Capitolo 16: La Signora dei Serpenti

Il gruppo di titani arrivò alla Quinta Casa, "Questo luogo dovrebbe essere vuoto", esordì Belinda, "sbrighiamoci ad attraversarlo", ordinò, entrando insieme alla sua truppa.

L’esercito dalle bianche vestigia si trovò fermato da un gigantesco muro di energia, "Chi sta creando tutto ciò?", chiese la voce di Juliet, "Non lo so, ma di certo è qualcuno di potente, dovrò trovare il suo cosmo, così da spegnerlo", rispose la comandante dell’armata.

"Eccolo, è alla Sesta Casa", affermò la titana, dopo alcuni minuti di silenzio, quindi iniziò ad espandere il suo cosmo.

"Ci occuperemo noi di lei, comandante Belinda", disse un’altra voce femminile, interrompendo la concentrazione di colei che li guidava.

Tre cosmi si concentrarono e si unirono, scatenando un’onda di energia che polverizzò parte della Quinta Casa, prima di raggiungere la Sesta e frantumarne l’entrata.

"Il muro è scomparso, avanziamo", ordinò Belinda.

I titani corsero verso il tempio della Vergine.

Golia era solo alla Seconda Casa, vicino ai cadaveri dei due guerrieri morti, quando un cosmo amico, ma strano, circondò la zona, "Salve, cavaliere del Toro", affermò una voce femminile, apparendo alle sue spalle.

L’allievo di Tige si voltò e vide Botan del Cancro con Abel di Gemini in braccio, svenuto.

"Sacerdotessa di Cancer", disse alzandosi il gigante, "cosa è successo alla Quarta Casa?", chiese il santo d’oro.

Botan si sedette e raccontò dello scontro con Dione, mentre Golia la aiutava a fasciare le ferite di Abel.

 

I titani raggiunsero la casa della Vergine in poco tempo, mostrandosi ai due santi d’oro che li attendevano.

Uno dei due aveva dei capelli arancione e gli occhi verdi come smeraldi, l’altro era seduto su un trono a forma di loto, i suoi lunghi capelli verdi scivolavano sulle spalliere, mentre i suoi occhi erano chiusi.

"Benvenuti, titani, io sono Odeon di Leo", si presentò il guerriero in piedi, "Ed io Tok’ra di Virgo", aggiunse il santo seduto con gli occhi chiusi.

"Costoro hanno un cosmo molto forte, meglio andare sicuri", rifletté la voce di Belinda, "Desdemona, attaccali tu, insieme a tre guerrieri titani", ordinò la comandante di 2° grado.

Una titana si mostrò ai due gold saints, aveva delle stranissime vestigia, simili a delle squame, inoltre l’elmo ricordava la testa di un serpente, insieme a lei, apparvero tre guerrieri dalle vestigia più semplici e non integrali.

"Guerrieri, attaccateli, così la nostra comandante Belinda potrà passare", ordinò la titana, senza nemmeno presentarsi.

I tre titani corsero contro i gold saints movendosi alla velocità del suono.

Odeon chiuse gli occhi, "Mi dispiace, ma dovete morire", disse il santo d’oro, caricando il suo cosmo, "Lighting plasma", urlò poi, colpendo in pieno uno dei due, distruggendogli le vestigia.

Tok’ra aprì le mani dinanzi a se, "Ora, guerriero di infima natura, ritornerai da dove sei venuto", avvisò il santo della Vergine, "Abbandono dell’Oriente", urlò poi, scagliando una sfera di energia contro il nemico, che fu ucciso dal colpo potentissimo.

I due cavalieri d’oro notarono solo dopo che Belinda e gli altri titani erano scappati, lasciando la guerriera dalle bianche vestigia a scaglie ed un altro guerriero titano.

"Cavalieri, non mi sono ancora presentata, vero?", chiese la titana con gentilezza, "sono Desdemona, la Signora dei Serpenti", disse, barcollando indietro.

"Sembra spaventata, non trovi, Odeon?", chiese Tok’ra al suo parigrado, "Si, sembrerebbe di si, forse non ci sarà avversa e potremo occuparci dei suoi compagni, compreso quello che è adesso nel mio tempio", rispose il cavaliere del Leone.

La titana fece un cenno al guerriero titano rimasto, questo si lanciò contro i due gold saints, "Lascialo a me, Tok’ra", affermò Odeon, prima di scatenare nuovamente il "Lighting plasma", che investì in pieno il nemico, dilaniandolo.

La titana cadde a terra in ginocchio, "Non uccidetemi", supplicò, chinando il capo a terra e lasciando sbalorditi i due santi d’oro.

Il santo della Vergine si alzò in piedi dopo alcuni secondi, "Odeon, allontanati da lì", urlò il cavaliere d’oro al suo parigrado.

