Capitolo 4

Giustizia, Coraggio e Sapienza

Lo specchio delle anime.

CLANG, CLANG, CLANG

La donna vestita di nero era arrivata per prima all’interno del tempio del Cancro e il rumore dell’armatura, nera come l’inferno, risuonava in modo sinistro per l’androne della casa .

FRUSH

Le sue mani grigie e gelide scivolarono sulle pareti lisce dell’ambiente.

«Ma tu guarda, e io che pensavo ad un bel benvenuto da parte dei volti dei morti. Che delusione, e si che le voci che mi erano giunte su questo Tempio erano così lugubri ed invece...niente!»

«Già un vero peccato che abbia deciso di cambiare arredamento, in questa vita mi sono rotto di collezionare cadaveri. Comunque non ti preoccupare ci penserò io a darti il benvenuto» il cavaliere era appoggiato con la schiena da una colonna e una lama di luce gli illuminava le labbra serrate in un ghigno.

«Death Masck suppongo...si dice che nella tua vita passata tu sia stato parecchio cattivello!»

«Già dolcezza. Non so come tu sappia del mio passato, ma poco mi importa» l’uomo si staccò dalla colonna e iniziò ad osservare l’intrusa facendo un giro completo intorno a lei «é davvero un peccato sprecare una bellezza come la tua, ma la guerra e guerra e visto che indossi una supplice, non posso far altro che rispedirti da dove sei venuta. Sekishiki Meikaiha» il varcò dimensionale per il mondo dei morti risucchiò l’entità e il cavaliere rimase solo nella sua casa.

«A quanto pare anche le donne sono ormai assunte nell’esercito di Ades. Ma non preoccuparti, ti darò degna sepoltura, anche se come avversaria non sei stata un granché....ma il suo corpo!? Dov’ è finito il suo corpo?»

«Heilà ragazzo, perso qualcosa?» i fratelli della donna erano anch’essi giunti nella casa.

«Stai indietro, al meno che tu non voglia essere risucchiato dallo specchio!» l’uomo con l’armatura d’acqua fermò il fratello.

«Quale specchio?» chiese Death Mask

«Quello che hai sotto i piedi figliolo!»

ARGH!

«Ma che diavolo succede! Mi, mi sta inglobando!»

Un enorme specchio ovale era infatti comparso sotto i piedi del saint del cancro, che iniziò ad esserne inghiottito come se si trattassero di sabbie mobili.

«Non ti agitare e lasciati risucchiare quello è un portale che permette di passare da una realtà ad un altra all’interno de mondo materiale!»

«E dove porta?»

«O in quello che voi chiamate mondo dei sogni o in quello che chiamate oltre tomba. Dipende da dove hai spedito Giustizia! Scusa, ma il tempo stringe e Atena ci aspetta!» e l’uomo rivestito d’acqua attraversò la casa trascinandosi dietro l’altro fratello vestito di fuoco, mentre Death Mask spariva dentro lo specchio che si richiuse subito dopo.

Poco dopo nel Limbo

«Che cavolo è successo» il saint si ridestò frastornato in una landa desolata che riconobbe subito: «Il Limbo, ma che razza di scherzo è questo?»

«Era un posto talmente accogliente che non potevo godermelo tutto da sola, non trovi?»

Death Masck alzandosi si ritrovò davanti alla donna, che era seduta in cima ad uno specchio a figura intera, coperto da un velo.

«Giustizia...che razza di nome è?»

«Un nome coma un altro. A quanto pere i miei adorati fratelli mi hanno già presentato»

«Non proprio, chi sei, uno spectre alle dipendenza di Ades?»

Il cavaliere ebbe appena il tempo di finire la frase, che venne colpito da una violenta ginocchiata allo stomaco che gli fece sputar sangue. La donna lo afferrò in seguito per i capelli, costringendolo a guardarla nei suoi occhi neri e senza pupilla:

«Come osi, misero mortale, darmi della sottoposa del guardiano degli inferi? Per me è già un insulto sentire pronunciare il suo spregevole nome, figuriamoci passare per uno dei suoi inutili tirapiedi»

HA; HA, HA, HA Death Masck scoppiò in una fragorosa risata.

«Che hai da ridere?»

«Almeno su qualcosa siamo d’accordo! Ma non farti illusioni, anche se non sei uno spectre sei comunque un’intrusa, e non mi farò certo intimidire dal tuo bel visino» e così dicendo tirò un gancio in piena faccia a Giustizia fracassandole uno zigomo.

«Lurido umano, come hai osato alzare le mani su un essere a te superiore!?»

«Odi Ades eppure parli esattamente come lui! Io me ne infischio delle divinità o di chi che sia, io difendo la giustizia indipendentemente da chi mi trovo davanti!»

