PISCES PRESENTA

I TRE GIORNI DI SAGA

Primo giorno: l'arrivo

"Di notte… sono arrivato di notte a presidiare la mia casa, il mio tempio… quello che mi vedrà custode di Athena; percepisco chiaramente un'altra presenza di un cavaliere d'oro alla dodicesima casa… non sono dunque il primo a giungere in Grecia."

Saga era arrivato da poco al Grande Tempio, poco dopo la sua investitura che gli aveva lasciato molti dubbi e gli aveva tolto un fratello. Navas era morto per mano sua, dopo che egli aveva volontariamente colpito la loro dimora facendo morire la loro madre; colui che diventò il cavaliere dei Gemelli, in un impeto di rabbia e disperazione, lanciò il suo colpo segreto alla volta dello stesso Navas che, nel mentre, aveva risposto con l'Esplosione Galattica. L'armatura dei Gemelli, custodita dal loro padre Guilty, era uscita dallo scrigno ed aveva salvato Saga, ponendosi tra lui ed il colpo di Navas… ma perché lo aveva fatto? Con che criterio le vestigia dorate avevano scelto proprio Saga?

"Kanon se ne accorse… l'armatura d'oro dei Gemelli aveva sentito in me la doppia personalità, il fattore di base per il possesso di tali vestigia. Ma ho promesso a me stesso di essere fedele solo alla mia Dea, e non farò più in modo di dover diventare ancora quella parte oscura di me stesso e che disdegno con tutto l'animo!"

Si tolse l'armatura che si depositò con calma nel centro della sua casa. Il suo tempio era molto bello, c'erano specchi e torce che lo illuminavano facendolo sembrare molto più grande di quanto in effetti fosse con giochi di luce e di riflessi meravigliosi. Vicino alle sue stanze, come in tutti gli altri templi, una grande vasca in marmo grigio d'acqua termale sorgiva, propria di quelle terre antiche. Si immerse pian piano nel tepore di quella vasca, ritemprandosi dal viaggio e dalle fatiche della sua investitura del giorno prima.

"Chissà dov'è ora Kanon, chissà mio padre dov'è andato con la salma della nostra cara madre…"

Venne a sapere solo più avanti che suo padre andò a vivere nell'isola della Regina Nera e che si coprì il viso con una maschera per la vergogna del quale fu ricoperto dai suoi figli. Qui crebbe una bimba che gli venne affidata da una donna in punto di morte, e a quella bambina diede il nome di colei che fu sua moglie: Esmeralda.

"Dovrò presentarmi al cospetto del Grande Sacerdote, è mio dovere di cavaliere… domattina all'alba gli farò visita, a lui devo i miei servigi ed il mio rispetto; Shion è uomo giusto e grande Oracolo, ma il fatto che siano stati addestrati ed investiti dei nuovi cavalieri d'oro, non preannuncia nulla di buono… comunque sia, qualsiasi nemico non riuscirà ad oltrepassare la terza casa dei Gemelli, con le abilità illusorie del quale sono padrone questo tempio può diventare un labirinto senza uscita."

E così immerso nei suoi pensieri, intravide una notte piena di stelle, una notte bellissima, che lasciava presagire solo giorni di quiete e d'intesa, così brillante che il sole si sarebbe vergognato di nascere il giorno dopo. Uscì dalla sua vasca ritemprato ed invigorito e si ritirò nelle sue stanze per passare la notte su di un letto profumato e delicato con delle coltri blu finemente lavorate a mano dai più grandi tessitori della Grecia.

Sognò quella notte Saga, sognò o rivisse dei momenti di un altro? Fu immateriale ciò che vide o commise veramente ciò che i suoi occhi si rifiutarono di accettare?

Si svegliò all'alba, e si guardò allo specchio… si studiò a fondo e poi vide un particolare… un particolare al quale non avrebbe mai badato: una piccola ciocca dei suoi lunghi capelli blu era diventata grigia.

"E questo? Come possono i miei capelli cambiare colore? Che cosa significa questo prodigio?"

Prese una forbice d'oro e si tagliò quella piccola ed insignificante ciocca grigia.

"Devo andare dal Grande Sacerdote, non posso di certo presentarmi con i capelli di due colori, sarebbe immensamente ridicolo!"

