Platinum Saints: I Cavalieri dello Zodiaco Cinese

Una fanfic di Andromeda La Notte

Chapter 2: Mira ai torrioni d'affetto

Il sole pomeridiano faceva da riflettore sul volto stravolto della ragazza bionda sdraiata supina sul letto di Shun.

- Distrutta! Nemes, suona così irreale quanto mi dici! Come può un solo cavaliere avere fatto affondare l'isola di Andromeda?? Quanto può essere grande la forza distruttiva di un uomo del genere, se di uomo si tratta? Quanto deve essere imponente e maestoso il suo cosmo??

- Credimi, Shun! Ha distrutto tutto con estrema facilità! Nulla è rimasto, né dell'isola né dei nostri compagni. La stessa armatura di Scorpio, che era stata posta sull'isola da Athena per riconoscimento del supporto dato da te e da noi discepoli di Albione, è stata mandata in pezzi... - la ragazza si interrupe ed ansimò.

- Non continuare se non riesci. Togliti la maschera, potrai respirare meglio.

- No, non toglierla! Anche se hai gia' visto il mio volto.. – e qui s’interruppe, arrossendo. - ..non devi assolutamente farlo!

- Perché, Nemes?

- Perché non voglio!

"Sotto questa agitazione, si cela qualcosa." pensò il cavaliere. - Ti conosco bene. Cosa nascondi?

- Nulla che ti riguardi. – replicò seccamente lei, con voce che tradiva travaglio.

- Cosa è successo?!? Ti prego, parla!

La ragazza non si mosse ma Shun, con un rapido movimento della mano, riuscì a sfilarle la maschera.. Ciò che vide fu doppiamente spiacevole.. La bellezza del volto della sacerdotessa era deturpata da caratteri cicatrizzati sul suo volto; questi brillavano flebilmente di una luce verde inquietante, residuo della stessa che aveva impresso quei marchi di fattura così spartana. Dopo lo sbigottimento per l'orrore della scena, Shun mise a fuoco quelle atroci scritte: erano in greco antico ed il loro senso era sin troppo chiaro.

- Sono indicazioni. Chi ti ha fatto questo vuole essere raggiunto.

- No! Non puoi andare! Non farlo!! - Così dicendo, Nemes si gettò tra le braccia di Shun, scoppiando in un pianto straziante - Stavolta non puoi fare nulla nemmeno tu! Ti prego, non andare… Ti farai ammazzare!

Il ragazzo la guardò un attimo senza parole, poi le alzò il capo e, prendendole dolcemente il volto fra le mani, le baciò le labbra infiammate di disperazione. Fu un bacio lungo, il primo per entrambi, così pieno di sincerità ed ingenuo imbarazzo. A fatto concluso, Shun riprese la parola.

- Questo è solo l'inizio. Un chiaro avvertimento, un guanto di sfida. Probabilmente contavano di trovarmi sull'isola. So ormai fin troppo bene cosa succederà nel caso in cui non dovessi accettare questo scontro. Nel migliore dei casi, sarei braccato e questo finirebbe per coinvolgere le persone a me vicine. Nel peggiore, invece, inizierebbero le distruzioni sulla terra.

- Non andare! Ne andrà della tua vita…

- Ne andrebbe comunque. Sai bene che non c'è altra scelta. Diversamente non saresti venuta tu stessa da me. So che hai ritenuto opportuno avvisarmi, anche se forse ora non hai più il coraggio; ma questa è comunque la mia vita. Sono cavaliere di Andromeda. E' finito il tempo dei ripensamenti e delle incertezze. Partirò ora stesso.

Mentre Shun contemplava il volto ancora in lacrime della sacerdotessa, Asher entrò senza preavviso nella stanza, visibilmente in grande agitazione.

- Shun!! Il satellite "Hokuto" della fondazione Grado è stato distrutto! E non solo! Tutti i possedimenti di montagna di Lady Saori hanno ricevuto misteriosi attacchi, nell'arco delle ultime due ore!

