Capitolo 1: L’inizio della fine

 

Il sole stava sorgendo sulle acque della Grecia, il gran Sacerdote Seiya guardava con tristezza dalle finestre delle sue camere.

"Cosa ti turba, mio vecchio amico?", chiese una voce alle sue spalle.

Seiya si voltò, sentendo una voce amica, entrata di soppiatto nella sua camera, "Shiryu, il momento è giunto, percepisci anche tu i cosmi dei nostri nemici avvicinarsi?", chiese il gran sacerdote.

"Si, amico mio, li avverto, ma i santi d’Atena sono pronti alla lotta", rispose il santo del Dragone divino, "Temo, però, che forse non riusciremo a sopravvivere tutti, anzi molti di noi non arriveranno a domani, lo sai anche tu questo, vero?", ribatté Pegasus.

"Chi saranno i primi ad incontrarli?", chiese il gran sacerdote. Shiryu non rispose a questa domanda, ma un velo di tristezza calò sul suo volto.

Seiya si fermò, "Non dirmi che sono andati i santi di bronzo?", chiese preoccupato il gran sacerdote, "No, i bronze saints attendono insieme a Shun", rispose Shiryu, "gli Steel saints stanno correndo incontro al nemico", aggiunse dopo una piccola pausa.

Quello che fu il santo di Pegaso si fermò, "Come gli Steel saints?", urlò, "Gran sacerdote, deve capire che siamo tutti santi d’Atena e tutti dobbiamo combattere per quello in cui crediamo, non solo lei", furono le uniche parole che il santo divino diede in risposta.

Seiya rimase fermo ed in silenzio, mentre il suo vecchio compagno si allontanava.

 

Una truppa di guerrieri dalle bianche vestigia camminava con ordine lungo la strada che conduceva al grande Tempio.

"Eccoli Shadir, sono loro", disse un giovane di quasi trent’anni dai corti capelli castani.

"Bene, Benam, Lair, siete pronti?", chiese Shadir, voltandosi verso i due compagni, "C’è bisogno di chiedere?", sorrise il santo della Volpe d’acciaio, "Sono pronto", rispose più freddamente Lair lo steel saint di Piscis Austrinus; i tre cavalieri d’acciaio saltarono giù dal punto in cui erano nascosti ed apparvero dinanzi ai loro avversari.

"Salve titani, noi siamo gli Steel saints, i vostri primi avversari", disse Benam, presentandosi e presentando i suoi compagni, "Io sono Benam della Volpe d’acciaio, lui è Shadir il Pellicano d’acciaio e lui è Lair del Piscis Austrinus".

I soldati dalle bianche vestigia si fermarono, nessuno di loro parlò, "Uno di voi, soldati, si occupi di questi tre semplici umani", disse una voce femminile nella mischia.

I tre steel saints guardarono in mezzo al gruppo, ma non capirono chi avesse dato quell’ordine.

Un soldato semplice si fece avanti e si mostrò ai tre, aveva un’armatura bianca piuttosto semplice, nessuna decorazione che la particolareggiasse, né particolarità nell’elmo che gli copriva il volto.

"Siete pronti ragazzi?", chiese Shadir, "Vortice di Fuoco", urlarono i tre, scatenando il loro colpo combinato, che il nemico non parò.

"Chi vuole essere il prossimo?", chiese Benam.

"Lo scontro non è finito", affermò Lair, stupito, nel vedere il nemico ancora in piedi, senza nessuna ferita.

Il titano alzò il braccio destro, una sfera d’energia si materializzò nel suo pugno, "Ora vi eliminerò, come mi ha ordinato la mia comandante", affermò il guerriero con una voce fredda e distante.

La sfera d’energia si scagliò contro i tre.

Benam fu preso in pieno dall’energia della sfera, che gli frantumò le vestigia, scagliandolo contro una parete, ormai morto. Shadir riuscì ad assorbire nel suo avambraccio il resto dell’energia della sfera.

"Anche voi due siete già morti", continuò il titano, "per primo tu", sentenziò, indicando Shadir.

"Come osi?", tuonò il comandante degli steel saints, ma in quel momento accadde l’inaspettato: l’avambraccio di Shadir iniziò a brillare ed esplose, lasciando il cavaliere d’acciaio monco e sanguinante.

Il titano si mosse alla velocità della luce e si accostò al guerriero ferito. Con un solo colpo d’energia il santo d’acciaio cadde a terra morente.

Lair rimase solo dinanzi al titano che aveva ucciso i suoi compagni, studiandolo attentamente.

L’ultimo cavaliere d’acciaio si gettò contro il suo nemico, che però lo evitò con facilità, per poi colpirlo con un’ultima sfera d’energia allo stomaco.

Lair fu preso in pieno, il potere della sfera lo fece volare in aria, per poi ricadere a terra, con lo stomaco perforato.

L’ultimo santo d’acciaio si spense dopo pochi secondi.

 

"Padre, gli steel saints sono caduti", disse il santo della Bilancia, risvegliatosi dal suo momento di meditazione, "Si, Ryo, ho percepito i loro microcosmi spegnersi", affermò Shiryu, che era lì vicino al figlio.

"Devono avere grandi poteri questi titani", rifletté Ryo, "Che cosa te lo fa credere, figliolo?", chiese Shiryu.

"Non ho percepito alcun cosmo espandersi fino ai suoi limiti per affrontare Shadir ed i suoi compagni, eppure le loro vestigia, malgrado non fossero forti erano incredibilmente tecnologiche", affermò il nuovo custode della Settima Casa, "Non basterà la tecnologia per sconfiggerli, dovremo mettere tutto il nostro essere in questi scontri, mio caro figlio, e forse nemmeno questo basterà", concluse con tono triste il santo del Dragone Divino.

"Ora, comunque, toccherà a Shun ed ai santi di bronzo affrontare questi nemici", concluse Ryo, percependo alcuni cosmi dei bronze saints espandersi.

 

I titani avanzavano lungo la strada, quando un gigantesco muro di fuoco li bloccò, "Benvenuti, titani, io sono Balis della Fornace, uno dei bronze saints, il vostro prossimo avversario", spiegò il nuovo cavaliere di Atena, preparandosi a combattere.