EPISODIO N°33

SIRIO, RITORNA!

<SCONTRO TRA DRAGO E TIGRE! LE LACRIME PRIVE DI LUCE DI DRAGON>

Disegnatori: Yoshikichi Inazu, Takashi Sogabé, Yasuhiko Usuda

Personaggi presenti: Sirio, Fiore di Luna, Demetrios, Maestro dei 5 Picchi, Pegasus, Cristal, Andromeda, Phoenix, Isabel, Shadir, Benam, Lear, Argor, bambini e abitanti del villaggio cinese.

Dragone è ancora Cinque Picchi, nella speranza di recuperare la vista. Il sonno dell'eroe è però attraversato da terribili incubi nei quali il ragazzo rivede gli ultimi attimi dello scontro con Argor, ma, subito dopo che lo sconfitto il nemico, la sua armatura va in pezzi e Sirio cade a terra rendendosi conto di essere cieco. In quel momento, sente la voce di Pegasus che lo chiama, e, felice di saperlo vicino, risponde "Pegasus, dove sei? Per carità, dove sei?", ma l'amico non dice nulla. Subito dopo, Sirio sente anche Cristal ed Andromeda chiamarlo, ma non può raggiungerli, finché i tre, stanchi di aspettarlo, vanno via lasciandolo solo. Invano Dragone li supplica di aspettarlo affermando "No, aspettate, Pegasus, io…non vedo niente!", poi, mentre il cavaliere inciampa e ricade a terra, alle sue spalle si innalza Argor, gigantesco e terribile. Urlando, Sirio si sveglia portandosi le mani agli occhi, coperti da una benda. Subito Fiore di Luna lo rassicura e, toltegli le bende, gli porge una tisana che lei stessa ha preparato. All'inizio, il ragazzo la rifiuta, affermando che tutte le erbe dei Cinque Picchi non basteranno a guarirlo, ma poi l'amica lo convince, dichiarando che lui non può arrendersi, i suoi amici non lo farebbero. Al pensiero di Pegasus, che attende la sua guarigione, Sirio accetta la tisana, ma non riesce a prendere la tazza, che cade sul pavimento spaccandosi. Poco dopo, il ragazzo cerca di allenarsi con delle rondini a lottare sfruttando l'udito, ma, anche se sente i versi degli uccelli e può evitarli, non riesce comunque a colpirli, finché, scoraggiato, si inginocchia sulle rocce. Dragone si rende conto che non potrà più combattere accanto a Pegasus ed i cavalieri e si chiede "Verrà mai un giorno in cui potrò tornare ad essere l'eroe di una volta?", per poi frantumare le rocce in un impeto di ira. Poco lontano, Fiore di Luna soffre quanto Sirio stesso nel vedere l'uomo che ama in queste condizioni, ed anche il maestro è abbattuto. A Nuova Luxor, anche Isabel è preoccupata per Sirio, e come lei i cavalieri di acciaio, che si offrono di andarlo a cercare, ma le loro parole sono interrotte dalle grida che provengono dal salone del palazzo, dove Pegasus sta litigando con Phoenix. "Che cos'hai detto, Phoenix? Ripetilo se hai il coraggio!" grida mentre Cristal lo trattiene. "Dragone non riacquisterà la vista! Ammesso che riesca a sopravvivere non sarà mai più quello di prima!"

"Ma, Phoenix…" inizia Andromeda

"Adesso basta, sei incapace di qualsiasi sentimento, caro il mio lupo solitario, e quel che è peggio non hai dimenticato il tuo passato! Secondo te dovremmo rinnegare il Dragone solo perché è stato ferito gravemente, sei pazzo! Noi cavalieri siamo una cosa sola! Anche se Sirio non guarirà sarà sempre uno dei nostri, vero, Andromeda?, Cristal?" grida Pegasus prendendolo per il colletto, ma, liberatosi, Phoenix risponde

"I tuoi discorsetti sull'amicizia e sulla lealtà saranno anche interessanti, ma una missione al Grande Tempio richiede uomini efficienti, e Sirio ci sarebbe solo d'intralcio!" ribatte il cavaliere della fenice

"Che cosa?!"

