Capitolo 47: Squalo contro Tigre

Gli ultimi due guerrieri di Giada erano in piedi, l’uno accanto all’altro, la Tigre ed il Drago, in silenzio osservava i loro nemici.

Fu Shishio ad interrompere il silenzio, sollevando l’indice destro ed iniziando ad indicarli, uno per volta, "Uno, due, tre", iniziò a contarli il Runouni del Drago Cinese, "Ventiquattro", concluse pochi secondi dopo, rivolgendosi al proprio parigrado.

"Già, ventiquattro, ma solo sei sembrerebbero non essere stati feriti da nessuno dei nostri soldati, o stupidi alleati", osservò Raizen con fare distaccato, "Dovremmo chiedergli se vogliono affrontarci prima o dopo la morte dei feriti secondo te, fratello?", incalzò Shishio, incurante dei cavalieri presenti dinanzi a loro.

"Runouni del Drago, perché non provi ad attaccarci, così vedrai di cosa siamo capaci anche se feriti", proruppe Real della Lira, ma l’individuo a cui si era rivolto non lo curò di nessun’attenzione, né, tanto meno, gli rispose.

"Ottima argomentazione, Shishio", replicò invece Raizen, anche lui incurante delle parole del nemico d’argento, "ma c’è un problema ancora maggiore, chi di noi combatterà per primo?", incalzò allora la Tigre di Smeraldo, "Direi, di fare come abbiamo fatto per decidere chi sarebbe andato nel Regno dei Mari e chi ad Atene, utilizzeremo lo stesso metodo", propose sibilino e divertito al qual tempo, il Dragone di Giada.

"Va bene", proruppe Raizen, distanziandosi di pochi passi dal parigrado.

"Che si vogliano attaccare fra loro? A tanto arriverebbe la loro sicurezza?", domandò con un filo di voce Golia del Toro, che con i compagni osservava stupito il dialogo fra i due Runouni.

Non accadde però, ciò che il santo d’oro immaginava, bensì i due alzarono il braccio destro e poi, con disgusto e sorpresa dei presenti, utilizzarono la "morra cinese" per scegliere chi dei due avrebbe combattuto per primo.

"Adesso basta, cavalieri di Giada!", urlò ad un tratto Endimon del Fagiano, "Pheasent Flap", invocò poi il Pretoriano di Venere, scagliando il proprio attacco contro i due, ma, con suo grande stupore, malgrado nessuno dei due si fosse curato di loro fino ad allora, bastò un movimento della mano di Raizen per annullare l’attacco.

"Non tentarci, Pretoriano, se vuoi morire basta chiederlo, ma le ferite che subisti sulla spiaggia hanno indebolito il tuo corpo e la mente, quindi saresti una preda fin troppo semplice per il Drago o la Tigre", minacciò Shishio, gettando il nemico al suolo con il solo sguardo.

"Non sono nemici da sottovalutare costoro", avvisò allora Tok’ra, aiutando il guerriero di Venere a rialzarsi, "Si, santo di Virgo, hai ragione", concordò Anhur di Selkit, "Avrei tanto voluto attaccarli, ma i cosmi che cercano di frenare sono fin troppo potenti da preoccupare persino me, sembrano quasi inumani", osservò preoccupato il Pharaon egizio, "Cercano di innervosirci, così da avere completamente il controllo dei prossimi scontri e ci stanno riuscendo a quanto pare", concluse Koryo di Seiryu.

Le parole del Beast Keeper furono però fermate dall’esclamazione di Shishio, un’esclamazione di sconfitta, prodotta per aver perso con il proprio pari.

"Sarò io il vostro primo avversario, cavalieri", esordì Raizen, pochi attimi dopo, voltandosi verso i propri nemici, "Chi di voi, illesi, sarà il primo ad affrontarmi? La Beast Keeper? Oppure uno dei due Gold Saints? Magari la Bilancia, oppure il Leone, nemico naturale della Tigre? Che ne dici, cavaliere d’oro, vuoi che le nostre zanne e gli artigli si scontrino?", domandò con tono di sfida il Runouni di Giada.