E sorrise… s'incamminò verso le stanze di Shion, ed una volta arrivato davanti alle due porte d'oro che facevano da guardia al Santuario, si rivolse ai soldati che stavano fuori:

"Sono Saga, cavaliere d'oro della terza casa dei Gemelli, vi prego di annunciare al Grande Sacerdote la mia presenza."

Uno dei soldati entrò nella sala ed uscì qualche secondo dopo, alzò la lancia che sbarrava la porta e disse:

"Saga dei Gemelli, il Grande Sacerdote Shion ti attende, puoi oltrepassare questa soglia"

Saga annuì ed entro nella sala del Trono, trovò l'Oracolo di Athena in piedi, sorridente, con una lunga veste bianca e bordata di rosso, ed una collana greca simbolo di potere.

"Benvenuto al Santuario di Athena, Saga, spero che adempierai ai tuoi obblighi di cavaliere d'oro nei confronti della nostra Dea e nel bene del Grande Tempio"

Le parole di Shion, invece di rendere orgoglioso Saga, lo gettarono in un profondo senso di inferiorità, vedere quell'uomo così all'apparenza dolce, eretto di fronte a lui che era invece inginocchiato in segno di rispetto e devozione, lo rendeva terribilmente nervoso. Aveva sentito parlare di Shion come grande combattente nella prima guerra sacra, sapeva che era cavaliere d'oro dell'Ariete, ma aveva come il sentore che l'uomo che avesse davanti fosse tutto tranne che un guerriero… ed allora segretamente si chiese come mai quell'uomo avesse potere su tutta la Grecia, nonché di riflesso sul mondo intero.

"Avverto diffidenza nel tuo cuore Saga, cosa ti turba?"

Saga, preso direttamente, alzò il capo, accennò ad un sorriso per tranquillizzare Shion e rispose:

"Nulla Grande Sacerdote, non preoccupatevi, forse è solo un po' di stanchezza, anche se ho riposato il corpo, probabilmente la mia psiche è ancora sotto pressione… state tranquillo Oracolo di Athena, Saga dei Gemelli è pronto a difendervi strenuamente, sia voi, sia la nostra Dea!"

"…e sarà pronto a difendersi anche da se stesso?"

la domanda di Shion gettò Saga nel dubbio più cupo: come faceva a sapere del suo cambiamento il giorno della sua investitura? Come faceva costui a vedere nel suo cuore, dove anche lui non poteva giungere? Chi era in realtà Shion dell'Ariete?…chi era in realtà Saga?

"Statene certo, Grande Sacerdote!"

"Prima di andartene, lascia che ti metta in chiaro una cosa: da sempre il cavaliere dei Gemelli dispone di due metà, una chiara come la luce del sole ed una oscura come solo l'Ade saprebbe spiegarti. In passato, durante la prima guerra sacra, il cavaliere dei Gemelli ha valorosamente combattuto al mio fianco, cadendo in battaglia sacrificandosi per la giustizia. Ma precedentemente ha dovuto affrontare se stesso, sentiva così tanto la sua metà oscura che fece erigere un altro tempio identico al primo della terza casa. L'avrai sicuramente notato. Quindi è destino, cavaliere, che anche tu dovrai sostenere questa battaglia interiore, e solo allora, scoprirai in te la tua vera essenza."

Saga non disse nulla, era come se la sua intimità fosse stata violentata, era come se i suoi pensieri fossero pubblicamente esposti all'agorà. Anche i segreti più celati a lui stesso, avevano perso tutto il loro significato, per un istante, Saga si rese conto di non essere un cavaliere d'oro e si lasciò cadere nello sconforto di un'imminente guerra interiore.

"Grazie Shion, ora devo tornare alla custodia del mio tempio… state tranquillo, quando arriverà quel giorno sarò pronto a combattere ed a vincere, poiché Athena è con me!"

Detto questo si alzò, abbassò il capo, si voltò e ripercorse la grande stanza che lo portò di nuovo ad uscire dalle grandi porte dorate.

Shion si sedette sul trono ed inspiegabilmente pianse.

