Capitolo 12: Prova di forza

"Horn requiem", "Stringer fine", furono le ultime parole che i cavalieri sentirono pronunciare dai due musici, prima che il portale iniziasse a chiudersi, ma proprio in quel momento accadde qualcosa.

Un cosmo, dorato e caldo, quasi quanto quello di Botan, circondò l’apertura del piano di transito allungando la durata del varco.

L’impatto tra i due colpi sonori fu impetuoso, tanto da sbalzare i due avversari, proprio in quel momento, Real sentì un cosmo dorato e psichicamente potente, circondarli entrambi e difenderli, creando due varchi alle loro spalle. Fu proprio in questi varchi che i due nemici furono sbalzati.


Real cadde a terra, un terreno duro, non curato, dove sembrava crescessero molti alberi, "Tutto bene, cavaliere?", gli domandò una voce che riconobbe come amica, la voce di Kano del Pavone.

Il santo della Lira si alzò di scatto e vide tutti i suoi parigrado ed alleati intorno a lui, in qualche modo aveva oltrepassato il varco dimensionale.

"Ilew?", domandò il cavaliere d’argento osservando il varco che si richiudeva nuovamente, "E’ salvo, sulla Terra, ma salvo", gli rispose Reptile dell’Anaconda, "il cosmo che vi ha aiutato entrambi ha aperto un secondo varco proprio alle spalle del tuo avversario, salvando solo lui.

"Chissà chi ci ha aiutato?", si domandò il santo della Lira, prima di continuare insieme ai propri compagni il cammino, adesso attraverso un corridoio di querce.

Dagda era in piedi dinanzi al lago in cui la divinità che li guidava si era mostrata, "Comandante", esordì allora una voce a lui nota, "Dimmi, Ogma", rispose gentilmente la guida dei Tree Monks.

"I cavalieri sono giunti fin qui, superando e sconfiggendo tutti i soldati ed i messaggeri", spiegò lo sciamano dai grandi poteri.

"Non è esatto", tuonò la voce proveniente dal Lago, "Sommo Mannanon, che intende?", domandò con indifferenza il comandante dei Tree Monks.

"Il gruppo di nemici che ora vi troverete ad affrontare ha sconfitto quasi tutti i soldati ed i messaggeri, poiché ancora un soldato gli resta da affrontare, proprio su quest’Isola e poiché qualcuno ha impedito che l’ultimo cavaliere rimanesse intrappolato nella dimensione di transito insieme al musico", esclamò il dio, cambiando lentamente tono di voce.

Un cosmo potentissimo si espanse dalle acque, circondando completamente Dagda, il quale iniziò ad urlare per il dolore, "Dimmi, misero umano, chi ti dà il potere di decidere se, per salvare un tuo musicista per di più dagli infimi poteri, puoi graziare un nostro nemico?", tuonò la divinità.

"Ilew non sarebbe sopravvissuto allo scontro fra quei due colpi, il suo corno difatti si è frantumato, se non fossi intervenuto per salvare il mio musico lo avrei perso come ho perso gli altri guerrieri a te fedeli, sommo Mannanon, ho preferito graziare un nemico che perdere un combattente fedele, seppur ormai disarmato ed indifeso", balbettò Dagda, fra le urla di dolore.

"Sommo Mannanon, la prego lo liberi", esclamò Ogma, alzandosi in piedi.

Il cosmo della divinità marina scomparve, lasciando libero Dagda, che si appoggiò a terra, "Tutto bene, mio comandante?", domandò lo sciamano, "Si, amico mio", rispose la guida dei Tree Monks, "Se quei cavalieri supereranno anche il soldato della Quercia, richiama qui tutti gli esoterici, dovremo organizzarci", furono le ultime parole del comandante prima di svenire.

Il gruppo di eroi, intanto, continuò il suo viaggio lungo il corridoio naturale costruito fra le querce, "Skinir, quanto saremo lontani dal luogo in cui si trova il tuo maestro e questo fantomatico Dagda?", domandò Bifrost, correndo lungo il gran bosco.

"Non sono poi così lontani, sapete", esclamò una figura dinanzi a loro, "Oltre le mie spalle c’è la zona più pianeggiante dell’Isola, al centro della stessa troverete il lago dove risiede il dio Mannanon e dove Dagda aspetta che gli comunichi la vostra morte", spiegò il nuovo avversario.

"Tu sei il comandante dei soldati", esordì Daidaros, indicando l’imponente figura marrone, simile ai tanti alberi che lo circondavano.

"Si, sono Ioho della Quercia, colui che guidava i soldati fra i Tree Monks", si presentò il soldato, facendo un passo avanti verso i nemici.

Il soldato osservò i suoi avversari, "Tu", esclamò poi, "con l’armatura d’oro e l’aspetto massiccio, mi sembri ottimo come primo avversario", affermò, sfidando Golia.

