SAINT SEIYA OMEGA - EPISODIO N°26

RICORDO E VENDETTA! LA TRAPPOLA DELLE ROVINE DELL’OSCURITA’!

Disegnatori Akira Takahashi

Data: Primavera 2005 circa.

Personaggi presenti: Soma, Sonia, Medea, Kazuma, Mars, Aria, Koga, Eden, ancelle di Medea, Ryuho, Haruto, Yuna, Saori, Cavalieri d’Argento.

Soma e Sonia sprofondano nell’oscurità. Aperti gli occhi per prima, la ragazza intuisce cosa le è accaduto, vede in lontananza una porta e, superatala, si trova a rivivere il proprio passato. Molto più giovane e ancora priva della maschera, Sonia entra nella stanza di Medea, intenta a tranciare i gambi di alcune rose. La donna le dice che, in seguito alla battaglia con Seiya, Mars ha dovuto far ritorno su Marte per recuperare le forze. Non è tutto: alcuni Cavalieri, guidati da Kazuma della Croce del Sud, rappresentano un pericolo, e Medea ordina a Sonia di uccidere quest’ultimo, visto che lei non può muoversi di persona avendo appena preso il comando. Sonia è spaventata all’idea e ammette di non ritenersi all’altezza, ma Medea, che è la sua matrigna e la conosce sin da piccola, le dice che è dotata della forza necessaria, suggerendole di non deludere Mars. Uscendo e recandosi in giardino, Sonia inizia ad allenarsi, ma è chiaramente nervosa e continua a tremare. Allertata da un rumore, trova dietro di sé Eden, con in mano dei fiorellini per Aria. Sonia gli dice di non affezionarsi troppo a lei, ma Eden le chiede come mai il suo cosmo sia così insicuro ed esitante oggi. Evitando di rispondere, Sonia gli permette di portare i fiori ad Aria, e avverte di non poterlo allenare perché deve andare in missione. Tornata nella sua camera, indossa la maschera. Intanto, anche Soma si sveglia nel buio, attirato dalla voce di un bambino. Seguendola, si trova davanti a suo padre Kazuma, che sta spaccando la legna in compagnia di due Cavalieri. Tutti e tre sono in borghese, ma i due lo incitano ad agire contro Mars, preoccupati per quel che sta succedendo: misteriose sparizioni alla Palaestra, e attacchi ai Cavalieri. Kazuma però li invita a mantenere la calma, in attesa del momento più adatto. I due non sono convinti, ma accettano di fare come dice. In quel momento arriva il piccolo Soma, felice di conoscere due Cavalieri d’Argento, visto che anche lui un giorno diventerà un guerriero di Atena. Mentre i due vanno via, Soma dice al padre che lo stufato di pollo e pomodoro è quasi pronto. Il Soma adulto capisce allora che si tratta del giorno in cui Kazuma morì, ed infatti proprio in quel momento l’uomo si accorge di qualcosa. Impossibilitato ad intervenire, Soma vede il padre mandare il bambino a casa da solo, promettendogli di raggiungerlo presto, e avviarsi verso alcune rocce, mentre ormai cala la notte. Kazuma ordina a chiunque lo stia spiando di farsi vedere, ma esita nell’accorgersi che Sonia è solo una bambina. Attaccato, è costretto a indossare l’armatura, anche se il calcio della ragazza basta a danneggiarne il coprispalla. Ben presto però Kazuma prende