SAINT SEIYA EPISODE G N°12

COLUI CHE E' PRIVO DI CUORE

Personaggi Presenti: Aioria, Shaka, Giapeto, Temi.

Data: Incerto, probabilmente 28 Aprile 1979;

Lunghezza: 44 pagine in b/n.

L'immenso potere del Khan travolge i giganti del Hex Aster Xiphos, impressionando persino i Titani. "In te… c'è qualcosa di diverso. Tu possiedi un potere dimensionale divino differente dal nostro" commenta Giapeto osservando Shaka. Il Cavaliere d'Oro afferma che esistono numerose fedi sulla terra, e che ciascun essere umano ha il diritto di scegliere il proprio Dio, perciò lui rinnega i Titani, che sfruttano crudelmente le vite di coloro che gli sono fedeli. "Per quanto si tratti di vite appartenenti a un pianeta a noi sconosciuto, se un Dio crede che sia lecito sfruttarne le anime per farne un'arma, egli deve essere distrutto insieme al suo cuore arrogante che non conosce affetto!" dichiara, sferrando i Sacri Anelli Celesti Danzanti e distruggendo del tutto i giganti. Giapeto rifiuta la definizione di arrogante, ricordando con decisione che quelle parole sono più atte agli esseri umani, che non mostrano rispetto o gratitudine, ed hanno dimenticato che fu un Dio a donare loro il potere per costruirsi un futuro. Shaka non capisce che intenda, ma prima di rispondere Giapeto attacca, colpendo il Khan con la lama che porta sul braccio, ed investendolo con onde di oscurità. Sbalordito, Shaka deve ammettere che "nelle fiamme di Garuda del mio Kaan, che proteggono il mio corpo ed epurano ogni male… si stanno formando delle crepe!". Nel frattempo, il Titano spiega le ragioni del suo astio: colui che donò il fuoco agli uomini, che un tempo vivevano nel buio dell'ignoranza rinchiusi nelle caverne, fu il Dio Prometeo. Grazie al fuoco, gli esseri umani poterono uscire, riscaldarsi, cucinare, creare armi nelle fucine e dare inizio alla tecnologia, ma nessuno di loro si curò della tremenda punizione cui il loro salvatore fu condannato da Zeus. "Zeus pensò che con l'ausilio del fuoco, gli uomini sarebbero divenuti creature di potenza prossima a quella divina, perciò ritenne imperdonabile il gesto di Prometeo e lo incatenò a una roccia sulla più alta vetta del Caucaso. Ogni giorno un'aquila che ha il nido su quel monte vola a beccarlo. Essa gli lacera il ventre e gli divora il fegato, ma essendo il suo divino corpo immortale, si rigenera immediatamente, così quella terribile sofferenza perdura in eterno. E voi che riceveste il fuoco ne siete ignari. Siete soltanto mostri senza cuore se non mostrate di amare Prometeo. Voi uomini, dimentichi di colui che vi donò un futuro, non meritate di esistere!" spiega con rabbia, per poi rivelare le ragioni di tanto astio e frustrazione: "Non perdonerò l'umanità che scordò l'amore… di nostro figlio Prometeo!". Carico di collera contro coloro che hanno condannato all'oblio Prometeo, frutto dell'amore suo e di Temi, Giapeto attacca con violenza sempre crescente, deciso a sterminare gli umani ed uccidere Zeus, per poi poter finalmente liberare loro figlio. Concordando con lui, Temi si alza dal suo trono, dicendosi pronta a tutto, anche a bagnarsi di sangue, pur di salvare suo figlio, ed incredibilmente attacca con il Brabeus Blade i giganti del Hex Aster Xiphos sopravvissuti all'attacco di Shaka. In questo modo, colmando i loro esseri di terrore, ha permesso ai loro cosmi di bruciare al massimo, generando un'energia che lei e Giapeto potranno usare in battaglia. Shaka è impressionato da quella dimostrazione di crudeltà, ma Temi spiega freddamente "Ammazzando tutte le forme di vita del pianeta da noi governato, noi otteniamo una nuova forza. Ammira il mio sposo, egli capta tutto il cosmo di cui l'aria è satura, assorbendolo interamente!". Giapeto sta infatti facendo suoi i cosmi delle migliaia di creature originate dal Melas Planet e poi concentrate nel Hex Aster Xiphos, sommando le loro energie alla propria fino a raggiungere un potere illimitato. Il suo stesso corpo, avvolto da così tanta energia, si trasforma, e sulla sua schiena compaiono sei tentacoli, uno per ciascuno dei giganti massacrati. In questa forma, Giapeto può sferrare i suoi attacchi più potenti: per primo il Khaos Kyklos, con cui si circonda di un cerchio di tenebre, poi il Khaos Blade, con cui trasforma questo cerchio in una lama, ed infine lo stadio finale, il Khaos Prosbole, con cui abbatte contro il Khan di Shaka tutta l'oscura energia in questo modo raccolta. Per la prima volta davvero sovrastato, Virgo è costretto a cedere ed a vedere la sua barriera protettiva andare in frantumi. "Il potere di questi giganti è costituito dalle vite, ma anche dalle forze del pianeta. Terra, acqua, fuoco, vento, luce e oscurità si sono mescolati nella mia lama, generando il caos! Ed è proprio il caos ciò che plasma l'universo e ciò da cui sgorga la forza divina, la Eskatos Dunamis!" grida, investendo in pieno Shaka con un altro attacco, e travolgendolo sanguinante. Il cavaliere d'oro continua tuttavia a stare in piedi, rifiutando la tesi secondo cui gli esseri umani non conoscono l'amore, e portando ad esempio la sua amicizia con Aioria, in cui crede e di cui è felice di proteggere la vita a costo della propria. Indispettito, Giapeto sferra un altro attacco, ma all'ultimo momento Aioria balza dalle spalle di Shaka, intercettandolo con il Lightning Bolt e proteggendo il compagno. Virgo gli suggerisce di non muoversi a causa delle sue ferite, ma il leone risponde fiero "Gli esseri umani sono capaci di amare più intensamente di qualunque altra creatura, il tuo sporco potere non spezzerà le mie zanne!". Il custode della quinta casa ha piena fiducia nella forza che nasce dall'amore di suo fratello, e con essa è deciso a sconfiggere il Dio del Caos.

