Capitolo 10: Doppio scontro

"Cavalieri, dividiamoci in due gruppi, noi sacerdotesse ci occuperemo di questa con i buchi sulle vestigia, a voi tre dell’arciere", suggerì Shaina, "Va bene", rispose Real, dopo essersi consultato con lo sguardo con gli altri due cavalieri.

"Anche per noi due va bene", aggiunse la titana chiamata Juliet, avanzando verso i tre Silver saints e puntando il braccio destro verso Robin.

"Non userò il mio magnifico arco contro di voi", disse la guerriera semidivina, "basterà un semplice attacco per eliminarvi", spiegò con fare sicuro.

Il dito della guerriera si illuminò di una luce bianca, una luce che lentamente si modellò, fino a prendere la forma di una freccia, "Sagitta dei cieli", sussurrò la guerriera dalle vestigia di titanio.

Una singola freccia di energia si scagliò contro Robin, che con un movimento velocissimo riuscì ad evitare di essere colpito in pieno, ma fu lievemente ferito alla spalla.

"Meteor arrows", urlò in tutta risposta il santo della Sagitta, scagliando il suo colpo più potente contro Juliet, che parò alcune delle frecce luminose, subendone in pieno altre, senza però riportare ferite.

"Cavaliere, io mi muovo ad una velocità superiore alla tua, inoltre le mie vestigia sono integrali, non come quelle dei semplici guerrieri", spiegò divertita la titana.

Il santo della Sagitta si preparò per un secondo attacco.

"Aspetta", si intromise un cavaliere d’argento, "Lascia a me questo scontro, la musica potrà arrivare dove i tuoi attacchi non arrivano, sorpassando le sue difese", propose Real della Lira, ponendosi fra i due arcieri.

 

Poco lontano anche le tre sacerdotesse guerriero erano pronte ad iniziare lo scontro.

"Zadra, Helyss, lasciate a me questa guerriera dalle vestigia bucate", avvisò Tisifone, preparandosi allo scontro.

Le due sacerdotesse guerriere sorelle fecero un passo indietro.

"Thunder Crow", urlò Shaina, lanciando il suo miglior colpo contro l’avversaria.

Helene evitò l’attacco con un salto, "Thorns rain", urlò la titana, perfettamente perpendicolare alla testa della sacerdotessa guerriero.

Tisifone alzò il capo e quando vide arrivare verso di lei degli strani oggetti si allontanò con un salto, evitando di essere colpita da degli aculei bianchi, che si conficcarono nel terreno.

La sacerdotessa guerriero corse verso la sua avversaria, che erano tornata a terra, e tentò di colpirla con un calcio.

La titana evitò l’attacco chinando il capo, "Non osare toccarmi", ordinò poi Helene, allontanando Tisifone con un movimento del braccio sinistro, come per voler allontanare un insetto fastidioso.

La guerriera dell’Ofiuco si allontanò con un salto, ma notò subito di avere un taglio all’altezza dello stomaco ed un graffio superficiale sulle vestigia, "Se non fossi stata così veloce, i miei aculei ti avrebbero distrutto le vestigia e perforato lo stomaco", affermò Helene, ritraendo nelle vestigia degli appuntiti aculei, fuoriusciti dai fori dell’avambraccio sinistro.

"I nostri riflessi e la nostra velocità si equivalgono", rifletté Tisifone, "Si", ribatté Helene, "ma non i nostri cosmi e le nostre vestigia", spiegò la titana, "e di certo non la nostra bellezza", concluse con una sottile risata.

"Adesso basta!", urlò la sacerdotessa espandendo il suo cosmo, "forse non arriverò al settimo senso e non ti ucciderò, ma di certo ti farò passare quell’aria di superiorità", affermò infuriata Shaina, "Thunder Crow", invocò infine, scatenando il suo attacco energetico.

Helene lo evitò con un balzo laterale, "La velocità di quest’ultimo colpo è lievemente superiore a quello precedente", affermò la titana, "però sei ancora troppo lenta per me", la schernì la guerriera dalle bianche vestigia, "Ora ti farò vedere cosa vuol dire muoversi con l’aiuto di un cosmo divino, quale è il mio", la minacciò Helene.

