Capitolo 41: Il segreto dell’Ottavo senso

"Dove sono andati?", si chiese Sekhmet di Bastet nell’ampia Torre nera, semidistrutta per il portentoso scontro di forza fra il santo di Virgo ed il Runouni del Cavallo, "Non vorrei sbagliarmi, ma hanno intrapreso un viaggio verso i sei mondi dell’oltretomba induista, di certo staranno combattendo nell’inferno della Dimenticanza, dove niente e nessuno potrà disturbare la loro battaglia", rifletté il cavaliere d’argento del Pavone, appoggiandosi alla parete, "l’unica cosa che possiamo fare è aspettarli", concluse Kano.

I due Pharaons si appoggiarono anch’essi alle mura rimaste, accettando di attendere.

Pochi attimi dopo, due figure apparvero nel luogo chiamato Dimenticanza, lì, fra i baratri del vuoto e la sulla mano di Buddha, un guerriero vestito d’oro e l’altro di Giada si osservavano studiavano freddamente.

"Dunque sei padrone dell’ottavo senso, Runouni", esclamò sorpreso Tok’ra, "Si, cavaliere d’oro, ho sviluppato questa conoscenza ultima durante gli anni passati in solitudine dopo essere stato abbandonato dal mio maestro", rispose Hyunkel.

"Quello che ha detto il santo del Pavone è stata una stupidaggine, cavaliere d’oro, e spero tu te ne renda conto", esclamò il Runouni del Cavallo, "Si, ho finalmente compreso il tuo fine, sei come me, niente di più, niente di meno. Vorresti semplicemente seguire gli ordini ricevuti, con la medesima freddezza ed il distacco che caratterizzavano il tuo maestro, ma non ti è possibile. Anch’io tempo fa, prima della guerra con Urano, mi sentivo logorato dai miei sentimenti, poi capii che quelli erano la vera forza che mi contraddistingueva e migliorava rispetto a Shaka, fu proprio Kaor a dimostrarmelo, durante la battaglia per incontrare Sheeva, Visnù e Kalì.

Anche tu, Runouni, sei legato ai tuoi sentimenti, l’aver addestrato con tanta malignità lo stesso Jango dimostra tutto ciò, non puoi negarlo, guerriero di Giada, anche se cerchi semplicemente di seguire gli ordini del tuo comandante, in tutto ciò che fai ci sono degli interessi personali", osservò con voce comprensiva Tok’ra.

Il guerriero di Giada accennò un sorriso, "Adesso capisco perché anche nel momento della morte Kaor parlava bene di te, sei stato un degno allievo del mio vecchio amico, chissà che sarebbe successo se fossi diventato io il Beast Keeper e lui il Runouni, forse tu saresti stato il mio degno successore e non il suo", rifletté con voce divertita Hyunkel, preparandosi a continuare lo scontro.

"Forse, guerriero del Cavallo, forse", concordò con voce quieta Tok’ra preparandosi anch’egli a continuare la battaglia.

Entrambi concentrarono nuovamente l’energia fra le proprie mani, espandendo la concentrazione generata dall’Om, "Dunque anche qui utilizzeremo tale colpo?", domandò beffardo il guerriero di Giada, "Si, espandiamo al massimo i nostri colpi, senza i freni che ci hanno fermato su quella torre", esclamò con tono di sfida il santo d’oro.

Le due sfere d’energia divennero così luminose ed intense da illuminare la mano della divinità asiatica, "Abbandono dell’Oriente", esclamò Tok’ra, "Nitrito dell’Oriente", replicò Hyunkel, scatenando contemporaneamente i due attacchi portentosi.

L’esplosione fu fragorosa, i due avversari volarono al suolo e l’intero oltretomba sembrò tremare sotto la potenza di quell’attacco, una potenza devastante.

"Sei proprio bravo, cavaliere d’oro, l’armatura del Cavallo di Giada è dilaniata solo a causa tua e dell’attacco che ho appena subito, sei davvero sorprendente", si congratulò Hyunkel rialzandosi.

"Nemmeno le vestigia d’oro della Vergine sono rimaste pienamente intatte dopo questo scontro, scalfitture hanno segnato la mia armatura, che era passata integra agli scontri con i titani, il gigante del vento, Urano ed il grande Mago celtico, Gwyddyon del Tiglio", replicò Tok’ra, rialzatosi e fermo dinanzi al nemico.

Hyunkel accennò nuovamente un sorriso, poi si tolse l’elmo, gettandolo al suolo, "Fin troppi complimenti e giochi abbiamo intentato finora, allievo di Kaor", esordì il Runouni, "basta prove di forza, basta miseri confronti d’energia, rivolgiamoci contro i nostri colpi ultimi", lo spronò il guerriero di Giada, "apri il cielo della Vergine sopra di me, forza, cavaliere", lo sfidò. "Io farò altrettanto con la mia ultima cavalcata", concluse Hyunkel, concentrando la propria energia.