Il santo del Leone saltò appena in tempo per evitare un attacco, il medesimo che evitò anche il cavaliere della Vergine.

Dei serpenti luminosi sfondarono il suolo, danzando verso i due cavalieri d’oro ed inseguendoli per l’intera Sesta Casa. I due santi d’oro si mossero alla velocità della luce, così da evitare il colpo luminoso. "Corri verso di me", affermò tramite il suo cosmo il santo di Virgo al parigrado. I due si lanciarono uno contro l’altro, ma all’ultimo si evitarono con un salto, distruggendo i serpenti energetici.

"Peccato", esordì Desdemona, "sembrerebbe che il mio <Snakes dancing> non abbia funzionato con voi", spiegò la titana, alzandosi da terra.

"Questa guerriera è viscida come un serpente", affermò disgustato il santo della Vergine, "allora la schiaccerò come un serpente, mi basterà un singolo colpo", concluse Tok’ra, concentrando il suo cosmo.

"Abbandono dell’Oriente", urlò il santo d’oro, scagliando la sfera di energia contro Desdemona.

La titana si piegò su se stessa, toccando con la testa il suolo, così da formare un semicerchio con il corpo ed impedire che la sfera la investisse.

Una volta passato il pericolo, Desdemona si rialzò, "Serpente del cielo", urlò la titana, aprendo la mano destra dinanzi a se.

Tok’ra percepì arrivare un gigantesco serpente di energia verso di lui, proprio come una freccia, quindi con un abile movimento lo evitò, così da apparire alle spalle della sua avversaria.

"Ora, titana, preparati a raggiungere l’oltretomba", avvisò il santo d’oro, "Volta di Minosse", invocò il santo d’oro, gettando la sua nemica nella dimenticanza.

Il cavaliere di Virgo si voltò verso il santo del Leone, "Ora attendiamo gli altri che hanno oltrepassato la tua casa", consigliò la reincarnazione di Shaka.

"Attento, Tok’ra", urlò in tutta risposta il custode della Quinta Casa.

"Poison snake", affermò una voce alle spalle del santo della Vergine. Tok’ra si voltò, ma non riuscì ad evitare un attacco di luce verdastra, che gli fece volare l’elmo e gli procurò un lievissimo taglio al collo.

Odeon corse verso il parigrado, "Come stai, cavaliere?", chiese preoccupato il santo d’oro della Quinta Casa, "Bene, costei è vile, ma non fortissima", affermò il custode della Sesta Casa, indicando Desdemona, di nuovo dinanzi a loro.

La titana era davanti ai due gold saints, "Nessun inferno o dimensione può intrappolare noi titani", esordì spavaldamente la guerriera dalle bianche vestigia, "questo mio ultimo colpo ti ucciderà, cavaliere d’oro dai capelli verdi, un veleno potentissimo è entrato nel tuo corpo, considerando il tuo cosmo, morirai tra circa un’ora", spiegò lei, prima di scoppiare a ridere.

"Spiacente, titana, ma i miei poteri lo cureranno molto prima", la avvisò Odeon, prima di espandere il suo cosmo dorato.

"Peccato che non te ne darò il tempo, patetico umano", minacciò la sleale avversaria, aprendo la mano dinanzi al santo del Leone.

"Serpente del cielo", urlò Desdemona.

Odeon vide arrivare una gigantesca freccia di energia, che prese la forma di un serpente.

Il cavaliere d’oro si mosse alla velocità della luce, così da evitare il serpente di energia, che si investì una colonna, distruggendola tra le sue spire energetiche.

"Lighting claws", urlò il santo d’oro, scagliandole contro dei piccoli artigli di luce dorata, che investirono in pieno la titana, gettandola a terra, vicino ad una colonna.

Desdemona si alzò in piedi, tenendo le mani sopra la testa, "Ti prego, non uccidermi", supplicò la titana.

Il cavaliere del Leone era stupito da questo comportamento, "Mi dovrei fidare di te, titana?", chiese preoccupato, "Si, ti supplico, perdonami, io andrò via, si andrò via da queste case", ripeté più volte Desdemona, indietreggiando.

Odeon guardò la sua avversaria, "Ti concederò di lasciare viva il Grande Tempio, ora vai via, verso le case inferiori", ordinò il santo, avvicinandosi a Tok’ra.

"Grazie", disse la titana, correndo verso la porta.

"Cavaliere di Virgo, come ti senti?", chiese il santo di Leo, appoggiando la mano sul parigrado e curandolo con il suo cosmo, "Attento, Odeon", urlò, durante la cura, il santo della Vergine.

"Snakes dancing", urlò la voce di Desdemona.

Cinque serpenti di luce uscirono dalle dita della titana, legando gli arti e la cinta del santo d’oro.

