Capitolo 25: Gratitudine

Era da pochi attimi arrivato alla seconda casa Tethra, quando percepì una coppia di cosmi avvicinarsi velocemente.

Il guerriero celtico sposo di Nemain scese da cavallo, "Allontanati, destriero, qui mi saresti solo d’impiccio", ordinò all’animale, lasciandolo tornare indietro, verso le case inferiori, pochi attimi dopo arrivarono due figure dinanzi al servitore di Morrigan.

"Tu? Quale piacere combatterti di nuovo", esordì Tethra, riconoscendo Bifrost, "hai portato un cieco per aiutante?", domandò poi, sollevando la propria spada, "No, guerriero scozzese, egli è Real della Lira, un santo di Atena che ha dato la vista per sconfiggere una delle Tre Furie, vuole semplicemente difendere le terre consacrate alla sua dea", spiegò il god warrior di Megrez, congiungendo le mani dinanzi a se, "Hororo Ken", invocò poi, mentre la spada d’ametista si combinava attraverso l’ametista intorno a lui.

I due guerrieri si avvicinarono, "Cavaliere d’argento, te ne prego, permettimi di affrontarlo per primo e da solo", propose Bifrost, "Con costui ho un conto da saldare, una battaglia che ieri non abbiamo concluso", spiegò il god warrior, "Fai pure", concordò Real, che seguiva i movimenti dei due sfidanti dai suoni che essi emettevano.

I due sfidanti si lanciarono uno contro l’altro e le spade brillarono nell’aria, producendo scintille lampeggianti ogni volta che entravano in contatto. Con un agile salto Bifrost evitò poi un affondo di Tethra, per cercare di raggiungerlo alla testa con un movimento scoordinato della spada, senza riuscire, però, nel proprio intento. Il semidio celtico, a sua volta, parò più volte gli affondi nemici, deviandone la traiettoria, per poi cercare di usufruire degli angoli morti, superabili con la spada ed utili per raggiungere il nemico in tutti i punti vulnerabili la difesa nemica, il fratello di Alberich, però, risultò essere altrettanto accorto nella difesa, movendosi con agilità, spostava di continuo il proprio asse d’equilibrio e la posizione del corpo, chiudendo sempre gli spazi lasciati indifesi dinanzi all’avversario.

Alla fine, però, le due lame si scontrarono, "Adesso basta giocare, ragazzo", esclamò Tethra, dividendo a metà l’arma nemica, così da spezzarne l’estremità tagliente, per poi roteare su se stesso, conficcando, in seguito, la propria spada nell’avambraccio destro di Bifrost, "Pienamente d’accordo", sussurrò il guerriero di Asgard, espandendo il cosmo violaceo.

"Ametist Shield", urlò poi, mentre le brillanti schegge del minerale si componevano sul suo braccio, intrappolando la spada nemica, "Ora come farai ad utilizzarla?", domandò il God warrior, mentre l’arto e l’arma sembravano quasi fondersi un’unica costruzione di ametista.

"Sei pronto persino ad un tale sacrificio? Complimenti per la determinazione, ma non basterà per fermarmi", replicò con decisione Tethra, estraendo la spada con un singolo e deciso gesto, così da allargare la ferita sull’avversario.

L’ametista fermò il proprio avanzare sul corpo del suo padrone, evitando così di infettarne la ferita, ed allo stesso tempo il cosmo di Tethra liberò la spada dalla trappola progettata per imprigionarla, "Sei stato ardito e pronto al sacrificio, guerriero del Nord, ti faccio i miei complimenti, ma ora non ti sarà tanto facile usare la tua arma, nemmeno ricreandola, poiché il danno al braccio è troppo grave per duellare alla pari", osservò con rispetto il semidio celtico.

"Hai ragione, Tethra, di certo con un braccio ferito non ti potrei essere pari nella lotta, ma non per questo ti lascerò passare verso i templi superiori, dove si trovano i feriti più gravi, anzi, ti mostrerò l’ultimo segreto del casato dei Megrez", lo avvisò il fratello di Alberich, sollevando le braccia al cielo.

