Capitolo 37: Il motivo della guerra

"Che cosa è stata quell’impetuosa corrente?", chiese Hyoga rialzandosi, "Non lo so, cavaliere del Cigno", rispose Shaka, che aveva evitato con un veloce movimento l’impeto.

I sei cavalieri ricominciarono a camminare verso la reggia di Hades alla Giudecca, Shaka e Dauko non sembravano per niente stanchi, si erano ripresi dagli scontri precedenti, nemmeno Aioria era stanco, ma doveva aiutare Pegasus, che ancora non si era ripreso del tutto dall’impatto con Thanatos; Ikki, infine, non era ferito o stanco, ma abbattuto moralmente per la morte del fratello e camminava accanto a Hyoga, che non era per nulla ferito.

"Volete sapere cosa aveva provocato quella corrente?", chiese una voce che sembrò circondarli, "Chi è là?", urlò Dauko di Libra, alzando lo scudo, "Quella corrente è stata prodotta dallo scontro dei cosmi di Hades e Nettuno", continuò la voce, senza interessarsi alle parole del santo d’oro, "Purtroppo, ambedue sono morti in questo scontro", concluse la voce.

"Rivelati", urlò Shaka, perdendo la sua proverbiale calma, "Cavalieri, lanciamo i nostri colpi verso i diversi punti cardinali", propose Aioria, sia il santo di Virgo sia quello di Libra accettarono.

Il santo d’oro del Leone consegnò il corpo stanco di Seiya a Hyoga, poi scatenò il suo attacco, "Per il sacro Leo", invocò il cavaliere del Leone, prima di scatenare il "Lighting bolt", verso est, mentre Shaka scatenò l’ "Abbandono d’Oriente" verso Ovest e Dauko il suo colpo massimo dinanzi a se.

Una risata riecheggiò in tutta l’ottava prigione, "Siete cavalieri d’oro, eppure siete incredibilmente stupidi", disse una voce.

Un cosmo potentissimo e luminoso come il Sole invase la zona, un individuo dai corti capelli azzurri e dagli occhi gelidi, vestito di rosso ed oro, apparve dinanzi ai cavalieri di Atena, "Inchinatevi, cavalieri," ordinò il nuovo nemico, "inchinatevi di fronte ad Apollo", tuonò infine.

I sei cavalieri di Atena si guardarono spaventati, "Insomma, abbiamo dinanzi solo un dio, proprio come Thanatos, che abbiamo già sconfitto", urlò Pegasus, alzandosi sulle sue gambe e preparandosi ad attaccare.

"Fulmine di Pegasus", invocò il cavaliere di bronzo, scatenando il suo colpo energetico contro il dio del Sole, che alzò la mano destra, così da annullare l’attacco.

"Impara, cavaliere", urlò Apollo, alzando la mano sinistra verso Seiya: una luce intensissima e caldissima si diresse verso il cavaliere di Pegaso, distruggendo il pettorale e le spalliere delle sue vestigia di bronzo.

"Aurora del Nord", tuonò Hyoga, intervenendo per aiutare l’amico, "Patetico attacco, cavaliere, per me questa è solo una fresca corrente fastidiosa", spiegò il dio Apollo, muovendo la mano destra, come per scacciare un insetto.

Una corrente di aria caldissima investì il santo del Cigno, sciogliendo le sue vestigia e gettandolo contro una parete rocciosa.

"Hyoga, Seiya", urlò Aioria, gettandosi contro il dio del Sole, "Per il sacro Leo", invocò, scatenando il "Lighting Plasma" contro l’avversario; ma Apollo evitò l’attacco, seppur con maggiore difficoltà, rispetto ai primi due attacchi.

Il dio del Sole alzò poi il braccio destro ed una forte luce iniziò a svilupparsi da questo, "Globo solare", invocò, mentre una sfera di luce infuocata si gettava contro il santo del Leone, che la evitò solo grazie alla sua velocità.

