SAINT SEIYA EPISODE G N°5

COLUI CHE RISPONDE AL RICHIAMO

Personaggi Presenti: Aioria, Lythos, Galan, Marin, Minosse, Iperione, Ceo, Ponto, Lava Rossa, poliziotti di Creta, abitanti di Creta, Nettuno, sudditi di Minosse, Pasifae, Minotauro.

Data: Incerto, probabilmente 19 Aprile 1979 (pagine 1-19), notte tra il 20 ed il 21 Aprile (pagine 20-44, vedi Note).

Lunghezza: 44 pagine in b/n.

Sull'isola di Creta, nel mar Egeo, una figura incappucciata gioisce del ritorno del proprio gigantesco figlio, ed afferma che lo riporterà all'antico splendore. Nella fortezza dei Titani, Iperione e Ceo sono felici di rivedersi dopo così tanti secoli. Il Titano, appena risorto, indossa la sua Soma, ma mostra di essere ancora confuso sugli eventi in corso. Ponto non è particolarmente interessato al nuovo incontro tra i due, ma è soddisfatto di avere di nuovo la fiducia di Iperione. Inoltre, con il ritorno di Ceo, il cosmo congiunto dei Titani è ora abbastanza vasto da risvegliare le creature demoniache che uomini e Dei avevano sterminato al tempo dei miti, ed una in particolare è appena rinata. "Quando la terra sprofonda nel caos, è ai cavalieri di Atena che tocca combattere" pensa soddisfatto il Dio ancestrale. Intanto, al Grande Tempio, Aioria ha sferrato il colpo di grazia a Lava Rossa ed è soddisfatto del modo in cui Mur ha riparato l'armatura del Leone. Marin ringrazia il cavaliere per aver salvato lei ed i soldati, ma il ragazzo nicchia dicendo che è intervenuto solo per provare la corazza. A smascherarlo giunge però Lythos, che dopo aver raccontato il modo in cui Aioria è corso al Grande Tempio non appena ha percepito un cosmo sospetto, mostra una missiva, appena arrivata dal Santuario insieme ad uno scrigno. La lettera invia il cavaliere a Creta per una missione, ed il ragazzo, dopo aver rimproverato Lythos per aver letto una missiva non indirizzata a lei, parte insieme a Galen ed alla bambina stessa. Per risparmiare, Galen li obbliga a viaggiare in nave invece che in aereo, e così i tre arrivano solo dodici ore più tardi, a notte inoltrata. Giunti a Creta, Galen ricorda ai compagni la storia della civiltà Minoica, e la leggenda di re Minosse e del suo mostruoso figlio, il Minotauro, che gli Dei fecero generare alla regina Pasifae per punire il sovrano di un atto irrispettoso nei loro confronti. Nel mito, Minosse intrappolò il Minotauro nel labirinto di Cnosso, offrendogli periodicamente in sacrificio sette bambini e sette bambine. Galen continua dicendo che, il giorno prima, il governo Greco ha ricevuto una strana lettera minatoria, in cui veniva annunciato il prossimo rapimento di un eguale numero di fanciulli. La lettera, firmata Minosse, era stata inizialmente ignorata, ma poi quattordici ragazzini erano sul serio spariti nel nulla. Sperando di ritrovarli, la polizia Greca aveva esplorato il labirinto di Cnosso, ma tutti gli agenti erano stati rapidamente eliminati dallo spaventoso spettro di Minosse. In seguito a ciò, il governo ha chiesto l'intervento del Santuario, e per questo Aioria è stato inviato. Dal canto suo, il cavaliere preferirebbe farne a meno, ma, memore del dolore che si prova perdendo un familiare, decide di intervenire lo stesso. I tre raggiungono così il labirinto, piantonato dalla polizia, e riescono entrare grazie ad un permesso del governo. Dopo aver camminato a lungo nell'edificio, i tre arrivano in un salone, al cospetto di un'enorme armatura nera, da cui fuoriesce il cosmo colmo di odio di Minosse. Il fantasma del sovrano compare davanti a loro, accusando la civiltà Greca di aver distrutto quella Minoica e di aver dato i natali a Dedalo e Teseo, che causarono la sua morte e quella del figlio. Lo spettro scheletrico poi attacca Lythos, ma viene facilmente fermato da Aioria e Galan. Nel prepararsi a contrattaccare, Minosse accenna al fatto di essersi risvegliato grazie al cosmo dei Titani, e tali parole spingono Aioria ad indossare l'armatura per eliminarlo definitivamente.

