Capitolo 17: Cambiamento di Programma

"Seiya, che succede?", chiese il santo divino del Dragone, entrando nella stanza del gran sacerdote insieme a Hyoga.

I due trovarono l’oracolo in piedi, dinanzi al suo trono, non aveva le vesti proprie del celebrante, ma le sue divine vestigia, quelle del divino cavallo alato, Pegaso.

"Amici miei", esordì Seiya, voltandosi verso i due, "ho deciso di variare le regole del gioco", affermò infuriato, "Che cosa vuoi dire?", chiese preoccupato il santo del Dragone Divino.

"I titani sono arrivati fino al tempio della Bilancia, ormai non possiamo più aspettare, dobbiamo aiutare i gold saints", affermò infuriato l’oracolo, "Hanno ucciso quasi tutti i cavalieri di bronzo, moltissimi dei santi d’argento e persino Kiki", aggiunse, sbattendo il pugno contro una colonna.

"Lo so che sei infuriato, cavaliere, anche a me dispiace per Castalia, Tisifone, Kiki, Geki, Ban e gli altri, ma non possiamo rischiare la vita del Gran Sacerdote, sei l’intermediario fra Atena ed il mondo", ribatté Shiryu, "non possiamo permetterci che tu muoia", affermò.

"Dragone, non ti disturbare a convincermi, ho deciso di andare alla decima casa ad attenderli e vorrei che tu andassi all’Ottava, arriva prima di loro, te ne prego. Hyoga, tu, invece, resterai alla dodicesima casa insieme a tuo figlio ed ad Alcyone, bene?", sentenziò l’oracolo, prima di oltrepassare i suoi due compagni ed uscire dal suo tempio.

I due santi divini, rimasti soli nelle stanze dell’oracolo, accettano di malgrado l’ordine del loro sacerdote.

 

"Dunque siete arrivati", esordì Belinda, vedendosi raggiungere da Desdemona e Dione.

"Si, comandante, siamo qui", disse la Signora dei Serpenti, "Bene, allora avanziamo", ordinò alla fine la titana.

 

Alla Seconda Casa i tre cavalieri d’oro si riposavano, quando un cosmo quasi divino li circondò, "Questo cosmo è potentissimo", analizzò Botan, "Si, ma fortunatamente ci è amico", affermò Abel, risvegliatosi. I tre gold saints videro apparire Tok’ra e Odeon, ambedue in piedi.

"Come state, cavalieri?", chiese il santo del Leone, "Vi servono delle cure?", aggiunse, "Si, Abel è ferito", rispose la sacerdotessa del Cancro.

"Non è vero, posso farcela da solo", ribatté il santo dei Gemelli, tentando di rialzarsi, "Ne sei sicuro?", chiese Golia, prendendolo per le braccia prima che ricadesse.

Un sorriso si stampò sul viso dei tre santi d’oro e della sacerdotessa (seppur non visto), ma il cavaliere della Vergine interruppe il momento di quiete, accarezzando la bara di cristallo di Kiki, "Cavalieri, che facciamo, risaliamo alle case superiori, per aiutare i nostri compagni nello scontro?", chiese il santo di Virgo.

"No, cavalieri, non intervenite", esordì una voce proveniente da un cosmo potentissimo e freddo, "Chi sei?", chiese Tok’ra alzando il capo verso l’alto, "E’ Hyoga, il santo del Cigno Divino", gli rispose Abel di Gemini, riconoscendo il cosmo dell’amico di suo padre.

"Noi tre siamo scesi in campo, ci occuperemo di questi titani, personalmente, insieme ai gold saints", spiegò Crystal, dalla Dodicesima Casa.

"Voi, raggiungete i Silver saints all’Altura delle Stelle", ordinò, prima di far scomparire il suo cosmo.

 

"Cavalieri, chissà come sta andando lo scontro alle dodici case?", si chiese Eric del Corvo, osservando il grande Tempio da Star Hill.

"Abbiamo percepito spegnersi in un’esplosione il cosmo del grande Ikki, ma gli altri?", aggiunse Rabat di Perseo.

"Poche ore fa ho sentito spegnersi un altro cosmo", rispose Kano del Pavone, seduto nella posizione del fiore di loto con solo il terzo occhio aperto.

"Quale?", chiese preoccupato Daidaros di Cefeo, "Uno dei cosmi dorati alla Seconda Casa", rispose l’allievo di Kaor, "temo sia quello del santo dell’Ariete", concluse il cavaliere d’argento.