"Forse Phoenix ha ragione! Anche se non condivido il suo modo di fare, sono d'accordo, quest'impresa non è uno scherzo, ed è per questo che abbiamo bisogno anche di Sirio per portarla a compimento! Sono sicuro che Dragone guarirà presto, e sarà di nuovo il grande eroe che era un tempo!" aggiunge Andromeda

"Cerchiamo anche di non dimenticare che Sirio è protetto dalla costellazione del Dragone e che non è un uomo da lasciarsi abbattere! E' un cavaliere, e dei più forti" conclude Cristal

Ridendo, Phoenix decide di andarsene perché tra loro ci sono troppe divergenze. Pegasus cerca di convincere i due amici a venire con lui in Cina per guarire Sirio, ma Andromeda gli ricorda "Siamo cavalieri, non medici!". Il ragazzo decide allora di correre da Mur per chiedere il suo aiuto e si precipita nei corridoi, ma è fermato dalla voce di Lady Isabel, la quale, rassicuratolo che neanche lei vuole abbandonare Sirio, cerca di fargli capire le reali motivazioni di Phoenix che in realtà è molto preoccupato per Dragone, anche se apparentemente non sembra. Fuori, i pensieri di Phoenix, che si augura che Sirio torni presto insieme a loro, danno ragione alle parole della ragazza. In Cina, Fiore di Luna sta accompagnando Dragone a fare una passeggiata tenendogli la mano, finché non arrivano alla cascata. Lì Fiore di Luna si avvicina all'acqua, e Sirio la rassicura dicendo che se vuole può nuotare, lui l'aspetterà sulla riva. La ragazza, che non voleva lasciarlo solo, accetta e, toltisi i vestiti, nuota nel fiume sotto la cascata, mentre Sirio pensa a quanto sia fortunato ad averla vicino "Se sapessi quanto sollievo mi reca la tua gioia, Fiore di Luna. Grazie, angelo mio!" Poco dopo però il ragazzo si insospettisce, non sente più la voce allegra della ragazza ed al tempo stesso la corrente del fiume sembra essere diventata più forte. Infatti, a sua insaputa, Fiore di Luna sta venendo trascinata via dalle acque e rischia di annegare. Compreso il pericolo, Sirio si alza ed avanza a tentoni, ma le urla di Fiore di Luna sono coperte dal rumore della cascata e il cavaliere finisce per inciampare in un sasso e cadere a terra. A salvare Fiore di Luna si tuffa un altro ragazzo, che, tiratala fuori dall'acqua, anche se svenuta, e copertala con la sua camicia, si avvicina a Sirio, il quale ne riconosce subito la voce: si tratta di Demetrios, compagno di Dragone ai tempi dell'addestramento. Demetrios poggia a terra la ragazza, ma quando Sirio lo ringrazia, salta in aria e, avvisatolo che l'ha salvata soltanto perché non l'aveva riconosciuta, dichiara di volerlo sconfiggere e si prepara alla lotta. Entrambi ricordano quando da bambini erano allievi del maestro, ma Demetrios non seguiva gli ordini dell'anziano insegnante, preferendo andare al villaggio vicino per combattere contro i ragazzi più grandi. Una volta Demetrios cercò di convincere Sirio a lottare contro di lui, ma il bambino, fedele agli ordini del maestro che aveva vietato duelli, si lasciò colpire senza reagire, finché l'altro, insoddisfatto, lo lasciò solo. Ad insaputa di entrambi il maestro aveva però visto ogni cosa, ed alla fine cacciò Demetrios dai Cinque Picchi. L'uomo non spiegò la sua decisione, limitandosi a dire che Demetrios, pur essendo fisicamente più forte di Sirio, non sarebbe mai stato degno dell'armatura, ed il bambino si convinse che l'insegnante volesse in questo modo avvantaggiare Sirio poiché era il suo allievo preferito. Fuggendo dai Cinque Picchi, Demetrios non volle ascoltare le parole di Sirio, che voleva spiegargli tutto, ed anzi gli giurò che un giorno si sarebbe vendicato. Dopo quel giorno, il ragazzo continuò ad allenarsi passando da un'avventura all'altra, e col tempo perse l'interesse nei confronti dell'armatura, ma non riuscì mai a dimenticare l'ingiustizia subita. Raccontato questo, Demetrios attacca Sirio con il "Turbine della tigre" lanciandolo contro le rocce e come mai in tutta la sua vita, Dragone ha paura perché si sente incapace di reagire. A salvarlo interviene Fiore di Luna che, ripresasi, informa piangendo Demetrios della cecità del ragazzo. Il giovane non si era accorto di nulla nella foga del momento e Sirio non voleva che lui sapesse, al punto che, ricaduto al suolo, vorrebbe continuare la lotta. Demetrios però gli risponde che ora sarebbe impossibile stabilire chi è veramente il più forte poiché in quelle condizioni Sirio gli è palesemente inferiore. Demetrios si allontana, ma le sue parole feriscono Dragone più in profondità di quanto non avesse fatto il Turbine della tigre poiché egli si rende conto di non essere più considerato un guerriero ed anzi di suscitare pena. Più tardi, mentre Pegasus tenta di scalare le montagne dello Jadir per raggiungere Mur, Sirio, scoraggiato perché è ridotto quasi ad un vegetale e certo che non guarirà mai, rifiuta la compagnia di Fiore di Luna, la quale lo supplica di lasciar perdere Demetrios ed i cavalieri e restare con lei, e raggiunta la cascata si immerge sotto le sue acque, riflettendo sulla sua condizione. Dentro di se, il ragazzo ripensa alle parole di Demetrios, rendendosi conto che insieme alla vista ha perso anche la fiducia in se stesso. In quello stesso momento, Fiore di Luna piange davanti al maestro per le condizioni in cui si trova l'uomo che ama, ma l'insegnante risponde che Sirio dovrà trovare dentro di se la forza per reagire, e nello stesso tempo, mentre Pegasus continua il suo viaggio, Demetrios decide di obbligare alla lotta il compagno di un tempo.