Glossario: /

Manga: Il capitolo è presente nel manga n° 9 Manga Planet.

La logica, questa sconosciuta: L'intera tempistica del capitolo ha qualcosa che non va: Ioria aveva dato il colpo di grazia a Lava Rossa nel numero scorso (Fiamma Azzurra aveva sentito il cosmo del compagno spegnersi), ma ora il Gigante è ancora in vita per il colpo finale, e la presenza di Ceo poche pagine prima indica che la scena non è un flashback, ma è ambientata alcuni minuti dopo la fine del numero precedente e la morte di Fiamma Azzurra. Inoltre, Lythos non dovrebbe essere già al Grande Tempio, per di più vestita in maniera adatta e con in mano la lettera. Ioria, muovendosi alla velocità della luce, potrebbe aver raggiunto la Grecia in tempo per l'attacco di Lava Rossa, ma Lythos dovrebbe essere ancora in viaggio dal Jamir, e se anche i due fossero tornati insieme in aereo, è improbabile che la bambina abbia avuto il tempo di andare alla quinta casa, cambiarsi, ricevere la lettera e raggiungere il campo di battaglia. Stesso discorso vale per le azioni di Minosse: il sovrano è tornato in vita poco dopo la resurrezione di Ceo, che dovrebbe essere avvenuta pochi minuti prima dell'inizio del capitolo, ma ha già avuto il tempo di rapire i bambini, obbligando il governo Greco a contattare il Santuario (che ha ricevuto la lettera nel giro di minuti !). Minosse è nell'enorme armatura, quindi chi è la figura incappucciata nella prima pagina del capitolo ? Dodici ore di viaggio tra Atene e Creta sembrano un pò troppe, anche se potrebbe dipendere dal tipo di nave scelto da Galan. Con delle vite in pericolo ed una minaccia a piede libero, Galan non dovrebbe economizzare sul viaggio a Creta. Inoltre, Ioria non avrebbe motivo di portarsi dietro i due assistenti. Galan parla di una "cassa della casa" che contiene il denaro a disposizione di Ioria, ma da dove viene questo denaro ? Lythos dice di essere venuta per portare i bagagli di Ioria, ma tutto quel che ha in mano è una piccola borsa. La minaccia di Minosse non pare tale da giustificare l'intervento di un cavaliere d'oro, specie con una guerra in corso, e la si sarebbe potuta affidare ad un cavaliere di bronzo o argento.

