Capitolo 6

Il portale di Nike

Le armi del Fato.

I Figli del Fato avevano deciso di fidarsi degli uomini e di affidare ad Atena, e ai suoi cinque Sacri Guerrieri, il destino della Creazione. Purezza, sovrintendente alle Leggi dell’Aria, nonché originaria forgiatrice delle armature divine, si apprestò quindi a realizzare le armi per i prescelti:

«Sacri Guerrieri di Atena, le armi che ora vi daremo in concessione saranno costituite da una scintilla della nostra essenza, che grazie all’olialcon, la star dust sand e il gamanion in mio possesso, potrà essere trasformata in strumenti utili alla battaglia e non dannosi alla vostra persona.»

«In altri termini» disse Forza, notando le facce perplesse di Seiya e compari «Gli oggetti che riceverete racchiuderanno poteri derivati dalle nostre capacità. Ad esempio io gestisco le Leggi della Terra e quindi l’arma da me ricavata, addizionata al vostro cosmo, potrà sanare ferite e sfruttare il mondo minerale e vegetale.»

«È quindi utile, per facilitarvi l’uso, far in modo che le leggi che governiamo siano il più possibile vicine alla vostra indole.» aggiunse Purezza.

«Quindi dobbiamo scegliere chi di voi sei ci deve fornire la "materia prima" per l’arma che useremo. Giusto?» chiese Hyoga.

«Sì, ma Purezza vi darà una mano. Lei è in grado di vedere nei vostri cuori» sorrise Sapienza, mentre la sua aerea sorella fece mettere tutti e cinque i saint in fila. Poi iniziò ad esaminarli uno ad uno:

«Cigno, dimmi se quello che vedo è giusto: mente fina, educata dal tuo maestro, ma anche grande cuore ed attaccamento agli affetti, che a volte ti fanno perdere nello sconforto. Ma nonostante questo persegui con determinazione i tuoi obbiettivi, trasformando il dolore in momenti di crescita»

Il cavaliere annuì, arrossendo per l’imbarazzo di veder messo a nudo il suo carattere davanti a tutti. «Sapienza, che ne dici di affidare a lui la tua scintilla?»

«Sì, direi che la conoscenza delle proprie debolezze e la loro conversione in stimoli di crescita sono un segno di grande saggezza, indispensabile per controllare la Leggi dell’Acqua, che governano l’elemento instabile per eccellenza. Poi sono curioso di vedere come combinerai le tue tecniche del freddo con la fluidità della mia essenza» e così dicendo l’entità prese fra le se mani quelle del cavaliere.

«Dragone» proseguì Purezza «Grande forza d’animo e senso dell’amicizia. Il tuo cuore è legato alla tua terra in cui ami tornare dopo le battaglie e...ho, ho...abbiamo una dolce metà! Una giovane fanciulla ti ha rubato il cuore!» disse maliziosa l’entità, tra i sorrisi e le risate dei cavalieri più anziani, che misero in forte imbarazzo Shiryu.

«Che c’è da stupirsi tanto!» Esclamò Forza: «L’amore è una cosa meravigliosa, guai se non ci fosse! É la forza primordiale che dà origine a tutte le cose e che ne permette la continuità» e l’uomo prese le mani del Saint.

«Ottimo, direi che anche il Dragone è sistemato. Ora la tenebrosa Fenice» ma l’entità fece fatica a varcare il cuore del ragazzo che la guardava truce e che replicò:

«Mi dispiace, ma è tutta fatica sprecata la tua. Nessuno ha il diritto di ficcare il naso nei miei affari, nemmeno te!»

«Ha! Ha! HA! Hai una bella faccia tosta e del fegato a rivolgerti con quel tono a mia sorella!» Coraggio, che era rimasto in disparte, per evitare di essere coinvolto in tutti quegli altolocati discorsi, prese la mano del saint: «E sai che ti dico: hai la mia stima! Purezza è veramente una ficcanaso, e poi non ho bisogno delle sue percezioni per capire quando uno ha un cuore ardente!»

«Quindi sarei una ficcanaso? Coraggio, con te me la vedo più tardi...ma vediamo chi abbiamo qui adesso...Pegaso!» La donna lo squadrò ben bene e poi si rivolse a Speranza: «È tutto tuo, questo ha "la speranza non muore mai" stampato in fronte!»

