EPISODIO N°11

PEGASUS E PEGASUS NERO

«A COSTO DELLA VITA! LA SACRA ARMATURA DELL'AMICIZIA»

Disegnatori: Nobuyoshi Sakasado, Eisaku Inoué.

Personaggi presenti: Pegasus, Cristal, Andromeda, Sirio, Mur, Kiki, Phoenix, Pegasus Nero, Cigno Nero, Isabel, Mylock, pilota dell'elicottero.

La mattina dopo, il Cavaliere, pur essendo ancora senza armatura, si reca in elicottero alla valle della morte, insieme a Cristal, Andromeda, Lady Isabel e Mylock. Durante il volo, Pegasus chiede ad Isabel se per lei siano più importanti le loro vite o l'armatura, ma Mylock risponde per primo affermando "E' la sacra armatura la più importante!". Stupendo tutti però, Isabel controbatte "Non è vero!". Qualche minuto più tardi, l'elicottero raggiunge il punto stabilito ed i cavalieri, dopo essersi divisi i pezzi dell'armatura d'oro, si lanciano nel vuoto, ed attutiscono l'impatto lasciandosi scivolare sulla neve delle montagne. Fermata la discesa, i tre eroi si guardano intorno e contemporaneamente la voce di Phoenix risuona nell'aria. Il Cavaliere oscuro invita i tre a raggiungerlo alla roccia dell'artiglio, una strana conformazione rocciosa poco distante. Andromeda allora mostra ai compagni quattro campanellini e consiglia ciascuno di prenderne uno e di legarselo intorno al polso, finché ne sentiranno il suono, sapranno che gli altri sono vivi. I cavalieri accettano l'idea e Pegasus prende anche un secondo campanello per Dragone, ma non appena hanno finito di legarli attorno ai polsi, quattro figure nere saltano giù dalle rocce e si sparpagliano. I cavalieri allora si separano, dirigendosi ciascuno in una direzione diversa, e Pegasus resta solo. In quel momento, il ragazzo sente un rumore di passi e voltandosi vede una sagoma correre verso di lui con uno scrigno sulle spalle. Non appena l'ombra si avvicina, Pegasus riconosce Sirio e corre felice verso di lui. Quando però è giunto a pochi passi, la figura di Sirio inizia a sparire ed al suo posto appare un drago verde che si alza verso il cielo per poi sparire. Pegasus è sbalordito, sembra che sia giunta solo l'armatura, ed a conferma dei suoi pensieri lo scrigno si apre e ne fuoriesce la corazza completamente riparata. Il Cavaliere indossa la sua armatura, tornata a nuova vita, ma non riesce a capire perché non essa non sia tornato anche Sirio. D'un tratto, Pegasus percepisce qualcosa e lancia un colpo verso lo scrigno vuoto, dal quale cade Kiki, che lamentandosi afferma di essere stato lui a portare l'armatura "Visto che Dragone non poteva portartela personalmente, mio fratello, il Grande Mur, ha dato l'incarico a me!". Queste parole preoccupano Pegasus, che stringe il bambino con forza, poi, calmatosi, si fa raccontare cosa sia accaduto. Kiki parla a Pegasus della condizione posta da Mur e dello svolgersi dei fatti. Per poter riparare le armature, Mur aveva bisogno di 2/3 del sangue di Sirio, ma il corpo umano muore se la perdita è maggiore di 1/3 del totale. Nonostante ciò, Sirio, per riconoscenza verso Pegasus, accettò la condizione e, tagliatisi i polsi con il taglio della mano, iniziò a far scendere il sangue sulle due armature. "E visto che per me non c'è speranza, lo offrirò tutto per l'armatura di Pegasus!" pensò l'eroico Cavaliere voltandosi solo verso la corazza dell'amico. Kiki era terrorizzato dalla vista di tutto quel sangue, Mur invece rimase impassibile Ben preso Sirio, il cui corpo stava ormai diventando bianco per la mancanza di sangue, svenne e cadde al suolo, ma in quel momento Mur intervenne e, preso al volo il ragazzo, gli guarì i polsi sfiorandolo con le sue mani. "Quest'uomo crede nell'amicizia, non posso lasciarlo