SAINT SEIYA EPISODE G N°1

COLUI CHE GEME

Personaggi Presenti: Aioria, Camus, Shaka, Milo, Lythos, padre di Lythos, statua di pietra, esercito Greco.

Data: Incerto. Probabilmente 29 Marzo 1979.

Lunghezza: 31 pagine in b/n.

In Grecia, nella catena montuosa del Pindo, un gigante vaga piangendo e facendo tremare la terra. Osservandolo, una figura incappucciata promette di porre fine alla sua sofferenza e lo chiama padre. Altrove, all'ingresso del Grande Tempio, Aioria, vestito in borghese, parla con un altro uomo incappucciato, che lo informa dell'esistenza del gigante. Aioria inizialmente è scettico, poi sarcasticamente afferma che se esistono i cavalieri allora possono esistere anche i mostri. L'altro gli ricorda che adempiendo ai suoi compiti di cavaliere un giorno riuscirà a cancellare l'infamia di suo fratello. Quest'affermazione fa infuriare Aioria, che scatena un potente attacco contro l'interlocutore, ma l'incappucciato si limita a sollevare la mano ed il colpo del cavaliere d'oro diventa ghiaccio. Aioria ammette che la loro forza è identica, ed infatti anche l'altro è un cavaliere d'oro, Camus della costellazione dell'Acquario. Camus si scusa per le parole di prima, ma ricorda comunque ad Aioria l'importanza di mantenere sempre la calma ed il sangue freddo, poi gli consegna una lettera con degli ordini del Sacerdote. Rimasto solo, Aioria legge la lettera, in cui gli viene ordinato di sconfiggere il gigante. La creatura a quanto pare appare solo di notte, ha distrutto un villaggio vicino ed ha resistito ai tentativi dell'esercito Greco di distruggerla, nonostante siano state usate armi potenti come elicotteri e carri armati. Anche se di malavoglia, Aioria va alla ricerca del gigante e si incammina in un villaggio che l'esercito ha fatto evacuare. Improvvisamente però si accorge di una presenza, e si ritrova davanti un bambino di 12 anni circa. Aioria gli dice di andare via altrimenti resterà coinvolto nella battaglia, ma il bambino risponde supplicandolo di non uccidere suo padre. Prima che Aioria possa chiedere spiegazioni, il gigante appare nel villaggio, obbligando il cavaliere a prepararsi alla battaglia. Per evitare di ferire il bambino, Aioria evita di scatenare tutta la sua forza, ma centra comunque il gigante con un colpo ben mirato. Nel vedere la creatura barcollare all'indietro, Aioria si rende però conto che in realtà è una statua di pietra, che per motivi sconosciuti ha preso vita e continua a muoversi nonostante sia coperta di crepe e danni. La statua reagisce e sferra un pugno contro il cavaliere, che lo evita con un salto, e contemporaneamente capisce che è grazie al potere del cosmo che la statua ha preso vita. Dopo un altro attacco, Aioria capisce che è necessario reagire ed invoca l'armatura del Leone, che si dispone sul suo corpo. Intanto, alla sesta casa Shaka accoglie il parigrado Milo dello Scorpione. Milo chiede di poter attraversare la sesta casa per raggiungere la quinta, quella del Leone, e spiega di voler intervenire nella missione di Aioria per evitare che un suo fallimento spinga il Grande Sacerdote a punire tutti quelli coinvolti, incluso il suo amico Camus. Milo non si fida di Aioria, fratello di colui che rapì l'incarnazione di Atena, ma Shaka lo esorta a restare a guardare perché solo dimostrando un grande cuore ricolmo d'amore Aioria potrà sconfiggere il gigante. Sul campo di battaglia, Ioria distrugge la statua con un potente fascio di luce, ma il gigante si rigenera e riprende a muoversi. Nel vedere l'armatura, il bambino capisce che Aioria è un cavaliere e gli racconta la sua storia: suo padre era uno scultore del Grande Tempio ed aveva ricevuto l'incarico di scolpire 100 statue per il Sacerdote. Dopo averne completate 99 però si ammalò di colpo, ed una notte, dopo aver promesso al bambino, già orfano di madre, che non lo avrebbe mai abbandonato, morì. Quella stessa notte la centesima statua prese a muoversi, evidentemente posseduta dallo spirito dell'uomo, e, non comprendendo di essere morto, iniziò a piangere confuso ed a cercare il figlio. Il bambino è quindi convinto che, sacrificandosi, potrebbe placare lo spirito del padre e permettergli di trovare la pace. Aioria però risponde che la soluzione non è nella morte ma nella vita, ed infatti il padre continua a cercare di proteggere il bambino anche in queste circostanze. Il cavaliere poi promette solennemente che si occuperà lui del bambino, facendogli da fratello finché non sarà abbastanza grande da cavarsela da solo. A riprova di queste parole, Aioria brucia il suo cosmo puro e luminoso e distrugge il gigante con il Lightning Bolt, dando pace all'anima del padre del bambino. Alla sesta casa, Shaka commenta come Aioria, pur non essendo portato al rispetto delle regole del Grande Tempio, ha un grande cuore ricolmo d'amore. Aioria intanto mantiene la promessa e prende con se il bambino, il cui nome è Lythos.

