SAINT SEIYA LOST CANVAS

VOLUME 1 - I PESCI

Personaggi Presenti: Albafica, Luko, Rugonis, Pefko, Sion, Sage, Thanatos, Skeleton.

Data: 1739 circa

Lunghezza: 195 pagine in b/n.

CAPITOLO 1 (1) - LA SOLITUDINE

Qualche anno prima dello scoppio della Guerra Sacra, Albafica salva un bambino da un gruppo di Skeleton, annientandoli tutti con la Royal Demon Rose. Il bambino, di nome Pefko, è felice di conoscere un Cavaliere d'Oro, ma Albafica mantiene un certo distacco e, seppur a malincuore, gli intima di andar via. Tornato al Santuario, inizia a salire le Dodici Case per incontrare il Sacerdote, ma alla prima Sion lo ferma, avendo notato una chiazza di sangue e temendo sia ferito. Albafica lo allontana bruscamente e prosegue, nonostante il compagno gli dica di non temere il suo sangue velenoso, che evidentemente per il Cavaliere dei Pesci è un cruccio. Raggiunto il Sacerdote, riceve i complimenti per aver eliminato i nemici nel Nord Europa, ma anche una nuova missione: recarsi all'Isola dei Guaritori, luogo non lontano dal Santuario ricco di erbe curative di cui si servono sia loro che il villaggio di Rodorio, e trovare un certo Luko, le cui piante sembrano in grado di guarire ogni male. Una Stella Malefica è comparsa nei pressi dell'isola, facendo presagire la presenza degli Spectre, e per questo il Sacerdote vuole che sia Albafica ad occuparsene. Accettando con entusiasmo, quella notte il Cavaliere si reca nel giardino di rose mortali in cui solo lui può metter piede, fino ai ruderi della casa in cui è cresciuto e alla tomba di Rugonis, suo maestro e precedente Cavaliere dei Pesci, da cui ha appreso sia le tecniche che il senso di solitudine tipico dei custodi di quel segno.

CAPITOLO 2 (2) - IL FIGLIO DEL GIARDINO, IL FIGLIO DEL CAMPO

Il giorno dopo, Albafica raggiunge il porto, dove dovrebbe trovare una guida ad attenderlo. Si tratta di Pefko, il bambinetto dell'altro giorno, sempre con la mania di voler toccare Albafica, che di suo continua a tenerlo lontano. Durante il viaggio, il Cavaliere chiede spiegazioni, così Pefko gli racconta che ultimamente sull'isola le cose erano cambiate: le erbe medicinali stavano avvizzendo, sostituite da altri fiori, ed erano comparsi gli Skeleton come quelli che l'avevano inseguito il giorno prima. Ignorato da tutti, Pefko era preoccupato anche per il comportamento del suo maestro Luko, colui che lo aveva adottato da bambino dopo averlo trovato in un campo di erbe medicinali. Albafica non può fare a meno di paragonare la storia di Pefko alla propria, visto che anche lui era un trovatello che fu raccolto da Rugonis. Evitato l'impatto della nave contro uno scoglio grazie alla Piranhan Rose, Albafica vede le sponde dell'isola e concorda che c'è qualcosa di strano. Sbarcato, si incammina insieme a Pefko verso la casa di Luko, sul cui sentiero si trovano decine e decine di ammalati venuti lì per essere salvati. Raggiunto Luko, è sbalordito nel vedere che si tratta di Rugonis.

CAPITOLO 3 (3) - IL GUARITORE

Albafica capisce che Luko non è Rugonis, ma la somiglianza tra loro rimane straordinaria. Il guaritore, pur lieto della presenza di un Cavaliere d'Oro, afferma di dover dare precedenza ai pazienti, specie quando si avvicina una donna malata di peste, disperatamente bisognosa di aiuto. Albafica vede Luko lavorare alle sue erbe, chiedendosi come possano essere utili contro un male del genere, ma una sola inalazione della flagranza di cui il palmo del guaritore è imbevuto basta a curare immediatamente la donna. Tutti sono sbalorditi, specie gli altri malati, che iniziano a venerare Luko come una divinità, ma Albafica resta perplesso. Più tardi, da solo con il guaritore, accenna alla presenza di una stella malefica, ma chiede anche tempo per riflettere meglio e si scusa per l'equivoco di poco prima, reso impossibile dal fatto che, proprio come lui, Rugonis teneva lontane le persone, mentre Luko le accoglie. L'uomo mostra allora di essere a conoscenza del sangue venefico dei Cavalieri dei Pesci, e dice persino di essere in grado di curarlo con i mughetti di cui fa uso. Accettando la sua offerta, Albafica sarebbe libero dalla solitudine cui è condannato.