morire!" pensò Mur, e si fece portare da Kiki l'occorrente non solo per riparare le armature ma anche per guarire il Cavaliere. Nonostante il suo intervento però, le condizioni di vita di Sirio restano disperate, la sua anima è a cavallo fra la vita e la morte, se sopravviverà o meno dipenderà solo dal suo cosmo, dalla sua forza interiore. A quel punto, Kiki dovette partire per portare a Pegasus l'armatura, ma fino ad allora Dragone era ancora vivo. Commosso per questa prova di amicizia, Pegasus da a Kiki uno dei due campanellini chiedendogli di darlo a Sirio, poi, presi i pezzi dell'armatura d'oro in suo possesso, si incammina verso Phoenix. Dopo pochi metri però, il Cavaliere si imbatte in Pegasus Nero che, non perdendo tempo, si lancia all'attacco. Evitati i calci del nemico, Pegasus contrattacca, ma manca l'avversario che può rispondere lanciando il "Fulmine di Pegasus Nero". Convinto di aver vinto, Pegasus Nero ride del suo nemico, ma voltandosi si rende conto che i suoi colpi sono stati inutili. Pegasus afferma che senza armatura, sarebbe morto con un colpo soltanto, ma ora è praticamente invulnerabile, ed inoltre sente dentro di se lo spirito guerriero di Sirio. Pegasus Nero decide allora di colpirlo al fianco, dove l'armatura non lo protegge, ed i due cavalieri lanciano insieme i loro colpi segreti. Il fulmine di Pegasus annienta il nemico, ma i colpi di Pegasus Nero si riuniscono in uno e centrano il bersaglio. Vinto lo scontro, Pegasus prende la cintura d'oro, caduta al nemico, che però prima di morire dichiara "Dopo il Fulmine di Pegasus Nero, conoscerai la morte atroce!" Nonostante la minaccia, il Cavaliere si incammina, ma ben presto il punto dov'è stato colpito gli fa male ed inoltre inizia a mancargli l'aria. Rotolandosi a terra, Pegasus scioglie della neve in bocca per respirare meglio, poi, toltisi i bracciali dell'armatura, nota delle macchie nere. Rapidamente, il Cavaliere si spoglia della parte superiore dell'armatura e scopre con orrore che tutto il suo corpo è coperto di macchie che si ingrandiscono a vista d'occhio e sembrano bruciare. "E' questa la morte atroce di cui Pegasus Nero parlava poco fa!" sibila cercando di rimettersi in cammino con l'armatura d'oro, ma poi perde l'equilibrio e cade nel dirupo accanto, trascinando i pezzi della corazza con se. Fortunatamente, la caduta è interrotta da uno spuntone roccioso, ma il Cavaliere è comunque svenuto. Poco lontano, Cristal affronta Cigno Nero, i cui colpi sono troppo deboli per avere effetto. Il Cavaliere del cigno blocca il nemico con gli "Anelli di ghiaccio" una delle sue tecniche segrete, e gli consiglia di arrendersi, poi, al suo rifiuto, decide di usare il suo colpo più forte, "L'aurora del Nord", e lo travolge in pieno. Cigno Nero è ora quasi completamente congelato, oltre alla testa Cristal gli ha lasciato libero solo un braccio, per dargli qualche possibilità di salvezza, ma ridendo, il Cavaliere stacca il piccolo cigno del suo elmetto ed inizia ad espandere il suo cosmo. Cigno Nero dichiara di conoscere ormai tutte le tecniche di Cristal e le memorizza su quel cigno, che invia telepaticamente a Phoenix. Subito dopo, il corpo del Cavaliere esplode per lo sforzo eccessivo, ma il piccolo cigno giunge comunque a destinazione. Cristal intanto prende i coprispalla e si dirige verso Phoenix, passando vicino al punto dove si trova Pegasus, che invano tenta di arrampicarsi. Il Cavaliere comunque non riesce a sentire il suo del campanello e raggiunge Phoenix, che ormai conosce ogni momento dello scontro fra Cristal e Cigno Nero. Dopo qualche scambio di battute, i due cavalieri si scontrano.