"Cavalieri dobbiamo unire i nostri colpi, nuovamente", propose Pegasus rialzandosi ed aumentando il suo cosmo al massimo, anche Hyoga aumentò il suo cosmo al massimo, "Phoenix sei con noi?", chiese il santo del Cigno, "Si, amici miei, per Andromeda", urlò, facendo anche lui scoppiare il suo cosmo.

I cosmi dei tre cavalieri di bronzo erano pari a quelli di santi d’oro, "Costoro sono pienamente padroni del settimo senso", rilevò Shaka, "Cavalieri, uniamoci a loro in questo attacco", suggerì Aioria, "Si, cavaliere del Leone, tutti insieme, per Atena", concordò Dauko, mentre anche i cosmi dei cavalieri d’oro esplodevano al massimo.

"Insieme, per Atena", invocò Pegasus, il "Fulmine di Pegasus", partì nuovamente verso il dio, stavolta contemporaneamente alle "Ali della fenice" ed al "Lighting Plasma", però l’attacco non andò a segno, fu come deviato verso un punto del fiume ghiacciato, che andò in pezzi.

"Cavalieri, perché non avete collaborato all’attacco?", chiese Ikki, "Perché abbiamo visto giungere quella, santo della Fenice", rispose Shaka, indicando le vestigia di colore rosso che si erano poste sul corpo del dio del Sole.

"Le vestigia di Apollo?", chiese spaventato Seiya, "Si, cavaliere di Pegaso, le mie sacre vestigia, la penultima cosa che vedrai", rispose il dio, alzando il braccio destro per scatenare nuovamente il suo attacco.

La sfera di energia infuocata corse verso i sei cavalieri, ad una velocità incredibile, ma un gigantesco cosmo dorato e tenero come un abbraccio, circondò i santi, evitando che l’attacco li prendesse in pieno.

"Cavalieri", disse una voce femminile a loro nota, attraverso quel cosmo, "mi dispiace di non poter essere lì con voi", aggiunse la voce, "Dea Atena", la riconobbero i suoi sacri custodi, "ma cercherò di aiutarvi, prima di tutto spiegandovi chi ha scatenato questa guerra, non Hades, appena scomparso, ma un essere ancora più malvagio ed oscuro", spiegò la dea.

"Chi?", chiese Hyoga, "Lucifero, l’angelo decaduto", rispose la divinità della Giustizia, "costui ha aiutato Hades a riordinare le sue armate ed ha liberato Eris ed Apollo. Lui ha scatenato l’armata degli spectres contro di noi, contro i guerrieri di Asgard e contro i generali di Nettuno, per sopravvivere", spiegò la dea, "Che cosa temeva da queste armate, somma dea?", chiese Dauko, "Solo le divinità conosco le armi che possono uccidere Lucifero, per questo ha attaccato Nettuno e me", rispose la dea.

"Queste due armi sono la sacra freccia d’oro del Sagittario e la divina spada Balmung di Odino", spiegò Atena, "Come potremo avere queste due armi per sconfiggere l’angelo decaduto?", chiese quindi Shaka, "La spada di Odino è già negli Inferi, il suo primo cavaliere la impugna, alleatevi con lui, arriverà presto da voi, se riuscirà a sconfiggere la dea della Discordia", rispose la dea.

Il cosmo di Atena si intensificò, "Che succede?", urlò Seiya, mentre il suo corpo e quello di Hyoga si illuminavano di una luce dorata: all’improvviso le dorate vestigia del Sagittario e dell’Acquario apparvero sui corpi, rispettivamente di Pegasus e di Crystal, "Ecco a voi, miei cavalieri, delle armature più resistenti che possano difendervi", spiegò la dea, "Purtroppo, Phoenix, non potrò concederti le vestigia d’oro del tuo segno", aggiunse, "Adesso vi saluto, buona fortuna, miei cavalieri", concluse la dea, prima che il suo cosmo scomparisse dal luogo senza luce.