Centinaia di aculei spuntarono sulle vestigia della titana, tanto da coprirla interamente, "Hedgehog attack", urlò la titana, scagliandosi alla velocità della luce contro la sua avversaria.

Shaina si mosse alla velocità del suono, cercando di evitare l’attacco, ma l’avversaria, come una gigantesca palla chiodata la colpì alla parte sinistra del corpo, frantumando la spalliera, il gambale e parte della cinta, oltre che procurandole diverse ferite sul fianco e sulla gamba.

Tisifone cadde a terra sanguinante.

"Sorella, dovremo attaccarla noi", affermò allora Zadra, soccorrendo Tisifone insieme a Helyss.

 

Real osservava Juliet con un sorriso soddisfatto, "Sei pronta alla lotta, titana?", chiese cordialmente il santo della Lira, "Si, ma tu sei pronto a morire, cavaliere?", chiese la guerriera dalle bianche vestigia, scagliando nuovamente il suo colpo, la "Sagitta dei cieli".

Il santo d’argento evitò l’attacco con un movimento veloce, la freccia si conficcò così nella parete rocciosa, provocando un buco profondissimo.

"Mi dispiace, guerriera, ma non si deve mai ripetere due volte il medesimo attacco", la avvisò Real, "inoltre ancora non posso morire, devo prima incontrare ed affrontare una persona", spiegò il santo d’argento.

"Non mi interessa se ti sei prefisso degli scopi nella vita, tanto non potrai compierli, perché morirai oggi", lo avvisò Juliet, ponendosi di nuovo nella medesima posizione d’attacco.

Stavolta, però, l’intero braccio della titana si illuminò di una luce bianca, "Grande sagitta", urlò la guerriera dalle bianche vestigia, scagliando una gigantesca freccia contro il santo della Lira.

Real spiccò un salto ed evitò così di essere preso in pieno dall’attacco, ma l’energia emanata dalla gigantesca freccia, riuscì a farlo sbattere contro una parete rocciosa alle spalle di Juliet.

Il cavaliere si rialzò subito ed iniziò a suonare la sua lira.

"Questa musica mi dà fastidio", urlò la titana, scagliando nuovamente il suo colpo energetico maggiore.

Real non si mosse, la gigantesca freccia energetica lo oltrepassò e frantumò la parete rocciosa alle sue spalle. Almeno questo aveva visto Juliet.

"Sono qui, titana", la avvisò il santo della Lira.

Appena la guerriera dalle bianche vestigia si voltò, il santo le scagliò addosso un colpo energetico prodotto dal suono del suo strumento, "Stringer fine", sembrò cantare il cavaliere attaccando.

La titana vide arrivare i fasci di energia alla velocità del suono e li bloccò con le mani.

"Cosa speravi di fare con un colpo lanciato alla velocità del suono? Tu che hai evitato il mio colpo movendoti alla velocità della luce", criticò la titana, quasi a rinfacciare al suo nemico di non impegnarsi al massimo.

"Mi dispiace ammettere che non mi sono mosso alla velocità della luce, ma più semplicemente sono riuscito a produrre nella tua mente una mia immagine residua attraverso il suono della mia ipnotica melodia, la <Deathtrip serenade>", spiegò il santo della Lira, con un sorriso soddisfatto sul volto.

"Ti sei preso gioco di me", urlò Juliet, alzando nuovamente il braccio destro verso di lui, ma stavolta aprì la mano, cinque frecce di luce bianca iniziarono a materializzarsi sulle sue dita, "ti farò pentire di questo affronto", lo minacciò.

Real iniziò a suonare la sua dolce melodia, "Mi dispiace, ma stavolta non ti servirà quella musica, poiché anche se tu mi distraessi, questo colpo è stato pensato per superare persino le difese di un centomani", spiegò Juliet, mentre le frecce sul suo braccio sembravano moltiplicarsi.

"Arrows storm", urlò la guerriera dalle bianche vestigia.