CAPITOLO 4 (4) - IL LEGAME SCARLATTO

Albafica vacilla, sentendosi male a causa del profumo e polline dei mughetti. Rifiuta comunque l'offerta di Luko, ma l'uomo insiste, promettendo che il legame bianco dei suoi fiori lo libererà dal veleno delle rose rosse che scorre in lui. Il Cavaliere crolla privo di sensi, sognando i giorni dell'addestramento con il severo Rugonis, la cui durezza tuttavia era motivata dal voler assolutamente evitare la perdita di vite innocenti attraverso la pericolosità delle rose rosse. I due vivevano in totale isolamento, finché Rugonis non gli chiese di compiere una scelta: fino a quel momento, era stato protetto dalla sua naturale resistenza al veleno, ma ora doveva scegliere tra l'andar via e vivere con la gente comune, oppure stringere il "legame scarlatto" con Rugonis e puntare un giorno al titolo di Cavaliere dei Pesci. Quello del legame è un rito di sangue in cui ogni giorno il Cavaliere dei Pesci in carica scambia una goccia della propria linfa vitale con il suo successore, per abituarlo gradualmente al veleno. Il rischio concreto però è la morte, quindi Rugonis, vedendo Albafica esitare, gli consiglia di rinunciare e andar via. Il bambino gli risponde che, se dovesse andarsene, il maestro rimarrebbe totalmente da solo, così accetta. Quel che non sapeva però era che questa decisione avrebbe comportato la perdita di Rugonis.

CAPITOLO 5 (5) - I CONSANGUINEI

Per anni, Albafica e Rugonis si scambiarono una goccia di sangue. La prima volta, il bambino stette molto male, e spesso rischiò di morire, ma alla fine riuscì sempre a scamparla e il suo legame con l'insegnante si rafforzò ulteriormente, come se fossero padre e figlio. Pian piano però, Rugonis stava inesorabilmente deperendo, finché un giorno, dopo l'ultimo scambio di sangue, crollò morente a terra. Come l'uomo ebbe modo di spiegare, era tutto calcolato, perché il sangue di Albafica aveva finito per diventare più tossico del suo, avvelenandolo, come è destino che accada nel rito di successione del Cavaliere dei Pesci. In lacrime e roso dai sensi di colpa, Albafica dice addio all'uomo che amava come un padre, e che a sua volta gli dice che è stato come un figlio per lui. Ora il suo destino è di totale solitudine, anche se, con l'ultimo afflato, Rugonis gli promette di rimanere sempre al suo fianco. Con le lacrime agli occhi, Albafica si sveglia nel letto della capanna di Luko, che lo rassicura dicendogli di non aver fatto danni con il suo sangue, e aggiunge di essere il fratello di Rugonis, per curare il quale aveva originariamente iniziato a studiare le erbe mediche. Anche se per Rugonis ora non c'è nulla da fare, vorrebbe curare almeno Albafica, e gli chiede di rifletterci su durante la notte. Rimasto solo, il Cavaliere sente un battere fuori dalla finestra: è Pefko, che dice di fuggire subito.

CAPITOLO 6 (6) - PEFKO

Al Santuario, Sion è a colloquio con il Sacerdote, che in realtà sapeva che l'uomo succube della stella demoniaca è il fratello di Rugonis. Non ha però fatto nulla a riguardo per esaudire un vecchio desiderio di Rugonis che, poco prima della fase finale del rito del legame scarlatto, gli confidò di non volere un destino di solitudine per il suo allievo. Qualora Luko un giorno fosse riuscito a trovare una cura al veleno, Rugonis desiderava che un giorno Albafica lo incontrasse, per avere nuovamente la possibilità di rinunciare al sangue velenoso. Sull'isola, Albafica fugge insieme a Pefko, ma gli chiede anche spiegazioni visto che finora non ha scorto nulla di sospetto in Luko e inizia a nutrire dei dubbi sulla missione. Pefko, chiedendogli di fidarsi, lo conduce vicino al campo di mughetti, al cui centro si trovano l'appestata del giorno prima e gli altri ammalati curati da Luko. Improvvisamente, tutti loro si trasformano in Skeleton e ancelle di Ade, nonostante Pefko avesse segretamente cercato di modificare le erbe per salvarli. In quel momento Luko li sorprende e, adirato dal tradimento di Pefko, lo attacca animando gli alberi del bosco. Albafica salva il bambino, proprio mentre Luko indossa la sua Surplice e si rivela essere lo Spectre della Driade, stella dell'elevazione celeste.

