LA RESURREZIONE DELL’ALTA CASTA

 

Grecia, Grande tempio… il silenzio avvolge le dodici case prive dei loro custodi… in ogni tempio l’armatura d’oro si staglia al centro di una colonna anch’essa fatta del nobile materiale.

Nelle vecchie stanze del Santuario una volta di Arles, sul trono sacerdotale si intravede una figura di donna… è Lady Isabel… stanca dopo la guerra con il Dio degli Inferi si è lasciata ad un divino riposo interiore… durato troppo poco tempo; nel mentre i pensieri sulla battaglia appena conclusa continuano a perseguitarla come spiriti maligni.

" Come posso dimenticare? Come posso?… queste stanze vuote sono ora come il mio cuore…" una lacrima improvvisa ma d’amore puro sul volto della Dea… "Cavalieri… amici… amore; come ha potuto una divinità innamorarsi di un uomo?… come posso rinnegare il sentimento che in così tante battaglie mi ha legata a Seiya…"

Già… il cavaliere di Pegaso, valoroso in battaglia quanto come uomo… sacrificatosi per compiacere alla "sua" Dea… alla volontà delle sue tredici stelle… ma non all’amore che provava per Lady Isabel… Seiya non ha mai amato Milady… e questo Isabel lo sapeva… fin troppo bene.

"E’ il prezzo che devo pagare questo? La morte del mio amore? L’impossibilità di ripristinare quel dolce soffio vitale ai cavalieri ed ai miei valorosi dodici custodi?…"

Pianse Isabel, pianse lungamente… per quanto potesse essere una Dea, lei non poteva riportare in vita nessuno.. lei non poteva… ed ora si sentiva abbandonata e sola, come quella bambina indifesa che era senza Toule, sua figura paterna sua guida spirituale… suo unico affetto.

La giornata era splendida, il sole batteva con insistenza sulle pietre levigate dell’ingresso del santuario, i suoi raggi tessevano una fitta trama, come a creare una tenda di luce… e fu proprio da li che apparve una figura di uomo… Isabel si alzò dal trono e con voce decisa chiese:" mostrati cavaliere, giacchè avverto in te un cosmo potente e so che non mi sei rivale… ricordati che sei in un luogo sacro ed al cospetto della Dea Athena!"

"Lo so… è forse da troppo tempo che non ho più avuto il piacere di parlare ancora con te… mia signora"

Quella voce… trasfigurazioni di ricordi si accalcarono nella mente della Dea Athena, non di Isabel… in quel momento Milady non esisteva più… il suo corpo si accasciò a terra, abbandonata dall’essenza divina della Dea che ora si erigeva in piedi… in quella stanza ora c’erano… c’erano solo due divinità… una voce familiare, che proveniva da tempi antichissimi e da futuri ancora incomprensibili… si… ora le era chiaro!…

"Hermes, sei tu! Quali motivi ti portano al mio cospetto? Chi muove il tuo apparire in Grecia?"


"Athena, il sommo Zeus, tuo padre e padre degli dei, ti chiede udienza… il mondo sta per conoscere la parte più malvagia di se stesso… gli Dei Esterni… hanno condannato l’umanità… vieni, presto!"

Athena lo seguì... gli Dei Esterni? Ne aveva sentito parlare da Apollo, suo fratello, ma non sapeva bene chi fossero…. Immersa nei pensieri giunsero al tempio divino dell’Olimpo; al cospetto di Zeus… era meraviglioso nella sua tenuta da battaglia: la sua armatura bianca e dorata… lo scettro del potere a forma fulminea e le sei grandi e maestose ali… il corpo longilineo e suadente, i lunghissimi capelli aurei e quello sguardo… quello sguardo dentro il quale si celava il potere di un vero Dio.

