Capitolo 5

La decisione di Atena

Fato e destino.

Sapienza era giunto al cospetto di Shaka della Vergine con lo scopo di convincerlo a fargli da accompagnatore fino al tempio di Atena.

«Shaka, come puoi vedere non abbiamo più molto tempo, e nello sfortunato caso in cui noi dovessimo riprendere le nostre sembianze, finiremmo per dissolvere tutto quello che ci circonda e, siccome siamo in questa dimensione tutti e sei, puoi ben immaginare che finiremmo con il dissolvere l’intera sfera materiale. Indipendentemente da questo, più rimaniamo qui, più la natura finirà nel caos, in quanto siamo noi che ne garantiamo l’equilibrio.»

«Quindi tutti i disastri naturali che hanno colpito la Terra sono opera vostra, non degli dei Olimpici! Come avete potuto!» replicò il cavaliere «Sono conscio che non posso competere con voi, ma questo é inaccettabile!»

«Non abbiamo avuto alternative! L’unico modo che avevamo per preservare questo mondo così com’è, e senza ricrearlo ex novo, era quello di discendere dalla nostra sfera alla vostra, ma questo ovviamente ha portato all’infrazione delle leggi che reggono la creazione»

«Ma voi non siete entità superiori, non potevate prevederlo?»

«Cavaliere, noi non siamo onniscienti, anche noi come le divinità, e voi umani, dobbiamo rispondere a un unico essere superiore: il Fato! Solo lui vede ogni cosa»

«Quindi se tutto questo è già stabilito, perché stai cercando di convincermi come se la decisione dipendesse da me?»

«Shaka, tu confondi il Fato con il destino. Quello che noi stimo tracciando è il destino della creazione, che è dato dai destini di tutti gli esseri che ne fanno parte. Ma il destino non è fisso, è labile e cambia di continuo. É come in un eterno incrocio in cui tutti, noi compresi, dobbiamo fare delle scelte, e sono queste scelte che costruiscono il tracciato del nostro destino. Il Fato semplicemente contiene tutti i destini possibili, perché ogni cosa da esso ha origine e ogni cosa in esso ha fine. Il Fato è puro atto creatore. E siatene lieti, perché tra tutte le creature, dal Fato, gli uomini sono i prediletti, nonostante siate la sua ultima emanazione, attuata tramite le divinità Olimpiche. Ed è per questo che il Fato ci ha concesso di attraversare le barriere, poste per creare i diversi mondi. Siamo qui per voi, per permettervi un futuro. Quindi ora a te la scelta di permetterci di salvare tutto questo o di ostacolarci!»

«Se le cose stanno così, perché non l’avete detto subito, ma avete aspettato fino alla sesta casa?»

«Sinceramente, gli altri cavalieri, avrebbero capito questo discorso?»

Il saint della Vergine rimase, per qualche istante in silenzio, e poi rispose: «Probabilmente no. Va bene, accetto di farvi da intercessore presso Atena e gli altri saint. Mi segua»

L’entità sorrise: «Sapevo che avresti capito, ma permettimi di darti un consiglio; non essere così duro nei confronti delle debolezze degli uomini, perché sono quelle che rendono grande l’umanità. Senza i vostri limiti, non potreste migliorarvi. Voi avete ricevuto un grande dono: la libertà, che se da una parte può farvi cadere negli abissi più profondi delle tenebre, dall’altra, se riuscite a superare le vostre debolezze, vi permette di risplendere di una luce abbagliante. Quindi non disprezzare questo tuo mondo, cercando altrove, ma amalo, vivilo e proteggilo»

«Grazie, ne farò tesoro» disse il gold saint stupito dalle parole dell’entità.

Nel frattempo erano arrivati nella casa anche Purezza, Speranza, Forza, Coraggio e Giustizia.

«Bene fratelli, il cavaliere della Vergine ha accettato di condurci da Atena, quindi da qui procederemo più spediti» Disse Sapienza con un espressione sollevata «Mi dispiace solo per te, Coraggio, ti è andate male! Niente più scontri spero!»

«Tsk! Pace! Non importa» disse l’entità girando lo sguardo.

«Tutto bene? Non è da te!»

«Lascialo stare Sapienza, ha appena rischiato di fare un macello nella casa del Leone. Che ne dite di proseguire, invece di perderci in chiacchiere?» replicò Giustizia facendo un cenno con il capo al cavaliere della Vergine.

