SAINT SEIYA GIGANTOMACHIA

PROLOGO - ORESTE

Personaggi Presenti: Andromeda, Nicole dell'Altare, attori teatrali, pubblico, aggressore.

Data: Estate 1987 circa (vedi Note).

Lunghezza: 15 pagine (da pagina 10 a pagina 25).

In Grecia, all'Acropoli, Andromeda sta assistendo alla rappresentazione della tragedia di Eschilo, "l'Oreste", in compagnia del cavaliere d'argento Nicole dell'Altare. I due siedono nell'antico teatro all'aperto Odeon, e Nicole ne racconta la storia ad Andromeda, ribadendo di essere sempre disponibile ad una serata dedicata alla poesia ed alle arti, a differenza di Pegasus, che infatti aveva rifiutato di venire. Più tardi, la rappresentazione, normalmente lunga cinque ore, è a metà, e approfittando della pausa, Nicole spiega ad Andromeda la storia di Oreste, figlio di Agamennone, comandante dell'esercito greco a Troia, destinato, insieme alla sorella Electra, a vendicare la morte del padre avvenuta per mano di Egisto. Poco dopo la tragedia riprende, arrivando alla scena culmine, in cui Oreste ed Electra uccidono a pugnalate Egisto e la loro stessa madre, Clitennestra, ma quando quest'ultima cade al suolo priva di vita, con il sangue che le sgorga dalle ferite, Nicole si accorge di qualcosa di strano. Alzandosi di scatto, il cavaliere d'argento spiega che nel teatro greco nessun omicidio deve svolgersi sotto gli occhi del pubblico, ed i gruppi teatrali normalmente lo sanno bene. Inoltre ci sono ben due Oreste, entrambi con il volto coperto da una maschera da palcoscenico, ma uno dei quali chiaramente confuso e spaventato. Con un solo colpo di spada, il secondo Oreste decapita quest'ultimo, poi, mentre le migliaia di persone del pubblico urlano di orrore, balza sugli spalti, correndo verso le ultime file brandendo la propria arma. Improvvisamente però, la sua mano viene fermata dalla catena di Andromeda, che blocca la spada dell'assassino, chiaramente arma reale e non teatrale. Il ragazzo chiede spiegazioni, ma l'uomo non risponde e, a causa delle tenebre e della maschera, è praticamente irriconoscibile. Le sue braccia però sembrano coperte di metallo, e dal suo corpo si emana un odore simile a quello delle bestie predatrici. Improvvisamente, la lama del misterioso aggressore diventa polvere, permettendogli di liberarsi dalla catena di Andromeda, e contemporaneamente l'uomo colpisce Nicole, avvicinatosi, lanciandolo indietro di molti metri, con un colpo che solo gli occhi di un cavaliere possono vedere. Andromeda soccorre subito l'amico ma, non appena si volta, l'aggressore è scomparso, aiutato dalla folla nel panico e dalle tenebre.

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Edizione Italiana: Il capitolo è al momento inedito in Italia.

La logica, questa sconosciuta: Viene dato a intendere che la catena di Andromeda compaia da sola nelle mani del cavaliere, senza il resto dell'armatura, ma questo, pur essendo successo una volta anche nel manga classico, è impossibile perchè l'arma è fissata ai bracciali della corazza.

Note: Un capitolo un pò pesante, a causa delle continue, ed abbastanza prolisse, divagazioni sulla storia di Oreste, del teatro Odeon e della tragedia Greca, che spezzano il ritmo alla narrazione, facendo perdere il filo degli eventi presenti. Ciononostante, la parte finale, con il misterioso aggressore, è abbastanza accattivante e ben descritta. Il periodo in cui la Gigantomachia è ambientata è molto difficile da stabilire visto che, come i film dell'anime, sembra fuori continuity. Riferimenti nei prossimi capitoli la pongono dopo la serie di Nettuno, anche se almeno due annotazioni fanno pensare sia ambientata dopo la serie di Hades, sebbene ciò comporti numerose contraddizioni. Fa la sua prima apparizione Nicole, personaggio finora inedito creato apposta per la Gigantomachia, sul cui ruolo al Grande Tempio scopriremo di più nei prossimi capitoli. Ha i capelli castani, un'aria elegante ed è alto 1.80 M. Sempre più avanti, verrà svelata anche l'identità dell'aggressore misterioso. Il Teatro Odeon di Atene esiste realmente, come mostrato dall'immagine qui sotto, ed ha una capienza di molte migliaia di spettatori. Nel capitolo, il pubblico presente alla tragedia viene indicato prima come dodicimila e poi come seimila persone. Come giustamente detto, l'Oreste è la tragedia scritta da Eschilo che narra della storia del giovane principe, figlio di Agamennone, che, insieme alla sorella Electra, uccise la propria madre, complice nell'assassinio del marito insieme all'amante Egisto. Per questo motivo, Oreste venne poi perseguitato dalle Furie finchè non giunse ad Atene, dove un tribunale lo giudicò innocente. All'inizio ed alla fine del capitolo ci sono due disgressioni, la prima sull'origine mitologica dell'Acropoli, la seconda sulla leggenda dei Cavalieri di Atena.