"Primo avversario?", domandò il santo del Toro, "Certo, con te mi riscalderò i muscoli, i più possenti che un dio possa mai aver forgiato per un uomo", rispose Ioho, preparandosi alla battaglia.

Il cavaliere d’oro fece un passo avanti verso il nemico, ma una mano lo bloccò, "Lascia stare, Golia, non è un nemico degno di te, inoltre devo restituirgli un pugno, con gli interessi", sentenziò Zadra dello Scultore, ponendosi dinanzi al Tree Monk.

"Una donna? Vorresti combattere con me?", domandò Ioho, scoppiando a ridere.

Zadra non si curò della risata, anzi avanzò più ostinatamente, "Vediamo se sai anche combattere", esclamò la guerriera, invitando il nemico ad attaccare.

"Non userò nemmeno un milligrammo della mia forza, accontentati di morire per il volere del mio animale guida", avvisò il guerriero celtico, sollevando il braccio sinistro.

Gli artigli dell’orso ritratti sulle sue spalle brillarono di un colore acceso, "Arth arms", urlò il soldato.

Un’esplosiva ondata d’energia scaturì dalle sue spalle, gettandosi contro la Malefica Scultrice, che tentò di evitare il colpo, venendo però gettata a terra, ferita.

"Bel colpo, ma di scarsa potenza", lo derise Zadra, rialzandosi subito, "Forse mi hai slogato la spalla, ma niente di più", affermò offensivamente.

"Vediamo invece che riesco a farti io", affermò divertita la sacerdotessa dello Scultore, sollevando le braccia al cielo, "Grande Scalpello", esclamò poi, scatenando il proprio colpo contro il robusto nemico.

Ioho sollevò le braccia, pensando ad un attacco diretto, ma fu invece investito da una potentissima onda d’urto, che frantumò l’elmo del nemico, mostrandone il volto barbuto e rozzo.

"Che cosa?", balbettò Ioho toccandosi il volto, "Allora, sei ancora così sicuro di essermi superiore?", lo derise Zadra, "Tu con un colpo mi hai appena slogato una spalla, mentre io ti ho frantumato l’elmo", spiegò con tono offensivo.

Ioho digrignò i denti, "Prima ti frantumo l’elmo, poi ti spezzo ogni osso che hai in corpo", minacciò il soldato celtico, scattando in avanti, "Arth arms", ringhiò, ma stavolta Zadra fu più veloce ed evitò l’attacco del nemico, "Grande Scalpello", esclamò poi la guerriera, intenta in un salto.

Ioho, però, con uno scatto laterale riuscì a superare l’attacco dell’avversaria, "Non pensare che sia così facile uccidermi", fu la sua unica affermazione.

Il soldato superiore della Quercia, appoggiò le mani ai fianchi, "Ora ti mostrerò quale potere nascondo, donna, ed allora rimpiangerai di avermi sfidato", sentenziò minaccioso, mentre il suo cosmo si espandeva.

Era un cosmo appena percepibile, ma allo stesso tempo sembrava deciso ed immenso, "Impeto muscolare", urlò Ioho ed allora tutti videro l’assurdo cambiamento del nemico.

La corazza della Quercia si allargò, quasi scivolando via dal corpo del suo padrone, ma questo solo per alcuni secondi, poi sembrò quasi riprendere la forma di Ioho, cosa che accadde solo apparentemente, difatti non fu l’armatura a tornare alla posizione normale, ma il corpo del guerriero celtico aumentò, i suoi muscoli divennero il doppio, se non il triplo, rendendolo ancora più immenso e minaccioso.

Zadra, però, non sembrò affatto preoccupata dalla nuova forma del nemico, "Questo sarebbe il tuo grande colpo?", domandò con tono divertito, "Ora vedrai cosa so fare", ribatté Ioho con una voce ancora più profonda.

Il soldato della Quercia si gettò contro la sacerdotessa dello Scultore, raggiungendola alla velocità della luce e colpendola con un singolo diretto allo stomaco, al centro dell’armatura.

Zadra non distinse i movimenti di Ioho e fu gettata indietro di molti passi con un pezzo d’armatura danneggiata dal colpo del nemico. Se si fosse tolta la maschera, la sacerdotessa d’argento avrebbe notato il sangue uscirle dalla bocca, ma, tutti poterono lo stesso intuire la potenza di quel singolo diretto, capace di danneggiare le rinate vestigia d’argento.

"Bel colpo", si congratulò Zadra rialzandosi, "ma ora devo restituirti ben due pugni", sentenziò la sacerdotessa dello Scultore.

"No, lascialo a me", esclamò allora una voce nella folla di eroi.