«Si venite, vado avanti io per spiegare la situazione agli altri gold saint.» disse Shaka.

E senza ulteriori indugi il gruppo si avviò verso il tempio della Bilancia.

Atena; il risveglio della dea guerriera

Nel frattempo....

Stanze della dea Atena.

La dea era seduta sul suo trono, nella sala del Grande Sacerdote e si guardava assorta le mani, i pensieri si rincorrevano veloci, ma tutti finivano nella frase che gli aveva detto suo fratello: "è proprio questo tuo lato umano che ti rende grande". Inoltre aveva seguito gli scontri ascoltando i cosmi dei suoi cavalieri e si era perfettamente resa conto di ciò che stava avanzando lungo le scalinate. Si alzò e si diresse verso i pesanti tendaggi per recarsi alle sue stanze:

«Divina Atena, dove state andando?» Chiese Seiya, che con Shun, Ikki, Yhoga e Shiryu, era rimasto nella sala come ultimo baluardo in difesa della dea.

Atena sorrise, ma non rispose, e scomparve dietro i tendaggi.

"Seiya, hai ragione, devo avere più fiducia in me stessa e soprattutto non vergognarmi di quello che sono diventata e dei sentimenti che provo. Non ho motivo di sentirmi in colpa per il desiderio che nutro in fondo al cuore. Li affronterò personalmente, perché se è me che vogliono non mi tirerò di certo indietro." I pensieri di Atena si fermarono quando la dea si ritrovò davanti ad un armadio."Mi dispiace Seiya, quello che sto per fare non ti piacerà, ma lo desidero dal profondo del cuore, come Atena, ma soprattutto come donna. Ho deciso; proteggerò ad ogni costo i miei cari!" e così dicendo si tolse l’ingombrante chitone per indossare pantaloni e maglia di foggia maschile. Dopo di ché raggiunse la statua che la rappresentava. I suoi pensieri tornarono alla sua infanzia ed adolescenza ed in particolare a suo padre, un soldato semplice del santuario "Padre, tu mi insegnasti a combatte nonostante tutti pensassero che fossi destinata ad essere una semplice ancella, perché potessi in ogni caso riuscire a proteggere chi mi stava a cuore. É ora che metta in pratica i tuoi insegnamenti." «Io proteggerò il Santuario, i miei uomini e il futuro del mondo!» L’urlo di Atena insieme e il suo cosmo spinto al massimo risvegliò le sacre vestigia, che andarono a ricoprire le sue membra.

Il cosmo della dea richiamò i cinque sacri guerrieri che allarmati si precipitarono da lei:

«Saori che cosa ti è saltato in mente! Non vorrai mica affrontare in uno scontro diretto quegli esseri!» Seiya intervenne tra il furibondo e lo spaventato.

«Seiya ha ragione venerabile Atena, è troppo pericoloso!» insistettero anche gli altri.

«Tacete! Proprio voi che mi conoscete più di chiunque altro, mi dite di non far niente e di non intervenire? Capisco la vostra preoccupazione, ma non riesco a stare ferma mentre i Saint, che sono ormai la mia famiglia da svariati secoli, rischiano oltre le loro possibilità! Le entità giunte al Santuario sono qui per gli dei, non per gli umani! Quindi non immischiatevi!»

«Ma stai scherzando? Pensi che dovremmo lasciarti sacrificare in questo modo! Noi siamo qui per proteggerti! E lo faremo ad ogni costo!» urlò il cavaliere di Pagaso infuriato, tra gli altri saint attoniti per la sua sfacciata mancanza di rispetto nei confronti della dea

«Tu non capisci! Sono gli dei che devo proteggere gli umani, non il contrario! E per questo che noi esitiamo! Ma purtroppo abbiamo perso di vista il nostro compito e, a posto di comportarci da custodi del mondo, ci siamo comportati da padroni e con le nostre stupide guerre finiremo per distruggerlo! Se non sono stata altezza del mio compito è giusto che paghi! Per questo che gli affronterò a viso aperto, ma non ho intenzione di immolarmi, io voglio vivere Seiya; vivere qui sulla Terra insieme a voi! E per farlo devo dimostrargli che si sbagliano, che non tutto e perduto e che c’è ancora una divinità conscia del suo ruolo, nonostante le sue debolezze e i suoi desideri di normalità!» Il cosmo di Saori esplose come un sole ardente e i saint, compreso il fratello, tacquero; mai avevano avvertito un tale impeto e un tale ardore nella loro divinità. La giovane, senza guardarli, si avviò in silenzio verso le scalinate e ne iniziò la discesa per incontrare i novi venuti.