Le mani del Runouni si richiusero in posizione di preghiera, la luce verde che contraddistingueva il guerriero di Giada si riunì intorno alle braccia, salendo poi verso il volto dell’allievo di Shaka, prendendo così la forma di un volto gelido e distante.

Il cosmo dorato di Tok’ra, intanto, circondò il proprio padrone, "Preparati, Runouni, perché ora il cerchio del cielo della Vergine si aprirà su dite ed io gli indicherò il tragitto. Tenbu Horin", avvisò il santo d’oro, aprendo i propri occhi violacei.

"Primo senso sparisci. Tatto", urlò il successore di Shaka, investendo con il colpo sacro della Vergine il nemico, che barcollò indietro, senza perdere la propria posizione d’attesa.

"Ora che la concentrazione di Virgo è incrinata, potrò superare le tue difese, successore del mio maestro", avvisò Hyunkel, espandendo il proprio cosmo, "Running Spirit", esclamò poi, lasciando esplodere l’attacco.

Gli occhi viola di Tok’ra videro un velocissimo destriero verde correre verso di loro, una scheggia che oltrepassò con incredibile facilità le difese sollevata dal colpo sacro di Virgo, trapassando da parte a parte il custode della Sesta Casa, il quale, però, non riportò alcuna ferita.

"Che cos’è successo?", balbettò il cavaliere d’oro, dopo alcuni secondi di smarrimento, "Non lo hai capito? Ti è stato portato via un senso", spiegò seccamente Hyunkel, riprendendo la posizione di prima.

Il cavaliere della Vergine non capì le parole del nemico, riusciva a vedere e percepire con tutti i sensi degli uomini, perciò lasciò esplodere di nuovo il proprio attacco, senza preoccuparsi delle conseguenze, "Secondo senso, va via. Vista!", urlò Tok’ra, colpendo nuovamente il nemico con il proprio attacco.

Nel lanciare il suo attacco, però, il successore di Shaka non percepì l’avvicinarsi del cavallo verde, che lo trapassò di nuovo, gettandolo al suolo.

Questa volta l’attacco ebbe effetto, costringendo il santo di Virgo al suolo, con il respiro affannato, "Che cosa mi hai fatto?", balbettò il cavaliere d’oro.

"Prima il sesto senso ed ora il settimo, ecco cosa ti ho tolto, mio giovane avversario. Non sensi terreni, che non fanno altro che acuire la conoscenza di se stesso, estraniandosi da ciò che ci circonda, bensì la forza ultima, ecco che ti ho rubato. Prima il sesto, che permette di intuire un attacco, o la presenza di un nemico, se ben sviluppato e senza il quale non hai nemmeno percepito il mio cavallo raggiungerti la seconda volta ed ora il settimo, che ti impedirà di colpire con la massima potenza, infine, per te, l’ottavo, con cui riesce a muoverti liberamente qui nella Dimenticanza. Senza quell’ultimo senso, tu stesso resterai prigioniero del campo di battaglia in cui ci stiamo scontrando", spiegò Hyunkel, i cui occhi erano ormai spenti.

"Il sesto ed il settimo senso, fonte di forza per un cavaliere, di questo dunque mi hai privato? Ottima strategia la tua, degna di lode da parte di un nemico, superiore a qualunque mia immaginazione. Ora, però, non posso permetterti di recidere anche il legame tra la vita e l’oltre, l’ottavo livello della conoscenza", avvisò Tok’ra, rialzandosi a stento e riprendendo la posizione del sacro colpo di Virgo.

"Come speri di battermi, giovane cavaliere della Vergine? Nemmeno Shaka avrebbe potuto, da solo, dinanzi ad una tale tecnica, fare qualcosa di più che accettare la sconfitta, quindi, ti consiglio, di fare lo stesso", propose il guerriero di Giada, preparandosi a riattaccare.

"Si, da solo probabilmente il nobile Shaka avrebbe dovuto accettare la sconfitta, ma lui non era mai solo", esclamò allora una voce proveniente dalle ombre di quel luogo silente.

"Chi è là?", urlò allora Hyunkel, voltandosi verso l’oscurità, "Ogni allievo di Shaka aveva in se qualcosa di buono da dover sviluppare; Pavone e Loto dovevano calare la cresta e cogliere l’essenza stessa di uno scontro leale, cosa che non capirono nemmeno nel momento della morte, quando ancora cercarono aiuto nel loro maestro. Quiggon doveva trasmettere la propria determinazione e fede ai posteri ed i suoi insegnamenti, li stessi che lui ricevette da Shaka, vissero nell’ultima Messaggera dell’Era scorsa, Dafne, che li trasmise ai suoi successori, al figlio, agli uomini di Cartagine ed indirettamente a molti altri individui. Sesar doveva purificare l’armata di Ares, egli era riuscito a rendere un guerriero sincero ed onesto persino Warril, custode dell’Ascia e parte di questo lavoro era stato utile persino su Belbia. Kaor, invece, l’unico che non desiderava la guerra, doveva semplicemente continuare il verbo di Shaka e la dinastia dei santi di Virgo, uomini così vicini agli dei da conoscere il segreto ultimo dell’Ottavo senso. Medesimo segreto dovevi scoprire tu, Hyunkel, ma non ne sei stato capace, poiché, una volta conosciuta la potenza derivante dall’ultimo senso, non hai fatto altro che imparare a domarla e quietarla con questo colpo letale, ora il guerriero di Virgo di quest’era ti mostrerà ciò che tu stesso non hai imparato da solo", concluse la voce.