Apollo si trovò dinanzi cinque cavalieri d’oro, "Vi hanno dato nuove vestigia", li schernì prima di riattaccare.

Dauko si pose dinanzi ai suoi compagni e bloccò il colpo con il suo scudo, che però andò distrutto, "Cavalieri, dobbiamo utilizzare il nostro colpo migliore, l’<Urlo di Atena>", propose Aioria, "Seppur potrebbe essere pericoloso e disonorevole, dobbiamo farlo, per la dea e per il mondo", spiegò, tutti accettarono.

"Cavalieri, lasciate che io lo blocchi", propose Ikki, gettandosi contro il dio del Sole.

"Coraggioso il vostro compagno", analizzò Shaka, "ma di che segno è?", chiese poi, "Credo sia del Leone", rispose Hyoga, "Ah", ribatté il santo d’oro del Leone, osservando il cavaliere combattere.

"Ali della Fenice", urlò Ikki, scatenando il suo attacco contro il dio del Sole, che non lo parò nemmeno, lasciando che si infrangesse contro le sue divine vestigia. Phoenix allora scomparve, per riapparire alle spalle del dio e bloccarlo, "Sei troppo lento, cavaliere della Fenice", urlò Apollo, prima di far esplodere il suo cosmo e polverizzare le vestigia della Fenice.

"Spiacente di deludervi, Apollo", disse Ikki rialzandosi, "ma le mie vestigia rinascono dalle loro ceneri", spiegò, con un sorriso di sfida, "Non stavolta", ribatté Apollo, scatenando nuovamente il suo attacco, che gettò Phoenix contro una parete rocciosa, "Le tue vestigia si nutrono dell’energia del fuoco, ma la mia energia può assorbire il fuoco, emanando luce. Questo vuol dire che ho assorbito tutto il potere delle tue vestigia, rendendole simili a quelle dei tuoi compagni, che sono ormai distrutte", spiegò il dio con voce soddisfatta.

"Cavalieri, preparatevi a scatenare l’attacco", sussurrò Aioria, "Hyoga, Pegasus, seguite ciò che vi diranno Shaka e Dauko", suggerì, "Preparati, cavaliere della Fenice, ora morirai", urlò intanto il dio Apollo, "Globo Solare", invocò il dio scatenando il suo attacco.

Fu un attimo: tutti sentirono il cosmo di Ioria esplodere fino ai limiti dell’ottavo senso, quindi due luci accecanti, una dalla mano del dio del Sole, l’altra dal corpo del santo del Leone.

Svanita la luce tutti videro la scena, Ikki aveva addosso le vestigia del Leone, che lo avevano salvato dall’attacco del dio, mentre Aioria, senza le vestigia, bloccava il nemico divino, "Forza, cavalieri, scatenate il colpo ultimo", urlò il custode della quinta casa, "Cavalieri, fate esplodere i vostri cosmi ed avvicinate la mano destra alle nostre", ordinò Shaka, piangendo.

Hyoga dell’Acquario, Seiya del Sagittario, Dauko della Bilancia e Shaka della Vergine scatenarono insieme l’ "Urlo di Atena", mentre Ikki del Leone si allontanava dalla traiettoria del colpo.

Un boato riecheggiò in tutti gli Inferi, Orion e Thor si fermarono, nel loro cammino, preoccupati dal boato, persino Lucifero si spaventò per la potenza del colpo.

Alla fine, calata la polvere, di Apollo ed Aioria non era rimasto niente, mentre i cinque santi d’oro erano in ginocchio a piangere l’amico.

"Rimaniamo qua", propose Shaka, "per attendere il guerriero con la spada di Odino, così potremo sconfiggere Lucifero", nessuno rifiutò questa proposta, anzi tutti ne approfittarono per riposarsi e ricordare gli amici scomparsi.