Intanto alla casa dello Scorpione....

«Milo, ascoltaci! Dacci retta, dobbiamo accompagnare gli emissari del Fato da Atena! C’è in gioco il destino del mondo!» Shaka e il saggio Doko, che aveva compreso la situazione, stavano cercando di convincere Milo a cedere il passo senza arrivare ad uno scontro.

«Vi siete fatti ingannare! Tornate in voi! Come potete permettere di lasciar avvicinare la dea a questi esseri! Non se ne parla, se dovete passare di qui dovrete farlo sul mio corpo!» Milo non intendeva cedere di un passo, in quanto restio ad accettare le motivazioni da lui ritenute poco credibili.

«Cavaliere dello Scorpione, quello che i tuoi pari ti stanno dicendo è la verità! Non faremo del male ad Atena!» intervenne Forza.

«Si, ma solo nel caso che Atena accetti le vostre condizioni! E se succedesse il contrario? Cosa le farete! Rispondete!» alzò la voce Milo.

«Non usare quel tono, cerca di portare più rispetto a coloro che hai di fronte!» disse Shaka.

«Rispetto? A degli invasori? Mi sta venendo il dubbio che abbiate intenzione di tradire Atena!»

«Calmatevi, il destino di Atena dipende solo da lei, vivere, morire, restare dea o diventare donna mortale. Noi siamo un bivio, la strada da percorre da ora in poi è una sua scelta!» Sapienza fermò il diverbio tra i due, così come Speranza: «Cavaliere lasciaci passare, anche la custode della giustizia desidera incontrarci, il suo cosmo sta scendendo nella nostra direzione»

"Ciò che ti è stato detto dall’entità che hai di fronte è verità, cavaliere dello Scorpione, anzi no, Milo! Quindi ti chiedo di farli passare, per volere della tua dea." la voce di Saori si diffuse in tutto l’ottavo tempio e, dopo essersi rivolta a Milo, parlò alle sei entità "Figli del Fato, vi riceverò nella casa del Sagittario".

«Come volete somma Atena» Milo lasciò passare il gruppo, ma, per ogni evenienza, decise di seguirli.

Poco dopo, nell’androne della nona casa, Aiolos venne raggiunto dal gruppo in salita e dalla dea, con al seguito i cinque guerrieri dalle sacre armature e dai saint dei Pesci, dell’Acquario e del Capricorno.

«Salve a voi, custode della giustizia terrena! Finalmente ci incontriamo!» Speranza prese subito parola recandosi verso la dea.

«Non avvicinarti ad Atena!» sibilò Seiya, mettendosi tra Saori e l’entità, mentre gli altri cavalieri del corteo della dea si prepararono al peggio, assumendo la posizione d’attacco.

«Cavaliere di Pegaso, ferma il tuo impeto! Ti ricordo che è proprio per parlare con i Figli del Fato che sono scesa fin qua! E anche voi Gold Saint, placate il vostro cosmo!» Saori riprese il fratello e i suoi uomini, e si avvicinò, a sua volta, a Speranza: «Avete detto che volevate vedermi, perché il Fato mi attende! Quindi, come potete vedere, sono pronta ad accettare le conseguenze del mio operato e del mio desiderio di svolgere il mio compito di dea, nelle vesti di donna mortale. Ma, nonostante questo mi abbia portato ad avere debolezze e sentimenti, non ne sono pentita, perché, nonostante possa sembrare un contro senso, è proprio questo che mi da la forza di proteggere questo mondo, che ormai è diventato anche il mio. E lo farò a qualunque costo!»

Le sei entità si guardarono a vicenda e sorrisero.

«Atena, nonostante non ci abbiate mai incontrato prima, ci avete riconosciuto, ed avete preso coscienza del vostro ruolo e questo ci rallegra.» disse Sapienza.

