SAINT SEIYA LOST CANVAS

CAPITOLO 75 - LA VERA COSCIENZA

Personaggi Presenti: Tenma, Sisifo, Sasha, Aron, Hakurei, Morfeo.

Data: 1743 circa.

Lunghezza: 20 pagine in b/n.

Tenma è confuso dall'immagine di Sisifo, e si chiede se stia sognando. Sasha però gli dice che non è così, e che quel ragazzo è colui che l'ha portata via dal villaggio anni prima, dando vita all'intreccio del destino che li avrebbe coinvolti. Sbalordito, Tenma inizia a ricordare quel giorno di tanti anni prima, in cui Sasha lasciò l'orfanotrofio, ma in quel momento la realtà sembra cadere in frantumi, e sia la bambina che il cavaliere di Sagitter scompaiono. Al Grande Tempio, Sasha, che fino a quel momento aveva stretto il corpo addormentato di Sisifo, viene spinta indietro da una scarica di energia. Soccorsa da Hakurei, la ragazza spiega di essere stata espulsa dal cosmo di Morfeo, nonostante fosse collegata a Tenma dal braccialetto di fiori che entrambi indossano. Persino per lei Morphia è un luogo impenetrabile, stabilmente protetta dal potente cosmo del Dio dei sogni. Sotto gli attenti occhi di Morfeo, che sta seguendo il suo sogno attraverso un portale, Tenma si guarda attorno chiedendosi se si fosse immaginato Sasha e quel ragazzo con l'armatura d'oro. Una voce nella sua testa però lo esorta a guardare verso il braccialetto di fiori, e il fatto stesso che esista conferma che non si trattava di un sogno, ma della realtà. Forte di questa consapevolezza, Tenma ritorna in se, riassumendo di nuovo il suo aspetto adulto e indossando l'armatura. Consapevole di doversi svegliare da quel sogno, il ragazzo inizia a cercare un'uscita, ma la strada gli viene sbarrata da un altro Pegasus, coperto di sangue e di ferite. Costui gli dice che, se tornasse indietro, non troverebbe più nulla, nè il suo villaggio nè i suoi amici, e che quindi farebbe meglio a restare lì. Presentatosi come la manifestazione dell'animo più profondo di Tenma, questo Pegasus gli dice di essere stanco di sentirsi in colpa per coloro che Aron ha ucciso, e lo afferra alla gola, affermando che il futuro che entrambi desiderano, uno in cui lui, Aron e Sasha saranno di nuovo amici come un tempo, può esistere solamente in sogno. Per un attimo, Tenma riprende il suo aspetto da bambino e si accascia a terra, ma, non appena Pegasus si allontana, trova la forza di rialzarsi. Pur ammettendo che le parole del suo doppio potrebbero davvero rappresentare il suo desiderio più profondo, Tenma ribadisce di non poter cambiare i fatti: la guerra sacra ormai è iniziata e molti hanno già perso la vita, sia innocenti che cavalieri, quindi non può arrendersi in questo modo. Deciso a mantenere nel mondo reale la sua promessa di ricongiungersi ad Aron, Tenma assume di nuovo il suo aspetto adulto e sferra le Meteore del Pegaso, frantumando l'arcata del mondo dei sogni in cui era prigionato e destandosi. Accanto a lui, Morfeo lo osserva sorpreso.

Glossario: Meteore del Pegaso: Fulmine di Pegasus (Pegasus Ryuseiken)

Manga: Il capitolo è stato pubblicato nel n° 18 Italiano.

La logica, questa sconosciuta: Tenma non può sapere che anche Manigoldo è morto, eppure il suo viso compare tra le vittime della guerra.

Note: "Non rinuncerò mai… perchè questo sono io! Ecco perchè sto venendo da te, Aron… come Cavaliere di Athena!" Un capitolo nel complesso carino, piacevole per l'atmosfera onirica che lo pervade, anche se non aggiunge molto di nuovo nè alle caratterizzazioni nè alla trama. Viene ribadito quanto detto più volte dal numero 6 (11 e 12 in Italia) in poi, ovvero che fu Sisifo a portare Sasha al Grande Tempio, e sullo sfondo di una tavola si vede anche la scena in cui ciò accadde. Curiosamente, Sisifo aveva lo scrigno dell'armatura di Sagitter in spalla il giorno che venne a prendere Sasha, forse timoroso di possibili attacchi nemici. Come anche in altre occasioni, Tenma e Sasha sono collegati dal bracciale di fiori, intriso del cosmo della Dea, che però non basta a impedire a Morpheus di scacciarla. Questo sembra suggerire che il cosmo del Dio dei sogni sia superiore a quello di Atena, ma più probabilmente è il fatto di trovarsi nel proprio regno ad avvantaggiare Morpheus. Ad ogni modo, è ormai chiaro che era proprio Atena "l'anomalia" percepita dal Dio negli scorsi capitoli. Il "Pegasus" onirico che Tenma vede, con lo sguardo vacuo e il corpo coperto di ferite, sembra essere una creazione del suo subconscio o dei suoi desideri più profondi, che lo esorta a restare in quel piacevole sogno invece di tornare alla triste realtà. La scena dello scontro tra i due ricorda molto da vicino il film Superman 3, ma potrebbe essere un riferimento involontario. Man mano che la volontà di Tenma vacilla, il suo aspetto torna ad essere quello del sogno, ovvero bambino e senza armatura, mentre quando decide di reagire torna ad essere quello di sempre. Nel ricordare chi è già morto in guerra, Tenma pensa ad Asmita, Rasgado, Manigoldo e Gamine, la bambina dell'orfanotrofio.