Capitolo 20: Esseri malvagi

"Stand, Ivan, allontanatevi", gridò una voce alla destra del gigante della Garuda.

Aiace osservò Rock di Gorem alla sua destra urlare parole d’avvertimento a Stand di Beetle ed Ivan di Trool, "Da che cosa si devono allontanare?", si chiese perplesso il gigante della Garuda, osservando il campo di battaglia, la sesta prigione dell’Ade, quella degli eretici.

La prigione degli eretici era piena di cadaveri di spectres, della seconda armata, composta come le altre di 36 seguaci di Hades, solo 6 erano sopravvissuti, ma dei 10 titani fermatasi ad affrontarli, nessuno era ancora in piedi.

"Guardate", urlò all’improvviso Fregias di Licaone, un altro dei 6 sopravvissuti.

Una figura bianca saltò con abilità sulle teste di Stand ed Ivan, "Shureken esplosivi", tuonò una voce femminile. Cinque stelle di titanio si conficcarono nel corpo dello spectre russo ed altrettanti in quelli del suo immane compagno d’arme.

Le armi nemiche brillarono di una bianca luce sinistra, quindi esplosero producendo un gran fragore e dilaniando le surplici del Trool e di Beetle, uccidendo i due spectres che le indossavano.

"Un’ora fa è morto Minosse", balbettò Aiace, "Che adesso sia giunto il mio turno di lasciare nuovamente il sacro tempio di Hades incustodito?", si chiese il judge.

Aiace della Garuda, comandante dell’armata delle prigioni centrali osservò i pochi guerrieri rimasti con lui: Faraone della Sfinge, Fregias di Licaone e Rock di Gorem; tutti e quattro erano in qualche modo feriti, ma tutti e quattro erano pronti alla lotta.

La titana dinanzi a loro aveva un’armatura caratterizzata da centinaia di shureken, inseriti nei gambali e nei bracciali, la maschera stella sembra una di quelle stelle d’acciaio che la nemica usava come arma.

"Chi sei?", tuonò Aiace all’avversaria, "Lysithea, comandante di 3° grado dell’armata dei titani, la Guida delle Stelle mi chiamano", si presentò lei.

"Maledetta", tuonò Rock di Gorem, "Ivan per me era più di un compagno, era un fratello", tuonò lo spectre, "Rolling bomber stones", invocò infine, scatenando il suo colpo simile ad una frana.

I massi volarono contro la titana e la colpirono in pieno.

"Ci sono riuscito", esordì lo spectre di Gorem, "No, stupido, hai colpito solo una mia immagine residua, io sono dietro di te", lo derise con voce sensuale l’avversaria, "Shureken storm", tuonò Lysithea, mentre dalle braccia partivano centinaia di stelle di titanio, che distrussero l’armatura di Rock ed uccisero il titano stesso, che cadde a terra senza vita.

La titana scoppiò in una folle risata, "Non trovate anche voi che sia incredibilmente divertente massacrare?", chiese ai suoi tre avversari ancora in piedi.

Nessuno dei tre spectres ancora vivi rispose, seppur sul volto di Fregias si dipinse un sorriso malefico, "Sono d’accordo", affermò all’improvviso Faraone, spiazzando i compagni e l’avversaria.

"Ora, Laimi", ordinò il custode del secondo cerchio. Dieci tentacoli simili a vermi uscirono dal terreno, bloccando la titana alle braccia ed alle gambe.

Nemmeno Aiace si era accorto che anche Laimi di Worms era ancora vivo, ma questa sorpresa gli era parsa piuttosto piacevole.

"Bene, assassina di spectres, ora vedremo se il tuo cuore è abbastanza puro da sopravvivere alla prova della piuma", la schernì Faraone, impugnando la sua arpa nera.

"Bilance of curse", intonò lo spectre della Sfinge, innalzando la sua triste musica contro Lysithea.

La titana non emise nemmeno un respiro, ma cercò di liberarsi dalla presa di Laimi.

I movimenti di Lysithea iniziarono lentamente a diminuire d’impeto, mentre la musica di Faraone aumentava di tono. All’improvviso la guerriera dalle bianche vestigia cadde in ginocchio, dinanzi al custode della seconda prigione.

I tentacoli di Worms si allentarono per permettere all’avversaria di inginocchiarsi, ma qualcosa d’inaspettato avvenne: Lysithea diede una spinta d’incredibile potenza, facendo volare Laimi dentro la tomba infuocata di un eretico.

Faraone indietreggiò preoccupato, "Mi hai procurato una ferita in pieno petto, solo l’armatura di titanio ha impedito che quella tua stupida musica mi strappasse il cuore, quindi dovrai essere punito", affermò innervosita la titana, risollevandosi, "Ora subirai un anticipo della punizione", concluse, saltando in aria.

"Shureken esplosivi", tuonò Lysithea, colpendo alle mani ed alle braccia lo spectres con cinque stelle di titanio, che esplosero, amputando gli arti al custode della seconda prigione.