"Non sarà Odeon il tuo avversario e nemmeno Ryo, né, tanto meno, mia sorella Esmeria", esordì una voce dal gruppo, "No, Runouni della Tigre, non cercare il tuo nemico fra caste a te ignote, poiché sarò io ad affrontarti per primo, per vendicare la caduta di Argo, ucciso per tua mano in un duello presso la colonna del Pacifico del Sud", esordì Kain di Shark, facendosi avanti verso Raizen.

"Dunque preferisci che sia lo Squalo il primo ad assaggiare la ferocia della Tigre?", domandò di rimando il guerriero di Giada, "No, sarà piuttosto la Tigre a dover subire il morso famelico dello Squalo", replicò con tono di sfida il figlio di Ikki.

Raizen sorrise a quelle parole di sfida, "Bene, però, se permetti, preferirei un altro campo di battaglia, piuttosto che questo luogo ameno e stretto", propose il Runouni di Giada, mentre il proprio pari gli passava l’elmo, rappresentante le fauci della fiera.

"Certo, guerriero, accetto volentieri un campo di battaglia più adatto per scatenare la nostra potenza", concordò il mariner di Shark.

Raizen, allora, invitò l’avversario a seguirlo all’interno dell’altra sala, quella dove i due Runouni avevano atteso fino ad allora, e lì, Kain vide una piccola scala, su un angolo, che saliva verso una botola, aperta.

"Prego, mariner, sali pure. Non ti preoccupare, non ti attaccherò durante la salita, né Shishio alzerà la mano verso di te. Per quanto possa essere possibile, la Tigre di Smeraldo ama sempre giocare singolarmente e lealmente con le proprie prede", spiegò quietamente Raizen, salendo per primo le piccole scale ed uscendo dalla botola.

"Amici, attendetemi qui", propose il figlio di Ikki, "Non ti preoccupare, quando tu morirai, il tuo cadavere sarà gettato di sotto da mio fratello e poi, uno di loro salirà per farti compagnia nell’Ade. Questo almeno finché non sarete dimezzati, poi toccherà a me combattere", spiegò allora Shishio, tornando a sedersi.

"E se noi ti attaccassimo adesso, Runouni di Giada, mentre il nostro alleato combatte? Per soccorrere la nostra Somma Sacerdotessa?", incalzò allora Odeon di Leo, "Non potete permettervelo, cavalieri d’oro, sia per l’onore che tanto vi è caro, sia perché non vi darei di certo facile passaggio, anzi, rischiereste di morire prima che il tempo a vostra disposizione sia completamente perso", rispose il Dragone di Giada, "E comunque non c’è da preoccuparsi, avete ancora un’ora ed un quarto per salvare la vostra sacerdotessa", sogghignò il nemico, prima di rilassarsi.

Fino quel discorso, Kain iniziò a salire le scale, "Fratello, attento", furono le uniche parole di Esmeria al fratello maggiore, "Non ti preoccupare, sorella mia, e nemmeno voi abbiate preoccupazioni, amici, finirò presto, così potremo continuare la corsa contro Ate", concluse il primogenito di Ikki, prima di uscire dalla botola.

Una volta fuori, Kain si ritrovò sul tetto del castello, uno spiazzo immenso, anch’esso costituito da mattonelle nere, ma senza soffitto, il cielo sarebbe stato di quello scontro. Con grande sorpresa del mariner, se all’interno vi erano dei muri, all’esterno del Maniero non vi era delle differenze di altezza fra una pavimentazione e l’altra, era tutta una grande superficie, così ampia da permettere ai due nemici di tenersi a grandi distanze fra loro. Kain poté persino intuire che dietro la sala dove ora Shishio era seduto, vi fosse una gigantesca ed unica stanza del trono in cui, di certo, Ate attendeva insieme ai suoi cinque guerrieri resuscitati ed a Shaina, ma con sua grande sorpresa, il mariner capì che vi era anche una piccola stanzetta, probabilmente creata in un secondo momento, che appariva, dal tetto, come un bozzo nella costruzione.

