SAINT SEIYA N°14

MELODIA MORTALE

(LA MELODIA DELLA MORTE)

Personaggi Presenti: Seiya, Shun, Shiryu, Hyoga, Saori, Aldebaran, Sorrento, Tetis, Sea Dragon, Tatsumi, dottore.

Data: 3 aprile 1987

Lunghezza: 34 pagine

Nell’ospedale della fondazione Grado, Saori e Tatsumi osservano Seiya, Shiryu, Hyoga e Shun, stesi in coma sui lettini e tenuti in vita solo dai macchinari. Il medico che si occupa di loro spiega che Seiya era improvvisamente sparito, e Saori comprende che il ragazzo, pur in stato di incoscienza, aveva percepito che lei era in pericolo ed era corso in suo aiuto. Purtroppo però i quattro non accennano a migliorare, e anzi, nonostante sia trascorso ormai un mese dalla battaglia al Grande Tempio, sono ancora in bilico tra la vita e la morte. Le ferite erano infatti troppo gravi, tali da esaurirli sia fisicamente che spiritualmente, e persino in caso di un miracolo ci vorrebbero mesi di riabilitazione. In lacrime, Saori prega per loro. Intanto, nel Santuario Sottomarino di Poseidone, Tetis è a rapporto da un uomo con il volto celato dall’elmo di nome Sea Dragon, che la rimprovera per aver fallito ancora e non essere riuscita a rapire Saori. Sea Dragon vorrebbe lasciar perdere e dedicarsi al piano principale di Poseidone, ma Tetis teme l’intervento di Atena e dei suoi Cavalieri, la cui forza ha constatato personalmente. "Tetis, se sei così preoccupata la sistemerò io… Sorrento di Siren, uno dei sette Generali di Poseidone!" dichiara un uomo facendosi avanti. A Tokyo, Saori riceve una visita inattesa: Aldebaran del Toro è venuto di persona a proteggere lei ed i ragazzi, preoccupato per le azioni di Poseidone. Lui e Aioria hanno intuito che sicuramente Atena non avrebbe lasciato Seiya e gli altri da soli, ed alla fine Aldebaran è stato inviato all’ospedale per difenderli. Quella notte, il Cavaliere è da solo nei corridoi quando sente una bellissima musica di flauto, ed un momento dopo Sorrento fa la sua comparsa, con alle labbra proprio quello strumento musicale. Presentatosi, avverte che chi ode quella musica è destinato a morire e con un colpo solo decapita Aldebaran, prendendone la testa. Soddisfatto dalla facile vittoria, si avvicina ai letti di Seiya e gli altri per spegnere i macchinari che li tengono in vita, quando il corpo di Toro compare alle sue spalle ordinandogli di fermarsi. Aldebaran ha infatti incassato la testa nel collare dell’armatura e Sorrento gli ha solo fatto volare via l’elmo. Il Generale deride un po’ quel modo di salvarsi, più simile ad una tartaruga che ad un toro, ma Aldebaran lo ignora e travolge con il Great Horn. Purtroppo per lui però Sorrento non subisce gravi danni, perché il colpo segreto è stato sferrato con meno di un centesimo della sua normale potenza a causa della musica del flauto, che ha indebolito sia il cosmo che i sensi del Cavaliere d’Oro. Deciso a finire la battaglia, Syria suona la melodia finale, il Dead End Symphony, così simile al canto delle sirene da riportare alla mente di Aldebaran il ricordo del mito di Ulisse. Disperato, il guerriero si sfonda i timpani con le dita, ma nemmeno questo basta a proteggerlo da quella melodia fatale. Syria decide di lasciarlo morire per andare a occuparsi di Seiya e gli altri, ma Aldebaran è pronto a tutto per fermarlo. "Ho capito grazie alla battaglia delle dodici case… che loro sono i successori di noi Gold Saint!" esclama sbarrando la strada al nemico. Sorrento usa allora la sua tecnica finale, il Dead End Climax, ed il corpo di Aldebaran sembra dissolversi in polvere. L’armatura d’oro però resiste e, permeata dal cosmo del Cavaliere, si riassembla per impedire a Sorrento di avanzare. "Aldebaran, anche dopo la tua morte hai intenzione di proteggere Seiya e gli altri?!" si chiede il Generale.

Glossario: /

Manga: Il capitolo è presente nel manga n° 14 Shot e n° 20 Granata.

La logica, questa sconosciuta: Le fasciature dei Cavalieri non corrispondono alle ferite subite al Santuario: tutti hanno i piedi bendati senza aver mai ricevuto lì dei colpi, e Shiryu ha un’ulteriore impacco sul lato destro del torace pur avendo subito Excalibur sul cuore, a sinistra. Inoltre dopo un mese qualsiasi ferita si è ormai richiusa, rendendo inutili le bende e, a meno che non ci sia un’emorragia interna costante, non servirebbe neppure la sacca per la trasfusione di sangue. Seppur non impossibile, è raro e improbabile che quattro persone in coma siano tenute nella stessa stanza, specie in una clinica privata. Nello scorso capitolo Seiya non solo si era alzato, ma anche rivestito prima di uscire dall’ospedale. Chi ha informato Aldebaran del ritorno di Poseidone? Sorrento vede volare la testa di Aldebaran, ma quest’ultimo non ha poteri illusori. Inoltre è umanamente impossibile sollevare la spalle abbastanza da nascondere l’intera testa nel collare senza lasciar spuntare neppure le punte dei capelli, ed il collare è comunque troppo alto per poter decapitare il Cavaliere senza danneggiare l’armatura. La forma delle ali di Sorrento dovrebbe essere visibile sotto il mantello.