il sopravvento, bloccando facilmente i pugni dell’avversaria e superandola in velocità. Rifiutando di giurare fedeltà a Mars, Kazuma non vuole comunque ucciderla, ritenendola troppo piccola per combattere. La lascia così andare e si avvia verso casa, per tornare da Soma. A terra, Sonia ripensa alle parole di Medea, al desiderio di farsi valere agli occhi di Mars e alle esitazioni notate da Eden, trovando improvvisamente la forza per un attacco a sorpresa. Colpo di sprovvista, Kazuma viene trafitto a morte e crolla, in un lago di sangue. Traumatizzata per il gesto appena compiuto, Sonia cade in ginocchio ed inizia a piangere, sotto lo sguardo sbalordito del Soma adulto, che non si aspettava una tale reazione. In quel momento arriva il piccolo Soma, che Sonia guarda, con la maschera che ancora gronda sangue. Quando l’armatura della Croce del Sud torna Cloth Stone, Sonia la prende e va via, ritornando a fare rapporto da Medea. La donna ne loda la forza e si dice fiera di lei. Tornata in camera, scoppia di nuovo in lacrime. A questo punto, ritorna adulta e scopre di essere davanti a Mars, che l’accusa di aver esitato e la condanna a morte, facendola cadere in un abisso di tenebre. A salvarla è Soma, che le afferra il polso e dice che è tutta un’illusione, un riflesso di quel che porta nel cuore. Mentre la parte di maschera che le copre l’occhio va in pezzi per la sorpresa, Sonia chiede a Soma perché la stia aiutando, specie ora che il fantasma di Mars è tornato e sta attaccando entrambi con raggi di energia. Tiratala su, Soma le risponde che il compito di ucciderla spetta soltanto a lui, poi scaccia Mars con il Lionet Burning Fire. Distrutta l’illusione, i due si trovano nelle rovine delle Tenebre, nella sala dell’amore e dell’odio. Il Cavaliere, memore di quanto appreso, le chiede perché abbia preso la Cloth Stone del padre, o perché stesse soffrendo dopo averlo ucciso. Sonia però minaccia di attaccarlo, e va via dicendogli che si pentirà di averla salvata. Rimasto solo, Soma varca il portone dell’amore e dell’odio, trovandosi in una caverna sormontata da una statua di Medusa a testa in giù. Al centro, c’è un pilone di roccia a forma di nave, su cui si trovano Ryuho, Haruto e Yuna. Il gruppo è quasi ricomposto, ma mancano Koga ed Aria. Intanto, Eden si trova in una specie di labirinto di specchi. Da uno di essi esce un’immagine di Aria da bambina, con in mano i fiori che lui le aveva donato. L’ombra però l’accusa di non aver mai notato il suo dolore, anzi di averlo ignorato deliberatamente per soddisfare i sogni di Mars. Altrove, Aria viene circondata da tre sue copie, che l’accusano di essere una luce che rifiuta il quieto mondo dell’oscurità. Koga, infine, pensa di sentirsi stranamente a suo agio, quando gli compare davanti il riflesso di Saori. La donna gli dice di controllare il suo cosmo e, quando Koga cerca di farlo bruciare, non compare luce ma tenebre. Ridendo sinistramente, Saori gli dice che in realtà il suo cosmo è oscuro.