«Poi per quanto riguarda la vostra scelta di svolgere il vostro compito vivendo da essere umano, devo ammettere che, anche se ultimamente avete avuto parecchie incertezze, non possiamo biasimarvi. Per proteggere e custodire qualcosa bisogna conoscerla ed amarla.» disse Forza.

«Quindi per questo siete perdonata. Nonostante il metodo poco ortodosso, non avete dimenticato chi siete e perché avete avuto origine, come invece hanno fatto altre divinità» disse Giustizia.

«Quindi lascerete il Grande Tempio senza batter ciglio?» chiese Afrodite, stupito.

«Si, ma non prima di aver chiesto alla dea di compiere una missione. Dovrete partire per la Sfera degli dei ed affrontare le altre divinità, che hanno perso di vista il loro ruolo. Gli scontri tra gli dei si sono infatti spostati dalla vostra Sfera alla loro. Attualmente stanno combattendo presso l’Olimpo; il palazzo di Zeus. Atena, il vostro compito è di ricondurli alla ragione prima che la loro delirante guerra intestina si spinga troppo oltre, distruggendo la loro dimensione e costringendoci, di conseguenza, a realizzare una nuova creazione, con le conseguenze che può immaginare.» Disse Speranza.

«Purtroppo ho già provato a parlare con loro, ma non si sono dimostrati molti inclini ad ascoltarmi, anzi, hanno attaccato il Santuario per punire la mia intromissione. Quindi, nel probabile caso in cui non accettassero di tornare ai loro ruoli originari, cosa posso fare?» chiese la dea.

«In quel caso toglierete i poteri alla divinità ribelli, per darli ai loro sostituti» Rispose la donna dorata.

«E come? Io non ho questa capacità! E poi con chi dovrei sostituirli?» esclamò Saori.

«Noi invece questa capacità l’abbiamo, e te la cederemo temporaneamente. Per i sostituti, non ti preoccupare. Di quello ci occuperemo noi» spiegò Sapienza.

«Permettetemi una domanda; ma se voi possedete la facoltà di destituire persino gli dei Olimpici, per quale motivo non potete farlo direttamente, ma dovete passare tramite la somma Atena» Chiese Camus, facendo un passo avanti.

«Acquario suppongo?» disse Sapienza che squadrò il giovane dall’alto al basso.

«Si sono il saint della costellazione dell’Acquario...» rispose il cavaliere con un inchino.

«Sai, mi aspettavo una domanda del genere da te. É da un po’ che ti osservo dalla mia dimensione. Lo so che a voi può sembrare strano che, anche se vi conosciamo, non abbiamo presente il vostro volto. Ma da dove veniamo possiamo percepire solo il vostro cosmo. Comunque la risposta è già quella che ho fornito alla Vergine. Noi potremmo farlo, ma nel caso intervenissimo saremmo costretti a sospendere per altro tempo il nostro ruolo di custodi e garanti delle leggi che regolano il cosmo, e la natura finirebbe nel caos più totale.» spiegò l’uomo.

«Senza contare che attualmente abbiamo assunto la forma di un corpo fittizio, che non reggerà ancora per molto l’energia di cui siamo composti quindi, a breve, riprenderemo le nostre sembianze originali, che dissolverebbero tutto nel caso ci trovassimo in una dimensione inferiore alla nostra in quanto non reggerebbe all’energia sprigionata» concluse Speranza, mentre Sapienza si avvicinò a Camus sfiorandolo.

«Haia!» il cavaliere sentì un forte dolore al braccio come una sorta di puntura.

«Cosa gli hai fatto?» Milo era già scattato in soccorso dell’amico.

«Calma, non gli ho fatto nulla di grave, semplicemente è di mio gradimento per il suo atteggiamento pacato e distaccato e per la sua capacità di osservare con accuratezza la situazione. Quindi l’ho messo sotto la mia protezione. Comunque Scorpione il tuo alto senso del dovere e dell’amicizia ti fa onore» Sapienza si allontanò da Camus, che dopo essersi tolto la protezione del braccio, si guardò il segno lasciato dall’entità con sorpresa: il tatuaggio era infatti un tridente.

«Allora Atena, siete pronta, per partire alla volta della Sfera degli dei?» chiese Giustizia.

«Se è per porre fine a questa assurda guerra ed permettere alla Terra di avere un futuro lo farò scendendo in campo di persona!»

