Capitolo 18: La guerriera a cavallo

Odeon, Myokas, Botan, Lorgash, Rabat e Daidaros rimasero fermi, attendendo l’arrivo della misteriosa figura a cavallo, che avanzava verso di loro.

"Odeon, vai insieme a Rabat e raggiungi Ryo, occupati di curarlo, quando arriveremo da questo fantomatico Dagda penso che sarà utile l’aiuto di chiunque fra noi", ordinò il santo del Sagittario.

"Si, Myokas", concordò il cavaliere del Leone, indietreggiano insieme al Silver saint di Perseo.

Un fulmine, però, sbarrò loro la strada, "Dove credete di fuggire, cavalieri?", urlò la voce femminile di colei che sormontava il magnifico destriero, "Non vi permetterò di tornare indietro per finire Taranis", minacciò la nuova arrivata.

"Non è quello il nostro intento, guerriera, vogliamo solo aiutare il nostro compagno a raggiungerci, non dare il colpo di grazia al tuo", sentenziò Myokas, ponendosi dinanzi al bellissimo destriero dell’avversaria.

"Dunque sarai tu il mio primo avversario, cavaliere? Rivelati", esclamò la donna.

"Myokas di Sagitter è il mio nome, cavaliere d’oro della Nona Casa il mio titolo, ed il grande Seiya di Pegasus fu l’uomo che mi fece cavaliere e guerriero in nome di Atena", rispose il santo d’oro preparandosi alla battaglia, "e tu, guerriera, chi sei?", concluse.

"Non guerriera, ma cavaliere, tanto quanto voi e forse di più, sono Rhiannon del Fico, Tree Monk consacrata ai magnifici destrieri che galoppano sulle nostre terre e fedele seguace di Dagda, il sommo comandante di Scozia", si presentò l’avversaria, togliendo il manto argenteo che la copriva.

Vestigia d’argento la custodivano, come quelle di Taranis e Cernunnos, lunghi gambali stilizzati come stivali partivano dal piede e giungevano fino alle ginocchia, lasciando poi scoperta la bianca pelle su, fino alla cinta.

La corazza finiva, invece, in una breve gonna di lame, che raggiungeva e copriva la cinta. Il tronco ed il petto erano perfettamente difesi e denotati dalle sinuose curve dell’armatura, che seguiva ogni movimento della guerriera, permettendole così, maggiore agilità sul suo destriero.

Le spalliere rappresentavano due foglie di fico, mentre le coperture delle braccia, le teste di due cavalli stilizzati.

Sulla testa portava una corona, da cui scendeva sulla fronte una testa di cavallo stilizzata, posta sul naso, fra i suoi due bellissimi occhi verdi. I capelli, color del sole erano legati a coda di cavallo e scendevano sinuosi lungo l’elegante schiena coperta d’argento.

Non aveva altri segni di riconoscimento, se non il suo stesso bellissimo destriero bianco, che cavalcava senza bardature né controlli.

"Odeon, Rabat, andate", ordinò il santo d’oro, rivolgendosi ai due compagni, rimasti fermi alle sue spalle.

"Non provate a muovervi", ringhiò Rhiannon, ma uno sguardo di Myokas quietò la sua voce.

"Vuoi combattere, cavaliere d’oro, bene", esclamò la guerriera, mentre il cavallo si alzava in una maestosa impennata sulle zampe posteriori.

"Scendi da cavallo e combatti", propose allora l’allievo di Seiya, invitandola combattere, "No, il mio destriero è parte di me, combattiamo sempre insieme", ribatté il cavaliere, espandendo un cosmo carico elettricamente.

"Ci serve più spazio allora", affermò con un sorriso soddisfatto il santo del Sagittario, alzandosi in volo.

"Bene", esclamò la guerriera, indietreggiando con il cavallo fino ad una zona più ampia della radura.

I due cavalieri si incontrarono proprio in quello spazio incredibilmente ampio, erano ora l’uno davanti all’altra, pronti ad affrontarsi in uno scontro furente.