«Lo so, ho già avuto modo di costatarlo di persona alla mia prima visita al Santuario! Il suo cosmo è luminoso come le stelle che lo proteggono.» e la donna dorata prese le mani di un Seiya impacciatissimo per le lusinghe ricevute.

«Ed infine abbiamo Andromeda!» l’entità rimase estasiata ad ammirare per qualche istante gli occhi limpidi di Shun: «Il tuo cuore è limpido e trasparente come l’aria del mattino. Sarò io a forgiare la tua arma, o meglio, a potenziare quella già in tuo possesso» e fece disporre la catena di Andromeda a spirale, con Shun posto all’esterno della sua arma, mentre lei si collocò nel mezzo. S’inginocchiò e con una mano toccò la catena, che prima risplendette di un bagliore candido, sprigionando una folata di vento, e poi divenne trasparente come il vetro. Poi si rivolse al saint :

«Ora la tua catena ha il dono delle Leggi dell’Aria. Gli agenti atmosferici sono al tuo comando. Fanne buon uso. E adesso tocca a voi. Siete pronti?» Disse rivolgendosi agli altri quattro con le relative entità che annuirono.

«Allora, cavalieri, pensate all’arma che vorreste, mentre voi, miei cari fratelli, rilasciate la vostra scintilla nella mano del cavaliere al mio tre. Dobbiamo essere rapidi. Quindi uno, due, tre!»

Al segnale convenuto le entità fecero brillare una piccola stella nella mano del protetto che rimase visibile per una frazione di secondo, mentre Purezza, fulminea, realizzò le armi con i suoi strumenti, inondando di accecante bagliore bianco tutti presenti. Quando la luce si dissolse quello che videro i Gold Saint e la dea li lasciò senza fiato:

Seiya impugnava un arco ricoperto di finissime piume di un oro accecante, che fece esclamare ad Aiolos: «Sembra fatto di luce solida!», mentre Shiryu impugnava una katana verde brillante, ricoperta di squame.

«Sembra un drago» esclamò Shura ammirando l’oggetto. Rimanendo ancor più stupefatto nel vedere che l’arma, a comando del cosmo del cavaliere, poteva trasformarsi in una sorta di frusta.

Hyoga impugnava invece due pugnali fatti a forma di tridenti, ed un po’ deluso si rivolse a Sapienza:

«Tridenti di cristallo? Reggeranno ad uno scontro con delle divinità?»

«Veramente sono di acqua cristallizzata. Il tuo cosmo e la mia essenza si sono combinati e hanno dato origine ad un ghiaccio particolare...» Sapienza prese uno dei due tridenti e lo scagliò fuori dalla casa del Sagittario ed invitò il saint a seguirlo all’aperto, insieme agli altri. Il tridente, nel luogo in cui si era conficcato, aveva cristallizzato tutto quello che era nelle sue vicinanze, come la tecniche di Hyoga, ma....

«Cigno, ora richiama la tua arma con il tuo cosmo. Basta l’intenzione.»

Il saint fece come gli era stato ordinato ed il tridente si sciolse in acqua che scivolando sul terreno ritornò in mano al proprietari riprendendo la sua forma originale. Hyoga rimase sbalordito insieme agli altri, mentre Sapienza sorrideva soddisfatto:

«Visto? Può mutare forma all’occorrenza ed essere recuperato con facilità se lanciato. Ed é praticamente indistruttibile come le armi in dotazione ai tuoi compagni, ma anche agli dei Olimpici. Quindi nonostante il nostro contributo non sarà una passeggiata.»

Ampiamente soddisfatto era invece Ikki, che impugnava una lancia a doppia punta che emanava bagliori rossastri:

«Fuoco solido! É una sensazione meravigliosa impugnare quest’arma, sembra viva!» e la Fenice iniziò ad armeggiare con la lancia.

«Fermo con quell’arnese ragazzo! Non vorrai incenerire tutto!» Coraggio frenò l’entusiasmo di Ikki prima che combinasse qualche danno.

«Ottimo, ora che siete stati equipaggiati a dovere potete partire»

«Quindi da ora in poi saremo soli? Sì, insomma, voi ve ne andate e tanti saluti! Giusto?» chiese Seiya

«Sì, ma veglieremo su di voi grazie alle armi che vi abbiamo donato» disse Speranza.