Censure mediaset: Numerosi tagli alla scena in cui Sirio si ferisce i polsi ed il suo sangue ricopre le due armature. I tagli sono fatti in modo che non si veda mai il sangue scorrere dalle ferite ai polsi.

Dati originali: Fulmine di Pegasus Nero: Black Ryuseiken. Pugno della Morte Atroce: Kokushiken. Polvere di Diamanti Nera: Black Blizzard. Valle della morte: Monte Fuji. Vortice Fulminante dell'Aurora (Aurora del Nord): Aurora Thunder Attack. Anello di Ghiaccio (Anelli del Cigno): Koliso

Manga: L'episodio è stato tratto dai numeri 3 e 4 del manga. Rispetto alla serie animata, mancano tutte le scene del viaggio ed i tre Cavalieri sono davanti alle caverne del monte Fuji, all'interno delle quali dovranno combattere (nel cartone lottano all'aperto). All'improvviso però arriva Sirio con lo scrigno dell'armatura, ma quando Pegasus gli corre incontro, il ragazzo scompare nel nulla (quindi non si vede il drago salire in cielo). Pegasus apre lo scrigno e vede che l'armatura è completamente diversa. Il ragazzo indossa manualmente la sua nuova armatura. E' Andromeda a far apparire Kiki, lanciandogli la catena, ma il bambino non sa che cosa è successo a Sirio (manca quindi il flashback). Andromeda dà ai compagni un campanellino e poi lui e Cristal entrano in due grotte diverse. Prima di andarsene, Pegasus dà a Kiki un campanellino per Sirio, poi anche lui entra in una galleria, che ben presto si amplia in una caverna enorme, e lì Pegasus incontra Pegasus Nero. Il primo attacco del Cavaliere Nero si infrange sull'armatura di Pegasus, che poi sconfigge il nemico con una sola scarica del suo Fulmine. Il resto procede come nel cartone. Nel complesso, il combattimento è più breve che nel cartone, e Pegasus Nero non colpisce Pegasus al fianco. E' il suo primo attacco (quello che sembra infrangersi sull'armatura) a causare a Pegasus le macchie nere. Il combattimento tra Cristal e Cigno Nero si svolge in una grotta, Cigno Nero invia a Phoenix il suo occhio destro, sulla cui retina è rimasta impressa la posa della tecnica del nemico, ed il suo corpo non esplode.

Prima trasmissione: Sabato 27 dicembre 1986.

DVD: L'episodio è presente nel 1° DVD Yamato e 6° DeAgostini.

Fonti: La frase di Pegasus "il tuo spirito guerriero entro mi rugge" è tratta da I Sonetti Foscolo.

La logica, questa sconosciuta: Sono presenti alcuni errori di doppiaggio (vedi le note). Quando Pegasus affronta il suo doppio, mancano i bordi rossi sul bracciale, mentre alla fine dell’episodio il pettorale di Phoenix è privo delle decorazioni arancioni. Andromeda dice di ricordare che da bambino i genitori lo portarono alla Roccia dell’Artiglio, ma non è certo il tipo di luogo dove andare in gita di famiglia, e per di più in futuro sarà ripetuto più volte che Andromeda non ha mai conosciuto la sua famiglia.

Note: "Quest'uomo crede nell'amicizia, non posso lasciarlo morire!". Un episodio molto toccante nella prima parte, dove viene ripreso ed approfondito il tema dell’amicizia tra i protagonisti che sarà colonna portante dell’intera serie. Per gli amanti dei combattimenti iniziano inoltre gli scontri contro i Cavalieri Neri, ma sia Pegasus Nero che Cigno Nero si dimostrano inferiori alle loro controparti, con duelli un po’ troppo veloci per essere davvero godibili. L'episodio mostra la prima citazione di un poeta italiano, e continua l'approfondimento psicologico di Lady Isabel, che afferma che per lei non è l'armatura d'oro la cosa più importante. Ritorna una certa incertezza nel doppiaggio con gli Anelli del Cigno, chiamati "Anello di Ghiaccio" e l'Aurora del Nord, qui chiamata "Vortice Fulminante dell'Aurora". In entrambi i casi sono errori attribuibili al fatto che le tecniche compaiono per la prima volta, ed evidentemente il nome finale venne scelto solo in seguito. A differenza della prima Polvere di Diamanti del 3° episodio, qui l’Aurora del Nord è realizzata splendidamente. Per riparare le armature, Mur usa "Orialcon, Polvere di stelle e Xantos". L’Orialcon sarebbe l’Oricalco, mitico metallo proveniente da un meteorite ed usato per forgiare le corazze nelle epoche mitologiche, come narrato nell’Ipermito. Lo Xantos è invece il nome italiano del misterioso Gamanium, di cui non verrà mai detto nulla. I Cavalieri Neri sono doppiati dagli stessi doppiatori dei protagonisti. La scena in cui Pegasus indossa l'armatura proviene dal primo episodio, e sono presenti anche due scene del decimo il finale dell'incubo di Pegasus e le immagini del dialogo tra Sirio e Mur, poi integrate con quelle nuove che mostrano l'epilogo della vicenda, e di nuovo le immagini del quinto episodio sullo scontro tra Sirio e Pegasus. Cigno Nero parrebbe avere limitati poteri telecinetici visto che teletrasporta il cigno del diadema, dopo averlo misteriosamente usato per memorizzare la tecnica del nemico. Non verrà mai spiegato se questo sia un potere particolare del Cavaliere o del suo elmo, anche perché la scena serve soprattutto ad ammorbidire quella del manga, dove il ragazzo si estrae un occhio con le sue mani.

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