"Si, ho percepito anche io il cosmo del mio vecchio amico Kiki morire", spiegò Zadra dello Scultore con tono triste.

Real si alzò di scatto, "Sentite anche voi questi cosmi avvicinarsi?", chiese ai compagni, indicando il Santuario, "Si, cavaliere della Lira, li percepisco", rispose Xael della Corona Boreale, "sono 5 e tutti superiori ai nostri", aggiunse.

"Uno di questi cosmi lo riconosco, è quello di Botan, la sacerdotessa del Cancro e mia compagnia di allenamento", affermò Helyss del Pittore, avvicinandosi alla sorella, "Ed un altro e di Tok’ra di Virgo", aggiunse Kano.

"5 cavalieri d’oro stanno venendo qua", affermò Jabu dell’Unicorno, appena ripresosi. Tutti rimasero ad attenderli.

 

Alla Dodicesima Casa, Alcyone era seduta in un angolo, giocava con una bellissima rosa di colore rosso acceso, "Mi chiedo cosa stia succedendo nelle case minori, i titani sembrerebbe che si siano riuniti e fermati alla Settima Casa ed ora la stiano distruggendo con calma, ma perché? In fondo è deserta per ora quella casa", disse la sacerdotessa dei Pesci.

"Non so, Alcyone, però prima ho percepito due cosmi divini attraversare questo tempio e credo che un terzo stia arrivando dalle camere del sacerdote", affermò Camus dell’Acquario.

"Bravo, figliolo, noto che riesci a percepire i cosmi anche se si muovono ad una velocità altissima come la nostra e si spostano grazie alle ali delle divine vestigia", si congratulò Hyoga del Cigno, entrando nel tempio dei Pesci.

"Padre", esordì il santo dell’Undicesima Casa, avvicinandosi ed abbracciandolo, "Cavaliere del Cigno", affermò stupita la sacerdotessa di Pisces, inchinandosi al cavaliere divino.

"Calmi, cavalieri d’oro, non sono qui né per ricevere segni di rispetto, né d’affetto, ma per combattere al vostro fianco, così come faranno i miei due compagni ancora vivi nelle case inferiori", rilevò Crystal, accarezzando il capo biondo di suo figlio.

 

Alla Decima Casa due santi d’oro erano seduti nei pressi di una statua raffigurante il primo dei cavaliere del segno del Capricorno.

"Sono sempre più vicini, Myokas", disse il nuovo santo del Capricorno, alzandosi in piedi, "Già, non vedo l’ora di affrontarli", affermò il santo del Sagittario come risposta, "Sei davvero un attaccabrighe, lo sai vero?", chiese divertito Lorgash, "Si, cavaliere della Decima Casa, lo so, ma nemmeno il mio maestro è riuscito a cambiarmi", spiegò lui.

"Verissimo, non sono mai riuscito a cambiare quella tua testa dura", affermò una voce.

I due cavalieri d’oro si guardarono intorno, un cosmo potentissimo e simile ad una luce azzurra apparve da dietro la statua, "Ciao Myokas, salve cavaliere del Capricorno", li salutò il gran sacerdote.

"Maestro, tu indossi le tue divine vestigia", disse il santo del Sagittario, dopo essersi inginocchiato insieme a Lorgash, "Si, cavalieri, sono qui per darvi una mano, malgrado penso che due attacca brighe come voi non avessero bisogno di un terzo scapestrato, come il vecchio cavaliere di Pegaso", disse il santo divino con il sorriso che non aveva più da moltissimi anni.

 

All’Ottava Casa erano giunti i titani, Gallio e Ryo li osservavano, pronti a scatenarsi in uno scontro memorabile, "Sei pronto, cavaliere dello Scorpione?", chiese il figlio di Shiryu, "Certo, cavaliere di Libra", rispose l’allievo di Shun.

"Dione, ti vuoi occupare tu di loro o lasciamo fare ad Helene?", chiese la voce di Belinda dal gruppo di titani, "Lascia fare ad Helene, penso che sarà sufficiente", rispose il titano cieco e senza tatto.

"Non credo che basterà una sola di voi", affermò una voce alle spalle dei due Gold saints.

Un drago di energia apparve all’improvviso nella sala, "Ora siamo in tre a combattervi", disse il santo del Dragone Divino, mostrandosi.

"Padre", sussurrò Ryo, "Cavaliere del Dragone", lo riconobbe Gallio, "Sono qui per aiutarvi, ragazzi", disse semplicemente Shiryu, ormai pronto a combattere.