SAINT SEIYA LOST CANVAS

CAPITOLO 179 - L’UCCELLO IMMORTALE

Personaggi Presenti: Kagaho, Doko, Aron, Pandora, Cheshire.

Data: 1743

Lunghezza: 15 pagine in b/n.

Kagaho decide di salvare la vita a Doko e, presolo per la gola, se lo scrolla di dosso con il Corona Blast. Prima di morire, ricorda le parole di Sasha, cariche d’amore, e supplica Atena ed i Cavalieri di salvare anche il suo signore Aron. Tempo prima, Kagaho e Aron erano in Ade, con il dio in lacrime mentre dipingeva a causa della tristezza di quei luoghi, cui sono condannati tutti, anche dopo una vita già piena di fatiche e patimenti. Aron gli disse di voler salvare tutti, cancellandoli con la creazione del Lost Canvas, e chiese a Kagaho se ciò facesse di lui un peccatore. Lo Spectre rispose dicendosi certo che Aron potesse portare davvero quella salvezza, anche all’anima di Sui, e per questo decise di sostenerlo fino alla fine. Ora, in fin di vita, si chiede se Tenma e Sasha avranno la forza di trarlo in salvo, visto che, proprio per salvare tutti, ha rinunciato anche alla loro amicizia. Se così non sarà, in un futuro lontano, risorgerà per proteggere Aron. Amareggiato, proprio Aron osserva la luce di Kagaho che si estingue. Non è però il solo, anche Pandora lo ha visto cadere, e la cosa l’aggrada.

Glossario: /

Manga: Il capitolo è stato pubblicato nel numero 41 della Panini Comics.

La logica, questa sconosciuta: In teoria, nello spazio non dovrebbe essere possibile né parlare né lanciare colpi di fuoco a causa della mancanza d’aria.

Note: Come iniziato già nello scorso capitolo, è da intendersi un parallelo tra Kagaho e Phoenix della serie classica, soprattutto nel momento finale in cui giura di risorgere per proteggere Aron. L’idea, abbastanza netta, è che Kagaho sia destinato a reincarnarsi in Phoenix, mentre Aron, o per certi versi Sui, in Andromeda, riproponendo quindi il legame protettivo fraterno tra la Fenice e l’incarnazione di Ade. A conferma di ciò, anche le parole finali di Aron, che commenta come le fiamme di Kagaho siano tornare al colore originario della fenice. La somiglianza tra Kagaho e Phoenix risale praticamente alla prima comparsa dello Spectre, nel numero 2, ed è stata chiaramente nella mente dell’autrice sin dall’inizio, spiegando un po’ anche il percorso di parziale redenzione di Kagaho nel corso dell’opera. Nonostante tutto però, non viene mai confermato se, nella continuity di Lost Canvas, Phoenix sia da considerarsi una reincarnazione dello Spectre, anche perché la stella demoniaca di Bennu dovrebbe comunque continuare ad esistere ed avere un nuovo padrone nel 1900. Sempre a proposito di paralleli, Kagaho sceglie di morire da solo, scrollandosi Doko di dosso più o meno come Capricorn fa con Sirio nella serie classica. In ambo i casi, il cadente si salva dal calore e dall’attrito del rientro grazie all’armatura d’oro che lo protegge. Ironicamente, questo vuol dire anche che la Pienezza, in due usi su due, uccide solo il nemico e non l’esecutore. Non sappiamo quando, o dove, sia ambientato il flashback, ma il panorama sembra quello della Palude Nera, custodita da Flegias, in cui soffrono gli scontenti e gli iracondi. I capelli di Aron sono neri, ma Kagaho indossa la prima versione della sua Surplice, riconoscibile dalla forma dei copribicipite, dalle giunture delle ali e dalla parte centrale della maschera. Questo significa che la scena è ambientata in qualche momento tra il secondo numero e l’inizio della scalata dei templi malefici, probabilmente dopo il ritorno di Kagaho dallo scontro con Aldebaran. Aron, che dipingeva pure là, sembra avergli detto, o fatto capire, di essere in controllo delle azioni di Ade, e di voler usare il Lost Canvas per salvare tutti, incluse le anime di coloro che sono già morti e prigionieri da qualche parte. Pur essendo il sovrano del luogo, non può, o forse non vuole, far comparire l’anima di Sui, limitandosi a dire che anche lui è lì, a conferma che nessuno, neanche i puri, ha accesso all’Elisio. La scena in cui Kagaho chiede ai nemici di salvare anche il suo signore potrebbe essere un riferimento all’analoga supplica di Iperione a Ioria in Episode G, anche se più probabilmente è solo una coincidenza. In chiusura di capitolo rivediamo Cheshire, in veste di auriga come già in passato, e Pandora, che ora indossa un corpetto, bracciali e calze metalliche a mò di armatura. La sua carrozza, trascinata da cavalli decapitati, era già stata introdotta nel sesto numero della serie (11 e 12 in Italia). Questo capitolo ha solo 15 pagine, al posto delle tradizionali 20.