Capitolo 21: Morte e resurrezione di un guerriero

"Questi dannati spectres rallenteranno i miei piani, ma di certo non mi impediranno di conquistare la terra e soprattutto di avere la mia vendetta su Saga, mio fratello", questo pensava Kanon di Gemini, generale del Dragone di Mare, mentre attendeva l’arrivo dell’ultimo gruppo d’avversari, "Sento che si avvicinano i 5 stupidi che presto cadranno, ho percepito i cosmi dei loro compagni, non sono un granché come guerrieri, mi sarà facile batterli e poi, con i tre generali rimasti…", ma i pensieri del generale furono interrotti dall’arrivo dei guerrieri dell’Ade.

"Benvenuti, soldati dell’Ade", iniziò Kanon, "purtroppo dovrete subito andarvene", quindi li studiò alcuni minuti e notò che il più forte era colui che li guidava, quindi scatenò contro di lui il suo "Triangolo d’oro", facendolo scomparire in una dimensione ignota.

"Ora voi quattro", tuonò il generale rivolgendosi agli altri guerrieri; i quattro skulls si lanciarono contro il loro nemico, che non dovette nemmeno utilizzare le sue tecniche speciali per eliminarli, gli bastò aumentare il suo cosmo e scatenare calci e pugni contro i guerrieri di infimo livello dell’esercito di Hades.

"Patetici", rifletté Kanon, allontanandosi dai quattro cadaveri, "Generale", tuonò una voce alle sue spalle, "Dove credi di andare?", Dragone del Mare si voltò e vide il comandante del gruppo riapparire dinanzi a lui: il suo cosmo era pari a quello di un cavaliere d’oro, "Le dimensioni alternative non sono niente di diverso dall’Ade, in ogni luogo ed in ogni dimensione, noi judges degli Inferi, possiamo vagare e tornare senza alcun problema", sentenziò il judge, "Dunque sei un judge di Hades, uno dei suoi comandanti?", chiese Kanon, "Non pensavo che tu conoscessi l’ordine degli spectres dell’Ade, solo i santi di Atena, per quello che so, sono a conoscenza del nostro ordine e numero precisi", ribatté il guerriero dell’Ade, "Già, voi 108 guerrieri demoniaci siete stati sconfitti dai santi di Atena più e più volte, patetici", affermò il generale, "Ma anche voi generali dei mari siete stati sconfitti diverse volte dai santi, anzi siete stati i primi su cui hanno riportato vittoria ai tempi del mito", sottolineò il judge, "E’ un vero peccato per te che io non sia un semplice generale dei mari. Kanon di Gemini è il mio nome, ma Dragone del Mare il mio titolo celeste e come certamente avrai intuito dal mio cosmo, sono un santo d’oro, non un semplice generale", disse divertito Kanon, mentre aumentava il suo cosmo, "Bene, Dragone del Mare, santo di Atena e generale di Nettuno, ora cadrai per mano mia, di Rhadamantis di Wyburn, il primo dei judges", concluse Rhadamantis.

I due comandanti si studiarono, i loro cosmi erano pari, proprio come quelli di due santi d’oro a confronto, "Siccome tu hai già provato un attacco, ora tocca a me", iniziò il judge di Wyburn, "Greatest Caution", tuonò scatenando una grande sfera contro il nemico, che riuscì appena a resistere all’impatto.

Dragone del Mare si ritrovò con l’armatura quasi completamente distrutta, ma si rialzò e disse: "Spiacente, Rhadamantis, il tuo colpo non è sufficiente contro di me", quindi sorridendo continuò, "Ora proverai veramente un mio attacco" e concentrando il suo cosmo, "Galaxian explosion!", e l’esplosione della galassia si scatenò contro lo spectre, la cui armatura andò in pezzi, proprio come quella del generale prima.

Rhadamantis si alzò divertito, "L’esplosione galattica e la Più grande attenzione: due colpi di immenso potere e di pari effetto, sarà un bellissimo scontro, generale", affermò, prima di scattare verso di lui e cercare di colpirlo, muovendosi alla velocità della luce, ma anche il generale si muoveva a quella velocità, così da evitare ogni suo attacco.

Lo scontro a mani nude durò per alcuni minuti, dopo i due guerrieri tornarono a studiarsi: nessuno dei due era stanco, ma sembravano entrambi divertiti, tutti e due avevano trovato finalmente un nemico a loro pari, anche se non era solo questo a divertire Kanon.

"Sei un degno santo di Atena, Kanon di Gemini", affermò Rhadamantis, "Grazie, judge di Wyburn," rispose Kanon, "ma non sono mai stato un vero e proprio santo di Atena, sai, non accettano fra loro chi decide di uccidere la dea, almeno che non sia così abile da nasconderlo", concluse il guerriero dei mari.

"Volevi uccidere la tua dea?" affermò stupito Rhadamantis, "Si, judge, volevo, non per miscredenza, ma per ciò che gli dei avevano fatto per me e mio fratello: ci avevano posto l’uno dinanzi l’altro ed avevano fatto morire nostro fratello.

Prima che uno di noi avesse la possibilità di scegliere, gli dei avevano già scelto per noi, dovevamo essere cavalieri, ma solo uno di noi sarebbe stato santo d’oro di Gemini. Il destino ed il dubbio ha scelto Saga, mio fratello, lui aveva un cosmo doppio come il mio, ma aveva scelto di scatenare il suo cosmo attraverso i principi di ordine e giustizia, non attraverso la rabbia, come me", raccontò Kanon.