Note: "Lascia al mito le vicende dei tempi antichi". Un capitolo che dà l'impressione di essere un fill-in, realizzato per dare il tempo a Kurumada e Okada di rifiatare e concentrarsi sullo sviluppo della trama principale. L'idea che il cosmo dei Titani riporti in vita le creature demoniache leggendarie è apprezzabile, così come è interessante vedere il governo Greco che cerca di risolvere per conto proprio la situazione e l'inutilità dei mezzi tradizionali contro creature soprannaturali, ma in definitiva l'intera minaccia di Minosse coinvolge molto poco. A questo poi vanno aggiunti una caratterizzazione a tratti bizzarra per Galen e grossi errori temporali (vedi La logica, questa sconosciuta). A quanto pare, c'è un forte rapporto di amicizia e fratellanza tra Iperione e Ceo. Tale rapporto non ha radici mitologiche, ma era già stato accennato nell'ultimo capitolo dello scorso numero e sembra molto diverso da quello di rivalità che il Titano ha con l'altro suo fratello Giapeto. Visto che Iperione nutriva dubbi sull'operato di Ponto, viene da chiedersi se è un caso che la Divinità abbia fatto risorgere proprio Ceo. Come già visto nel numero scorso, la Soma di Ceo rappresenta una sciabola, e per la prima volta vediamo una (parziale) vestizione. Più avanti nel capitolo vedremo anche la prima vestizione di Ioria. Non è chiaro perché sia proprio il cosmo di Ceo a risvegliare i demoni, ma probabilmente tale effetto è solo il risultato del cosmo congiunto di tre Titani, e sarebbe accaduto anche se Ponto avesse riportato in vita qualcun altro al posto di Ceo. In realtà Castalia non è debitrice a Ioria, visto che gli aveva salvato la vita secondo numero e quindi sarebbero pari, ma il dialogo tra i due può essere inteso come il punto di partenza dell'affetto reciproco che sembra legarli nella serie classica, e la cosa è ulteriormente confermata dall'affermazione successiva di Lythos. La reazione spropositata di Lythos al rimprovero di Ioria è probabilmente un riferimento al primo numero di Episode G, in cui la bambina rischiò la vita per aver disobbedito alle leggi del Santuario. Il tempo necessario per raggiungere Creta in nave anche se un pò eccessivo non è irragionevole, visto che l'isola è più vicina alle coste Africane che a quelle Greche. Ioria (disegnato particolarmente alto in quest'occasione) indossa dei pantaloni con una scritta sopra ed ha nascosto lo scrigno d'oro della sua armatura in uno zaino da campeggio. Galan fa un discorso molto strano su una fantomatica "cassa della casa", dando a intendere che i cavalieri vengono pagati (verosimilmente dal Santuario). In realtà la cosa non è una vera sorpresa, visto che nel primo volume avevamo visto Lythos fare spese ad Atene ed era scontato che avesse avuto bisogno di denaro, ma lascia comunque un pò perplessi, specie visto che il Santuario stesso non dovrebbe avere fonti di reddito. Nulla vieta comunque che il governo Greco paghi una qualche tassa al Sacerdote, o che gli abitanti civili del Santuario vendano dei prodotti artigianali ad Atene, donando poi parte del ricavato. A parte questo, viene da chiedersi se esiste uno stipendio fisso, magari maggiore per i cavalieri di grado superiore, o se il denaro viene consegnato ogni volta che una missione è portata a termine con successo. A quanto pare, Galan, la cui età viene stabilita come 24 anni proprio in questo capitolo, è il responsabile della contabilità della casa del Leone e persino Ioria stesso dovrebbe chiedergli il permesso prima di usare del denaro. Sempre secondo Galan, la situazione economica della quinta casa è più che buona, anche se Ioria e Lythos hanno sottratto qualcosa di recente, forse per finanziare il viaggio in Tibet visto nel numero tre. Il racconto della leggenda del minotauro è sostanzialmente corretto, e contiene anche il primo riferimento al sesso dell'intera saga di Saint Seiya. Curiosamente, il Minosse del mito dovrebbe essere lo stesso giudice dell'aldilà nella serie di Hades, anche se nessuno accenna alla cosa. Nel flashback, si intravede anche Nettuno, disegnato secondo i canoni classici con baffi e barba bianca. La data di ambientazione della seconda parte del capitolo è incerta, in teoria Ioria e compagni dovrebbero partire subito per Creta, ma Minosse ha già avuto almeno 24 ore di tempo per agire, visto che Galen dice che il governo ha ricevuto la lettera minatoria "l'altro giorno". Non è la prima volta che un governo chiede aiuto al Grande Tempio, nel primo numero infatti gli Stati Uniti avevano chiesto l'intervento di un cavaliere per la crisi alla centrale nucleare. A differenza delle alte sfere però, la polizia non è stata informata dell'arrivo di un cavaliere, e potrebbe anzi ignorarne l'esistenza, come accadde a John Black nel numero uno. Le parole di Ioria prima di andare verso il labirinto suggeriscono che il ragazzo abbia vissuto solo con Micene praticamente dalla nascita, ed abbia sofferto per la sua morte come se si trattasse di un genitore. L'aspetto scheletrico di Minosse viene spiegato con le circostanze della sua morte, che avvenne nell'acqua bollente, ma non è chiaro da dove lo spirito abbia preso le otto e più braccia che possiede in alcune scene. Minosse riconosce l'armatura di Ioria, segno che i cavalieri esistevano già all'epoca della civiltà minoica, e sa di essere tornato in vita grazie al cosmo dei Titani.