«Sei bravo a filosofeggiare sulla giustizia! Peccato che non ti sei fatto scrupoli ad uccidere persone innocenti per raggiungere i tuoi scopi!! E questa sarebbe giustizia! Guarda cosa ha portato la tua giustizia!» e così dicendo afferrò il gold saint per un braccio e lo scaraventò contro lo specchio. Il velo cadde, ma nessun riflesso comparve sulla superficie, lasciando stupefatta Giustizia.

Il saint si rialzò e guardò la donna dritta negli occhi: «Cosa credi, che vada fiero del mio passato? É vero; nella mia vita precedente ho fatto cose mostruose, ma ho capito i miei errori e ne ho fatto tesoro. Ma sono pur sempre un cavaliere è in battaglia non posso non eliminare i miei nemici»

«Lo so. Infatti la giustizia porta sempre con se spada e bilancia. La bilancia per giudicare in modo retto e la spada per punire i colpevoli» e così dicendo si avvicinò a Death Masck e sulla superficie riflettente ai fianchi della donna comparvero bilancia e spada. «Ma non dimenticarti mai di un terzo elemento, il più importante» e così dicendo fece per trafiggere il gold saint con la mano, ma prima di raggiungere la sua gola si fermò e la mano pronta ad uccidere si aprì in una carezza: «Questo elemento si chiama perdono» e gli stampò un bacio sulla fronte, che gli lasciò un segno a forma di stella a sei punte i e i due si ritrovarono nella casa del Cancro.

«Non preoccuparti per Atena, la Giustizia sa anche perdonare e comprendere, ma tu non sei legato alla tua dea come gli altri saint. Tu combatti solo per un ideale astratto, non per la custode della giustizia. Non negarlo»

«Come hai fatto ad intuirlo?»

«Dalle tue parole e perché alle tue spalle non è stata riflessa l’immagine di Atena sullo specchio»

«Al dire il vero nemmeno la mia immagine era riflessa!»

«Questo è perché la tua anima è pura. Quello che hai visto è lo Specchio delle Anime, che serve a giudicare i vivi e i morti. Perché io sono l’entità che nelle alte sfere amministra le tenebre, che si manifestano nel vostro mondo con la notte e la morte. Ma soprattutto amministro la Giustizia, in tutte le sue forme. Scusa, ora devo andare, ma non preoccuparti, ci vedremo presto. Ho grandi progetti in serbo per te!».

«In che senso?»

SMACK. Giustizia gli stampò un bacio sulla guancia al cavaliere che rimase senza parole.

«Che curiosone! Ma guarda stanno arrivando Purezza, Forza e Speranza, sarà maglio che vada» e le quattro entità continuarono la corsa lasciando il cavaliere del Cancro ampiamente perplesso.

Il fuoco nel cuore

Nel frattempo nella casa del Leone

ARGH! SBAM!

Aiolia era finito inesorabilmente contro una colonna.

«MUHAHAHAHA! Quanto è divertente pestare questi umani!»

«Piantala di comportarti come Ares! Accidenti a te! Non c’è tutto questo tempo!»

«Allora sbrigati ad andare avanti no?»

«Sei senza speranza»

«Infatti sono Coraggio,mio caro saputello!»

«Al diavolo!» e così dicendo l’uomo rivestito d’acqua corse via pensando "il prossimo è il cavaliere della Vergine, magari riesco a convincerlo a farci vedere Atena senza doverli affrontare tutti, anche perché tra non molto riprenderemo le nostre vere sembianze e sarebbe un disastro". Guardò la sua mano, che iniziava ad avere sfumature fluorescenti, e con preoccupazione affrettò il passo.

«Bene, siamo rimasti soli, su rialzati, che con te non ho ancora finito!» e così dicendo Coraggio colpì in pieno il cavaliere del leone, che per la violenza del colpo sfondò la colonna che aveva alle spalle.

«Uff! sei deboluccio! Ragazzo!» i riflessi rossastri dell’armatura coloravano con sfumature sinistre il volto dell’entità.

«Non credere che mi arrenda per questo, finche avrò vita in corpo giurò che non ti farò passere di qui!» Ringhiò Aiolia e si rialzò nonostante le ferite. Elevò al massimo il suo cosmo e con un urlo si scagliò contro il nemico sfoderando il Lightning Bolt. Coraggio, nonostante la sorpresa per quell’inaspettata furia, riuscì a schivare il colpo, ma il suo braccio destro venne sfiorato da una delle scariche elettriche provocate dal colpo del ragazzo. L’arto finì ustionato fino al gomito.

«A quanto pare non siete immortali!» disse allora Aiolia asciugandosi un rivolo di sangue dalla bocca.

«Incredibile, hai sviluppato una tecnica molto simile a quella che Speranza ha insegnato a Zeus.»

«Di che stai parlando?»

«Gli dei olimpici hanno ottenuto i loro poteri da qualcuno non credi?»

«E li avrebbero presi da voi?»