«Ottimo, ma prima di aprire il varco dimensionale...» Giustizia fulminea si diresse verso Atena, mentre nella sua mano destra comparve una spada nera, con la quale diede un fendente dall’alto alla dea. I cavalieri attoniti cercarono d’intervenire subito, ma furono bloccati da Purezza, che aveva osservato il tutto in silenzio insieme a Coraggio.

«Maledetti ci avete ingannato!» sbraitò Seiya che per la rabbia e la disperazione portò il suo cosmo al massimo riuscendo a svincolassi dalla pressione dell’aria.

«Seiya, fermo!» urlò Saori, mentre un lunga ciocca castana si adagiò sul pavimento. Atena, tra l’incredulità generale, era riuscita ad evitare il colpo e a contrattaccare colpendo giustizia al ventre con il suo bastone.

Giustizia fece quindi scomparire la spada e si rivolse a Purezza:

«Sorella, che ne dici di fare alcune modifiche al cloth di Atena? La ragazza ci sa fare, ma l’armatura non gli aiuta certo i movimenti»

«Con piacere!» e a comando dell’entità, i pezzi della divina armatura lasciarono il corpo di Saori, mentre i saint vennero lasciati nuovamente liberi.

«Mentre tu ti occupi del cloth di Atena, io ridarò vita a quelli dei suoi cavalieri!» esclamò Forza avvicinandosi a Shura: «La tua lama è veramente affilata! Finalmente c’è l’hai fatta a temprare la tua anima nel nome della vera giustizia. I ricordi della tua vita precedente ti sono serviti, per rimediare alla tua cecità! Non sempre chi detiene il potere serve anche la giustizia. Purtroppo le due cose, a volte, vanno in direzione opposta» e così dicendo l’entità fece vibrare l’armatura del cavaliere ridonandole vita e non solo; anche il Cavaliere del Capricorno avvertì un forte dolore al braccio, ma non emise un solo lamento e non si scompose.

Intanto Ikki, Hyoga, Shiryu e Shun, avevano colto l’occasione per consultarsi e prendere un decisione, che comunicarono a gran voce:

Shiryu: «Atena, noi verremo con voi. Non vi lasceremo affrontare gli dei Olimpici da sola!»

«Giusto, anche noi Gold Saint l’accompagneremo!» Disse Aiolos supportato dagli altri cavalieri d’oro presenti.

Ma Atena dovette frenare il loro entusiasmo: «Mi dispiace, ma questa volta non credo che sia possibile! Purtroppo un umano non può accedere alla sfera degli dei senza finire dissolto. Poi qualcuno deve rimanere a proteggere il Santuario.»

Speranza però, osservando attentamente le armature di Seiya, Ikki, Hyoga, Shiryu e Shun ed avendo visto la notevole forza e caparbietà del saint di Pegaso disse: «Invece, credo si possa fare...Almeno per questi qui!» ed indicò il quintetto «le loro armature sono cloth sacri! Quindi dovrebbero essere sufficienti a proteggerli nell’altra dimensione. Per quanto riguarda i Gold Saint direi invece che è meglio che restino qui, per ogni evenienza»

Ma Coraggio replicò: «Sorella, affrontare una divinità nella sua dimensione e con il suo vero corpo non è come eliminarne le spoglie mortali prese in prestito, per discendere al mondo materiale!»

«Lo so, ma questo giovane» ed indicò Seiya «é riuscito a liberarsi dalla gabbia d’aria di Purezza, quindi con un nostro contributo potrebbe funzionare! E poi non credo che riusciremmo a tenerlo lontano dalla dea! Non è così?» Seiya con aria di sfida guardò la donna dorata: «Esatto "sorella!"»

«Io ci sto! E voi fratelli?» esclamò Forza

Anche le altre entità annuirono.

«Perfetto, allora cederemo temporaneamente alcuni nostri poteri a questi cinque cavalieri. Purezza hai finito con il cloth di Atena?»

«Certo, che domande» disse l’entità mostrando il suo lavoro ultimato; l’armatura nella parte inferiore era stata completamente modificata, e la sorta di gonna era stata accorciata fin sopra il ginocchio ed erano stati aggiunti schinieri e copri coscia. «Bene sacri guerrieri di Atena, quali armi vi piacerebbero? Non fate complimenti offrono i Figli del Fato! Ma non montatevi la testa, sono solo in prestito!»