- Cosa? Ma come è successo?

- La stampa e le autorità hanno subito pensato ad un attacco terroristico, ma da saint sono dell'opinione che si tratti di ben'altro.

- So cosa intendi, e mi duole confermare la tua ipotesi. Abbiamo a che fare con un nuovo nemico, a quanto pare. Questo spiegherebbe tutte gli agitamenti cosmici di questi ultimi sei giorni.

- Non è tutto. Ho appena ricevuto la notizia che le sale del Grande Sacerdote, alla tredicesima casa, sono state distrutte senza che nessuno se ne accorgesse. Fortunatamente Saori è fuori per l'annuale crociera organizzata dai Solo.

- L'isola di Andromeda, il satellite maggiore della fondazione Grado, il Grande Tempio di Atene.. Tutto ciò che è stato colpito sembra condurre ad una chiara sfida nei nostri confronti: di Athena e dei suoi saints. Inoltre, mi sembra di avere percepito grande fermento energetico, in direzione della Siberia. Lì Hyoga stava allenando il suo allievo Clay. E' possibile che anche lui abbia ricevuto l'ultimatum.

- L'isola di Andromeda? Distrutta anch'essa??

- Sì, affondata, per giunta. Il nemico che abbiamo davanti dispone di mezzi che i nostri precedenti avversari non avevano. E ora che non possiamo più contare sull'aiuto di Seiya, la situazione si profila sin troppo tragica. Asher, io devo andare subito. Pensa tu ad avvisare Shiryu. Digli di raggiungermi, appena lo vedi. Comunque sono dell'idea che lui sappia già. E così forse anche Ikki. Abbiamo bisogno di tutto l'aiuto disponibile, per questa.. come chiamarla? Missione suicida, forse.

Le amare parole del ragazzo ebbero l'effetto di far trasalire Nemes e di farla svenire.

- Ha perso i sensi.

- E' meglio così. Non mi piacciono gli addii.

- Vengo con te.

- No, devi avvisare gli altri ed inoltre.. Non possiamo prevedere quali siano le loro reazione né a che gioco stiano giocando. Non raggiungermi se non ricevi anche tu l'"invito". Lascia che siano loro a scegliere le pedine.

- Ma così li favoriremo!

- Forse, ma è l'unico modo che abbiamo per scoprire le loro carte. Con un nemico del genere, non possiamo buttarci allo sbaraglio come le altre volte.

***

Shiryu stava correndo come un forsennato. Il grido che aveva sentito nel raggiungere la cascata di Gorho Ho gli era fin troppo familiare. Finalmente arrivò ai piedi della cascata.. Di quella che lo aveva visto crescere, diventare cavaliere sotto la guida dell'anziano maestro Dauko. Solo che la vista di quelle familiari acque, che scorrevano impetuose quanto ordinate, gli era ora privata; non vi era, al loro posto, che un insieme disordinato di massi semi distrutti, che venivano ricoperti da leggeri veli d'acqua. Vapori intensissimi, ardenti, macchiavano l'aria e la rendevano rovente, oltre a ridurre la visibilità e ad azzerarla del tutto in alcuni punti. Shiryu si coprì il volto con un braccio e si addentrò verso quella che un tempo era la bocca di riverso della cascata. Nel calore insopportabile, riuscì presto a distinguere un corpo esile: era Shunrei. Terrorizzato, si chinò, la prese in braccio e iniziò a correre verso una zona più fresca. La ragazza scottava e la sua pelle era di un rosso magenta; per fortuna, però, respirava ancora, sebbene fosse svenuta. Era arrivato in tempo. Fortuna nella disgrazia. Qualche secondo in più avrebbe potuto bruciare per sempre i petali del suo Fiore. Per raffreddarle il petto, la girò e la coricò di spalle; una visione, simile a quella a noi già nota, apparve ai suoi occhi: sulla schiena semiscoperta ed ustionata della ragazza, a pelle viva, erano impressi caratteri in antico linguaggio cinese...