"Questi serpenti sono come delle piccole sanguisughe, ti entreranno nelle vestigia ed assorbiranno tutto il sangue. Sei morto, cavaliere", affermò la guerriera dalle bianche vestigia soddisfatta.

"Sai, Desdemona, odio uccidere, credo che curare sia meglio del togliere la vita, ma con te, che sei una donna, sembra che le buone maniere non funzionino", urlò infuriato il santo del Leone, facendo esplodere il suo cosmo luminoso, che ridusse in polvere i serpenti di energia della titana.

"Subisci la mia ira, Desdemona", avvisò il gold saint, "Per il sacro Leo", invocò Odeon, scagliando il suo "Lighting bolt", che investì in pieno la titana, scagliandola contro una parete della Sesta Casa.

Odeon stavolta non si voltò verso il santo di Virgo, ma rimase ad attendere la sua avversaria, pronto ad un nuovo confronto.

La titana si rialzò, "Ti, prego, sono una donna, non uccidermi", supplicò lei togliendosi l’elmo.

Portava lunghi capelli neri, che le scendevano sulle guance, un naso schiacciato e gli zigomi piuttosto tirati, non si poteva certo definire una bellissima fanciulla.

"Posso darti notizie interessanti su noi titani, ti prego, non uccidermi", continuò a supplicare Desdemona, "Che notizie?", chiese il successore di Aioria, calando le sue difese, "Ti posso dire tutto su di noi", affermò lei sorridendo.

"I veri titani sono solo 38, ma già tre di loro, Ariel, Sinope e Rhea, sono morti, quindi siamo rimasti solo in 35", iniziò a spiegare la guerriera dalle bianche vestigia.

"E loro cosa sono?", chiese il santo del Leone, indicando i cadaveri dei guerrieri titani, "Sono solo delle statue di argilla a cui il nostro grande Padre dà vita", rispose la titana, "sono degli oggetti che noi portiamo per eliminare gli avversari più deboli, poiché per grazia di nostro Padre, queste statue possono raggiungere un potere pari a quello dei vostri Silver saints", concluse la guerriera dalle bianche vestigia.

"Noi 38, invece, siamo distinti in comandanti di 3°, di 2° e di 1° grado. Io sono un comandante di 3° grado, dovrei essere pari a voi Gold saints, come i miei fratelli dello stesso livello, ma non me ne sento degna. I comandanti di 2°grado sono pari ai vostri cinque santi divini", aggiunse la titana.

"E quelli di 1° grado?" incalzò il santo del Leone, "Loro sono solo quattro ed il loro potere si dice sia pari a quello delle vostre divinità", spiegò la titana, restando con il volto chino a terra, "Pari a quello di un dio?", chiese stupito Odeon.

"Si, cavaliere, inoltre vi è l’ultimo titano, il braccio destro di nostro padre, il suo primogenito, costui è invincibile", spiegò Desdemona, ancora tremante.

"Ho un’altra domanda per te, guerriera", incalzò il santo d’oro, "come mai non siete usciti prima dal Tartaro, dove, per ciò che so, erano state rinchiuse le vostre anime immortali?", "Solo nostro padre poteva aprirci il valico da quel mondo", rispose lei, "E come ha fatto?", continuò nel suo interrogatorio Odeon, "Te lo direi, ma ormai non mi serve più prender tempo, giusto Dione?", ribatté Desdemona, alzandosi in piedi.

"Occhio nero", sentì urlare dietro di se il cavaliere di Leo, ma quando si voltò fu risucchiato in una dimensione parallela.

"Perfetto, Dione, ora finisci l’altro, presto", suggerì Desdemona, al santo cieco appena arrivato, "Si, me ne occupo io, dato che tu sei un’incapace", concordò il titano che aveva sconfitto Abel e Botan.

"Spiacente, titani, ma non mi battere così facilmente", ribatté Tok’ra, alzandosi ed espandendo il suo cosmo fino all’ottavo senso, "Ora proverete un assaggio del mio potere", li avvisò.

"Solo un assaggio, umano?", lo schernì Dione, "Purtroppo si, guerriero cieco, il veleno mi indebolisce e devo trattenere abbastanza potere da raggiungere Odeon, dovunque sia, e salvarlo", spiegò il santo della Vergine, prima di aprire gli occhi.

"Il cerchio dell’Oriente si apre su di voi, titani assassini", li minacciò Tok’ra, "Per il Sacro Virgo, che il <Tenbu Horin> faccia il suo effetto distruttivo", urlò scatenando l’attacco contro i due avversari, che non riuscirono ad evitarlo, perdendo il senso dell’olfatto e cadendo a terra storditi.

"Non posso finirvi, spero che il Gran Sacerdote capisca, ma Odeon mi ha salvato la vita, diminuendo l’effetto del veleno, ora devo ricambiare", affermò il gold saint, prima di scomparire dalla Sesta Casa.