"Di certo sarai sorpreso da quell’orrore architettonico", esordì Raizen, seduto a decine di passi dal nemico, "diciamo pure che è la stanza che, chi ci comanda ha richiesto per se al momento dell’accordo con la dea dell’Ingiustizia", spiegò il Runouni con tono divertito, alzandosi in piedi.

"Cosa speri di fare da quella distanza, guerriero di Giada? Avvicinati, così che lo scontro possa iniziare", propose allora Kain, distogliendo l’attenzione dalla stanza laterale e dalle parole del nemico.

"Non ti preoccupare per me, ragazzo, mi avvicinerò quando sarà necessario, inoltre lascio a te la prima mossa, se ti serve, puoi avvicinarti tu", propose con tono derisorio la Tigre di Smeraldo, "No, non serve, perché in un campo così ampio il mio attacco sarà ben più forte del normale", spiegò con voce decisa il figlio di Ikki, espandendo il proprio cosmo luminoso.

"Galaxian explosion!", urlò il Generale dei Mari, scatenando l’Esplosione Galattica che tanti nemici, negli anni e con i diversi padroni, aveva sconfitto.

L’attacco energetico volò alla velocità della luce contro il nemico, con tutta la furia di cui era dotato, ma, si disperse nell’aria, oltrepassando le mura del nero castello e disperdendosi nel cielo.

"Tiger Cross", sentì, in quello stesso momento, Kain, urlare alle sue spalle, mentre sul pettorale si aprivano tre linee verticali, che andavano incontrandosi con sei orizzontali, così da fare un gigantesco taglio a croce sullo scale dello Squalo, costringendo il mariner a chinarsi su se stesso per la ferita riportata.

"Queste vestigia dei mari si tagliano come il burro, non pensi anche tu?", domandò beffardo Raizen, che ora si trovava alle spalle del nemico, "Come sei arrivato qui?", domandò sorpreso il figlio di Ikki, voltandosi ferito.

"Davvero non avevi ancora capito le mie doti? Eppure tu devi aver visto il corpo di Argo. Come pensi che abbia distrutto tutte e cento le sue fruste, se non muovendomi ad una velocità doppia rispetto a quella della luce?", domandò beffardo il Runouni di Giada.

"Doppia rispetto a quella della luce?", ripeté sorpreso il mariner di Shark.

"Esatto, ragazzo, una velocità superiore a qualsiasi altra, che in pochi possono raggiungere", sogghignò il guerriero nemico.

"Puoi essere veloce quanto vuoi", esclamò Kain, "ma a questa distanza ti prenderò di certo", avvisò il mariner, lanciando di nuovo l’Esplosione Galattica, con tutta la potenza di cui era padrone.

"Errore, generale, semplicemente mi costringi a movimenti più repentini", sussurrò una voce dinanzi allo Squalo d’Oro, "Tiger Cross", sentì poi urlare, ma quando il mariner cercò di bloccare i sei fendenti con le proprie mani, sentì già il dolore soffocarlo e fu quindi costretto ad inginocchiarsi ferito.

Quando si voltò, il mariner poté vedere le mani del proprio nemico sporche del suo sangue, "Mi deludi, generale", lo ammonì allora il Runouni, "non sai delle conoscenze base della fisica?", domandò beffardo, "Quali?", ringhiò nel dolore il figlio di Ikki.

Raizen si voltò, incrociando lo sguardo nemico, "Semplice, ragazzo, che il suono della mia voce arriverà sempre dopo i miei movimenti, poiché si tratta di una velocità inferiore a quella della luce e quindi anche a quella contro cui ti stai scontrando adesso. Inoltre, la velocità di cui sei padrone ti permette di far vedere a chi non la conosce, solo parte dei tuoi movimenti, mentre quella che io padroneggio, mi permette, contro chi non ne è padrone, di rendermi a lui completamente invisibile", spiegò il Runouni, preparandosi ad un nuovo attacco.

"Vedremo se vi riuscirai di nuovo, guerriero di Giada, questa volta cercando di evitare non un’esplosione, bensì il limbo del tempo", avvisò Kain, disegnando un triangolo d’oro fra ed il proprio avversario.