"Figlia mia…"

"Padre! Io…"

"Non continuare…"


Il suo tono era deciso, la sua voce avrebbe squarciato i cieli… sembrava austero e burbero… che abbia mai avuto un cuore?… che fosse completamente divino?… lo sembrava di certo… lo sembrava…

"gli Dei Esterni giungeranno, sono stati invocati…"

Di nuovo questi esseri… di nuovo loro… certo che se ne stava parlando il padre degli Dei, la situazione doveva veramente essere pericolosa… più di quanto si poteva immaginare… Athena continuò a parlare e domandò a Zeus:

"chi padre si è macchiato di un simile gesto? E cosa dobbiamo dunque fare?"

"attendere Athena… e sperare… di morire in fretta!"

Cosa? Era possibile morire anche per un Dio?… per un Dio?… no… le parole colpirono Athena come un macigno, mille lame nel cuore avrebbero fatto meno male… e sarebbero state meno dirette…

"Noi non…. non… non siamo immortali dunque Padre?"

"L’eternità non è per sempre… l’eternità finisce dove iniziano gli Dei Esterni… l’eternità è uno spazio ben delineato che si avvicina all’infinito… ma si avvicina… non è uguale.

Si intravedeva la preoccupazione nel volto del Dio… preoccupazione?… cosa poteva essere per una divinità… cosa era successo dunque per portare Zeus a parlare con lo sguardo fisso davanti a se… come se Athena non fosse al suo cospetto?

"Un misero uomo ha pronunciato un’antica preghiera… in un runico arcaico… non pensavo che gli Dei Esterni avessero più seguaci, ma da questa preghiera si è aperto uno squarcio dimensionale tra il loro mondo ed il mondo terreno…"

La domanda venne spontanea ad Athena, così spontanea che non fu più in grado di trattenerla…

"e quindi sommo Zeus?… sono forse più potenti degli Dei? Che paura possono recarti padre? A Te, il più potente tra le divinità…"

fu allora che si capì la potenza e la provenienza di queste entità… con un’agghiacciante verità nascosta fin troppo bene e per troppo tempo…

"Figlia mia… mio padre Chrono e molte altre divinità… sono loro figli!"

Figli… loro figli… gli Dei Esterni avevano creato gli Dei… Chrono…padre di Zeus… figlio di quelle entità?…

Se fosse stata umana e non divina, Athena avrebbe perso i sensi ad una notizia così tremendamente angosciante.

Ma c’è un’altra cosa… figlia mia: io ed altre divinità… sempre loro creazioni, ci ribellammo alla loro tirannia ed al loro dominio e li abbiamo rinchiusi in un limbo eterno… ma non infinito… con un antichissimo sigillo… una preghiera divina capace di creare dimensioni sconosciute… ed è in una di queste che gli Dei Esterni vivono… in attesa che il destino si compia…"

"Ma come è possibile padre che un uomo possa conoscere un sigillo divino?… come è possibile?"

"Quando sconfiggesti Ades, mio figlio, un attimo prima di morire si reincarnò in un uomo… era pur sempre un Dio… ed era insieme a noi quando pronunciammo il sigillo proibito"

"Dunque ne era a conoscenza? Dunque è stato lui l’ago di volta?…"

"Si figlia mia… dobbiamo fermarli ancora… ancora una volta"

"Ma come posso aiutarti padre… i miei custodi sono morti durante la battaglia negli Inferi… non c’è più nessuno che combatta per la giustizia e per l’amore nel mondo… io sarò pronta a morire Padre… se fosse il modo per mettere la parola fine a tutto questo…"

Il volto di Athena si rattristò… pensò ai momenti passati con loro… pensò a quante volte l’avevano difesa… fino alla morte stessa… pensò… e pianse…

"Torna in Grecia figlia mia, e vai da loro, tu non puoi farli risorgere… ma ciò è in mio potere, e farò loro il dono della vita… con la speranza che non debbano riperderla al più presto… vai ora, va da loro…"

Quanti ringraziamenti avrebbe voluto fargli, ma Zeus non era un sentimentale… era un Dio… solo un Dio.. e dopo le sue parole… non era… nient’altro che un Dio…

Tornata in Grecia vide i dodici templi, le sue dodici case… completamente rinate… Zeus aveva mantenuto la promessa?… entrò nel corpo di Isabel nel santuario e rinvenne… attorno a se dodici cavalieri d’oro… i "suoi" dodici custodi erano li: Mur, Aldebaran, Saga, Deathmask, Ioria, Shaka, Dauko, Milo, Micene, Shura, Camus ed Aphrodite… erano tutti li… consapevoli di essere nuovamente al cospetto della loro Dea e altrettanto coscienti del dono ricevuto da Zeus.

