SAINT SEIYA N°14

L’INCORONAZIONE! POSEIDONE, IL DIO DEI MARI

(L’INCORONAZIONE DI NETTUNO, RE DEL MARE)

Personaggi Presenti: Julian, Saori, Seiya, Shun, Shiryu, Hyoga, Libra, Sorrento, Tetis, Kiki, soldati dei mari.

Data: 3 aprile 1987

Lunghezza: 38 pagine

Nel Regno Sottomarino, una folla enorme di soldati si riunisce di fronte al tempio di Poseidone per assistere all’incoronazione del Dio. Di fronte a loro, Julian indossa per la prima volta la sua armatura di scaglie, presentandosi dinanzi a loro con in mano il tridente. Tutti i soldati gli giurano fedeltà, promettendo di assisterlo a conquistare la terra. In ginocchio alle sue spalle, Tetis ricorda che ai tempi di Noè ci vollero quarantaquattro giorni per sommergere la terra, quindi dovrebbe mancare ancora un mese circa prima che l’umanità sia stata completamente cancellata. Tetis però è preoccupata per la probabile interferenza di Atena, che sin dalle epoche mitologiche ha impedito a Poseidone di realizzare i suoi piani, affiancata dai Cavalieri a lei fedeli. In quel momento, sopraggiunge Sorrento, con in mano l’elmo del Toro. Il Generale le dice di non preoccuparsi dei Cavalieri, visto che sconfiggere Aldebaran è stato facile, ma il suo volto è turbato. Dopo un momento, si fa da parte rivelando che insieme a lui c’è Atena. "Io ho paura di lei…" ammette Sorrento, raccontando che "Dopo aver sconfitto Aldebaran, lei è venuta da me e mi ha chiesto di portarla al suo cospetto… non so come mai ma non sono riuscito a dirle di no. Benchè il suo aspetto non sia affatto minaccioso, mi terrorizza incredibilmente". Intanto, Saori e Julian si riconoscono rispettivamente come Poseidone e Atena. Il Dio dei mari ordina subito a tutti di andar via e lasciarli soli, ammettendo poi che questa scoperta spiega quella sensazione che aveva provato due settimane prima, alla festa di compleanno. Passando ad argomenti più importanti, Saori gli chiede di interrompere le piogge che stanno flagellando il mondo, ma Poseidone afferma che continueranno per altri trenta giorni, proprio come ai tempi del mito. Allora permise a Noè e la sua famiglia di salvarsi, ma ora il mondo è talmente corrotto che nessuno sarà risparmiato dalle acque. Atena ribatte sottolineando che al mondo ci sono anche uomini innocente, o bambini e neonati senza alcuna colpa, ma Julian l’ignora ed anzi rinnova la sua proposta di matrimonio, proponendole di dominare il mondo insieme a lui. Saori rifiuta di nuovo, ed avverte che è pronta a combattere pur di ostacolarlo. Il cosmo alle sue spalle inizia a bruciare, ed in esso Julian scorge i volti dei Cavalieri in cui Saori ripone le sue speranze. Julian allora le propone una speranza: sacrificandosi e ricevendo le acque che dovrebbero cadere sulla terra, rallenterà la distruzione del mondo anche se di poco. La fanciulla accetta e Julian le mostra i sette pilastri che sostengono il suo regno: "fin dai tempi antichi il mare è stato diviso grossolanamente in sette parti, l’Oceano Pacifico Settentrionale e quello Meridionale, l’Oceano Atlantico Settentrionale e quello Meridionale, l’Oceano Indiano, il mare Artico e l’Oceano Antartico… le sette colonne del tempio di Poseidone sostengono questi sette oceani… se queste sette colonne vengono distrutte, il cielo sopra al palazzo di Poseidone, cioè i sette oceani, precipiteranno e il palazzo stesso verrà distrutto". Ogni colonna però è protetta da un Generale dei mari, guerrieri la cui forza è persino superiore a quella dei Cavalieri d’Oro, e per di più esiste un ottavo pilastro, la Colonna Portante o Main Breadwinner, fulcro del regno sottomarino. Julian fa entrare Saori nella colonna, chiudendola alle sue spalle, ed un momento dopo la sala inizia ad essere allagata. Sacrificando Atena, Poseidone intende fortificare il suo regno per l’eternità, ma al tempo stesso soddisfare la richiesta di Saori visto che l’acqua che l’ucciderà è la stessa che sarebbe dovuta cadere sul mondo. Se i Cavalieri non riusciranno ad arrivare in tempo, la fanciulla annegherà senza scampo. In Cina, a Goro-Ho, il vecchio maestro nota che la pioggia sta leggermente calando, ed un attimo dopo dalle acque della cascata emerge Tetis. La fanciulla gli spiega sommariamente la situazione, avvertendo che farebbe bene a inviare i Cavalieri d’Oro visto che contro i Generali dei Mari nessun altro avrebbe speranze. "Basteremo solo noi!" esordisce in quel momento una voce: sono Seiya, Shiryu, Hyoga e Shun, rialzatisi ed usciti dal coma dopo aver sentito Saori in pericolo. Pronti a combattere, i quattro annunciano che andranno loro a salvare Atena. Tetis scompare nella cascata, mentre i ragazzi riassumono la situazione, spiegando che è stata l’esplosione del cosmo di Atena a risvegliarli, e consapevoli della sconfitta di Aldebaran. L’unico problema è che le loro armature sono andate distrutte al Santuario, o almeno così credono, visto che proprio in quel momento compare Kiki con gli scrigni delle loro corazze.

Glossario: /

Manga: Il capitolo è presente nel manga n° 14 Shot e n° 21 Granata.