"Ora, morirai", aggiunse la titana, nuovamente a terra, alle spalle di Faraone. Con una capriola Lysithea fu nuovamente sopra il suo nemico, "Shureken storm", tuonò poi, colpendo il corpo martoriato con centinaia di stelle di titanio.

Aiace vide la titana saltare nuovamente in cielo, solo allora notò una gigantesca stella da combattimento rappresentata sul dorsale dell’armatura, quindi vide le armi della nemica colpire in più punti il corpo martoriato di Faraone, uccidendolo.

"Fregias, Laimi, fatevi da parte, mi occuperò io di costei", esordì poi Aiace, avanzando verso l’avversaria.

"Si, fammi divertire ancora un po’, era da tanto che non massacravo così tanti nemici", affermò la maligna nemica, preparandosi all’attacco.

"Galactica illusion", tuonò subito Aiace, senza molti complimenti.

Lysithea evitò l’attacco con facilità e saltò addosso al nemico, "Ora ti ammazzo", lo minacciò, "Shureken storm", invocò la titana, scagliando centinaia di stelle di titanio.

Movendosi alla velocità della luce, Aiace evitò l’attacco nemico, "Molto brava, ma non sufficientemente veloce", la derise lo spectre della Garuda, "Ne sei sicuro?", ribatté la Guida delle stelle, indicando la gamba sinistra dell’avversario.

Aiace si dovette inginocchiare per il dolore, causato da una delle shureken, conficcatasi nella sua gamba.

"Comandante, la lasci a me", suggerì una voce sotterranea, "Worm’s bind", urlò Laimi, mentre i suoi tentacoli spuntavano dal terreno, bloccando gli arti della titana.

"Colpiscila al cuore e poi allontanati", ordinò all’improvviso Fregias, notando un tentacolo che fuoriusciva violentemente dal terreno.

Il tentacolo si frantumò scontrandosi con le vestigia di titanio, "Ora mi hai stancato, non provo alcun piacere nel combattere contro un nemico che non vedo", affermò infastidita Lysithea, sollevando lo spectre di Worm, che volò in aria.

"Quanto sei brutto, vediamo se posso migliorare il tuo aspetto", lo schernì la titana, "Shureken esplosivi", invocò poi, colpendo in più punti il nemico, che ricadde a terra, scomparendo nel sottosuolo.

"Che delusione, non mi diverto a combattere con te", affermò dispiaciuta la Lysithea.

"Credevo che voi titani non combatteste per divertimento", esordì una voce alle spalle della guerriera dalle bianche vestigia, "Da ciò che ci aveva detto il divino messaggero sui misteriosi nemici con armature di titanio, pensavo foste tutti seguaci di un unico credo, determinati a vendicarvi contro gli dei olimpici, malgrado non ne sappia il motivo", spiegò Aiace, camminando vicino a Fregias di Licaone.

"Tutti noi titani, siamo uniti nel disprezzo e nell’odio verso Zeus e gli altri forgiatori della Trappola dove il nostro sire e padre è rimasto rinchiuso per millenni, Trappola che ha portato alla sconfitta di me e dei miei simili ed alla nostra prematura morte molte centinaia di anni fa", raccontò Lysithea, "ma io, come molti miei fratelli e mie sorelle, credo che se non ci si diverte a massacrare i propri nemici, il nostro modo di vivere sarà sempre vuoto e senza alcuna soddisfazione personale, quindi mi impegno sempre al meglio per portare morte e distruzione intorno a me", spiegò la titana, "in fondo voi spectres di Hades dovreste esserci pari per malvagità. Dal Tartaro abbiamo seguito l’esplosione di cosmi ed il susseguirsi di scontri avvenuti in questi luoghi durante le vostre varie guerre. Siamo tutti esseri malvagi", concluse l’avversaria.

"Completamente d’accordo con te, per questo ti massacrerò", esordì lo spectre custode della quarta prigione.

"Davvero? Chi saresti per fare ciò?", domandò divertita Lysithea, "Sono Fregias di Licaone, del Cielo Peccaminoso", si presentò il guerriero dalla nera surplice.

Un ululato riempì la sesta prigione, "Howling Inferno", urlò lo spectre, mentre il suo colpo si scatenava contro la titana, scagliandole contro due sfere di fuoco.

"Non farmi ridere", tuonò Lysithea, evitando l’attacco e lanciando centinaia di stelle di titanio contro il nemico, che cadde a terra ferito.

"Worm’s bind", urlò all’improvviso una voce alle spalle della titana, "Attacchiamola tutti insieme, è il modo più veloce per eliminare questa nemica", suggerì Laimi.

L’ululato infranse nuovamente il cielo della prigione degli eretici, "Concordo, Worms", affermò Fregias, "Howling Inferno", tuonò lo spectre di Licaone.

"Va bene, miei soldati, se non vi è altro modo, accetterò questa soluzione, la Garuda non cadrà senza compiere un battito d’ali", esordì il loro comandante.

"Garuda flap", tuonò poi, scatenando il potente battito d’ali dell’animale indiano.

