SAINT SEIYA EPISODE G N°20

COLUI CHE SI ERGE A GUARDIA DEL PORTALE

Personaggi Presenti: Aioria, Crono, Milo, Shura, Shaka, Camus, Aldebaran.

Data: Incerto, probabilmente 28 Aprile 1979;

Lunghezza: 44 pagine in b/n.

Alle strette, Aioria inizia a preparare il Photon Burst ed esegue il Photon Invoke, ma Crono, pur riconoscendo la tecnica, non è affatto spaventato e anzi non vede l’ora di fronteggiarla. Consapevole che le stelle balenanti che circondando il Cavaliere d’Oro sono il suo cosmo, le spegne con il Pragma Spathe, un pugno nero vorticoso della Megas Drepanon con cui dilania sia l’aura del nemico che le sue membra. "Genera pugni che mi colpiscono seguendo traiettorie imprevedibili!" capisce Aioria, decidendo di limitarsi a incassare per poi sfruttare l’attimo in cui il Dio è scoperto e contrattaccare. Il piano però va a vuoto, perché Crono riesce sempre a schivare e rispondere, forte di una cognizione spaziale e di una precisione di calcolo di un altro livello rispetto a quella umana, grazie all’immenso potere della Dunamis. Ridendo di lui, il Titano afferma che presto per il Cavaliere e la Terra sarà la fine, poi lo travolge con la pioggia nera del Khaos Hyetos, molto più devastante rispetto al loro primo scontro ora che Crono è in possesso del suo corpo mitologico. Sanguinante, il ragazzo viene travolto, e inizia a rendersi conto della spaventosa forza del nemico. "In un istante appena ha ridotto a un colabrodo sia il mio cosmo che le mie membra! Contro gli altri Titani sono sempre riuscito a battermi… non mi aspettavo che sarebbe stata un’impresa impossibile contrastarlo!" riflette. Crono, al contrario, lo trova debole: per lui che sin dalla nascita è stato cresciuto per essere un’arma atta a ghermire vite, il momento del trionfo sarà anche quello della distruzione totale. Deciso a cambiare le sorti del duello, Aioria sfrutta al massimo la propria velocità e si getta verso il nemico, sfruttando un angolo morto dei suoi pugni per deviarlo e portarglisi a ridosso. Incredibilmente, la sua rapidità supera quella del teletrasporto, permettendogli finalmente di mandare a segno un Lightning Bolt. Deciso a sacrificare cuore e gambe pur di essere ancora più veloce, Leo tenta di nuovo e scaglia un Lightning Plasma a bruciapelo, travolgendo il Titano. L’assalto però ha ridotto a brandelli sia il suo cosmo che le sue gambe, provate dall’eccessivo sforzo, mentre Crono si rialza privo di particolari ferite grazie alla fusione tra Soma e Dunamis. Aioria chiama allora gli altri Cavalieri d’Oro, ma non per ricevere il loro cosmo, come crede Milo, ma per chiedergli di indirizzarlo tutto su Shaka, che ne avrà bisogno per teletrasportare al sicuro sulla Terra tutti i viventi che si trovano nel Tartaro ad eccezione di lui e Crono. Con il Labirinto che si sta sbriciolando attorno a loro, Leo vuole salvare il popolo dei Titani e i compagni stessi, facendo di sé stesso l’ultimo baluardo contro l’avanzata di Crono.

Glossario: /

Manga: Il capitolo è presente nel manga n° 39 Manga Planet.

La logica, questa sconosciuta: Lythos è sempre missing in action, e le piastre del cinturino di Ioria continuano ad aprirsi quando salta, anziché chiudersi. Non è del tutto chiaro il discorso dell’angolo morto che permette a Ioria di portarsi a ridosso di Crono.

Note: "Sarò io l’ultimo portale!" 5/10. Un capitolo di botte a ripetizione, dinamico e con qualche bel momento strategico, ma non interessantissimo in termini di trama. Dicendo di aver già subito il Khaos Hyetos "prima", Ioria fa riferimento agli eventi del lontano numero 8 (16 in Italia), quando affrontò la forma fittizia di Crono davanti alla statua di Atena, finendo inavvertitamente per liberarne il corpo. In termini cronologici, gli eventi sono in realtà recentissimi, vecchi di poche ore appena, visto che subito dopo ci furono l’attacco di Oceano al Santuario e il rapimento di Lythos da parte di Giapeto, che spinse i Cavalieri d’Oro a entrare nel Tartaro. Come intuibile, per forte che Crono fosse in forma di spirito, ora che può adoperare tutta la Dunamis e usare la Soma lo è molto di più, al punto che Ioria subisce nuovamente una tecnica che in teoria già conosce. Ciò andrebbe contro la famosa regola del colpo che è efficace solo la prima volta, ma in realtà tutte le serie hanno ripetutamente suggerito che tale precetto è valido solo se la forza e velocità dell’assalto non variano troppo rispetto alla prima volta. Ioria aveva già superato la velocità della luce nel numero 11 (22 in Italia), durante il primo breve duello con Ponto. Il donare il proprio cosmo ad un compagno, per risanarlo e potenziarlo è uno stratagemma adoperato di tanto in tanto nella serie classica, di solito a sostegno di Pegasus contro il nemico finale. In Episode G, lo avevamo visto nel numero scorso, quando Shaka risana Ioria per permettergli di affrontare Crono al meglio. In mancanza di Mur, è a Virgo che spetta l’incombenza del teletrasporto, dando a intendere che i suoi poteri psichici siano vicinissimi a quelli del custode della prima casa. La nozione affonda le radici nella serie classica, quando i due si mostrarono in grado di comunicare persino attraverso le dimensioni, anche se in quel caso Virgo ebbe bisogno dell’aiuto di Mur per teletrasportare in salvo anche Phoenix. Teletrasportare tutti gli esseri viventi include il popolo dei Titani, che Ioria ha promesso di salvare a Iperione e Ceo. In realtà, tra i vivi ci sarebbero anche Ponto, Mnemosine, Tia, Teti, Febe e Oceano, ormai assenti da parecchio tempo, ma sembra chiaro che il Cavaliere non si riferisca anche a loro.