Glossario: Sacri Anelli Celesti Danzanti: Tenbu Horin (Sacro Virgo); Khaos Kyklos: Ciclo del Caos; Khaos Blade: Lama del Caos; Khaos Prosbole: Trasferimento del Caos.

Manga: Il capitolo è presente nel manga n° 23 Manga Planet.

La logica, questa sconosciuta: L'affermazione gli il fuoco rende gli uomini forti quasi quanto gli Dei sembra eccessiva, visto che è principalmente il cosmo a indicare la distanza tra loro.

Note: "Non perdonerò l'umanità che scordò l'amore… di nostro figlio Prometeo!". Un capitolo un pò complesso, mirato principalmente ad approfondire le ragioni dell'odio di Giapeto e Temi verso gli esseri umani, più che a portare avanti lo scontro. Ed in effetti, le ragioni dell'astio dei Titani, seppur un pò eccessive, ne vengono fuori ben delineate, mentre un pò contorto appare il combattimento stesso, con gli attacchi concatenati di Giapeto ed un Virgo ben più caritatevole di quello della serie classica. Nell'ammettere che Shaka è riuscito a penetrare nel loro mondo, Temi e Giapeto riconoscono in lui una natura divina, seppur diversa dalla loro, il che coincide con quanto mostrato nella serie classica, dove si ipotizza che egli sia l'incarnazione di Buddha. Il Tenbu Horin viene tradotto con Sacri Anelli Celesti Danzanti, un nome diverso da quelli usati dall'anime o dal manga Starcomics, e rappresentato come una specie di onda di luce. Giapeto racconta fedelmente il mito di Prometeo, sebbene nella mitologia egli fu poi liberato da Ercole, che uccise l'aquila durante uno dei suoi viaggi. D'altra parte, Giapeto è stato sigillato per millenni e potrebbe semplicemente non essere a conoscenza di questi avvenimenti, quindi le due versioni non sono in aperta contraddizione. L'identità dei genitori di Prometeo varia in base ai miti, ma in effetti Esiodo indica proprio Giapeto e Temi, suggerendo che sia questa la versione seguita da Okada. Giapeto mostra tre nuove tecniche: Khaos Kyklos (Ciclo del Caos), Khaos Blade (Lama del Caos) e Khaos Prosbole (Trasferimento del Caos). Come accennato nello scorso capitolo, i suoi colpi segreti sono sequenziali, e possono essere usati solo in un certo ordine. In pratica, con il Melas Planetes si creano dei pianeti pieni di esseri viventi, ciascuno dotato di un proprio cosmo. Poi, con il Hex Aster Xiphos, si concentrano questi cosmi in enormi giganti, uccidendo i quali è possibile assorbirne le energie, che modificano l'aspetto di Giapeto facendo comparire sulla sua schiena sei tentacoli. Con questi tentacoli, si crea un cerchio di oscurità, il Khaos Kyklos, da cui poi si estrae l'energia per una lama, il Khaos Blade, che viene infine abbattuta contro il nemico con il Khaos Prosbole, rivelando un'energia tale da abbattere persino il Khan, che nella serie classica era in grado di resistere alla forza congiunta di Esplosione Galattica, Excalibur e Polvere di Diamanti. Ovviamente, per fare ciò è necessario uccidere gli esseri viventi creati con il Melas Planetes, compiendo sostanzialmente un genocidio, atto indegno per un Dio. La persona cui Ioria si riferisce nelle ultime pagine è ovviamente Micene.