"Golden Triangle", urlò il mariner, scatenando il varco dimensionale dinanzi a se.

"In alto", disse poi tra sé, il generale dell’Atlantico Settentrionale, saltando verso il cielo, "Galaxian Explosion", incalzò il mariner, scatenando il colpo sopra il proprio capo.

Sembrò quasi che una stella cadesse, dopo aver percepito quell’attacco, "Complimenti, generale, ma non è abbastanza", sussurrò una voce sopra Kain, la voce di Raizen, "Khan Torpedo Attack", urlò poi il Runouni.

In quel preciso momento, il figlio di Ikki si sentì come rapito in una spirale di vento, una specie di tornado, che stava scendendo sotto di lui, e che lo attirava a se.

Grande fu la sorpresa del mariner che quello non era un tornado, bensì le gambe di Raizen, che lo colpirono in diversi punti, producendo delle ferite taglienti su tutto il suo corpo e danneggiando vistosamente la scale dello Squalo.

Entrambi i combattenti ricaddero al suolo, Kain era a terra, vistosamente ferito, mentre Raizen, in piedi, aveva una ferita molto vistosa al petto, un danno all’armatura di Giada, ma era ancora in piedi.

"Non posso che farti i complimenti, generale, sei riuscito a darmi una sola via d’uscita e mi hai colpito in quel preciso momento, sorprendente, ottima strategia", si complimentò il Runouni, toccandosi la ferita.

"Adesso, però, dobbiamo finirla con i giochi, guarda la tua armatura e dimmi se pensi davvero di poter continuare a tenermi testa in uno scontro", concluse la Tigre di Smeraldo, il cui tono di voce era lentamente cambiato, da spavaldo e deciso, a rispettoso e gentile, una cosa che anche Kain aveva notato.

"Mi dispiace, guerriero di Giada", esclamò il figlio di Ikki, rialzandosi, "ma non posso cedere il passo così facilmente, sia per il dovere di vendicare Argo, sia per tutti coloro che nelle passate battaglie hanno avuto fiducia in me, grazie a loro molto spesso sono sopravvissuto", spiegò il generale dei Mari, espandendo nuovamente il proprio cosmo.

"Bene, generale, allora, in onore di queste parole, non scapperò dinanzi alla prossima esplosione, bensì ti finirò con la furia della Tigre Assoluta", concluse con tono deciso e rispettoso il Runouni.

Kain non capì cosa intendesse dire il suo avversario, ma espanse il proprio cosmo, "Rispetto il tuo gesto e per onorarlo utilizzerò qualcosa di più potente persino dell’Esplosione delle galassie", replicò il mariner, concentrando l’aura dorata che possedeva.

"Shark Bite", invocò il Generale, "Kofuku Zetto", replicò il Runouni.

Un’energia superiore a quella dell’Esplosione Galattica proruppe dalle sue mani, una tecnica che più volte aveva segnato la vittoria del figlio di Ikki, ma che stavolta si trovò dinanzi un nemico diverso dagli altri.

Raizen, infatti, chinandosi sulle gambe, utilizzò la furia del colpo nemico per darsi lo slancio verso l’alto e con due montanti roteanti e delle scariche elettriche, travolse l’avversario, venendo, però, anch’egli travolto dall’energia del colpo nemico.

I due nemici volarono alti nel cielo.

Kain aveva una profonda ferita al petto, un taglio da cui cadeva copioso come pioggia il sangue, mentre Raizen aveva le vestigia distrutte in più punti e diverse ferite, tutte abbastanza gravi.

Quando caddero al suolo, i due non vi rimasero per molto, anzi, si rialzarono di scatto, pronti a ricominciare lo scontro.

"Ti arrendi, generale?", domandò con un filo di voce il Runouni, "No, è perché dovrei, guerriero di Giada, anche il mio ultimo colpo è andato a segno", replicò il mariner, riprendo la posizione di battaglia.

Lo scontro fra Squalo e Tigre continuava.