Capitolo 19: Scontro su tre fronti

"Voi restate ad aspettare i santi di bronzo", ordinò Minosse agli ultimi skulls rimasti, quindi corse lungo le scale che conducevano alla sala del gran sacerdote, dove notò delle rose sparse, come se qualcuno le avesse sradicate con violenza.

Minosse di Griffon entrò nella sala dalla porta spalancata e vide due guerrieri combattere, anzi vide un cavaliere d’oro infierire su un santo di bronzo, che era rimasto ormai quasi senza armatura.

Il santo d’oro si fermò e, mentre l’avversario cadeva a terra, si voltò di scatto; Minosse guardò gli occhi rossi del suo nemico, sembravano iniettati di sangue, notò subito, "Ma bene", tuonò il santo, "dunque almeno uno spectre è arrivato qui nelle mie sale", il judge rimase spiazzato: quello era Saga, il pazzo che voleva porsi al di sopra degli dei (almeno questo gli aveva detto Pandora).

"Non avrai il piacere di restare molto nelle mie sale, comunque", riprese all’improvviso, "Dimensione Oscura", concluse mentre Minosse si trovò risucchiato dall’altra dimensione.

"Patetico guerriero", disse Saga voltandosi, quindi ritornò al suo vero nemico, Seiya di Pegasus, l’unico bronze saint arrivato da lui: il santo di Gemini iniziò ad infliggere dei calci al suo corpo quasi senza vita.

I 5 skulls erano fermi ai piedi della scalinata fra l’ultima casa e le sale del Gran Sacerdote, quando videro arrivare due avversari.

Ikki della Fenice e Hyoga del Cigno si trovarono dinanzi i soldati dell’Ade, "Phoenix, lasciali a me", disse Crystal, mentre il suo compagno studiava la casa dei Pesci.

Non sentendo risposte, Crystal concentrò il suo cosmo, pronto all’attacco, quando sentì un urlo, si voltò e vide il suo compagno in ginocchio, il santo del Cigno non si curò più dei suoi avversari e si avvicinò ad Ikki.

Il santo della Fenice era a terra in lacrime, Shun, suo fratello, era lì, morto; Phoenix aveva sempre cercato di non mostrare i suoi sentimenti, ma vedere suo fratello lì, senza vita lo distruggeva nello spirito e nel corpo, finché non sentì la mano del suo compagno sulla sua spalla e le sue parole: "Mi dispiace", semplici ed insieme piene di comprensione, gli ridiedero quel poco di forza per alzarsi e dire: "Arles pagherà per questo".

Gli skulls corsero verso i due, ma il santo con l’armatura d’oro del suo maestro concluse l’attacco iniziato poco prima, congelandoli con la "Diamond Dust". Ora i due santi, diventati molto più amici con queste brevi frasi nelle due case che durante gli scontri precedenti, corsero verso Arles, Seiya e l’ultimo spectre, il comandante dell’armata.

Il gran sacerdote si stava divertendo a colpire il suo avversario inerme, quando sentì un cosmo potente quanto quello di un gold saint e possente come una scossa, "Credi che bastasse quella spinta gravitazionale per farmi sparire?", disse una voce, Saga si voltò e vide nuovamente il guerriero dell’Ade.

"Come hai fatto?", chiese stupito, "Avrai modo di scoprirlo, gran sacerdote. Cosmic Marionette", tuonò Minosse, aprendo le mani dinanzi a se: Saga si ritrovò circondato da dei fili di energia cosmica, attraversati da scosse elettriche.

"I fili del burattinaio che partono dalle mie mani sono prodotti dal mio cosmo e mi permettono sia di dilaniare i corpi, sia di resistere alle forti correnti, sia di controllare i corpi dei miei avversari. Dimmi, Saga, quale parte del tuo corpo sei pronto a perdere prima?" chiese il judge di Griffon, mentre con un veloce movimento spezzava il braccio sinistro del gold saint, "Pazzo, pagherai con la vita!", sentenziò l’assassino di Sion, mentre aumentava il suo cosmo oltre dei limiti, che Minosse nemmeno immaginava, spezzando i suoi fili di energia.

Minosse fu sbalzato indietro, Saga gli corse incontro e gli chiese minaccioso: "Quale senso vuoi perdere per primo?", quindi tuonò, "Per il Sacro Gemini" e colpì con un pugno l’avversario, togliendogli il tatto.

"Sei potente, guerriero dell’Ade, molto di più di tutti i tuoi compagni che ho percepito perdersi nelle dodici case", disse il santo di Gemini avvicinandosi e scagliando un secondo pugno, che gli tolse l’olfatto e con esso l’equilibrio.