CAPITOLO 7 (7) - LA DRIADE

Luko rivela di essere diventato uno Spectre per poter usare i fiori infernali e trasformare i suoi pazienti in abitanti dell'oltretomba, unico rimedio possibile per curarli dai mali altrimenti insanabili. Adirato con lui, Albafica si prepara allo scontro, difendendosi dai fusti degli alberi con le rose nere prima di sferrare la Piranhan Rose. Incredibilmente però, i fiori prima si fermano a mezz'aria e poi tornano indietro, imprigionando Albafica con i loro steli spinosi. È il Curse of Lily, grazie al quale la Driade può controllare qualsiasi pianta. Stretto dagli steli spinosi che lo lacerano attraverso le fessure dell'armatura, il Cavaliere sanguina copiosamente, ma non può liberarsi per evitare che la sua linfa venefica schizzi verso Pefko e lo uccida. Quando Luko sta per dargli il colpo di grazia, Pefko si pone davanti, cercando di scuotere il maestro ricordandogli la persona buona e altruista che era. Le sue parole sembrano andare a vuoto, ma danno ad Albafica la forza di liberarsi e fargli da scudo contro le rose nere, proteggendolo contemporaneamente dal sangue velenoso con il mantello. Ora il Cavaliere è più che mai deciso ad affrontare il nemico.

CAPITOLO 8 (8) - I MUGHETTI SCARLATTI

Luko non teme il nemico, le cui braccia sono ancora incapacitate dalle ferite delle rose nere, e il cui sangue velenoso è nullificato dal campo di mughetti. Ritenendolo un semplice strumento in mano a Rugonis, Luko derire il loro legame e lo attacca ripetutamente, finendo per stritolarlo tra i rami degli alberi. Una nebbia rossa però fa avvizzire le piante e rende scarlatti i mughetti che l'assorbono: è il sangue di Albafica, con il quale sta annullando l'effetto nefasto dei fiori bianchi. Fiero di quel dono del suo maestro, il Cavaliere ribadisce la forza e purezza del loro legame e attacca con il Crimson Thorn, sconfiggendo l'avversario.

CAPITOLO 9 (9) - IL LEGAME UMANO

Ormai vittorioso, Albafica chiede a Luko cosa lo abbia condotto sulla via del male. L'uomo ammette di aver avuto davvero a cuore la salute dei suoi pazienti, ma anche di essere caduto nello sconforto dopo il non essere riuscito a trovare una cura per Rugonis. Per un po', la purezza e l'innocenza di Pefko l'avevano sostenuto, ma poi anche il bambino si ammalò improvvisamente di febbre, non rispondendo ad alcun tentativo di cura. Ignorando che era opera di Thanatos, supplicò la morte stessa di aiutarlo, vendendo in cambio la propria anima. Thanatos acconsentì a patto che si servisse dei mughetti per mutare i suoi pazienti in Skeleton e ancelle, di fatto uccidendoli ma rendendoli anche immuni a qualsiasi malattia, e, a malincuore, Luko accettò. Il bambino è amareggiato che tutto sia accaduto per causa sua, ma Luko gli ricorda che è stata una sua scelta e usa le ultime forze per riportare alla normalità gli Skeleton, prima di dissolversi e svanire insieme ai mughetti. Il giorno dopo, Albafica e Pefko si salutano, con il primo che promette di tornare a trovarlo dopo la guerra, e il secondo di diventare un bravo erborista e guaritore. Al Santuario, il Sacerdote riflette su come la peculiare situazione dei Cavalieri dei Pesci li porti in realtà a instaurare legami umani ben più forti e profondi del normale, nonostante l'apparente solitudine. A conferma di ciò, Albafica sorride nel rivedere Sion.

Glossario: /

Manga: Il volume è stato pubblicato nel numero 1 della collana Lost Canvas Extra dalla Panini Comics.