Censure Mediaset: Tagliata l'ultima parte dell'incubo di Sirio. Nel flashback di Demetrios mancano alcuni attimi della lotta contro i ragazzi del villaggio (l'ultimo di loro sanguina alla bocca quando è colpito), di quando Demetrios colpisce Sirio perché vuole combattere contro di lui e del personale allenamento del bambino dopo la fuga dalla Cina (affrontava gli orsi e li uccideva spezzandogli il collo)

Dati originali: Demetrios: Ohko. Fiore di Luna: Shunrei.

Manga: L'episodio non esiste nel manga

Videocassette: L'episodio è presente nelle cassette Yamato e n°17 DeAgostini

Fonti: Nella mitologia orientale, la tigre ed il dragone sono due animali ricorrenti, spesso nemici. Tra l'altro, entrambi sono segni dell'astrologia cinese.

La logica, questa sconosciuta: La casa in cui Sirio vive col maestro e Fiore di Luna appare diversa da come l'abbiamo vista negli episodi 21 e 22. Quando il bicchiere della tisana cade a terra, la mano di Sirio è tesa in una posizione innaturale. Quando Demetrios ferma il "vortice della tigre", le pietre che il colpo ha sollevato scompaiono nel nulla a mezz'aria. Come fa Pegasus a conoscere la strada per raggiungere la dimora di Mur?

Note: Un grande episodio che, come già fatto da quello precedente, approfondisce la caratterizzazione e la psicologia di un personaggio, mostrando che Saint Seiya è molto più che un anime fatto solo di battaglie. Approfittando della vaghezza del manga a riguardo, l'episodio esplora la cecità di Sirio, facendo capire appieno agli spettatori gli effetti del sacrificio cui il cavaliere si è sottoposto nella 28° puntata. Insieme alla vista, Sirio ha perso la sicurezza in se stesso e nella sua forza, cose che lo avevano caratterizzato sin dalla sua prima apparizione nel 4° episodio. L'incubo iniziale è molto importante, perché dimostra che in questa condizione il più grande terrore del ragazzo è quello di non potere più essere di aiuto agli amici, e quindi di essere abbandonato da loro. Significativo anche che è il pensiero di Pegasus e degli altri cavalieri a spingere Sirio a reagire. Il titolo, con la virgola dopo "Sirio", ed il punto esclamativo finale, è un'invocazione e non un'affermazione, ed infatti il ritorno di Dragone è agognato dagli altri cavalieri, ma non avviene. Dopo aver mostrato gli avvenimenti della puntata precedente, è il riassunto iniziale stesso ad introdurre il cambio di scena dal Giappone alla Cina, definita "terra di misteri". Dopo le scene del 21° e 22° episodio, vediamo di nuovo la casa in cui Sirio, il maestro e Fiore di Luna vivono. Sebbene appaia diversa, è confermato che è costruita in legno e bambù e che non possiede alcun comfort moderno, inclusa la luce elettrica. Il litigio fra Phoenix ed i cavalieri è molto simile nei toni a quello del 29° episodio, ed anche stavolta Sirio è la scusa che permette al cavaliere della fenice di lasciare il gruppo. Le parole di Cristal "Sirio è protetto dalla costellazione del Dragone" suggeriscono che il rapporto fra il cavaliere e la costellazione di appartenenza è più stretto di quanto sia apparso fino ad ora. I flashback, i primi della serie in cui vediamo Sirio da bambino, sono ambientati più o meno nel primo anno di addestramento, a giudicare dall'età di Sirio e dagli esercizi del maestro. La casa del maestro dei 5 Picchi è nelle vicinanze di un villaggio. Il maestro, probabilmente per far esercitare la disciplina e l'autocontrollo, aveva proibito a Sirio e Demetrios di affrontarsi. Il comportamento generale del piccolo Sirio mostra che l'arroganza mostrata dal cavaliere nel 4° episodio era un atteggiamento passeggero in seguito alla conquista dell'armatura. Le parole del maestro "soffrire è il destino di ogni cavaliere" anticipano quelle di Pegasus a Lania nel 40°episodio.

Galleria immagini