Minosse, nel cercare di rialzarsi, disse: "Non sono un semplice spectre, io sono Minosse di Griffon, uno dei tre judge dell’Ade, colui che protegge le prigioni superiori. Il mio potere è pari a quello dei gold saints, siamo in tre ad essere così." "Purtroppo per te, io non sono un semplice gold saint, io sono il santo dei Gemelli, ho in dono dalla mia costellazione un cosmo doppio", ribatté Saga prima di iniziare a ridere.

"Saga!", tuonò una voce; il gold saint si voltò e vide due guerrieri, di cui uno con l’armatura d’oro dell’Acquario, anche se non era Camus, "Phoenix", disse al santo che riconobbe, "e tu sei?", chiese all’altro, "Crystal il Cigno, allievo del Maestro dei Ghiacci e di Camus dell’Acquario, che chiedono vendetta nei tuoi confronti, vile traditore", rispose il santo di bronzo.

"Ah, Crystal il Cigno, sopravvissuto al mio colpo ed agli scontri con Milo e Camus, ora salito, senza la mia benedizione al grado di gold saint", disse divertito Saga, quindi si voltò verso lo spectre e gli sorrise, tenendo un piede sul suo petto, poi si girò verso Pegasus, ma non lo vide più: dove era andato? Saga lo capì subito, guardando la striscia di sangue che saliva per le scalinate, non aveva molto tempo, dove fare in fretta. Si voltò e scatenò la "Dimensione oscura" sui due nuovi arrivati, poi disse allo spectre: "Fammi sistemare il santo di Atena rimasto, poi dopo la morte della dea, che ambedue vogliamo, ci combattere" e corse su per le scale.

Il santo di Gemini tirò un calcio sulla schiena del santo di Pegaso, che teneva lo scudo di Atena in alto in cielo, intanto Minosse si rialzò a fatica e si fermò, distratto da due cosmi: vide apparire i due cavalieri, "Come avete fatto?" chiese stupito, "Le ali della Fenice riescono a superare queste misere insidie", ribatté Phoenix, quindi si voltò verso Crystal, "Ti prego," chiese all’amico, "lascia a me Saga", Crystal abbassò la testa, poi si voltò verso lo spectre e gli disse: "Tu sei Minosse di Griffon, giusto? Preparati, sarò io il tuo avversario", "Perfetto", ribatté il judge di Griffon, mentre Phoenix lo superava, "Lune reclama vendetta", concluse.

Ikki corse su per le scale, ma non poté fare niente contro Saga, il santo di Gemini inferse i suoi colpi anche contro di lui, atterrandolo.

Crystal aumentò il suo cosmo e Minosse fece la medesima cosa, l’uno aveva subito diverse ferite ed era quasi morto poche ore prima, l’altro aveva perso due sensi pochi minuti prima.

"Preparati, cavaliere di Atena, Lune per me era come un fratello minore, l’ho visto interessarsi alla legge e crescere in questo suo interesse e tu l’hai ucciso!", sentenziò, "Cosmic Marionette", urlò lanciando il suo colpo, "Mi dispiace, ma il guerriero era un mio avversario ed aveva ucciso il mio maestro", disse Crystal, prima di lanciare la sua "Aurora execution".

I due colpi si evitarono, andando dritti verso i loro bersagli: Crystal fu circondato dai fili di energia, che si strinsero intorno al suo corpo, mentre la corrente gelida delle Sacre Acque spingeva verso il trono di Sion il judge di Griffon.

I fili si slacciarono, la surplice del Grifone diventò di ghiaccio, mentre sul corpo di Hyoga rimasero i segni dei fili del burattinaio di Ade. Minosse si rialzò, la sua surplice era distrutta, lui si sollevò e Crystal notò subito che non guardava verso di lui, ma verso un punto all’orizzonte, poi disse poche parole: "Ho perso", poi cadde a terra, morto.

Crystal si voltò e vide lady Isabel, dietro di lei vi erano Ban del Leone Minore, Geki dell’Orsa Minore, Mur dell’Ariete, Aldebran del Toro, Milo dello Scorpione, Ioria del Leone, un altro con l’armatura della Bilancia ed i suoi due compagni caduti, ora rinati a nuova vita, Shiryu e Shun. L’armatura dell’Acquario si sganciò dal suo corpo e scomparve, "Amico mio", disse Shun, prendendolo per le braccia, Milo lo aiutò nel reggere il cavaliere, ormai stanco per gli scontri.

Il gruppo, guidato dalla reincarnazione della dea, salì le scale e vide Saga infliggere su Phoenix, allora la dea intervenne.

Cinque figure correvano lungo le dodici case, erano alla sesta mentre Saga si suicidava sullo scettro di Nike.