«Tramite le armi? E come farete?» intervenne Shun guardando la sua catena.

«Visto che le armi contengono parte di noi, e come se, in un certo senso, fossimo con voi» proseguì Purezza.

«E tramite le armi potremo comunicare a distanza, nel caso ce ne fosse bisogno» concluse Sapienza.

«Però, avete pensato proprio a tutto!» esclamò Shiryu.

«Magari...se ci fossimo riusciti non saremmo dovuti arrivare a questo punto e la guerra tra gli dei non avrebbe avuto origine.» sospirò Forza: «Nonostante il nostro grado, anche a noi le situazioni possono sfuggire di mano, ma cerchiamo di fare del nostro meglio.»

Nel frattempo, seduta in un angolo, Giustizia aveva studiato attentamente lo scudo dell’armatura di Atena, e confabulava tra se e se, cosa, che, cessati i mormorii e l’attenzioni alle nuove armi dei Sacri Guerrieri, catturò l’attenzione della dea:

«Vedo che trova interessante il mio scudo, Custode delle Leggi dell’Ombra» disse Atena avvicinandosi all’entità.

«Sì, credo di aver trovato il posto giusto dove collocare lo Specchio delle Anime».

«Lo Specchio delle Anime?»

«Lo specchio vi servirà per giudicare in modo retto gli dei che affronterete e vi permetterà di capire se è necessario sostituirli oppure no»

«E come?»

Giustizia tracciò con un dito un cerchio all’interno dello scudo, che si trasformò in una superficie nera e poi rivolse la parte riflettente verso Atena:

«Lo specchio ha la proprietà di riflettere solo le anime impure. Nel caso in cui l’anima invece è pura, come nel vostro caso, non vi viene riflessa nessuna immagine» spiegò la donna, mentre la dea rimirava la superficie liscia e vuota dell’oggetto applicato al suo scudo.

«Quindi nel caso gli altri dei venissero riflessi nello specchio, dovrei togliere loro i poteri? E tra l’altro in che modo?»

«In quel caso vi chiederei di cercare di convincerli a tornare nella retta via. Noi preferiremmo preservare la generazione olimpica e siamo ben disposti a concedere il perdono. Ma nel caso non ci fosse modo di farli ragionare...i poteri potranno essere risucchiati all’interno dello specchio tramite una chiave. Basterà inserirla nello specchio perché questo diventi il tramite con noi, che potremmo quindi riappropriarci dei poteri che abbiamo concesso alla divinità. A proposito Atena, avete con voi il pugnale? »

«Quale pugnale?»

«Quello che vi lasciai in dono. Deduco che non lo avete consegnato al destinatario.»Speranza guardò con aria di rimprovero Aiolos e Seiya, che fece spallucce: «Potrei sapere dove l’avete messo, visto che senza quello non possiamo nemmeno aprire il portale per farvi accedere alla sfera degli dei? E sarebbe un bel problema!!».

«Il pugnale è in mio possesso» Sion, il grande sacerdote era arrivato durante il trambusto della foggiatura senza che nessuno se ne accorgesse e, avendo ascoltato i discorsi, porse il pugnale ad Atena.

«Allora direi che si può procedere all’apertura del Portale di Nike! Sapienza a te gli onori» disse Speranza rivolgendosi al fratello.

«Con piacere! Atena, posso avere il vostro bastone?»

Il Bastone e il Pugnale: le chiavi dell’Olimpo.

Sapienza aveva chiesto e ricevuto il bastone di Nike da Atena. Dopo aver fatto uscire tutti i Gold Saint e Sion dalla casa del Sagittario, realizzò, con i fratelli, un cerchio al centro dell’androne del tempio. Impugnò con entrambe le mani il bastone della Vittoria e fece risplendere di luce le sue membra insieme alla altre entità. Dopo di ché colpì con decisione il pavimento dell’ambiente in cui si disegnò l’immagine luminosa della forma della punta del bastone di Atena, all’interno del cerchio creato dalle entità, che si allontanarono da esso:

Sapienza: «Questo è il Portale di Nike, che vi condurrà in quello che voi chiamate comunemente Olimpo. Per aprirlo basterà conficcare il pugnale, ovvero "la Chiave delle Porte del Cielo" al centro del cerchio luminoso. Di una chiave come questa, ma con fogge diverse, ne sono dotati tutti gli olimpici e servono loro per raggiungere la Terra. Atena, avendo scelto di vivere come mortale, reincarnandosi come gli umani, non l’ha più usata per svariati secoli e se ne è persa quindi la memoria del suo reale utilizzo.» E restituì il bastone alla dea.