DVD: L'episodio è presente nel 7° DVD e Blu-Ray.

Scene extra DVD: Al momento non è noto se ci saranno scene extra nel DVD.

La logica, questa sconosciuta: Soma e Sonia erano lontanissimi, eppure adesso precipitano insieme. Nelle immagini a campo lungo, le rose di Medea non hanno spine. Soma assiste alle scene in terza persona, ma Sonia sembra fondersi con la sua controparte più giovane. Come fa Soma a sapere che si trovano in Erebus, le rovine dell’oscurità? Inoltre, Soma e Sonia sono entrati subito nell’illusione, mentre Ryuho e gli altri avevano dovuto toccare la porta.

Note: 8. Un ottimo episodio, che finalmente ci presenta l’altra campana della morte di Kazuma, puntando l’attenzione su Sonia, le sue esitazioni e il suo dolore. Escludendo Andromeda, è la prima volta nella serie che un personaggio piange per l’aver ucciso qualcuno a sangue freddo, non tanto per il senso di colpa legato alla statura morale della vittima, ma proprio per il fatto in sé, che negli anime tende a non suscitare particolari reazioni emotive (persino i protagonisti classici non battono ciglio quando si tratta di uccidere i soldati di Phoenix o i Cavalieri Neri). Ad uscirne un po’ penalizzato è proprio Kazuma, che da una parte mostra discreta tempra morale, ma dall’altra si lascia cogliere di sorpresa come un novellino, perdendo un duello che aveva dominato. Le crepe sull’occhio destro della maschera di Sonia vengono simbolicamente usate per riflettere il suo stato d’animo, ed il vacillare delle sue convinzioni. La prima crepa compare appena prima di uccidere Kazuma, quando è spinta dal desiderio di mostrarsi degna di Mars e Medea. La seconda, probabilmente dal trauma dell’omicidio, accentuato dal trovarsi di fronte il piccolo Soma. La terza dalle accuse di Mars, sicuramente fondate. L’ultima, che spacca del tutto la maschera e mostra l’occhio verde sottostante, dalla rivelazione di Soma che le illusioni riflettono quel che porta nel cuore. Considerando che Soma e Koga hanno la stessa età, il flashback dovrebbe essere ambientato una decina d’anni prima della serie principale, quindi tre o quattro anni dopo la sconfitta di Mars. Tra la prima e la seconda parte, si infila il flashback del 20° episodio, quando Sonia fece ritorno, ferita, incontrò Eden e gli disse che lo avrebbe aiutato a diventare sovrano, come desiderato da Mars. A proposito di quest’ultimo, scopriamo che era dovuto tornare addirittura su Marte per riprendersi dalla battaglia con Seiya, e che nel frattempo il comando è andato a Medea, matrigna di Sonia, sulla cui vera genitrice non si sa nulla. Medea, che si diverte a tagliare le rose come Morticia Addams, usa sottili trucchi psicologici per ricattare Sonia, facendo leva sulle aspettative che tutti hanno nei suoi confronti. La ragazza però è davvero forte, visto che incrina un coprispalla d’argento con un solo calcio, e, nel momento in cui mette da parte le esitazioni, riesce a innalzare il suo cosmo tanto da sorprendere e uccidere Kazuma. Dal canto suo, quest’ultimo conferma la tempra morale e l’indole bonaria viste nel 18° episodio, al punto che altri due, non meglio specificati, Cavalieri d’Argento accettano le sue indicazioni pur non condividendole. Il dialogo tra i tre sottolinea il pessimo stato dell’esercito di Atena in seguito alle guerre con Hades e Mars: senza i Cavalieri d’Oro, e scomparsi Seiya e gli altri, sono praticamente allo sbando e privi di una guida. Pur con tutte le giustificazioni del caso, la colpa va attribuita a Saori / Isabel, che si è ritirata sull’isola insieme a Koga e Shaina, senza neppure eleggere un Grande Sacerdote. I due parlano anche delle sparizioni di studenti della Palaestra, segno che le trame di Ionia erano già in atto, ma anche che l’accademia esisteva già allora. Come Ryuho nello scorso episodio, Soma vede se stesso da piccolo, ma non può interagire, mentre Sonia si identifica con la propria controparte più piccola. Tutta l’illusione è creata dalle rovine delle tenebre, ma stavolta la stanza è quella "dell’amore e dell’odio", entrambi scritti in caratteri greci sopra la porta. È probabile che il gruppo sia stato separato in base alle emozioni dominanti nei loro cuori, anche se non si spiega perché Soma e Sonia siano entrati subito nell’illusione, mentre Ryuho e gli altri avevano dovuto toccare la porta prima di cadervi. Quando l’illusione di Mars viene distrutta, la testa assume per qualche attimo la forma di quella di Medusa, con serpenti per capelli. Sonia, Eden e Medea vivono in un castello, circondate dalle stesse ancelle viste nella serie classica. Eden conosce già Aria, e le porta regolarmente dei fiori, con il benestare interessato della madre. La testa di Medusa vista al termine dello scorso episodio si rivela essere una statua, appesa a testa in giù al soffitto nella caverna principale delle rovine. Il nucleo, posto su una colonna di pietra a forma di nave, ha una forma che ricorda da vicino l’elmo di Mars, a suggerire un legame abbastanza profondo con l’antagonista principale della serie. In chiusura, Saori rivela a Koga quanto già si sospettava dal 24° episodio: il suo cosmo non ha elemento luce, ma tenebre.