo punto di fusione. La freccia di Sagitter è una delle armi più pericolose esistenti perché in grado di assorbire e accumulare i cosmi circostanti, convogliandoli in un unico colpo dalla forza potenzialmente enorme. Caricata a sufficienza, la freccia apre una breccia nel Muro del Pianto, supera il cosmo di Nettuno e trafigge il mostro Tifone. Anche in condizioni normali inoltre la freccia è capace di perforare qualsiasi armatura, inclusa un’altra armatura d’oro o la corazza di un Dio. Va però detto che armature molto resistenti possono smorzarne l’energia in modo da evitare che sia fatale. Nel 1° film viene stabilito che la "freccia di Sagitter non può ferire la Dea Atena che deve proteggere", e che quindi, se scoccata contro la Dea, si ferma senza colpirla. Considerato il valore dei film in continuity però quest’elemento va considerato solo fino ad un certo punto. Come detto nella descrizione, è anche possibile che la freccia possa essere rigenerata dall’armatura, anche se la cosa non è mai affermata esplicitamente.

Totem

Il totem di quest’armatura rappresenta una specie di centauro alato, con l’arco teso. La disposizione dei pezzi è simile a quella del totem V1, con il corpo umano composto da pettorale e cintura, e quello da centauro formato dai coprispalla. Il pezzo più strano è il diadema, semplicemente appoggiato sul pettorale senza dare davvero l’impressione di essere una testa umana o animale. Le braccia sono composte da quello che parrebbe lo strato interno di bracciali e copribicipite, la parte cilindrica liscia su cui poggiano le varie protezioni esterne, che invece compongono le zampe anteriori, con le protezioni per il gomito che formano gli zoccoli. Le zampe posteriori sono formate da ginocchiere e schinieri.

Vestizione





Scrigno

Anche dopo l'evoluzione dell'armatura, si continua ad usare il vecchio scrigno della versione V1.

Lost Canvas

L’armatura del Sagittario compare anche nell’anime di Lost Canvas, ambientato in un passato alternativo. Ha praticamente le fattezze del manga (vedi sotto) ed un’unica tinta giallastra. Oltre alle differenze presenti tra manga ed anime sono state allargate le placche della cintura, dando al Cavaliere un aspetto molto più tarchiato, e sembra essere stato ingrandito il collare. Le modifiche maggiori però sono alle ali, più grandi e sfrangiate, lunghe fino a metà polpaccio e con ben più di quattro piume su ciascun livello orizzontale Anche il totem è stato leggermente modificato con l’aggiunta di una coda formata da una delle piastre del cinturino agganciata al bordo di un coprispalla. Ancora una volta le modifiche più grandi però sono alle ali, enormi e spiegate attorno al corpo del centauro.





Saint Seiya Omega

L’armatura del Sagittario compare anche nell'anime Saint Seiya Omega, ambientato nel futuro. Ora indossata stabilmente da Pegasus, la si vede in alcuni flashback, sempre con le forme classiche. In seguito viene impregnata dai cosmi congiunti di Atena e Abzu e si tramuta in Cloth Stone.

Saint Seiya Legend of Sanctuary

Una versione leggermente ridisegnata dell'armatura del Sagittario compare nel film remake La Leggenda del Grande Tempio, dove mostra forme estetiche per lo più basate sulla serie classica ma un po' più medioevaleggianti. L'elmo ora è a casco integrale, con tanto di maschera che copre interamente il viso, anche se in caso di bisogno può lasciare scoperto quest'ultimo, aprirsi a diadema o addirittura ripiegarsi su se stesso fino a scomparire completamente. Le ali, sempre presenti, sono più grandi e salgono maggiormente dietro le spalle, per poi piegarsi diagonalmente verso dietro, dando così un'impressione di maggior volume. Il resto di armatura ha differenze minime, come i coprispalla più lunghi e appuntiti, il pettorale più gonfio e tondeggiante, o la piastra centrale del cinturino più sottile e stretta, simile a quella di Libra. Stranamente però, quando è Pegasus a indossarla, l'armatura si manifesta come un vero e proprio centauro, con ali enormi, zampe posteriori e persino una lunga coda. Da dove vengano tutti questi pezzi è ignoto, anche perché Pegasus "cavalca" con piena naturalezza, come se le zampe posteriori fossero in qualche modo sotto il suo controllo. Inguine, cosce e interno del gomito sono coperte da una specie di cotta di maglia rossa, che si presume sia parte dell'armatura stessa e ne condivida la resistenza. Quando non è indossata, la corazza si trasforma in una specie di quadro dorato, dal quale poi dovrebbe emergere lo scrigno, che a sua volta si muta in armatura.





Manga

Come accennato nell'introduzione, l’armatura del Sagittario compare nel manga classico e, per ora, nei prequel Episode G, Lost Canvas e Saintia Sho. Nel manga classico ha forme sostanzialmente simili ma con un aspetto un po’ più tozzo, anche se probabilmente è l’armatura d’oro più fedele tra le dodici. A parte aver aggiunto alcuni fregi, il manga differisce solo nella protezione per l’addome, più liscia e "gonfia" rispetto alla versione scolpita dell’anime. Per il resto, le fibbie sulle scarpe e le protezioni per le rotule sono più piccole, ma il resto è identico. Anche il totem è stato riprodotto in maniera essenzialmente fedele. Questa forma dell’armatura è simile a quella che compare in Lost Canvas, dove però sono state visibilmente ingrandite la piastra al centro del torace e, soprattutto, le ali. In questa versione, le ali sono gigantesche, con le piume più basse grandi quanto il braccio di Sisifo ed altrettanto lunghe, oltre che più sfrangiate e flessibili in modo da avvolgersi attorno al suo corpo. In Saintia Sho, ha praticamente le forme del manga classico.





Episode G

In Episode G, l’armatura del Sagittario, pur restando sommariamente fedele all’aspetto classico, è stata modificata in maniera più evidente e marcata. In primo luogo sono stati aggiunti moltissimi fregi a rilievo praticamente su ogni pezzo, raffiguranti le solite mezzelune ma anche fiori e ghirigori vari, e soprattutto sono state aggiunte numerosissime, almeno 22, gemme azzurre sferiche, incastonate nell’oro, a volte da sole ed altre in gruppi di due o tre. Non sappiamo cosa rappresentino o se siano solo un vezzo estetico, ma le gemme tempestano letteralmente l’armatura, cui sono fissate anche grazie a piccoli fermagli che ne coproono i bordi. Inoltre, sono state allungate le ali, che ora arrivano alle caviglie del Cavaliere, ma al tempo stesso sono state chiuse in modo da far scomparire la divisione in livelli e le sfrangiature, trasformandole in uno strato di piume piccole ma numerose, simili a quelle dei veri uccelli. A parte questo, sono stati ingrandite ginocchiere e copribicipite, e notevolmente ristretti i coprispalla. Nel diadema le ali hanno bordi seghettati ed il collare forma una specie di anello davanti alla gola. La protezione per l’addome è il torace stata ridisegnata in una serie di piastre squadrate poste su più livelli per scivolare una sotto l’altra e permettere al Cavaliere di piegarsi. La cintura è stata ingrandita, e sono state eliminate le alette alle caviglie, di cui restano solo le fibbie sulle scarpe. La freccia d’oro infine ha una punta notevolmente più piccola ed un’astra più sottile. Tenendo conto di queste modifiche, il totem è rimasto più o meno uguale.

Da notare infine che in Episode G spesso le armature cambiano dettagli da pagina a pagina o da tavola a tavola, specie a livello di fregi.