Rhiannon alzò il braccio sinistro e sul palmo della sua mano apparvero dei fulmini, ma ciò che maggiormente stupì Myokas fu che con la mano destra, la guerriera accarezzava gentilmente la criniera del suo cavallo.

"Ami molto quel cavallo, vero?", domandò incuriosito il santo d’oro, "Non è di tuo interesse, cavaliere", esclamò la guerriera, prima di scatenarsi in un attacco.

"Knight running attack", urlò Rhiannon, aprendo la mano sinistra dinanzi al nemico.

I fulmini che prima conteneva nel pugno si scatenarono, dirigendosi contro il suo avversario. Dieci saette si diressero contro Myokas.

Il custode della Nona Casa saltò indietro con grande agilità, evitando due dei dieci fulmini, quindi con degli spostamenti laterali, superò altri quattro frecce elettriche, in seguito, alzandosi in volo riuscì a salvarsi dalle due saette che puntavano in pieno petto.

Gli ultimi due fulmini furono abilmente evitati dal santo con un’abile cabrata volante.

Non bastò però questo per ridurre la determinazione della guerriera, che scatenò nuovamente lo stesso attacco, "Knight running attack", urlò Rhiannon, prima che Myokas passasse con facilità fra i dieci fulmini che lo attaccavano.

"Preparati al mio attacco, cavaliere", esclamò allora il santo d’oro, gettandosi in picchiata contro l’avversaria, "Sagitter’s fly", tuonò l’allievo di Seiya, diventando egli stesso un gigantesco fulmine che si gettava con determinazione e feroce contro il proprio nemico.

La guerriera dai capelli dorati fu sorpresa dall’attacco, ma non si perse d’animo: sussurrò qualcosa nell’orecchio del suo cavallo, quindi saltò in aria, diretta contro il santo d’oro del Sagittario.

"Presa del fulmine", tuonò il cavaliere del Fico.

I due avversari si incontrarono a mezz’aria, cadendo entrambi al suolo rovinosamente.

Diverse ferite si erano aperte sul corpo della bellissima cavallerizza, frutto dell’impatto con il campo elettrico creato da Myokas, ma anche il santo d’oro subì il colpo di Rhiannon, atterrando rovinosamente a terra, intrappolato in una rete di fulmini.

I due si guardarono in volto, "Puoi plasmare l’elettricità a tuo piacere, ti faccio i miei complimenti, guerriera celtica", esordì l’allievo di Seiya.

"Anche tu sei abile, cavaliere, riesci a controllare i campi elettrici, ricambio i complimenti", ribatté la Tree Monk del Fico, rialzandosi in piedi.

"Ti ho persino costretta a scendere da cavallo", si complimentò il santo d’oro, "Si, non avrei mai immaginato un attacco così furioso e poco preciso, non volevo mettere in pericolo il mio cavallo con quel tuo attacco in picchiata", concordò la cavallerizza.

"Ora, purtroppo, ti devo dire addio, cavaliere, poi andrò ad aiutare Taranis contro i tuoi compagni", esordì poi Rhiannon, "Sei sicura di poter vincere i miei tre compagni che sono rimasti lungo la tua strada?", incalzò Myokas, "Chissà, d’altronde si deve pur morire, anche se avrei preferito un altro luogo come mia tomba", ribatté con indifferenza ed una lieve tristezza la guerriera celtica, "Addio", concluse poi lei.

"Kab-ull Runs", urlò poi la guerriera. Dal braccio destro di Rhiannon si scatenò un gigantesco cavallo elettrico, che si diresse al galoppo contro Myokas, il quale non si spostò, subendo in pieno l’attacco nemico e cadendo a terra, apparentemente senza vita.

La ragazza si voltò ed emise un fischio. Dopo pochi attimi, il suo bellissimo destriero riapparve, avvicinandosi a lei e leccandole la guancia, "Anche io sono contenta di rivederti, mio bel cavallo", sussurrò lei, baciando sulla fronte l’animale.