«Forse avrei dovuto mettere al corrente della natura di questo pugnale i miei saint, ma non usandolo più l’avevo riposto tra i vari oggetti sacri conservati al Santuario, tra i quali Saga l’ha trovato e...bhe, il resto è storia. Ma come è venuto in vostro possesso?» chiese Atena.

«Anche queste chiavi le abbiamo forgiate noi su ordine del Fato, come i cloth divini. Quindi rispondo al nostro richiamo.» spiegarono Purezza e Speranza.

Atena, con i suoi cinque cavalieri, si portò quindi all’interno del disegno.

«Buona fortuna!» dissero le entità.

«Non vi deluderemo» rispose Saori e conficcò il pugnale nel pavimento.

Il portale si aprì con un fascio di luce e la dea e i cavalieri sparirono inghiottiti dal portale.

Quando la penombra ritornò sovrana nella nona casa Forza tirò le somme della situazione.

«Per ora è andato tutto bene. Da qui in poi siamo nelle loro mani. Io un candidato l’ho trovato nel caso ci fosse da sostituire qualcuno e voi?»

«Anch’io» Rispose Coraggio, mentre Sapienza e Giustizia aggiunsero.

«Noi, due»

«Come due? Ognuno di noi ha affrontato un cavaliere soltanto e non mi sembra che abbiate marchiato nessuno di quelli contro cui non abbiamo combattuto.» esclamò sorpreso Forza.

«Non solo i Saint di Atena hanno raggiunto altissimo livelli. Quindi ci siamo portati avanti sul lavoro. Mentre Speranza ha fatto la prima comparsa al Santuario, anche noi abbiamo fatto una visita ad altri due regni.» spiegò Sapienza.

«E voi, avete trovato qualcuno di vostro gusto?» chiese Coraggio a Speranza e Purezza

Speranza: «Io avevo già scelto la prima volta che sono venuta qui»

Purezza: «Ed io non sono arrivata in ritardo senza motivo»

«Quindi in totale abbiamo a disposizione otto umani. E se ce ne volessero di più?» Chiese Coraggio.

«Diamine, otto dovrebbero essere più che sufficienti! Anzi spero di non doverne usare nessuno! Comunque in caso contrario abbiamo ancora a disposizione i cinque con le armature sacre, anche se Atena, in quel caso, non sarebbe molto contenta!»

«Già, per quanto cerchi di non darlo a vedere, è molto legata a quei cinque» osservò Purezza.

«Fratelli, direi di non perderci oltre in chiacchiere e di tornare alle nostre mansioni nelle Alte Sfere» concluse Speranza e le sei entità scomparvero come erano venute.

Appena i Figli del Fato tornarono nelle Alte Sfere il sole ricominciò a splendere benigno su tutta la Terra. La pioggia cessò, il mare si calmò ed i fiumi ripreso il loro corso come la natura intera. Giorno e notte ritornarono ad alternarsi armoniose dettando i ritmi degli uomini.

Tutti i cavalieri avevano ripreso il loro posto nei templi tranne il saint di Libra, quello della Vergine e il Grande Sacerdote, che si sedettero sulle scalinate al di fuori della casa del Sagittario.

«A quanto pare sembra che le sei entità abbiano riportato all’ordine la natura. Anche se non hanno cancellato il disastri provocati dalla fase della guerra terrena degli dei» disse Doko, ammirando finalmente un’alba piena di speranza e attesa, ma con lo sguardo velato dalla tristezza al pensiero dei caduti e delle devastazioni.

«Le Alte Sfere hanno il compito di preservare l’equilibrio della Creazione e, nel nostro caso, anche le leggi spazio temporali della nostra sfera. Non è concesso l’oro d’intervenire sul passato. Possono solo aiutarci a costruire il futuro.» spiegò Shaka.

«Speriamo solo che anche le divinità ritrovino l’equilibrio e che la Grande Atena torni sana e salva» sospirò preoccupato Sion, guardando un cielo limpido e terso come non succedeva da diverso tempo.