La logica, questa sconosciuta: Ancora non è iniziata la guerra, e già Sion ripara armature. Albafica fu abbandonato in un prato di rose velenose, ma chi lo ha lasciato lì sarebbe dovuto morire per l'effetto dei fiori. Passi in battaglia, ma in situazioni normali Albafica non ha motivo di essere così distaccato con tutti (vedi Note). Secondo "L'enciclopedia delle pestilenze dall'antichità al presente" (Kohn, 2007), a parte un caso in Russia nel 1739, non risultano epidemie di peste in Europa negli anni precedenti il 1743, e la malattia era troppo aggressiva per permettere di sopravvivere a un viaggio da quei territori ai mari della Grecia. Nella serie classica, viene dato a intendere che gli Spectre mutino forma e personalità dopo aver indossato la Surplice, ma a Luko non accade nulla del genere. Che senso ha il piano contorto di Thanatos per ottenere l'aiuto di Luko? La sua volontaria complicità non è necessaria visto che, una volta posseduto dalla stella demoniaca, uno Spectre non potrebbe comunque opporsi agli ordini, né avrebbe la volontà di farlo. Il comportamento del Sacerdote è doppiamente bizzarro, sia perché con Luko diventato Spectre Albafica di fatto non ha modo di scegliere se accettare o meno il suo dono, e sia perché manda allo sbaraglio un Cavaliere d'Oro pochissimi anni prima dello scoppio della Guerra Sacra.

Note: 6. Il gaiden d'esordio, dedicato a uno dei Cavalieri più amati del Lost Canvas, presenta una storia toccante, drammatica il giusto e interessante nei retroscena, ma purtroppo non priva del difetto più comuns della serie principale: l'eccessiva drammatizzazione di situazioni molto meno tragiche di come vengono presentate. Praticamente una metafora per numerose malattie infettive reali a partire dall'AIDS, il sangue dei Pesci può obbligare al rimanere isolati dai compagni durante un combattimento, ma non giustifica la totale solitudine lontano dagli scontri, situazione in cui il rischio di sanguinare così copiosamente da schizzare un'altra persona è praticamente inesistente. Si tratta purtroppo del presupposto su cui si regge tutta la storia e, venendo meno, rovina l'intero racconto. Un secondo problema, stavolta comune a diversi Gaiden, è la presa di coscienza finale del Cavaliere d'Oro - in questo caso doppiamente mostrata con l'affettuoso saluto a Pefko e il sorriso a Sion. Necessaria per chiudere l'arco narrativo, ci presenta un personaggio più cresciuto di come lo troveremo qualche anno dopo nella serie regolare, quando tiene a distanza Agasha e lo stesso Sion come se nulla di quanto visto in questa storia fosse accaduto. In pratica così è, visto che i gaiden sono successivi anche di anni, ma nell'ottica della continuity generale questa storia finisce per rivelarsi inutile nel processo di crescita di Albafica.

Originariamente concepito in una versione più ridotta sull'unico CD drama di Lost Canvas uscito finora, e intitolato appunto "Legame Scarlatto", il racconto fa in qualche modo riferimento al mito dei Pesci, che nella leggenda sono due legati da un sottile spago per evitare di perdersi. Proprio al CD risale la creazione di Rugonis (o Lugonis), maestro e predecessore di Albafica appartenente alla stessa generazione di Ilias di Leo, e che vedremo in futuro nel gaiden del Sagittario. Il suo nome non è casuale, ma ispirato al fiore Begonia Lugonis, che cresce in ambienti tropicali o subtropicali, specie in Ecuador. Nel linguaggio dei fiori, indica attenzione, pericolo, mentre i mughetti bianchi sono simbolo di virginità e purezza, ma anche molto tossici e pericolosi. Lugonis trovò il neonato Albafica in un giardino di rose velenose che però non è quello sulle scale tra dodicesima e tredicesima casa, come l'autrice stessa ha tenuto a chiarire in seguito. Il ragazzo a quanto pare aveva una non meglio specificata resistenza naturale al veleno, che gli permise di sopravvivere finché non venne raccolto, e poi di vivere insieme a Rugonis per anni. Il fatto che sia stato male per giorni al primo contatto con il sangue del maestro, indica che negli anni precedenti non c'era stato alcun incidente nonostante i due vivessero insieme, a mostrare di nuovo che le preoccupazioni di Albafica e Rugonis stesse sono eccessive. Anche se non viene mostrato, possiamo presumere che Rugonis possieda tutte le tecniche dei Pesci viste in Lost Canvas, inclusi il Crimson Thorn e la Rosa Bianca, e che abbia a sua volta eseguito il legame scarlatto con il suo predecessore. Dal numero 22 del manga, sappiamo che è morto a 36-37 anni.