"Andiamo, amico mio, il signore delle Guerre ha bisogno del nostro aiuto, prima elimineremo i guerrieri dalle dorate vestigia, poi lo salveremo, quindi, finalmente potremo chiedere a Dagda il congedo che meritiamo, vero mia unica luce?", domandò con le lacrime agli occhi la guerriera, rivolgendosi al proprio destriero, prima di risalirvi sopra.

"Combatti solo per abbondare il campo di battaglia, quindi?", domandò tossendo Myokas, mentre si rialzava notevolmente ferito.

"Sei ancora vivo dunque?", incalzò perplessa la Rhiannon, scendendo nuovamente dal suo destriero.

"Non per contraddirti, o sottovalutarti, guerriera del Fico, ma sono sopravvissuto a sei anni di allenamento con il grande Seiya, alla sfida per le vestigia del Sagittario, a due scontri con Belinda, la titana dalle sei Spade, al duello con il potente Anhur di Selkit, comandante dei Pharaons egizi, ed infine alla battaglia con Urano. Pensi che i tuoi fulmini possano fermarmi così facilmente?", ribatté soddisfatto il cavaliere.

"Fin troppe domande ci rivolgiamo, cavaliere", sbottò Rhiannon, preparandosi ad un nuovo attacco.

"Perdona la mia insistenza, guerriera, ma perché combatti se, da ciò che ho intuito, tu desideri solo abbandonare il campo di battaglia?", incalzò Myokas, "Perché solo così potrò reputare i miei doveri di Tree Monk esauriti", rispose semplicemente la ragazza, mentre un fulmine si disponeva fra le sue mani.

"Se è il dovere a guidarti e non la fede, allora temo che non mi vincerai mai, Rhiannon", esclamò il cavaliere di Atena, caricando il proprio pugno sinistro di una grande energia elettrica.

"Presa del Fulmine", urlò la guerriera, gettandosi contro il suo nemico, "Atomizer Thunder Volt", tuonò in tutta risposta il maggiore degli allievi di Pegasus, scatenando la propria versione del Meteor Fist.

La Tree Monk del Fico cercò di evitare la tempesta di fulmini che come sfere energetiche si dirigevano contro di lei, ma non vi riuscì, venendo travolta dal colpo nemico e gettata a terra.

"Rinuncia, cavaliere, non ti darò il colpo di grazia, ma non dovrai interferire di più nella nostra corsa contro Dagda ed il dio che vi guida", propose Myokas, ergendosi in tutta la sua potenza dinanzi all’avversaria.

"Dimmi, guerriero dalle dorate vestigia, sai cos’è la riconoscenza?", domandò allora Rhiannon, sorprendendo il suo avversario, "Certo, ne ho molta verso il mio maestro ed i miei compagni, che mi furono vicini durante le passate battaglie", rispose il santo d’oro, spiazzato dalla domanda della guerriera celtica.

"Io non sono mai stata portata alla riconoscenza, ero figlia di un misero pastore ed il mio unico piacere era cavalcare sua madre", iniziò a raccontare Rhiannon, indicando il suo fedele destriero, che ancora era fermo vicino al campo di battaglia.

"Lei si chiama Shea, era una bellissima cavalla, che però morì dando alla luce il mio attuale destriero, a cui non ho mai voluto mai dare un nome, dapprima per ripicca, ma adesso perché so che sarebbe solo un modo per mostrargli la mia superiorità nei suoi confronti, cosa per nulla vera.

Crebbi con questo cavallo, finché un giorno non il piccolo paese di montagna in cui vivevo fu assalito da un gruppo di banditi, solo l’intervento di Dagda permise a tutti di sopravvivere, e per primo a lui, il mio migliore amico, che non ero riuscita a salvare da sola. Il comandante dei Tree Monks mi prese nel suo esercito e mi fece allenare da un grande sciamano, Gwyddyon, e quindi mi diede queste vestigia", raccontò la cavallerizza, rialzandosi in piedi.

"Quindi devi a questi due uomini la tua riconoscenza?", affermò Myokas, cosciente di cosa volesse dire avere qualcuno di caro da salvare e un debito di gratitudine verso altri uomini.