Note: "Chi ha ascoltato il suono del mio flauto muore senza potersi salvare". 7, un capitolo abbastanza originale, che regala un raro combattimento per un Cavaliere d’Oro ed introduce forse i due Generali degli Abissi più importanti, spiegando nel contempo cosa è successo ai protagonisti. Dopo gli eventi del numero scorso e la vittoria su Saga, sono stati ricoverati in uno degli ospedali privati della Fondazione Grado, lo stesso in cui era stato tenuto in osservazione Seiya nei numeri 2 e 7 a giudicare dall’aspetto esterno. In precedenza era stato visitato da Seiya, Shiryu, Shun, Shunrei, Shaina e Miho, ma il primo era sempre stato il solo paziente, mentre ora gli altri protagonisti condividono lo stesso fato del compagno. Al gruppo manca però Ikki, apparentemente disintegrato da Saga nel numero 13, e sembra che anche Saori lo dia per morto visto che non ne fa alcuna menzione. A causa delle ferite, i quattro sono in coma da un mese e potrebbero non riprendersi mai più, il che suggerisce danni cerebrali o agli organi interni, oltre che a muscoli ed ossa. Il fatto che sia trascorso solo un mese suggerisce che la battaglia di Grecia abbia avuto luogo verso l’inizio di marzo, anche se come sempre nell’opera la cronologia interna è molto ballerina. Secondo il medico curante, Seiya si è allontanato da solo pur essendo in coma, il che indica che ha agito inconsciamente dopo aver sentito che Saori era in pericolo. Viene tra l’altro ribadito che il corpo di un Cavaliere è essenzialmente sempre umano, come detto la prima volta da Shun nel secondo numero. Come detto sopra, facciamo conoscenza con Sea Dragon e Sorrento, guardacaso gli unici due Generali che sopravviveranno alla saga di Nettuno. Il primo compare subito come superiore di Tetis ed indica implicitamente che entrambi i tentativi di rapimento di Atena visti lo scorso capitolo erano opera di quest’ultima, preoccupata per un eventuale intervento della Dea nei piani di Poseidone. Sorrento invece è il primo musico del manga e riprende un’idea sfruttata nell’anime con Orfeo della Lira, personaggio creato da Kurumada per il 1° OAV e poi riciclato nella serie di Hades. In qualche modo Aldebaran è stato informato del ruolo svolto da Poseidone nella crisi, appreso da Atena nelle ultime pagine dello scorso capitolo, ed ha subito raggiunto Tokyo (verosimilmente alla velocità della luce) dopo una discussione con Aioria, che aveva protetto Saori in Grecia. Il fatto che Aldebaran viaggi in armatura, e che il medico parli con una certa cognizione di causa di Seiya e compagni indica che, almeno all’interno della Fondazione Grado, l’esistenza dei Cavalieri non è un segreto, specie dopo che le Galaxian Wars li hanno catapultati a fama mondiale. La musica di Sorrento indebolisce ad un centesimo il cosmo della vittima, fiaccando anche i sensi ed i colpi segreti. Inoltre, raggiunge il cervello senza passare per i timpani, che normalmente convertono i suoni in impulsi elettrici, e, come scopriremo in futuro, non ha neppure bisogno dell’aria per essere trasmessa. A tutti gli effetti quindi è una melodia prodotta dal cosmo più che dallo strumento musicale in se, che probabilmente serve solo a convertire il cosmo in suoni. Aldebaran ricorda brevemente il mito di Ulisse, che, dopo aver fatto coprire le orecchie dei marinai con la cera si fece legare all’albero maestro della sua nave per sentire il canto delle sirene. In quell’immagine tra l’altro le sirene hanno l’aspetto mitologicamente corretto di esseri metà donna e metà uccello, al posto della coda di pesce che in realtà appartiene alle nereidi. La sconfitta di Aldebaran è accompagnata da un curioso retroscena: in questo capitolo Kurumada intendeva palesemente farlo morire, come evidente dalle parole di Syria e dal fatto che il cosmo è rimasto dentro l’armatura. In seguito però cambierà idea, riportando in scena il personaggio nel numero 17, e spiegando come sia sopravvissuto, solo per ucciderlo di nuovo, stavolta sul serio, due numeri dopo nella saga di Hades. All'epoca della prima pubblicazione su Weekly Shonen Jump, questo capitolo fu diviso in due parti intitolate "La melodia della morte" e "Persino da morto…".