La potenza dei tre colpi lanciò in aria Lysithea, facendola volare oltre ogni visuale possibile, per poi ricadere al suolo, dove Aiace aveva posto una croce.

La titana si rialzò; le spalliere e l’elmo erano ormai in pezzi, "Complimenti, mi avete convinto ad usare la mia ultima tecnica", esordì Lysithea, appoggiando la mano alla schiena e mostrando un gigantesco shureken.

"White star", tuonò la titana lanciando il colpo.

L’arma nemica volò fra i tre avversari colpendoli uno dopo l’altro e distruggendo parte delle vestigia, oltre che producendo profonde ferite sui loro corpi.

Aiace volò a terra, la ferita aveva squarciato il suo petto e buona parte della surplice era ormai in pezzi; Fregias volò anche al suolo, delle nere vestigia del Licaone rimaneva ben poco ormai, mentre Laimi si nascose sottoterra, dopo aver subito il colpo.

"Ora farò a pezzi il corpo del vostro comandante, quindi giocherò a lanciare in aria te, che tanto ti vanti della tua natura criminale, e poi stanerò il verme nascosto sottoterra", affermò divertita la titana.

I suoi neri occhi ed i suoi lunghi capelli rossi, mostravano tutta la malvagità e perversa gioia che ella provava nell’uccidere.

"Che ne dici di morire?", chiese la titana ad Aiace, sollevandolo per i capelli, "Prenditela con me, buffona", tuonò all’improvviso Fregias rialzandosi.

"Shureken..", esordì Lysithea, avvicinando le mani alle gambe. Qualcosa però la fermò: i tentacoli di Laimi le si erano di nuovo legati intorno.

"Non hai ancora capito che è inutile, vermiciattolo?", tuonò la titana con tono beffardo, "Lo so che questa tecnica è inutile, ma stavolta ti darò un peso più difficile da allontanare, me stesso", affermò lo spectre di Worm, fuoriuscendo dal terreno e legandosi alla nemica attraverso i suoi tentacoli.

"Ora, Fregias, colpiscila al centro del petto, dove i vari colpi hanno prodotto una crepa", suggerì lo spectre morto per mano di Aioria.

"Howling Inferno", urlò allora lo spectre del Licaone, colpendo al pettorale la nemica, che non riuscì a liberarsi, se non il braccio destro, con cui colpiva ripetutamente Laimi alla testa.

"Ora mi avete stancato tutti e tre", affermò Lysithea, cambiando tono di voce, da allegra a furiosa.

"Shureken storm", tuonò la guerriera, colpendo nuovamente Fregias, che stavolta non riuscì ad evitare i colpi nemici e cadde a terra, morendo per le centinaia di ferite subite fino a quel momento.

La titana ricominciò a colpire il cranio di Laimi con i suoi pugni, tanto da farlo sanguinare copiosamente.

"Comandante", urlò lo spectre, quasi moribondo, "la prego, un ultimo colpo, distrugga questa corazza che le difende il corpo, così potrò compiere il mio ultimo gesto in onore di Hades", supplicò Laimi.

Aiace si alzò in piedi, perdeva sangue dal petto e la gamba sinistra non riusciva a reggere bene il suo peso, "Sia, mio fedele spectre, tu ed i tuoi compagni sarete ricordati come eroi e martiri del nostro Sire", esordì il judge delle prigioni centrali, "Garuda Flap", tuonò infine, colpendo in pieno la nemica ed il seguace, che volarono in cielo, per ricadere a terra.

I tentacoli di Laimi erano distrutti, come quasi tutta la sua armatura, medesima cosa era però avvenuta al pettorale di Lysithea, ormai in pezzi.

"Sei rimasto solo tu, dato che il tuo colpo ha eliminato questo vermetto", valutò la titana, rialzandosi.

"No, non sono ancora morto", ribatté Laimi, saltando addosso alla nemica, "Ora, proverai l’esplosione ultima di un cosmo, lanciato oltre i suoi limiti, seppur debole come il mio", spiegò lo spectre di Worm.

Il corpo di Laimi e quello di Lysithea, esplosero in una luce mostruosa, che polverizzò molte tombe ardenti intorno a loro. Dei corpi del seguace di Aiace e della titana invasore non era rimasto che cenere e pochi lembi delle bianche vestigia di titanio.

"Ora temo che anche io cadrò in questo luogo, nuovamente", si disse il gigante della Garuda, mentre il suo corpo scivolava senza forze sul terreno.

Una luce dorata fu l’ultima cosa che lo spectre del Cielo degli Eroi vide prima di svenire.

"Aiace, anche tu", pensò perplesso Rhadamantis, non sentendo più il cosmo dell’altro suo parigrado, "Dopo Minosse, anche il gigante delle prigioni centrali è scomparso, portando con se la sua nemica ed i suoi soldati, chissà che accadrà a me ed alle mie armate qui alla Giudecca".

Questa era la riflessione del judge di Wyburn, mentre i nemici si avvicinavano.