Eric e Robin, che osservavano lo scontro, rimasero sbalorditi da ciò che vedevano: la titana si era alzata in cielo ed aveva iniziato a girare su se stessa, "Attento Robin", urlò all’improvviso il santo del Corvo, lanciandosi verso il suo compagno e portandolo lontano dalle frecce dell’avversaria.

Centinaia di frecce partirono dal vortice bianco creato da Juliet e si diressero in tutte le direzioni.

Dopo alcuni secondi interminabili, la grande luce prodotta dallo stormo di sagitte cessò.

Eric e Robin erano appoggiati a due rocce, intorno a loro tutto era pieno di buchi, il suolo, le pareti rocciose rimaste, ogni cosa era stata perforata dalle frecce di energia.

Juliet riscese a terra e guardò attentamente Real, che ora si trovava dinanzi a lei, "Ti ho ferito, dunque", affermò la titana con voce soddisfatta, "Si, guerriera, una delle tue frecce ha colpito il mio braccio destro, ma questo non ti darà la possibilità di vincermi", rispose con voce determinata il santo della Lira, "Anche perché adesso sarò io ad affrontarti", si intromise una terza voce.

Eric del Corvo si mise fra Real e Juliet, "Lasciala a me, saprò sconfiggerla", furono le uniche parole che il Silver saint del Corvo rivolse al parigrado della Lira.

 

Zadra ed Helyss osservavano la loro avversari, Helene aveva già retratto i suoi aculei.

"Forza fatevi avanti, tanto vi batterò con molta facilità", le schernì la titana.

"Sorella, puoi usare i tuoi sigilli su questa montata?", chiese irritata la sacerdotessa guerriero dello Scultore, "No, ho già tentato con quel guerriero di categoria inferiore, la mia soluzione non oltrepassa le sue vestigia", spiegò la sacerdotessa del Pittore.

"Io, invece, sono riuscito a sconfiggerne uno con la mia tecnica", ribatté la Malefica scultrice, prima di utilizzare nuovamente il "Grande Scalpello".

Helene non si mosse e subì in pieno l’onda di energia, che non riuscì però a danneggiarla, come aveva invece fatto con il guerriero titano.

"Non mi confondere con un semplice guerriero titano, io sono una comandante di terzo grado", la avvisò Helene, quindi incrociò le mani dinanzi al volto, "Thorns rain", urlò allora la titana, mentre alcune spine si gettarono dai suoi avambracci contro le due sorelle, che li evitarono con degli agilissimi salti.

"Zadra, non possiamo portare avanti uno scontro così impari, dobbiamo stremarla e procurare qualche danno alle sue vestigia", propose la sacerdotessa del Pittore, "E come vorresti fare ciò?", chiese la sorella dai capelli rossi, "Attacchiamo a turno, prima io e poi tu, con delle tecniche che procurino più stanchezza a lei che a noi", continuò la sorella dalla pelle azzurra, "Va bene", concluse l’altra.

Helyss iniziò a correre alla velocità del suono intorno ad Helene, dipingendo dei simboli sulle diverse pareti rocciose.

"Ora, titana", affermò la sacerdotessa del Pittore, "conoscerai una tecnica che ho imparato da un caro amico", avvisò Helyss, sollevando le mani.

I capelli della Silver saint si alzarono insieme alle mani, il suo cosmo aveva diverse intonazioni di colore, sembrava un arcobaleno, "Vi invoco, o anime della natura, chiedo a voi di attaccare e sconfiggere costei", pregò Helyss, espandendo il suo cosmo.

Le pietre e le radici iniziarono a prendere vita, Helene si difese da un centinaio di pietre, che quasi di loro volontà, si scagliavano contro di lei, insieme a delle radici, che come delle lance cercavano di colpirla, eludendo le sue vestigia di titanio.

La titana espanse i suoi aculei, che iniziarono a frantumare le pietre ed a tagliare le radici, così da annullare il colpo di Helyss.