«Diciamo che glieli abbiamo dati in gentile concessione per poter essere all’altezza del loro ruolo. Perchè, tutti gli esseri superiori hanno ricevuto un compito dal Fato, dei inclusi. E quando perdono di vista il proprio ruolo il Fato li sostituisce con qualcun altro.»

«Il Fato? Ne parli cose se fosse una sorta di divinità superiore»

«Infatti è così. Tutti discendiamo dal Fato e tutti ad esso siamo sottoposti. Volenti o dolenti. Ma mi sono rotto di fare tutti questi discorsoni. Non è il mio campo. Io preferisco l’azione!» Coraggio si scagliò, ad una velocità impressionante ,contro Aiolia e sfiorò con la mano ustionata l’addome del cavaliere che istintivamente indietreggiò, ma tanto bastò per liquefare l’armatura.

CLANG! CLANG! CLANG.

Aiolia ebbe appena il tempo di togliersi le sacre vestigia prima di venir ucciso dal metallo incandescente. Ma, nonostante l’ustione fosse gravissima Aiolia restò in piedi e determinato a far fuori quella creatura, si preparò ad utilizzare il Photon Burst. Conscio che intanto, nelle sue condizioni non avrebbe avuto ancora molto da vivere, chiuse gli occhi e i fotoni iniziarono a concretizzarsi in stelle che crebbero d’intensità, ma il suo colpo venne bloccato da una strana fonte d’energia che assorbì le sfere luminose.

«Non servirebbe a nulla Leone, finiresti soltanto per distruggere il corpo fisico di mio fratello, e liberare la sua vera natura...» Speranza era arrivata insieme a Purezza, Forza e Giustizia nella casa. «...e se ci mostrassimo nella nostra vera forma in questa dimensione sarebbe catastrofico, perché noi in realtà siamo pura energia.»

Intanto Purezza si avvicinò al cloth semi liquefatto: «L’hai ridotto proprio male!!» e si mise a riparare le sacre vestigia del Leone.

«Già e non solo l’armatura! Era proprio necessario ridurlo così?» lo rimproverò Forza, mentre si apprestava a rimarginare le profonde ferite di Aiolia.

«Non era mia intenzione arrivare fino a questo punto, ma...mi sono fatto trascinare dallo scontro!» Cercò di giustificarsi Coraggio.

«Non riesci proprio a controllarti!Non conosci proprio le mezze misure» replicò Giustizia.

«Perchè mi state aiutando, voi non volete uccidere Atena?» chiese stupito Aiolia

«All’inizio avevamo una mezza idea di farlo, ma conoscendo meglio gli umani abbiamo iniziato a capire il motivo del bizzarro comportamento che ha tenuto in questi secoli.» Disse Giustizia.

«Quindi se accetterà la nostra missione non succederà nulla di grave. Promesso.» Gli disse Speranza con un sorriso e lo aiutò ad alzarsi.

«Di quale missione parlate?»

«Adesso chiedi troppo. Questi sono affari divini!» E così dicendo Giustizia, Speranza, Forza e Purezza lasciarono la casa del Leone. Rimase solo Coraggio: «Cavaliere hai tutta la mia stima! Hai dimostrato un gran coraggio e una forte volontà.» E così dicendo gli mise una mano sulla spalla destra e Aiolia sentì un forte calore al braccio.

«Cos’è questo segno?» chiese Aiolia guardando il tatuaggio di una fiamma rossa sul braccio.

«É il mio marchio. Il segno del Coraggio che io amministro insieme agli istinti animali. Perchè io sono l’entità che nelle Alte Sfere controlla le Leggi del Fuoco che si manifestano in questo mondo con il calore. E per te cavaliere ho in serbo un grande futuro»

«Perché proprio me?»

«Perché il tuo core e il tuo cosmo sono ardenti come la mia essenza» e così dicendo anche Coraggio lasciò il tempio per raggiungere i fratelli.

Intanto nella casa della Vergine Shaka e l’uomo dall’armatura azzurra si scrutavano in silenzio. Il primo a prendere parola fu il gold saint.

«Quindi voi siete una delle entità che dimora nelle alte sfere, ed immagino che questo non si il vero aspetto, giusto? E suppongo anche che le mie tecniche su di voi non avrebbero effetto, visto che il vostro corpo è soltanto un involucro e la vostra reale natura è energia pura.»

«Esatto, infatti io sono Sapienza, l’entità che governa le leggi dell’acqua e tutti i fenomeni ad essa connessi. Ma la cosa più importante è che sovrintendo e controllo le leggi che reggono l’universo e la creazione. Quindi ti chiedo di accompagnare me e i mie fratelli da Atena, perché come puoi vedere» l’entità mostrò la mano fluorescente «Tra non molto riacquisteremo le nostre sembianze e il risultato sarebbe la distruzione della sfera materiale che invece intendiamo salvare con l’aiuto di Atena, se essa lo vorrà».