La logica, questa sconosciuta: All’incoronazione non si vede traccia di Sea Dragon o degli altri Generali. Il mantello di Sorrento era stato distrutto nello scorso capitolo, ma ora è di nuovo intatto. L’idea che il regno sottomarino sia direttamente sotto il mare, già vista un paio di capitoli fà, pone un’enormità di problemi visto che il fondale marino non è certo un territorio inesplorato per l’uomo. Poseidone fa un po’ di confusione: è vero che l’umanità ha sempre diviso l’oceano in sette mari, ma la divisione usata da lui è relativamente recente. Nelle epoche antiche i sette mari variavano a seconda dei popoli, e nel medioevo ad esempio erano il Mediterraneo, Adriatico, Mar Rosso, Mar Nero, Mar Caspio, Mare d’Arabia e Golfo Persico. Il discorso sull’acqua della Colonna Portante che rappresenta la pioggia sulla terra è un po’ vago, visto che la quantità d’acqua usata nel diluvio allagherebbe una stanza così piccola in pochissimi istanti. Tutta la sequenza finale è un po’ forzata: prima i quattro Cavalieri non solo si risvegliano da un coma di mesi proprio nel momento giusto, ma poi si trovano a Goro-Ho esattamente nel momento in cui Tetis sta parlando con Libra. Poco dopo, anche Kiki arriva proprio lì e proprio al momento giusto.

Note: "Chiedo il tuo sacrificio, Atena". 5, un capitolo che introduce molti concetti interessanti ed importanti, ma che procede ad un ritmo troppo forzato, mettendo Atena di nuovo in pericolo praticamente tre capitoli dopo la fine della saga del Santuario, facendo tornare in scena i protagonisti con una specie di deus ex machina e ponendo subito le basi per una nuova corsa contro il tempo senza la necessaria introduzione. Il capitolo ha luogo subito dopo la fine del precedente, e viene confermato che sono passati quattordici giorni dall’inizio delle piogge, il che pone gli eventi nei primi giorni di aprile. Come anticipato da Tetis a Sea Dragon nello scorso capitolo, Julian si è abituato del tutto ed ora indossa per la prima volta la propria armatura, presentandosi ufficialmente ai soldati in una pagina che ricorda una delle ultime del numero tredici, quando soldati e Cavalieri d’Oro si inginocchiano ad Atena. Anche se alla cosa non viene dato rilievo, per la prima volta un soldato chiama quel tipo di armatura "Scale", o Armatura di Scaglie, differenziandola così dai Cloth dei Cavalieri di Atena. In futuro l’enciclopedia dei Cavalieri suggerirà che Poseidone potrebbe possedere anche un’altra armatura, ovvero la sua Kamui o Veste Divina, ma tale corazza, ammesso che esista veramente, non è mai comparsa. Tetis accenna brevemente a quello che poi prenderà il nome di Ipermito, parlando delle battaglie mitologiche tra Atena e Poseidone. Tutto ciò sarà ripreso, approfondito e contestualizzato nell’artbook Cosmo Special, uscito in Giappone proprio verso la metà della saga di Poseidone, ma all’epoca della pubblicazione di questo capitolo si trattava di rivelazioni inedite. Con un certo stacco rispetto alla conclusione dello scorso capitolo, Sorrento fa ritorno senza aver ucciso Seiya e gli altri, e porta con se Saori e l’elmo del Toro. Quest’ultimo riuscirà poi in qualche modo a tornare in mano al custode della seconda casa, che nella serie di Hades lo indossa regolarmente. Quanto ad Atena, la paura del Generale sarà spiegata verso la fine della saga, quando il ragazzo riuscirà finalmente a capire quel che l’aveva generata. In un curioso riferimento biblico, Poseidone prende il ruolo di Dio dicendo di essere stato lui a causare il diluvio universale ed a permettere a Noè di salvarsi. La cosa stupisce perché nella mitologia greca esiste un diluvio simile, cui sopravvissero Deucalione e la moglie Pirra, quindi è strano che Poseidone citi Noè anzichè loro. Tra i cosmi alle spalle di Atena manca Phoenix, a conferma che era dato per morto da tutti dopo la battaglia con Gemini. Forse certo della sua superiorità, Julian ordina a Tetis di informare Libra, che viene indicato chiaramente come il capo dei Cavalieri dopo la morte del Sacerdote. La sirena, che verosimilmente risale sin dalla foce il fiume in cui si riversa la cascata dei Cinque Picchi, sottolinea anche che Doko non si muove dalla cascata da 250 anni, per motivi che saranno chiariti nella saga di Hades. Dopo i camei negli scorsi capitoli, tornano in scena i protagonisti, che per la prima volta indossano tutti e quattro esattamente gli stessi vestiti dell’anime. In precedenza avevano indossato abiti più vari, avvicinandosi allo stile dell’anime solo prima della scalata delle Dodici Case, quando però la maglietta di Pegasus era bianca anzichè rossa. Sotto i vestiti si vedono ancora le fasciature che avevano in ospedale, e Pegasus ha pure un cerotto sulla guancia. All'epoca della prima pubblicazione su Weekly Shonen Jump, questo capitolo fu diviso in due parti intitolate "Incoronato! Poseidone, Imperatore dei mari!!" e "Una colonna con la vita…!!". Per rendere l’idea di quanto vicino l’anime fosse al manga, e quindi di quanto la serie di Asgard fosse necessaria, pochi giorni prima della seconda parte di questo capitolo fu trasmesso il 72° episodio, ovvero il penultimo della saga delle Dodici Case.