Capitolo 3: Furie e Guerra

I santi d’oro erano rimasti in cinque dinanzi al possente nemico, quel Kronos, Horseman della Guerra, un essere antico, ma insieme dalla natura misteriosa e dal cosmo infuocato come un incendio.

"Forza, cavalieri di Atena, attaccatemi se ne avete il coraggio", li sfidò l’Horseman con un gesto della spada e subito, in tutta risposta, tre energie cosmiche esplosero dinanzi a lui.

"Siete pronti, cavalieri? Uniamo i nostri attacchi, come già contro alcuni nemici passati di origine divina", urlò Ryo di Libra, preparandosi ad attaccare.

"Rozan Hyakuryuha", invocò il figlio di Shiryu, "Aurora execution", aggiunse Camus dell’Acquario, "Lighting Plasma", concluse Odeon di Leo, scatenando la propria sfera d’energia combinata con le correnti energetiche alleate.

"Finalmente un attacco degno di questo nome", si complimentò il Cavaliere della Guerra, sollevando la propria spada e riempiendola del proprio cosmo infuocato.

La punta infuocata fu investita in pieno dalle zanne dei Draghi, combinati alla corrente delle Acque Divine ed all’energia luminosa del Leone, ma non ne fu distrutta, bensì, sembrò quasi ricaricarsi grazie a questa, per poi esplodere in direzione contraria, correndo verso i tre santi d’oro con una forza quadrupla rispetto all’inizio.

Nessuno dei tre santi poté fare qualcosa per evitare quell’attacco, simile ad una gigantesca onda di fuoco, che distruggeva rocce, lambiva l’aria e polverizzava qualsiasi cosa le si parasse davanti.

I tre cavalieri furono travolti da questa immane potenza, volando diversi gradini più in alto, vicino a Golia del Toro.

"Qualcuno vuole offrirmi degli attacchi migliori, oppure devo andare ad aiutare le Furie per trovare dei degni nemici?", domandò sarcastico il Cavaliere, voltandosi.

In quel momento, Kronos, sentì una forza potentissima bloccare i suoi movimenti ed un sorriso si dipinse sotto la nera maschera che ne copriva il volto.

"Dunque, donna, con questo attacco vorresti battermi?", domandò ironico il Cavaliere, girandosi a fatica verso Botan, il cui cosmo dorato si era espanso silenzioso ma immane.

"Chele del Granchio", sussurrò la Sacerdotessa d’oro, cercando di bloccare il nemico con la propria presa psichica.

"Bel trucco, mortale, ma devi capire che non basterà una semplice stretta compiuta con la mente per abbattermi, io sono Kronos, la Guerra, dinanzi a me le donne urlavano disperate mentre toglievo loro la vita, perché certe che anche la loro prole avrebbe fatto la stessa fine, in tante avrebbero voluto, nei secoli, fermare le mie avanzate, ma mai nessuna vi è riuscita, pensi che tu, guerriera di Atena, avrai più possibilità?", domandò il Cavaliere, lasciando esplodere il cosmo infuocato, che ne liberò i movimenti, permettendogli di avvicinarsi a Botan e, nello stesso tempo, sviluppando delle fiamme sulle mani della Saint di Cancer, che barcollò indietro, dopo alcuni secondi, stordita.

"Per te, si presenta un solo destino", minacciò l’Horseman, "la morte", concluse, sollevando la spada.

Un nuovo cosmo dorato, però, si intromise fra i due, soccorrendo la sacerdotessa d’oro e bloccando con la propria energia la spada avversa, era Tok’ra, "Che ne dici di combattere con me?", domandò con determinazione il cavaliere d’oro di Virgo, permettendo a Botan di allontanarsi.

Poco lontano, ai piedi del Grande Tempio, continuava la battaglia tra i santi d’argento e le Furie.

Solo Jacov di Southern Cross era in piedi, però, pronto a combattere le tre nemiche, i suoi compagni erano rimasti tutti storditi dal battito d’ali delle divinità vendicative.

"Non so come tu faccia, cavaliere di Atena, ma rimpiangerai profondamente di essere rinsavito dal battito d’ali delle Furie, parola di Megara, la Furia della Vendetta", minacciò la divinità ferita, mentre i suoi artigli brillavano di una luce oscura.