"In nome dell’antico casato dei Megrez, vi richiamo al mio servizio, anime della natura, seguite la volontà cui siete asservite e raggiungete il nemico che mi si pone dinanzi", invocò il god warrior di Megres, "Neka Yuri Ken", urlò poi, scatenando la potenza di quell’antico attacco.

Tethra osservò l’aria stessa prendere consistenza, diventando sfere d’energia che come dirette da una volontà superiore si diressero contro di lui.

Il guerriero celtico evitò alcune di quelle sfere, ma si trovò lentamente circondato, senza trovare via d’uscita dinanzi a quel colpo nemico, allora lo sposo di Nemain non poté far altro che espandere il proprio cosmo, circondando con una luce marrone la propria spada, che sollevò poi verso l’alto, creando un semicerchio dinanzi a se, "Taglio distruttore", invocò il guerriero, lasciando esplodere un singolo fendente con una potenza tripla rispetto a tutti quelli precedentemente scatenati.

L’ondata d’energia travolse tutte le sfere energetiche, annullandone, per dirigersi poi contro Bifrost, che sarebbe di certo stato travolto se qualcosa non avesse distratto il semidio celtico, il cui attacco andò a distruggere semplicemente una parete della Seconda Casa dello Zodiaco, mentre il god warrior si trovava al sicuro, sulla sinistra del nemico.

"Quando ti sei spostato, cavaliere?", domandò sorpreso Tethra, "Non si è spostato, tu hai deviato l’attacco perché la concentrazione nel lanciarlo ti ha fatto cadere nella mia trappola musicale", avvisò allora Real, intromettendosi nello scontro, "Tu, giovane cieco?", esclamò sorpreso il semidio, "Esatto, io, ti ho superato in furbizia ed ora occupo il posto di questo amico in battaglia", affermò con tono deciso il santo d’argento, iniziando la propria melodia.

Tethra era fermo dinanzi al nemico, "Se pensi che l’attesa sia un segno di rispetto verso la mia momentanea cecità, guerriero celtico, sbagli, così mi dai solo la possibilità di colpire per primo, perché riesco già a distinguere le ombre, perciò non abbia bisogno di questi bonus esterni", lo ammonì Real, iniziando a suonare la propria arpa.

"Stringer Fine", cantò il santo d’argento, scatenando l’attacco sonoro che sapeva far prorompere dal proprio strumento musicale. Questo colpo, però, non sembrò essere sufficiente per sconfiggere il semidio celtico, il quale, con un agile salto, evitò il colpo lanciatogli contro per dirigersi in picchiata contro il cavaliere della Lira.

Un singolo fendente d’energia proruppe dalla lama, meno potente del precedente, ma abbastanza preciso da recidere la testa del santo di Atena, se l’avesse raggiunta.

"Glory song", invocò il cavaliere discendente da Orfeo e la barriera sonora che più volte aveva usato dallo scontro a Tir Na Nog, si alzò in sua difesa, deviando l’attacco nemico, che riuscì solo in parte a raggiungere Real, producendogli una lieve ferita sul volto.

Tethra atterrò a lato del nemico, "Sembri molto bravo, malgrado la cecità riesci a seguire i miei movimenti con i suoni che produco, giusto?", domandò il semidio, "Esatto, la mia lira non mi distrae dal seguirti, non potrai certo prendermi di sorpresa usufruendo di questa momentanea debolezza del corpo che ho adesso", avvisò con voce quieta il santo d’argento, "Non ne sarei tanto convinto", replicò con altrettanta tranquillità il semidio.

Tethra lanciò la propria spada contro Real, che, con un veloce movimento laterale evitò di essere trafitto dall’arma nemica, ma, nel momento stesso in cui si spostava, il santo d’argento sentì una mano stringergli il collo, "Immaginavo che se quella barriera sonora riesce a deviare gli attacchi energetici, non avrebbe potuto fare altrettanto con quelli fisici, ma che nell’evitare la spada ti dovessi concentrare solo sul suo suono era solo una speranza, ben risposta, sembrerebbe che avessi ragione", esordì il semidio celtico, sollevando il corpo del nemico e schiantandolo al suolo.