"Interessanti parole, le tue, ma chi sei?", esclamò Hyunkel, guardandosi intorno, "Colui con cui Shaka dialogò per tutta la sua infanzia, l’individuo che gli mostrò il segreto ultimo dell’Ottavo senso", spiegò l’entità.

"Quale segreto?", incalzò il Runouni del Cavallo, "La Trasmigrazione", rispose Tok’ra, intromettendosi nel discorso e lasciando esplodere il proprio cosmo.

Il guerriero di Giada era incredulo, l’avversario che poco prima barcollava stremato dinanzi a lui, privo di due dei sensi fondamentali per combattere, era ora in piedi, inoltre il cosmo, alimentatosi solo dell’ottavo grado della conoscenza, era ancora più ampio di prima.

"Come può essere?", si domandò il guerriero cieco e senza tatto, "Eri sconfitto ed ora ti presenti a me con forza ancora maggiore?", balbettò con voce preoccupata, "L’essenza ultima dell’Ottavo senso è la Trasmigrazione, che vuol dire?", continuò poi, dopo aver riflettuto alcuni secondi, il Runouni.

"Il fine ultimo dell’Ottavo senso non è agire da vivi nel mondo dei morti, ma perseverare nella vita anche dopo la morte, rendere la propria essenza, l’anima, se vuoi, non flebile e schiava di catene divine, bensì libera di agire e continuare a muoversi dopo la caduta del corpo. Questa è la Trasmigrazione, rendere il proprio spirito libero di evitare la morte, continuando ad esistere in altri modi e proprio questo riescono a fare i conoscitori dell’ottavo senso, che anche quando il resto della vita in loro è spenta avranno ancora uno spirito capace di affrontare nemici ed abbatterli, come ora, purtroppo, dovrò fare con te", spiegò Tok’ra, il cui cosmo continuava ad aumentare.

"Quale immensa potenza? Questo è dunque il potere di colui che ha superato per bravura persino Shaka?", domandò con un sorriso compiaciuto il Runouni, dinanzi al nemico, preparandosi all’ultimo assalto, "Sono onorato di cadere per mano tua, se è questo il mio destino, o di vincerti, se mi sarà concesso", esclamò Hyunkel, lasciando esplodere il proprio "Running Spirit".

Questa volta, però, la corsa del verde destriero fu fermata dal cosmo di Tok’ra, "Cielo della Vergine apriti in tutta la tua vastità contro il mio avversario e fai in modo che il nostro scontro si plachi nel modo meno doloroso possibile, spegni la vita nel suo corpo ora, con un singolo bagliore", invocò il santo di Virgo, "Tenbu Horin", esclamò poi, scatenando per l’ultima volta il proprio attacco.

L’ondata d’energia travolse il Cavallo da Battaglia, gettando il suo corpo al suolo, lentamente la luce che circondava il guerriero di Giada si spense, lasciando un simulacro vuoto nella Dimenticanza.

Tok’ra osservò per alcuni secondi quel cadavere, "Addio, Hyunkel del Cavallo, ultimo allievo di Shaka. Sono certo che ora il tuo spirito si sarà già riunito a quello del mio maestro Kaor di Byakko ed insieme, voi ed i vostri quattro compagni d’allenamenti, starete onorando, dall’alto del Paradiso dei Cavalieri, la memoria del nobile cavaliere di Virgo a cui sono succeduto nella difesa di Atena e del suo sommo Oracolo". Con queste parole il cavaliere d’oro della Vergine salutò il corpo del suo nemico, prima di ritornare nel mondo dei vivi, in quella medesima torre in cui i suoi tre alleati lo attendevano.

"Tok’ra, cavaliere, com’è andato lo scontro?", domandò preoccupato Kano del Pavone, "Tutto bene, amico mio, ora proseguiamo", rispose gentilmente il santo della Vergine, i cui movimenti, erano chiaramente sconnessi a causa dei colpi subiti, malgrado lui stesso lo avrebbe negato.

"Si, cavaliere di Atena, proseguiamo", concordò Anhur di Selkit, il comandante dei Pharaons egizi, aprendo il collegamento fra il castello e la torre, "un altro corridoio", osservò con voce annoiata il guerriero egiziano, prima di intraprenderlo con i propri alleati.

Un altro gruppo di guerrieri si dirigeva verso le stanze di Ate, per salvare Shaina.