"Saga… tu non sai che fra poche ore ti ritroverai a battagliare con i tuoi fantasmi, tu non sai che l'oscurità che ho avvertito in te è grande! La tua presenza nel tuo tempio non ti gioverà come credi, perché tutto inizierà da li, tutto comincerà nella casa che presiedi, e se la metà oscura prenderà il sopravvento, degli innocenti cadranno, ed io, cavaliere d'Ariete, dovrò impedirtelo… mi spiace Saga… mi spiace davvero…"

Il cavaliere dei Gemelli era nuovamente giunto al suo tempio, pensava e ripensava alle parole di Shion, e man mano che rivolgeva a lui i suoi pensieri si sentiva lentamente abbandonarsi al tepore dell'acqua del suo consueto bagno… finché si addormentò. Sognò di nuovo quella sera, sognò se stesso il giorno dell'investitura, sognò i pensieri che gli confluivano nella testa come impulsi irrefrenabili mentre lanciava la Dimensione Oscura a Navas, sognò quell'istante, quella frazione di secondo che inconsciamente gli provocò piacere; quasi paragonabile all'estasi era il suo animo nel vedere Navas essere avidamente inghiottito dal suo colpo, ed il piacere aumentava sapendo che Navas stesso sarebbe rimasto in un limbo per l'eternità… sognò questo istante, questo istante… solamente una goccia d'acqua nell'oceano… ma che fece la differenza nella sua esistenza.

Si destò, le carni erano leggermente consumate dall'estremo lavoro dell'acqua. Accortosi di ciò, Saga uscì immediatamente dalla vasca di marmo e si asciugò con un telo bianco.

"Che significa tutto questo?… Che la mia guerra sia iniziata? Che sia già l'ora del mio confronto?"

Rimase sveglio quella notte il cavaliere dei Gemelli, l'aria fresca della Grecia tra i capelli, e lui, seduto sulla scalinata che dava sulla seconda casa del Toro… aspettava… aspettava…

 

Secondo giorno: la transizione

 

Aveva passato la notte insonne, gli occhi erano pesanti, era come se avesse aspettato qualcuno o qualcosa a fargli visita, non si era accorto che quel qualcuno, era già in lui da molto tempo e che solo ora avrebbe cominciato a manifestarsi. L'alba del giorno rischiarava tutto il Grande Tempio, Saga socchiuse gli occhi ormai abituati al buio della notte e rientrò nel suo tempio.

"E' passata, la notte è passata… ora posso stare tranquillo, i miei fantasmi non mi attaccheranno più, è passata la notte… sono vincitore"

D'improvviso una voce nell'antro della sua terza casa:

"Sicuro Saga?"

"Chi ha parlato?"

L'espressione di angoscia del cavaliere dei Gemelli si evidenziò ancor di più quando si accorse che effettivamente, nessun cosmo era presente oltre al suo…

Silenzio… le torce nella sala brillavano… dai numerosi specchi sembrava dovesse uscire qualcuno… ma ancora silenzio.

Il cavaliere indossò l'armatura d'oro che era rimasta disposta a segno zodiacale al centro della sala.

"Non ti servirà un'armatura per proteggerti da me…"

"Di nuovo … chi sei, mostrati! Combatti!"

"No cavaliere, sei tu che devi combattermi!"

Saga allungò le mani tese in avanti e creò un immenso spostamento d'aria che si diresse in tutto il tempio, spegnendo le fiaccole accese e distruggendo gli specchi.

"Pensi di sconfiggermi con così poco?"

"Esci fuori maledetto!"

Saga era ansimante e sudava, i nervi erano a fior di pelle… chiunque fosse entrato nella terza casa in quel momento, probabilmente sarebbe stato attaccato.

"Ascoltami Saga… tu non puoi essere schiavo di un uomo dall'aspetto così disgustosamente dolce e così incapace! Un guerriero come te dovrebbe guidare la Grecia e con essa il mondo!"

"Non parlare così di Shion, nonostante il suo aspetto, è un uomo capace, nel quale ripongo completa fiducia e totale devozione!"

"Così che egli ogni volta possa mortificarti? O deluderti? O minimizzarti di fronte alla Dea Athena ed al mondo stesso?"

"Non lo farebbe mai! Non so chi tu sia, ma ti sbagli! Shion vuole il bene di Athena e non certo la sua rovina!"

"..ed il potere che solo un Grande Sacerdote può avere!"

"Che intendi?"