"Ora, giovane santo di Atena, capirai che quella di prima non è stata pietà nei tuoi confronti, bensì un gesto di lealtà, conoscendo quali erano le mie capacità di semidio, in confronto a quelle di due mortali, entrambi feriti", lo ammonì Tethra, sollevando il pugno, pronto a finire l’avversario.

In quel momento un terzo cosmo si presentò nella Seconda Casa, "Un nuovo nemico giunge a me?", sussurrò sorpreso il semidio, voltandosi e vedendo Ilew del Salice, ora fermo sulla soglia che conduceva al Tempio dei Gemelli.

"Ti consiglio di lasciar andare il santo della Lira, poiché ora dinanzi a te vi è un nemico che è ferito solo nell’orgoglio e che quindi sarà capace di mostrarti tutta la sua forza", avvisò il giovane Tree Monk, "inoltre, come te, anch’io sono di origini celtiche", concluse poi, osservando l’avversario con sguardo di sfida.

"Sei un guerriero dell’esercito nemico di Morrigan? Uno dei Tree Monks? Pensavo che solo quei due che mia moglie e sua sorella stanno affrontando fossero sopravvissuti, non sapevo che ce ne fosse un terzo, ma non penso che tu sia protetto dal simbolo del Faggio, vero?", domandò freddamente Tethra, sollevandosi e prendendo la propria spada.

"Esatto, semidio, io sono un semplice musico, un messaggero dell’armata celtica, e sono qui solo perché durante la battaglia a Tir Na Nog fui risparmiato dal cavaliere che ora stai cercando di uccidere", replicò Ilew, "Quindi vuoi restituirgli il debito?", replicò quietamente Tethra, "Esatto", concluse il Tree Monk, espandendo il proprio cosmo, "Ottimo", tagliò corto il nemico celtico, lanciandosi contro il giovane avversario.

Ilew impugnò il corno bianco con ambo le mani e, movendosi agilmente, riuscì a deviare l’attacco nemico, spostando con il proprio strumento la spada, dopo averla raggiunta nella zona piatta, per poi colpire con un calcio il guerriero celtico suo avversario, che barcollò in avanti per l’attacco subito.

"Non sperare di sconfiggermi così, semidio", esordì Ilew, "l’esperienza in battaglia non mi è più difetto, negli ultimi mesi, grazie a due grandi uomini quali Real e Koga, musicisti e combattenti come me, ho potuto assimilare molto sull’energia vera dei suoni e ho perfino perfezionato le mie tecniche, come ora scoprirai a tue spese", lo avvisò il giovane Tree Monk, espandendo il proprio cosmo. "Barie song", invocò il guerriero del Salice, prima di soffiare dentro il corno.

La nota che dallo strumento proruppe, risuonò in tutto il tempio del Toro, prima di sviluppare una figura energetica dinanzi a se, un gigantesco cinghiale bianco, che correva furioso contro Tethra, pronto a caricare l’avversario con l’immane energia che lo circondava.

"Sei abile come i tuoi due compagni, guerriero celtico, ma questo è più un limite che una qualità", osservò Tethra, espandendo il cosmo attraverso la spada, "Taglio distruttore", esclamò, lanciando il singolo fendente, che divise a metà il cinghiale energetico, senza però raggiungere Ilew, anch’egli salvato dalla musica di Real, "Deathtrip serenade", sussurrò proprio in quel momento il santo d’argento, "Ce la puoi fare, giovane Tree Monk", concluse poi, prima di allontanare le mani dalla lira.

"Grazie, amico mio, hai concesso un’altra possibilità ad un giovane che già ti deve molto nella sua crescita spirituale e fisica", osservò Ilew, ponendosi dinanzi al semidio, "Ancora quel trucco musicale", esclamò sorpreso Tethra, puntando l’arma contro il santo d’argento.

"Non un semplice trucco, ma una via per superare le tue difese, che sempre si abbassano nell’attacco", lo avvisò Ilew, espandendo il proprio cosmo, "Che intendi dire?", domandò il semidio, "Semplicemente che la prossima volta che utilizzerai quel colpo, potrebbe esserti fatale", lo minacciò il Tree Monk del Salice, "Tu sei pazzo", lo ammonì Tethra, "No, sono convinto delle mie capacità, o almeno di doverle dimostrare, quindi attaccami", lo sfidò infine il giovane guerriero celtico.