Rhadamantis iniziò a ridere: "Tu sei andato contro il tuo destino?", chiese, poi ritornando serio continuò, "Il destino ordina tutti noi, gli dei ed i semidei non sono il destino, ma tramiti di questo. Il destino voleva dimostrarti qualcosa, come fece con me, indicandomi la mia anima passata, il mio dovere verso il mio sire e verso coloro che avrei dovuto guidare nei diversi scontri", concluse con fare sentenzioso il guerriero dell’Ade, mentre Kanon l’osservava stupito e capiva quale fosse stato da sempre il suo destino: non la lotta, non la rabbia, ma la scelta di cogliere il giusto in tutto, come aveva fatto suo fratello, prima di cadere sotto il giogo della sua metà malvagia.

"Grazie, Rhadamantis, le tue parole mi sono state maestre, ma ora, tu stesso sai che non possiamo fermarci, tu devi distruggere ciò che io debbo proteggere", affermò Kanon aumentando il suo cosmo, più di quanto Saga avesse mai potuto fare, Rhadamantis scatenò anche il suo cosmo e contemporaneamente scagliarono i loro colpi, che si incontrarono dinanzi a loro, facendo schiantare l’uno contro la colonna del Nord Atlantico, l’altro contro una parete rocciosa, distruggendo completamente le loro armature.

I loro corpi erano pieni di ferite, ma ambedue si alzarono, ormai non era più uno scontro tra guerrieri, ma fra ideali, la giustizia ed il dovere si scontravano insieme a Kanon di Seadragon e Rhadamantis di Wyburn; fu proprio quest’ultimo a scagliarsi contro l’altro e, aumentando il suo cosmo, esplodere insieme a lui verso la colonna del Nord Atlantico, distruggendola.

Kanon si sentì spegnersi, poi all’improvviso vide una luce ed una voce lo chiamò a se: "Kanon", sentì, si voltò e vide suo fratello Saga, "Fratello, dove siamo?", chiese il generale appena morto, "Siamo morti, fratello mio, ma io ho dovuto spegnere la mia vita, il mio cosmo era troppo potente non avevo avuto scelto, mi ero legato troppo al mio lato oscuro, mentre tu sei morto per non so quale motivo, sono state le onde di Capo Sounion a spegnerti?", chiese Saga, "No, fratello è stato un judge dell’Ade che aveva invaso il regno dei mari, di cui ero uno dei maggiori custodi", rispose Kanon, "Gli spectres hanno attaccato anche il regno dei mari oltre che il grande Tempio?", chiese stupito il santo di Gemini, "Anche da voi sono giunti? Strano, non credevo che i guerrieri di Hades avessero un progetto così ampio", concluse Kanon, mentre un caldo e materno cosmo li inglobava entrambi dicendo: "Santi della terza casa", li chiamò una voce, "Per voi sono stati segnati due destini differenti", sentenziò.

"Chi può essere, fratello? Il suo cosmo mi ricorda quello che mi salvò la vita, ma non può essere Nettuno", continuò il generale, "Infatti è Atena, la nostra dea", affermò il santo di Gemini, poi la voce continuò: "Per te, Saga, i campi Elisi, dove potrai soggiornare ora che il tuo animo è puro, mentre tu Kanon", continuò verso il gemello fino ad allora considerato malvagio, "non sei ancora pronto ad andare nell’Ade, un’altra possibilità di fare la cosa giusta, cioè combattere questo male che ha unito diverse divinità, ti è concessa", concluse.

Una figura apparve ai piedi di ciò che era la colonna del Nord Atlantico: Pandora.

La fanciulla si avvicinò ai due cadaveri e, rivolgendosi al judge, disse: "Possente Rhadamantis, hai sacrificato la tua vita per il tuo destino, sei stato un degno guerriero di Hades, il tuo sire ti darà il riposo che ti sei pienamente meritato", quindi si voltò verso il cadavere di Kanon e tuonò: "Tu, vile generale degli abissi non potrai nemmeno subire le pene dell’Ade, solo limbo ti attenderà", quindi alzò il tridente nero verso il corpo senza vita.

Kanon si sentì tirare da una forza maggiore di lui stesso, quasi divina, "Fratello, ci rivedremo?", fu l’unica cosa che riuscì a dire a Saga, prima che questi sparisse dinanzi a lui.

Il dolore fu immenso: Kanon aprì gli occhi e vide due cadaveri accanto a lui, uno era il suo avversario, l’altra era una fanciulla dai capelli scudi, con un tridente nero in mano, "Alzati, generale", tuonò una voce a lui nota, Dragone del Mare si alzò in piedi e vide Julian, ma all’improvviso capì che si stava sbagliando, dato il suo cosmo, lui non poteva essere Julian: era Nettuno.

Stranamente il generale non si infuriò del risveglio del dio, anzi chinò il capo e disse solo: "Grazie, re dei mari", Nettuno alzò nuovamente il suo tridente, che era sopra il petto di Kanon, e con una delle punte si bucò un dito, per poi bagnare il corpo di Kanon con il sangue e far così rinascere la sua armatura, il Dragone del Mare era di nuovo sul corpo del generale.

"Ora vai, mio primo generale", ordinò il dio, "poiché sento che tre cosmi avversi sono arrivati alle colonne ancora in piedi, devi aiutare gli altri generali", concluse.

Kanon chinò il capo e scattò, mentre tre cosmi incandescenti si avvicinavano alle colonne ancora in piedi.