Ma il cavaliere d’argento non rispose alla sfida nemica, solo un freddo sorriso era dipinto sul suo volto deciso e serio.

"Nero Avvento", tuonò in quel momento Megara, lanciandosi contro il nemico, ma il giovane cavaliere proveniente da Kobotek fu più veloce dell’avversaria e si spostò alle sue spalle, concentrando poi il cosmo nelle mani, mentre allontanava la Furia con un singolo e deciso calcio sulle ali nemiche.

"Preparati, creatura infernale, ora proverai la fredda neve della Siberia, che proprio per il suo aspetto candido fu da tutti appellata come polvere di diamanti, un nome onorifico, noto anche sui campi di battaglia, attraverso la tecnica del passato Camus dell’Acquario, che fino a me è giunta", avvisò Jacov, iniziando dei movimenti con le braccia simili alle rotazioni di una croce intorno al proprio centro, "Diamond Dust", tuonò poi il santo d’argento, scagliando quel colpo che fu tanto utile a molti guerrieri prima di lui, fra cui il suo amico Crystal.

La Polvere di Diamanti travolse Megara, che non aveva fatto in tempo a rialzarsi in volo, subendo in pieno l’attacco nemico e cadendo contro una parete rocciosa alla sua destra.

"Ora, Furia, preparati a subire la potenza delle Stelle del Sud, la Croce che nell’Emisfero Australe troneggia è la mia, contrapposta, forse, per posizione a quella del Cigno nel cielo Boreale, ma di certo simile per potenza congelante, come potrai provare sulla tua stessa pelle", avvisò Jacov, prendendo egli stesso la posizione di una croce, con le braccia aperte ai lati del corpo e le gambe congiunte, "Great Cross", invocò infine.

Una gigantesca croce proruppe dal corpo del giovane guerriero siberiano travolgendo Megara ed intrappolandola nel ghiaccio.

"Veleno Furente", "Distorsione Fisica", urlarono all’unisono due voce alle spalle di Jacov, che, non movendosi sufficientemente veloce, fu travolto dai colpi nemici, senza riportare, però, dei danni irreversibili alle vestigia, che comunque si danneggiarono.

"Jacov!", esclamò, nel dolore prodotto dal battito d’ali, Daidaros di Cefeo, "Come immaginavamo, in qualche modo hai chiuso i tuoi timpani", esclamò una delle due Furie, galleggiando a mezz’aria.

"Si, Alletto, avevi proprio ragione, ma mi chiedo come abbiano fatto le sue vestigia a resistere contro il nostro attacco combinato", rifletté l’altra Furia, Tisifone.

"Non lo so, sorella, comunque non ha resistito, si è danneggiata, ma oltre questo niente di più, deve essere fatta di un qualche metallo a noi ignoto", suppose Alletto, "ma di certo non ce la farà di nuovo", ridacchiò infine la Furia, preparandosi ad attaccare di nuovo.

Lo scontro fra Kronos e Tok’ra, intanto, non si era ancora sviluppato in tutta la sua potenza, il santo d’oro era fermo nella posizione con le mani congiunte che tante volte aveva già utilizzato in battaglia, mentre l’Horseman teneva la spada sollevata sopra il capo.

"Sei fin troppo quieto per i miei gusti, mortale, ma, forse, un fendente di spada risveglierà i tuoi istinti violenti", ridacchiò il Cavaliere della Guerra, infiammando il proprio cosmo e l’arma in suo possesso.

Con un singolo movimento, Kronos sviluppò una fiammata simile ad un gigantesco taglio nel terreno, che corse contro il santo di Virgo, inesorabile e minacciosa.

Tok’ra, però, non fu affatto spaventato da quel colpo e, movendosi ad una velocità elevatissima, si spostò sulla destra del nemico, "Ora è il mio turno di attaccare, se permetti", replicò il santo d’oro, espandendo il cosmo fra le proprie mani, "Abbandono dell’Oriente", invocò poi, scatenando la sfera d’energia dorata contro il Cavaliere.

Un singolo movimento della lama e Kronos aveva già distrutto quel colpo base di Shaka e dei suoi successori, lanciando contro il proprio nemico una gigantesca ondata d’energia infuocata.

Nuovamente Tok’ra si salvò con un movimento laterale molto veloce, spostandosi alla nella sua posizione precedente.