Glossario: Lighting Bolt: Sacro Leo.

Manga: Il capitolo è presente nel manga n° 1 Manga Planet.

La logica, questa sconosciuta: Lythos dice di voler morire per placare il padre, ma la prima volta che vede la statua non accenna a farsi uccidere. Dove si nasconde il gigante durante le ore del giorno ? Una statua di pietra non ha articolazioni o ghiandole quindi non potrebbe muoversi o piangere neanche animata dal cosmo. Acquarius è un cavaliere d'oro, il compito di consegnare una missiva a Ioria dovrebbe essere affidato ad un servitore non a lui. Viste le dimensioni, dove sarebbe dovuta essere posta la statua una volta completata ? Quando Ioria invoca l'armatura, si distingue chiaramente il diadema, parte della criniera del Leone, ma il pezzo non si dispone sul capo di Ioria. Per di più, dal nulla compare il mantello bianco.

Note: "Sembra che possegga altre qualità, tra cui un grande cuore colmo di amore e umanità". Un capitolo prettamente introduttivo, che ha il merito di mostrare il Grande Tempio ed introdurre Lythos, ma non fa molto per portare avanti la trama generale. D'altra parte si tratta praticamente del terzo capitolo della serie e quindi la cosa è giustificabile. Gli eventi accadono subito dopo il ritorno di Ioria dagli Stati Uniti, quindi probabilmente il giorno successivo gli eventi dello scorso capitolo. Per la prima volta in Episode G vediamo Acquarius e, più avanti, Scorpio, primo indizio che tutti i cavalieri d'oro disponibili sono riuniti al Grande Tempio. Acquarius accenna qualcosa che poi verrà chiarito vari numeri più avanti, ovvero che i cavalieri non sono gli unici esseri leggendari ad esistere realmente. Congelando l'attacco di Ioria, Acquarius mostra di saper ghiacciare non solo i corpi solidi, ma anche l'aria e l'energia, usando quindi i propri poteri in modo nuovo rispetto all'anime o al manga classico. Acquarius spiega inoltre perché al Grande Tempio tutti i cavalieri sembrino indossare l'armatura anche quando non sarebbe necessario. Curiosamente, nella serie classica Ioria è l'unico cavaliere, sacerdotesse escluse, ad apparire quasi sempre senza corazza, segno che anche a sei anni di distanza il suo rispetto per questa regola non cambierà molto. L'iniziale intervento dell'esercito Greco contro il gigante conferma che il Grande Sacerdote ha il controllo sul governo e sulle autorità, cosa già intuita nello scorso capitolo. Il gigante ha l'aspetto di un antico guerriero greco o romano, ed indossa l'equivalente di una corazza di cuoio ed un cimiero. A quanto pare il cosmo è capace, in circostanze eccezionali, di dare una parvenza di vita agli oggetti inanimati. La cosa non è del tutto sensata, visto che il cosmo ha origine nelle profondità dell'anima, ma la si può spiegare con l'influenza che la forza di volontà ha sui suoi poteri. Parlando con Virgo, Scorpio conferma di essere legato ad Acquarius da un forte rapporto di amicizia, le cui origini restano per il momento sconosciute. Nonostante alcuni vaghi ed impliciti accenni nella serie classica, è la prima volta che la cosa viene detta chiaramente. Scorpio è inoltre il primo in Episode G a far intuire che Ioria è fratello di Micene del Sagittario. Le statue scolpite dal padre di Lythos sembrano rappresentare eroi o divinità greche, quindi il gigante potrebbe essere una scultura di Ares, Dio della guerra, anche se il secolare rapporto di ostilità tra il Dio ed Atena rende la cosa improbabile. Facendo attenzione si può notare che il padre di Lythos si riferisce a lei in femminile, dando quindi un chiaro indizio sul suo sesso. Stranamente e per motivi sconosciuti, Lythos invece parla di se stesso al maschile.