"Prova ad immaginare di avere una schiera dei più grandi guerrieri esistenti… e non solo, oltre ai cavalieri d'oro, avere i servigi di quelli d'argento e di bronzo… avere il dominio sulla Grecia, conquistare Asgaard ed il regno dei Sette Mari… avere il controllo della vita e della morte di tutto il pianeta… ma non senti la bramosia scorrere nelle tue vene? Apri il tuo cuore… è questo che vuoi…"

"Io non sono un assassino!"

"Questo l'hai già dimostrato dando morte tu stesso a tuo fratello gemello… pensa… un fratricidio… e commesso proprio da te, Saga… da te!"

"No! Basta, rivelati e fatti massacrare se hai il coraggio!"

Saga non si rendeva conto di aver cominciato a camminare sul sottile filo della follia…

"…dovresti massacrare te stesso …io sono Saga e sono dentro di te, io sono il vero cavaliere dei Gemelli, non di certo uno smidollato senza spina dorsale come ti sei dimostrato tu, io al cospetto del Grande Sacerdote, sotto il suo scherno avrei reagito dandogli morte sicura!"

"Nooo! Esplosione Galattica!!!"

Il colpo di Gemini devastò gran parte del suo tempio, facendo cadere delle colonne, ma conservandone per fortuna l'integrità della struttura.

"Come puoi pensare di uccidere Shion? Sei dunque pazzo?"

"perché non ammetti a te stesso che ti ha colpito a morte il suo discorso? Io ti posso capire meglio di chiunque altro Saga… ammettilo a te stesso, riposati, lascia a me il compito di andare avanti nella tua guerra, assisti alla nostra vittoria Saga… coraggio…"

Saga cadde urlando, inginocchiato a terra e stringendosi la testa tra le mani, era questa la battaglia che Shion gli predisse il giorno prima, ma chi stava vincendo?

"Avanti… siamo fratelli Saga… avanti, lasciati andare, cogli l'attimo, io sarò il tuo braccio e tu la mente, tu ordinerai ed io farò… goditi i successi delle nostre battaglie insieme, goditi i servigi di altri undici cavalieri d'oro, delle schiere dei cavalieri minori…si… sento che è questo che vuoi, vuoi gioire nel vederti seduto sul trono che spetta di diritto a te, ammettilo! Shion è un debole! Tu sei grande, onnipotente…noi siamo più grandi di Athena fratello!"

Saga si trascinò con fatica alle sue stanze e si soffermò per un attimo di fronte al suo specchio, quello specchio aureo che rifletteva ora un'immagine atroce: i suoi capelli erano completamente grigi.

"Che cosa mi sta succedendo? I miei capelli, aiutatemi…."

"Solo io posso aiutarti Saga, avanti, lascia che ti dia una mano, lascia che sia il destino che segua il suo corso, avanti… se mi temi e sei sicuro di essere nel giusto, il Fato non ti negherà le tue ragioni ed io scomparirò."

Saga prese queste parole in cuore, e se fosse stato veramente così? E se avesse lasciato che il destino seguisse il suo corso, sarebbe veramente scomparsa la sua metà? Forse si… per questo accettò.

"E sia, io so di essere nel giusto e di amare Athena, il fato come Dio non può non riconoscere la mia devozione e la tua ingorda bramosia di potere! Accetto, gli Dei mi daranno ragione."

"Stolto…"

Fu questo l'ultimo atto di una pietosa commedia durato anche troppo, Saga aveva solamente parlato con se stesso, ed il Fato poco centrava con le sue decisioni, aveva combattuto una guerra inutile contro di se, riuscendo a perderla perché così era la sua vera natura… le parole di Shion si rivelarono veritiere ed il suo presagio altrettanto. Saga non era ne morto ne cambiato, ma si era semplicemente rivelato per la sua natura oscura.

Si addormentò, come di sasso, non sapeva come ma già si sentiva meglio… sognava il potere, la gloria, l'immortalità della sua figura e se ne compiaceva. Era convinto più che mai che solo un gesto radicale avrebbe potuto cambiare gli eventi, ed era più che mai certo che questo gesto doveva essere eseguito su di una persona debole: Shion dell'Ariete. Sarebbe stato un problema se qualcuno avesse saputo, al momento solo Aphrodite, arrivato già prima di Saga stesso, era al corrente dell'identità del Grande Sacerdote. Dato l'arrivo imminente degli altri custodi dorati, era necessario agire in fretta… al suo risveglio, in una mattina come tante avrebbe ripercorso le dodici case per arrivare al suo cospetto, e quindi finirlo una volta per tutte.