"Pensi davvero che questa quieta tecnica di lotta possa abbattere il fuoco di Mille Guerre che in me rivive?", domandò l’Horseman con tono infastidito.

"Forse non ce la farà, ma di certo ti rimanderò nell’inferno da cui provieni, quello dei Violenti", minacciò in tutta risposta il santo di Virgo, prendendo un’altra delle sue posizioni di battaglia, "Rikkudo Rinne", invocò custode della Sesta Casa, aprendo la Volta di Minosse contro il nemico.

"Patetico, cercare di mandarmi all’Inferno, pensi che io sia un semplice dio che si è liberato da un qualche sigillo, io sono molto di più, io ed i miei fratelli siamo più che divinità, siamo esseri immortali", replicò con voce decisa il Cavaliere, impugnando la mano della spada con la mano libera, "Cerchio di Fuoco della Guerra, rompi le porte a me avverse", ordinò l’Horseman.

Tok’ra vide per la prima volta un attacco speciale del nemico: un gigantesco cerchio di fuoco si andava sviluppando intorno al nemico, prendendo forma dalla posizione delle mani e chiudendosi sia a destra sia a sinistra, per poi aprirsi come un semicono verso il nemico.

La Volta di Minosse fu sconfitta dall’ondata d’energia nemica, che travolse il cavaliere d’oro di Virgo, gettandolo al suolo, alcuni scalini più in alto.

Kronos si avvicinò all’avversario, sollevando la spada con la sola mano destra, "Non sprecherò altri colpi con te, basterà un affondo sul tuo corpo stremato", ridacchiò il Cavaliere, puntando l’Arma contro il ventre di Tok’ra.

In quel momento, però, un nuovo cosmo invase la sala, apparendo fra i cavalieri d’argento e due urla lasciarono intuire all’Horseman che le sue tre alleate erano state atterrate da un nuovo nemico giunto a contrastarli.

"Stupide", mormorò il Cavaliere, "santo d’oro, noi continueremo dopo", concluse poi, voltandosi verso le Furie e correndo da loro.

Jacov si era rialzato, stordito, "Vi faccio i miei complimenti, Furie, avete capito il mio trucco: un sottile strato di ghiaccio all’interno dell’orecchio per otturarlo, ma ora che vi vedo, non potrete abbattermi così facilmente", le avvisò il santo d’argento.

In quello stesso momento le due cambiarono posizione d’attacco, non più gli artigli ben affilati sollevati verso l’alto, bensì si disposero ai lati del nemico e per prima fu Tisifone ad attaccarlo.

Jacov cercò di evitarla, ma nel saltare l’assalto nemico, il giovane guerriero russo si trovò preso alle spalle da un calcio di Alletto che lo colpì alla nuca, facendolo barcollare in avanti, dove, la seconda sorella lo raggiunse con una ginocchiata al volto, rompendogli il setto nasale.

Il cavaliere della Croce del Sud barcollò indietro e poi cadde a terra, con il volto sporco di sangue, "Non spererai di batterci quando attacchiamo in coppia, o, addirittura tutte insieme? Sarebbe una ridicola speranza", ridacchiò Alletto, avanzando di pari passo con la sorella.

"Ora, sorella mia, finiamolo", propose Tisifone, ma, un urlo alle sue spalle la travolse, "Cobra Incantatore", sentì pronunciare la Furia, prima che un attacco la buttasse al suolo stordita.

La Furia si rialzò e vide la Somma Sacerdotessa d’Atene dinanzi a se, quindi si lanciò contro di lei, insieme ad Alletto, cercando di colpirla.

Shaina, però, riuscì a tenere testa sia a Tisifone sia ad Alletto, parando e seguendo, con difficoltà, i movimenti di entrambe e bloccando i colpi per lei più pericolosi.

"Come può resistere ai nostro battito d’ali?", chiese ad un tratto una delle due Furie, "Guarda le sue orecchie", replicò l’altra, "noi non abbiamo puntato ai timpani, eppure esce sangue copiosamente dai suoi lobi", osservò la Furia, preparandosi a riprendere la lotta.

"Ferme", ordinò una voce sovrana sulle due, era Kronos.