Non riuscì l’umanità di Isabel a resistere, ed alla loro vista scoppiò in lacrime… avrebbe voluto abbracciarli tutti perché non le poteva sembrare vero di riaverli a fianco… oppure perché in cuor suo sapeva che forse li avrebbe perduti di nuovo e per sempre…

"Dea Athena… siamo di nuovo con te per il volere divino di Zeus, tuo Padre e nostro signore, lode a te… nostra regina"

Le parole calme e serene del cavaliere d’Ariete: Mur, la rasserenavano, gli altri cavalieri annuirono in segno di compiacimento e d’affetto… tutto ciò calmò il cuore in tempesta di Lady Isabel e si sentì nuovamente a casa.

Milo di Scorpio la prese tra le braccia ed entrò nella stanza da letto del Grande Sacerdote e la depose, con enorme cura e dolcezza, su di un enorme e regale giaciglio blu…

" Riposati o Dea giusta e nostra madre, riposati pure serenamente… veglieremo noi su di te per questa notte… ed è ben misera cosa dato che tu hai vegliato su tutte quelle della nostra vita.."

"Milo… io… grazie… grazie miei devoti cavalieri!"

Fatto questo ed assicuratosi che Isabel si fosse addormentata raggiunse gli altri cavalieri al centro del santuario… erano li, ad aspettarlo.

Saga quindi disse:" Secondo voi, quale può essere il motivo che ha spinto Zeus ad usare il dono più prezioso in suo possesso: la resurrezione?"

Passarono pochi secondi, tutti si aspettavano che a rispondere fosse uno tra i più saggi cavalieri…e così fu… Shaka della Vergine si alzò… i suoi occhi chiusi non potevano far trasparire nulla e le sue parole furono ben pesate, ma dirette…

"C’è un’enorme minaccia in arrivo, non pericolosa per tutti noi… ma per tutto il creato… gli Dei Esterni stanno per giungere sulla terra… una nuova battaglia si profila all’orizzonte… e non sarà affatto facile"

Shura rispose:" Quante volte abbiamo affrontato nemici senza conoscerne il potenziale?… non ci fermeranno cavalieri, noi siamo i custodi di Athena!…e…"

"Pesa bene le tue affermazioni cavaliere del Capricorno…"

Dauko era senza dubbio il più adatto per interrompere un cavaliere d’oro, nessuno avrebbe osato tanto, ma il rispetto che nutrivano gli altri santi d’oro nei confronti di chi custodiva in se anni e anni di esperienza era troppo immenso…

"Shura, Shaka grazie all’ottavo senso può comprendere meglio di noi ciò che sta succedendo… e penso che la minaccia di cui parla vada ben oltre il potere della nostra Dea…"

"Dauko, spero che tu ti sbagli… ma se dovremo combattere anche per morire.. tutti noi saremo disposti a farlo, giusto cavalieri?"

Micene era sempre stato un trascinatore, un leader, ed anche questa volta la strategia funzionò, un "giusto!" si levò a gran voce dagli altri Gold…

"Dormi Athena, e sogna tranquilla, l’alba di un nuovo giorno porterà ad un nuovo scontro, ma con te al nostro fianco saremo una cosa sola!"

E con questi pensieri Saga si alzò e si mise in prossimità dell’entrata della stanza da letto che una volta fu sua. Si tolse le vestigia dorate dei Gemelli che si ricomposero sull’uscio della stanza stessa come segno di ammonimento per chiunque si fosse avvicinato e come da protezione per Athena… quindi si sedette e disse:

"Se dovremo morire, moriremo insieme…"