 

Terzo giorno: la fine e l'inizio

 

Nuovamente il sole si alzò quella mattina, e così fece anche Saga; si guardò allo specchio, i capelli completamente grigi ed un altro particolare sul volto: gli occhi completamente rossi… solo l'iride era dello stesso colore dei capelli. La metà buona del cavaliere dei Gemelli dormiva sonni ancora profondi nei rimasugli del cuore di colui che si fece chiamare: Arles.

"Ecco il giorno tanto atteso!, il giorno del potere assoluto, il giorno che mi vedrà trionfante nella mia terra; la Grecia… ed io sarò padrone del mondo e dell'universo intero, io, Arles, il più grande fra i combattenti!"

Si avviò quindi verso le stanze del Grande Sacerdote passando attraverso le case di tutti i cavalieri d'oro che sarebbero giunti proprio quella notte. Proseguiva il suo cammino e più andava avanti, più cresceva la smania di uccidere, la voglia di essere il tutto; pensava alle strategie che poteva adottare Shion, era pur sempre cavaliere d'oro, ma privo delle sue vestigia… era un bersaglio facile! In più, Arles aveva una carta a favore, poteva fare i conti anche sul cosmo di Saga che, sebbene fosse la stessa persona, aveva una personalità ed un cosmo completamente diverso da lui. Si guardò bene invece dal passare invece dalla casa di Aphrodite, il cavaliere dei Pesci conosceva Shion di persona e poteva sospettare di qualcosa; preferì quindi usare un sentiero che conoscevano solo i cavalieri d'oro e le sacerdotesse di Athena.

Arrivato di fronte alle due porte d'oro massiccio, non trovò nessuna guardia.

"Bene, una scocciatura in meno… Grande Sacerdote… sei mio!"

Spalancò le porte e in fondo alla sala trovò la sua meta, Shion era in piedi, c'era una maschera su di un tavolino, una maschera tetra… la maschera che per dovere doveva teoricamente portare il Grande Sacerdote per distinguersi dagli altri cavalieri d'oro.

"Ti aspettavo Saga… purtroppo."

"Il mio nome non è Saga, chiamami pure Arles, futuro Oracolo di Athena… al posto tuo Shion!"

Fu chiaro immediatamente per il vecchio cavaliere d'Ariete, che la metà buona di Saga era scomparsa, assorbita dalla metà oscura, gli fu chiaro ancor prima che entrasse dalle porte d'oro.

"Dimmi quindi… Arles, che intendi fare? Vuoi combattere qui? Dov'è la tua Dea?"

"Io sono il mio Dio Shion! Un posto vale l'altro… ma per non creare inutili squilibri tra le dodici case, decidi tu il posto dove vuoi morire!"

L'arroganza e la sicurezza di Arles erano immense, Shion in cuor suo sapeva che non avrebbe retto il confronto, il cavaliere dei Gemelli aveva qualcosa che Shion non possedeva più: l'armatura d'oro.

"Seguimi Arles, l'Altura delle Stelle sarà testimone e teatro del corso degli eventi!"

"E sia Grande Sacerdote, preparati a raggiungere gli altri tuoi compianti cavalieri!"

Si avviarono uno dietro l'altro; Shion, davanti, non si girò mai ne pronunziò parola, Arles, dietro, seguiva con impazienza il vecchio cavaliere d'Ariete. Sapeva che se avesse combattuto nel Santuario, probabilmente Aphrodite sarebbe giunto, e sebbene non potesse essere ai suoi livelli, erano pur sempre due contro uno.

Arrivarono quindi sull'Altura delle Stelle.

Shion si girò e incrociò lo sguardo di Arles che già l'attendeva.

"Sei dunque pronto cavaliere d'Ariete?"