Tutti si voltarono e videro Freiyr, re di Asgard, farsi avanti nelle sue divine e brillanti vestigia, "Ti prego, Zadra, non voglio che tu sia ferita da costui", esclamò il figlio di Siegfried, "Non si preoccupi, nobile Freiyr, costui non riuscirà a sconfiggermi, mi basterà poco per ucciderlo se è solo la forza la sua arma", spiegò la sacerdotessa.

"Sire, non si preoccupi per mia sorella", affermò Helyss, avanzando verso il figlio di Hilde, "Non vuole l’aiuto di nessuno, è fin troppo orgogliosa e determinata, ma oltre questi due difetti ha anche una dote, una grande forza e furbizia", spiegò la giovane Silver saint del Pittore, appoggiando gentilmente una mano sulla spalla del guerriero di Dubhe.

"Ha ragione mia sorella, sono determinata e forte", esclamò Zadra, preparandosi a combattere, "e non voglio l’aiuto né di nessuno di voi, amici miei, né dei soldati di pietra che so richiamare", concluse la sacerdotessa.

"Fai male", la derise Ioho, scatenando un montante nel vuoto.

Un’ondata di vento ed energia si scagliò contro la guerriera asgardiana, gettandola indietro di qualche passo, "Un tempo conoscevo guerrieri più potenti di te e sono quasi tutti morti, sai buffone pompato?", lo derise la sacerdotessa d’argento.

"Pregami di salvarti, invece di supplicarmi di ucciderti", tuonò il soldato celtico.

"Silenzio", urlò allora Zadra, "Non ho pregato dinanzi a Juliet l’arciere ed un coraggioso cavaliere sacrificò la vita per me, il povero Robin della Sagitta. Non ho cercato rifugio dinanzi al centimane che attaccò le fucine dei fabbri, ma non partecipai nemmeno alla battaglia, in cui caddero diversi guerrieri feriti e pensi che pregherò te di salvarmi? Non scherzare, piuttosto preparati a subire la tecnica del mio maestro", lo sfidò infine la sacerdotessa, concentrando il proprio cosmo.

La Malefica Scultrice pose le braccia dinanzi al petto, "Grande Fabbro che dall’alto ci guidi, ti prego ascolta le parole della tua allieva, concedimi la potenza di cui suppongo di essere degna, guida il mio pugno ed il mio colpo", urlò la guerriera di Atene, "Volcano’s rocks", concluse poi.

Una gigantesca ondata di fuoco e pietre si gettarono contro Ioho, che cercò di deviarli con i propri possenti pugni.

Un’ondata d’energia scaturì dal corpo del soldato celtico, che però non riuscì a bloccare l’attacco nemico, subendolo in pieno.

Le marroni vestigia della Quercia andarono in pezzi, Ioho volò a terra, sanguinante, tossì diverse volte, "Che gli succede?", domandò Bifrost, osservando l’asmatico nemico, che sembrava soffocare.

"Il cuore non regge l’implementazione muscolare, specialmente lo sforzo che ha fatto per salvarsi dall’attacco di Zadra, probabilmente gli avrà prodotto un infarto", spiegò Odeon, correndo a salvare il nemico.

Il soldato celtico sollevò le braccia, bloccando le mani del cavaliere d’oro, "Non scherzare, questo è il massimo che posso chiedere per la mia morte, cadere per la debolezza del mio cuore", balbettò in maniera confusa Ioho, "se mi salvassi, quella donna forse mi sconfiggerebbe, meglio morire per un infarto che per mano di una donna. Ho superato i miei limiti, ma voi non gioirete molto della mia morte, troverete i dieci esoterici lungo la vostra strada in questo bosco, preparatevi a morire", furono le ultime parole del Tree Monk della Quercia, prima di morire.

Zadra fu aiutata da Freiyr ad avanzare, i cavalieri non furono molto sorpresi dalle parole di Ioho, in fondo ne capirono l’assurdo ragionamento, quindi lo oltrepassarono.

I cavalieri uscirono finalmente al sole, gli sembrò quasi che fosse passato un anno dall’ultima volta che aveva visto la luce solare. L’ambiente intorno a loro era cambiato, non più le colline scozzesi, né un lungo corridoio di querce, ma nemmeno un piano di ombra e luce, bensì una gigantesca pianura, piena di bellissima alberi di varia forma e tipo.

I cavalieri notarono subito che la pianura si divideva in tre strade, due laterali ed una centrale, "Ci dividiamo?", domandò Myokas del Sagittario, rivolgendosi ai suoi compagni, "Si", rispose semplicemente Neleo di Hammerfish.

Dall’altra parte della pianura, Taranis, l’immenso guerriero coperto da un mantello, arrivò dinanzi a Dagda, "Sommo comandante, i cavalieri hanno superato anche Ioho", spiegò, "Ogma", esclamò allora la guida dei Tree Monks, "Riunisci qui tutti gli esoterici, dobbiamo organizzarci", chiese gentilmente con lo sguardo preoccupato.