"Sorella", disse Zadra ad Helyss, che si era riavvicinata, "hai capito anche tu quale sia il suo vero cosmo?", chiese la prima, "Si, ho notato l’assenza di un cosmo", rispose la guerriera dalla pelle blu, "che però si nasconde nei suoi aculei", aggiunse con voce soddisfatta, "Già, il suo cosmo è nei suoi aculei", concordò la guerriera dai capelli rossi.

Zadra prese un sasso in mano, "Ora, titana, sarò io a mostrarti la mia tecnica", affermò.

Come già contro il guerriero titano, Zadra richiamò le sue armate, le "Armate dello Scultore", che si scagliarono contro Helene.

La donna istrice si scagliò contro i soldati di pietra, ma più ne distruggeva più se ne creavano.

"Zadra, Helyss, che diavolo state facendo?", chiese una voce femminile alle loro spalle. Le due sorelle si voltarono e videro Shaina in piedi, il suo cosmo si era espanso ancora di più.

"Zadra in fondo è stata allieva di un fabbro, ma tu, Helyss, dovresti sapere che se dico una cosa deve essere quella, quindi se ti ho detto che me ne occuperò io, ci penserò io a questa nostra avversaria", urlò Tisifone infuriata, "ora allontanatevi", ordinò alla fine, facendosi strada fra le due.

I soldati di pietra si ritirarono, "Adesso, Helene, vedremo di finire il nostro scontro", affermò alla fine la sacerdotessa guerriero.

 

Eric sollevò le braccia e sorrise alla sua avversaria, "Arciera, preparati a subire uno dei miei migliori attacchi, preparati a subire il mio volo", esordì il cavaliere, preparandosi all’attacco.

Una serie di piume apparvero dal nulla e si posero sulla schiena e sulle braccia del santo del Corvo, così da formare due gigantesche ali di piume nere.

Eric si alzò in cielo, "Ecco, guerriera", esordì, "Volo del Corvo", urlò, lanciandosi contro la titana.

Una fascia di luce nere si gettò contro Juliet, la quale concentrò il suo cosmo nel braccio destro, "Di certo io non mi allontano", affermò lei divertita, "Grande sagitta", urlò, scatenando il suo attacco contro Eric.

Un grande boato accompagnò il contatto fra il corpo del santo e l’energia luminosa della titana.

Eric fu sbalzato verso una parete rocciosa, un leggero rivolo di sangue gli calò dal capo e l’elmo era ormai in pezzi.

"Complimenti, titana", affermò il santo del Corvo, "nessuno aveva mai deviato questo mio attacco", spiegò il cavaliere.

Juliet rispose con un inchino e poi scagliò nuovamente la sua "Grande sagitta", che il cavaliere evitò alzandosi in cielo grazie alle sue ali.

"Crow’s wings", urlò Eric in aria e lanciò il suo attacco energetico analogo alle "Ali della Fenice" di Ikki.

Juliet subì in pieno il colpo, ma le sue vestigia riuscirono a resistere all’attacco, "Ancora non avete capito quale potenza hanno queste vestigia?", chiese con voce stanca la titana.

"Adesso vi eliminerò", li avvisò la guerriera dalle bianche vestigia, quindi concentrò nuovamente il suo cosmo ed ancora una volta si sollevò in cielo ed iniziò a ruotare su se stessa, "Arrows storm", urlò la titana, scagliando il suo attacco.

"Muoviamoci verso posizioni diverse, non concentriamoci nei medesimi fuochi d’attacco", urlò Robin della Sagitta.

Quando Juliet rimise i piedi a terra i tre cavalieri d’argento erano intorno a lei. Eric aveva una lunga striscia di sangue sul volto, prodotta dall’incontro dei loro colpi, Real aveva un braccio ferito, seppur non gravemente, ed adesso anche Robin aveva una ferita, alla gamba sinistra, proprio sotto il ginocchio, anche questa non era una ferita letale.

"Combattendo singolarmente non avrete possibilità", affermò la titana, "ma non vi permetterò di combinare i vostri colpi, vi eliminerò prima", urlò Juliet, aumentando il suo cosmo.