"Lo sono Saga, ma lascia che ti chieda di riprovare a combatterti. Prova a rivedere la luce…"

"Nessuna luce tornerà Shion! Saga è troppo debole e non riuscirà a contrastarmi mai più, l'uomo che ora hai di fronte è cavaliere completo…"

Allungò una mano verso Shion

"…forte…"

Concentrò dell'energia sul palmo della sua mano teso verso il Grande Sacerdote

"… ed onnipotente!"

e lanciò il colpo alla volta del vecchio cavaliere d'Ariete, il quale alzò una mano e bloccò il flusso potente di energia lanciato dal cavaliere dei Gemelli.

"Dovevo aspettarmi una tua reazione Shion, ma quanto sarai in grado di resistermi senza l'armatura d'oro?"

Shion sapeva che sarebbe caduto in quella battaglia, ma avrebbe combattuto fieramente, lui era il Grande Sacerdote.

"Resisterò Arles, sfodera pure i tuoi colpi migliori, saprò tenerti testa."

"Questo lo vedremo… Esplosione galattica!"

Il colpo prese Shion in pieno, scaraventandolo lontano a terra.

"Più facile di quanto pensassi…"

"Questo lo credi tu! Esecuzione delle Stelle!"

Anche il colpo di Shion prese Arles, che restò comunque in piedi.

"Riesci a vedere la differenza… la mia armatura mi protegge, tu ne sei privo, il mio prossimo colpo sarà fatale!"

Ma dicendo questo Arles si inginocchiò a terra, i suoi capelli cambiavano colore, stavano tornando blu… Shion esclamò:

"Saga!"

"Scappate Shion, fuggite lontano… non potrò tenerlo a lungo, vi prego andate!"

"Non posso farlo Saga, stai combattendo per Athena, la tua Dea è con te, reagisci, tu… tu puoi sopraffare la tua metà oscura… avanti cavaliere!"

Ma Saga controbatté:

"Vi scongiuro Grande Sacerdote… vi prego…"

Ma i capelli tornarono di colpo grigi, Arles si rialzò ansimante.

"Maledetto… Saga, torna al riposo eterno… Shion, muori! Dimensione Oscura!"

"Muro di Cristallo!"

I due colpi si infransero tra di loro.

"Ti prego Saga, torna in te, caccia Arles dal tuo cuore, tu appartieni ad Athena, lei ti ha scelto per la custodia di un'armatura d'oro."

Ancora si inginocchiò Arles, si teneva la testa tra le mani. Shion si avvicinò a lui.

"Saga, ce la puoi fare, lo sento… abbi coraggio!"

Ma Arles non aspettava altro, con estrema freddezza ed in uno scatto alzò il capo, ed allungò il braccio come fil di spada nel petto del Grande Sacerdote, pochissimi ma interminabili secondi, un filo di sangue usciva dalla bocca del cavaliere d'Ariete.

"Sei un ingenuo Shion! È bastata una semplice messa in scena per averti alla mia mercé, e tu ci sei caduto… troppi nobili sentimenti ti spingono a credere alle persone… ti sei dimostrato un debole, utopista ed illuso, è la tua giusta fine!"

Ma Shion, con un ultimo sforzo prese il braccio ad Arles e con un filo di voce gli disse:

"Arles… Saga… io … io ti perdono in nome di Athena.."

E spirò; colui che fu vittorioso nella prima Guerra Sacra, non oltrepassò il cavaliere dei Gemelli. Forse il fato aveva voluto che succedesse questo, forse Athena… forse il caso. Fatto sta che Shion non si tirò mai indietro, seppur privo di armatura, aveva scelto di proteggere Athena… in cuor suo sapeva bene che il suo tempo era finito e che altri avrebbero punito il folle gesto di un nobile cavaliere. Arles, come preso da un rimorso per le parole che disse Shion prima di morire, non disse nulla, estrasse la sua mano dal suo petto e lo prese in braccio. Lo portò nel Sacro Tempio delle Stelle, senza dire una parola; lo adagiò su di un freddo altare di marmo e fece in modo di donare al tempio stesso parte del suo cosmo, di modo da mantenere integro il suo corpo per ancora moltissimi anni. Non si sa perché fece queste azioni, forse, anche se esteriormente c'era Arles, forse, dentro il suo cuore, le parole di Shion erano arrivate direttamente a Saga il quale, in un angolo del suo stesso cuore, probabilmente ora stava piangendo.