Ancora una volta Tethra espanse il cosmo creando un semicerchio con la lama, nel qual tempo Ilew circondò il proprio strumento con la candida aura che lo caratterizzava, "Taglio Distruttore", urlò subito dopo il semidio, "Horn requiem", replicò il Tree Monk del Salice, prima di iniziare la triste e possente melodia.

Il fendente energetico sembrò tagliare completamente il colpo sonoro del nemico, che però si ricompose subito dopo, apparendo inaspettato dinanzi a Tethra, che non poté evitarlo, subendolo in pieno sulla parte destra del corpo.

Nemmeno Ilew, impegnato nel lanciare il proprio attacco, riuscì ad evitare il colpo nemico, schiantandosi contro una colonna con le vestigia dilaniate all’altezza del petto, ora segnato da una gigantesca ferita sanguinante.

"Come ha deformato così quel suo attacco non lo so, ma devo ammettere che questo ragazzo è stato il migliore dei nemici finora affrontati", osservò Tethra, cercando di rialzarsi.

"Non ha deformato l’attacco, ma semplicemente aveva delle portate più ampie di quanto tu potessi immaginare, semidio", lo avvisò Real, rialzandosi a stento, "con il tuo fendente ti sei aperto un varco dinanzi a te, ma il suono triste del corno bianco di Ilew ti aveva ormai circondato ed è comunque riuscito a raggiungerti dove voleva", esclamò il Silver saint, pronto apparentemente a riprendere la lotta.

"Che intendi dire?", domandò sorpreso il guerriero celtico, prima di accorgersi che la sua mano destra era ormai dilaniata da una ferita che le aveva perforato il palmo, "Che cosa?", esclamò stupito, "Come avevo sospettato ieri", esordì allora Bifrost, rialzandosi anch’egli, "le tue membra non sono legate a Morrigan, come quelle della tua sposa, tu sei un semidio mortale", lo definì il god warrior, "e solo il sacrificio di questo giovane me lo ha dimostrato", concluse con tono triste, prima di richiamare la spada d’ametista fra le sue mani.

"Hai ragione, guerriero di Asgard, ma questo non ti darà la vittoria, ora cadrai, piuttosto, dopo il tuo alleato cieco", replicò con voce decisa Tethra, impugnando la propria arma con la mano sinistra.

Un singolo fendente partì, di inimmaginabile ferocia, diretto contro il santo d’argento, Bifrost cercò di lanciarsi in difesa del compagno, sollevando la Teca d’ametista, che però non riuscì a fermare il colpo nemico, che si schiantò con grande furia contro il primo corpo mortale che trovò sulla sua strada, decretandone la morte.

Grande fu la sorpresa di tutti quando Real si ritrovò il volto sporco di sangue, il sangue di Ilew, che, con uno scatto inaspettato, si era posto come scudo dinanzi al santo d’argento, "Ora posso dirmi felice. Come Koga ho saputo mutare la musica intorno a me, guidandone la volontà, come Ihi ho dimostrato valore in battaglia e come te sono stato capace di perfezionare le mie tecniche, inoltre, ti ho restituito il debito che aveva da quando mi hai risparmiato, amico mio", sussurrò con l’ultimo filo di voce il giovane Tree Monk, spegnendosi fra le braccia dell’uomo che aveva salvato.

I tre si guardarono con stupore per alcuni secondi, poi, Tethra prese la parola: "Andatevene, guerrieri, vi risparmio la vita in onore di questo giovane musico che si è sacrificato per riconoscenza", esclamò con voce determinata, "No", replicò Bifrost, "Cosa?", tuonò in tutta risposta il semidio, "Non posso abbandonare la battaglia, sarebbe un gesto di scarso rispetto verso Ilew, ti affronterò io, sposo di Nemain, finché avrò vita in corpo lo farò, per la devozione che ho verso chiunque dia la vita per i propri amici ed alleati", tuonò con voce decisa il god warrior, ricostruendo la spada d’ametista, pronto a quello che sarebbe stato il suo ultimo confronto con quel nemico.