"Cavaliere, cosa succede?", domandò una delle Furie, "Alletto, amica mia", replicò con tono ironico l’Horseman, "avete resistito discretamente a questi santi d’argento, che mi sembrano, semplicemente dei bambini, ma piuttosto devono essere stati delle pesti per voi", ridacchiò Kronos, "ma contro costei in due non ce la farete mai", concluse avvicinando la spada alla croce in cui era rinchiusa Megara, la quale si sciolse all’istante.

"Ora potete eliminarla, spero", concluse l’Horseman.

"Non osate", tuonò però una voce, era Ryo di Libra, seguito da tutti gli altri cavalieri d’oro.

"Non sperate di abbattare la Somma Sacerdotessa Shaina, non dovreste nemmeno avvicinarvi a lei, esseri infernali. L’unico diritto che avete è la morte", li avvisò Lorgash, nuovamente pronto alla battaglia.

"Anche noi santi d’argento vi siamo vicini in questa battaglia, cavalieri d’oro", aggiunse Real, guidando i suoi pari, Jacov compreso, contro i nemici.

"Non parlate oltre, cavalieri!", ordinò in quello stesso momento Shaina, troncando le parole del santo della Lira, "Ho sacrificato i timpani proprio per fare in modo che ora voi possiate andare, lasciate a me costoro, sarà una battaglia lunga è di certo a mio sfavore, ma se sopravvivrò vi raggiungerò al luogo stabilito, sono certo che questa sia stata pura curiosità, non attaccheranno di nuovo prima della data stabilita. Adesso andate, li terrò occupati io", ordinò infine la sacerdotessa, lanciandosi contro Kronos con il suo "Cobra Incantatore".

Il gruppo di santi si scambiò degli sguardi di disappunto, poi, quando la Sacerdotessa deviò il proprio attacco per impedire l’inizio del battito d’ali, bloccatosi per il suo avvento, tutti i saints si convinsero di dover seguire gli ordini del loro massimo Oracolo, allontanandosi alla velocità della luce dal Grande Tempio. Con loro grande sorpresa, Kronos non li fermò.

"Addio cavalieri", sussurrò fra se Shaina, prima di essere colpita alle spalle dal "Cerchio di Fuoco della Guerra" dell’Horseman, mentre combatteva con le Furie.

"Le ho danneggiato vistosamente l’armatura, ora potrete ferirla con i vostri artigli, ha perso l’udito per affrontarvi in battaglia e se le bloccherete i salti non sarà nemmeno un vero e proprio nemico, quindi, Furie, non fallite di nuovo, potrei non gradirlo", tuonò Kronos, prima che il suo cosmo lo circondasse.

"Distorsione Fisica", tuonò in quel momento Alletto, lanciandosi contro Shaina.

La sacerdotessa stava per difendersi, quando le sue braccia furono bloccate al suolo dal peso delle altre due Furie, mentre la maggiore delle sorelle spaccava i suoi gambali con un’artigliata, producendo dei segni sulle gambe.

I segni divennero fiamme e poi esplosero, spaccando completamente ciò che restava dei gambali e dei muscoli della Somma Sacerdotessa, che cadde al suolo, ferita.

Megara, allora, sorrise e sollevò la mano sinistra, "Nero Avvento", tuonò poi, aprendo un taglio sulla maschera d’argento e lasciando dei segni sugli occhi, che lentamente si spensero, "Ha perso l’udito, per sua scelta, la vista per il colpo, le restano tre sensi, che lentamente l’abbandoneranno", ridacchiò la Furia della Vendetta.

"Vedo che la situazione è sotto controllo, quindi vi saluto, Furie, fate la guardia a questo luogo ed uccidete qualsiasi cavaliere che ritornerà qui", ordinò Kronos, iniziando a scomparire dal Santuario.

Tisifone, dopo la scomparsa del loro comandante, sollevò la sacerdotessa per i capelli, "Le tue ultime parole?", le sussurrò, avvicinando la sua mano alle proprie labbra, per poi ridere fragorosamente della nemica.

"I cavalieri d’argento saranno sufficienti ad abbattervi", sussurrò in quel momento Shaina, con un sorriso accennato sul volto.

"Veleno Furente", tuonò in tutta risposta la Terza Furia conficcando gli artigli liberi nel petto dell’avversaria.

Uno spasmo accompagnò l’ultimo attimo di vita di Shaina, che poco dopo quest’attacco spirò felice per l’aver salvato i propri cavalieri e compiuto il suo dovere di Oracolo massimo di Atena.