"Non solo a Dagda che salvò il mio cavallo ed a Gwyddyon, che mi fu maestro, ma anche a tutti gli altri Tree Monks che mi furono vicini in questi anni, eccetto Macha, ma è una storia troppo lunga e spiacevole da raccontare quella dei diverbi fra me e la strega succube", rispose la guerriera celtica.

"Bene, se proprio vuoi questo, cavaliere, ci affronteremo di nuovo", sentenziò allora Myokas, preparandosi a scatenare nuovamente il suo Ryuseiken,

"Atomizer Thunder Volt", tuonò il santo del Sagittario, "Kab-ull Runs", ribatté l’esoterica del Fico, scatenando la potenza del cavallo energetico.

I due colpi corsero uno verso l’altro e si annullarono vicendevolmente, o almeno così parve inizialmente, ma alcune delle sfere energetiche di Myokas, invece, riuscirono a superare il cavallo di fulmini creato da Rhiannon e si diressero verso la guerriera stessa, investendola e gettandola nuovamente al suolo, ferita e con le vestigia ormai distrutte.

La Tree Monk non si diede però per vinta, non lo avrebbe mai fatto, troppo grande era la gratitudine che doveva a tutti i suoi compagni, non le interessava niente del dio che tutti chiamavano Mannanon, ma voleva ripagare Dagda per aver salvato il suo cavallo, i suoi parigrado guerrieri per averla accettata fra loro e Gwyddyon per averla addestrata.

"Knight running attack", tuonò, scatenando di nuovo i dieci fulmini simili a frecce.

"Mi dispiace doverlo fare, guerriera, ma dovrò finirti", esclamò il santo d’oro, prima di difendersi dal nuovo attacco nemico.

"Atomizer Thunder Volt", esclamò nuovamente l’allievo di Seiya, scatenando il colpo che gli aveva mostrato il suo maestro.

I dieci fulmini furono spazzati via dalla scariche energetiche del cavaliere d’oro, così anche Rhiannon, le cui vestigia argentee furono gravemente danneggiate dai colpi subiti.

Questa volta, però, non vi fu nessun albero a fermare la folle corsa della guerriera, lanciata lontano dal colpo del nemico e proprio allora accadde qualcosa di sorprendente: il bellissimo destriero si mosse, correndo lungo la strada, per fermare la propria padrona.

"Togliti, così verrai spazzato via, insieme a me", urlò allora Rhiannon, notando i movimenti del suo cavallo.

Qualcuno però impedì l’impatto fra i due, prendendo fra le proprie braccia l’esile corpo della guerriera e subendo in pieno la potenza residua del temibile colpo del nono cavaliere d’oro: Myokas.

Egli stesso subì il suo colpo e salvò la sua avversaria, che poi adagiò delicatamente al suolo.

"Tu ed il tuo cavallo siete legati da un affetto senza eguali, non meritate di essere divisi dalla morte, né di raggiungerla adesso, vivi, guerriera, e ritrova la tua felicità lontano da qui, il nostro scontro è finito", concluse il cavaliere d’oro, allontanandosi dall’avversaria.

Rhiannon svenne per le ferite subite e non poté vedere Myokas, colui che l’aveva sconfitta, far cenno ai suoi sei compagni di avanzare.

Il gruppo di santi di Atena, a cui si erano riuniti anche Rabat, Odeon e Ryo, avanzava verso il prossimo avversario.

Poco lontano, i god warriors guidati da Freiyr e Camus avanzavano lungo il sentiero di un fiume, senza trovare nemmeno la minima traccia di un nuovo nemico.

Medesima cosa non si poteva dire per i generali dei mari e Tok’ra, che percepirono chiaramente, dopo pochi passi una risata femminile estremamente crudele nell’area intorno a loro.

Anche Reptile ed i due santi d’argento la sentirono, "Presto, dobbiamo raggiungere gli altri", esclamò l’oracolo di Nettuno, seppur ferito.