Antagonista del racconto è Luko, a sua volta introdotto nel CD drama dove però si parla solo di somiglianza con Rugonis, e mai di parentela, mentre qui sono così simili da poter essere gemelli. La sua storia ha un retroscena interessante che è stato svelato dagli schizzi preliminari dei libretti dei DVD (#11), dove Luko compare non come Spectre della Driade, ma di Mushmahhu, serpente a sette teste della mitologia babilonese. Negli schizzi, ha un aspetto molto più demoniaco, e dalla schiena della Surplice si estendono dei colli di serpente in grado di mordere e uccidere il nemico. In termini di poteri, Luco ricorda molto Megres, personaggio dell'anime classico in grado di controllare gli spiriti della natura, ma anche la versione di Fish comparsa in Episode G, che combatte usando appunto i fusti spinosi oltre che le rose. Il nome invece parrebbe venire dal termine gaelico "luco", che vuol dire "legno sacro", e dalla città italiana Luco dei Marsi, i cui abitanti erano noti per la creazione di antidoti. In uno dei passaggi più interessanti, vediamo che è stato Thanatos a far ammalare Pefko, per poi persuadere Luko a unirsi agli Spectre e creare sia gli Skeleton che le ancelle di Pandora. A differenza dei primi, presenti sin dalla serie classica, le seconde sono una creazione di Lost Canvas e non le vediamo mai combattere, ma solo svolgere ruoli secondari come preparare il bagno alla donna o annotare secondo le indicazioni di Lune. Il fatto che vengano create insieme agli Skeleton suggerisce però che abbiano poteri e abilità simili. Dal canto loro, gli Skeleton sono i soldati semplici dell'esercito, esistenti in numero imprecisato e spesso tutti uguali tra loro ad eccezione dell'esponente più noto, Marchino. Viene dato a intendere che la trasformazione cui vengono sottoposti da Luko di fatto uccida le persone che erano, cancellandone del tutto la personalità o i ricordi, ma i dialoghi non sono chiarissimi e sembrano suggerire che di giorno tornino ad essere persone normali, visto che Pefko teme che gli abitanti del posto possano già essere stati trasformati. Ad ogni modo, nel mutare ottengono anche le loro uniformi standard, ma non le falci di cui sono abitualmente armati.

Primo di un'insopportabile serie di bambini coprotagonisti dei primi gaiden, Pefko probabilmente non rivedrà più Albafica, ma riuscirà nel sogno di diventare un guaritore e, fuori scena, incontrerà Agasha, bambina salvata dal Cavaliere nel manga regolare. Non è chiaro che tipo di legame nasca tra loro, ma nel gaiden del Toro anche Agasha fa uso di erbe medicinali. L'isola dei guaritori, introdotta qui per la prima volta, si trova nelle acque del Santuario - quindi a largo delle coste ateniesi - ed è la seconda a essere presentata per nome dopo la più celebre Isola di Kanon. Per raggiungerla, Albafica si improvvisa scafista e prende il mare con un veliero condotto dai soldati semplici, mostrando anche per la prima volta quello che potrebbe essere il porto del Santuario. Ad inizio gaiden, viene accennato che è di ritorno da una missione in Nord Europa, probabile riferimento alla Svezia, che era il paese natale del Fish della serie classica. Non è un caso che sia Sion il primo a cercare di interagire con lui, visto che, nella serie regolare, i due si alterneranno nell'affrontare Minosse durante l'attacco al Santuario che finirà per costare la vita ad Albafica. Il Cavaliere d'Ariete sta riparando tre armature: Corvo, Cani da Caccia e una che sembrerebbe Cefeo, anche se il Cavaliere di questa costellazione non comparirà mai nel Lost Canvas. A meno che non ci siano già stati più scontri di quanto venga suggerito, queste tre corazze dovrebbero essere ancora danneggiate dalla Guerra Sacra precedente (!), o comunque da qualche altro conflitto avvenuto fuori scena.