YOG SOTHOTH: CAVALIERE DELLA VIOLENZA

 

"E così Zeus è apparso a quei miseri vermi, poveretti, ora saranno entusiasti e pronti a morire per mano mia!"

Shub’Nighurath aveva assistito alla scena dal Limbo Eterno, il luogo dove gli Dei minori avevano rinchiuso lui e gli altri Dei Esterni, e che ora presentava un enorme varco dimensionale dal quale lui stesso era uscito per giustiziare Athena.

"… quei poveretti non avranno scampo ora, nel loro momento di gloria io li punirò, riporterò la sofferenza nei loro volti!"

" La tua voglia di vendetta è grande cavaliere dell’Odio, ma lascia anche a me il divertimento"

Un cavaliere si era avvicinato a Shub’Nighurath, era uguale a lui, stessi capelli bianchi, stessi occhi di brace, se non fosse stato per l’armatura che lo ricopriva interamente e si espandeva sulla sua schiena con sei braccia, sarebbe sembrato il gemello…

"Yog Sothoth! Cavaliere della Violenza e custode dei mille Dei… che ti porta qui da me?"

"Ti ho visto in azione cavaliere, e mi è venuta voglia di sgranchirmi un po’ le ossa… tu sai che intendo?"

"Vorresti finire tu ciò che io ho iniziato?… spiacente cavaliere, è un gusto che solo io mi devo godere! E poi sono io il custode degli Dei dell’Olimpo!"

"E’ vero, ma ti devo ricordare che ti sei fatto colpire da un cavaliere d’oro? Quale figuraccia Shub’ Nighurath!!!… no… non voglio ucciderli, ma per essere stati così bravi da metterti in difficoltà, voglio che si misurino anche con me."

"E’ stato un caso fortuito Yog Sothoth, nessuno mi avrebbe colpito in altre circostanze…"

"Si ma l’hanno fatto!"

"Ed è proprio per questo che voglio finire il mio compito! Nessuno aveva mai osato nemmeno avvicinarsi a me, il cavaliere della Vergine me la dovrà pagare cara!"

"Ma pensa cavaliere, se il nostro signore Chtulhu venisse a sapere che dei mortali ti hanno sfiorato… cosa succederebbe? Forse ti annullerebbe, forse ti assorbirebbe di nuovo a se… lascia a me il compito di divertirmi un po’ e poi ti prometto sulla mia fedeltà al Signore dell’Oblio, che te li lascerò cancellare da tutte le dimensioni conosciute…"

"E va bene cavaliere, che la tua vendetta abbia inizio, ma bada! non finirli, è un piacere che spetta solo ed esclusivamente a me!"

"Non dubitare Shub’ Nighurath, per la prima volta nella mia esistenza…. Sarò clemente"

Nel mentre i custodi, ripresi da nuovo vigore spirituale e fisico, erano ancora nei loro templi. Sentivano però il bisogno di ritrovarsi, ritrovarsi per parlare… per parlare del loro destino.

Mur per primo decise di andare da Shaka della Vergine, era l’unico in grado di dare risposte alle domande che tormentavano il cavaliere d’Ariete: come aveva fatto a colpire il cavaliere dell’Odio? Come padroneggiava l’ottavo senso? Come ne era venuto a conoscenza?

Con queste domande si avviò alla volta della sesta casa. Era notte fonda ma che importava ormai? Il tempo era una dimensione che stava via via esaurendo il suo significato più stretto.

"Eccomi alla sesta casa, che Shaka sia in meditazione?"

Mur entrò, la casa era abbellita da antichi araldi indiani e statue raffiguranti il Nirvana del Buddha, la Dea Athena, ed antichissime formule scritte in una lingua ormai dimenticata dal tempo.

Si perse Mur, si perse con la mente nel cercare di capire gli affascinanti misteri che circondavano la figura del cavaliere della Vergine… chi era costui in verità?

"Ha poca importanza chi in verità sia, il cavaliere della sesta casa è un alleato fidato, questo mi deve bastare ora come risposta…"

"spero infatti di non creare dissidi interiori nella tua persona Mur!"

"Shaka!, non mi ero accorto del tuo arrivo… ti prego di perdonarmi"

"Non ti preoccupare cavaliere, abbiamo ben altro di cui discutere ora, vieni"

Shaka condusse Mur all’interno di un anfratto nella roccia, che meravigliosamente dava in un giardino finemente curato e ancor più stranamente soleggiato.

"Come può esserci luce se la Grecia è ora avvolta dalle tenebre?"

la domanda uscì spontanea dal cavaliere meravigliato a capire.

"Non farti trarre in inganno Mur, non è sole ciò che illumina il mio giardino, è solo l’aura della sesta casa che è qui concentrata."

"Quale prodigio Shaka!"

"Nessun prodigio cavaliere, solo una parte di anima, solo una parte della mia anima…"

I due fissarono ancora quell’angolo di Campi Elisi, finché Mur si decise a porre le questioni che aveva in mente.

"Cavaliere della Vergine, come già saprai sono qui per delle risposte, e spero che tu mi sarai d’aiuto."

"Conosco la domanda cavaliere, e non avrò problemi ad esporti ciò che vuoi sentire. Devi sapere che il mio colpo ha raggiunto Shub’Nighurath, non perché fosse doppio, ma perché era stato eseguito con l’ausilio dell’ottavo senso"

"Spiegati cavaliere, il tempo a nostra disposizione si potrebbe esaurire tra breve"

Mur lasciava trasparire un senso di irrequietezza, nessuno sapeva se lo facesse per la fretta di sapere di più sull’ottavo senso o se lo facesse per timore di un imminente attacco.

"Calma cavaliere, ora ti dirò. Hai visto partire il mio colpo nello scontro con il cavaliere dell’odio?"

"Certo Shaka"

"Ed hai visto il secondo?"

"No cavaliere, mi è stato impossibile, nemmeno io mi ero accorto del Sacro Virgo portato una seconda volta… ma noi abbiamo il dono della velocità della luce, perché non l’ho visto?"

"Semplicemente perché il colpo non è stato portato a trecentomila chilometri al secondo!"

"Cosa intendi?

"L’ottavo senso! Quello ha guidato la mano di Shaka! L’ottavo senso viaggia in una dimensione completamente diversa dalle conosciute… viaggia alla velocità del pensiero!"

"Come può essere? Più veloce della luce? Come la telecinesi!"

"Con la sola differenza che la telecinesi non può coprire distanze abissali… l’ottavo senso si. Ti faccio un esempio cavaliere: Tu conosci un pianeta che si trova ad un anno luce di distanza da noi, chiamiamolo Pluto. Alla velocità della luce ci metteresti un anno a giungere sul suo suolo giusto?"

"Così di fatti è"

"Con la telecinesi invece copriresti la distanza in qualche minuto, curvando lo spazio tempo e riducendo sensibilmente la distanza. Ma con l’ottavo senso ci metteresti una frazione di secondo, perché con l’ottavo senso scompare il tempo!"

"Incredibile, la velocità ultima quindi… ma vuoi dire che gli Dei Esterni si muovono a questa velocità?"

"Esattamente Mur, l’ho colpito è vero, ma di striscio… per di più loro sono abituati a vivere in questa dimensione e quindi sono padroni assoluti dell’ottavo senso stesso… l’impresa sarà ardua… ma non impossibile"

Le parole di Shaka lo lasciarono senza fiato… un cavaliere d’oro quindi non era un cavaliere ultimo, c’era di più… più di un santo dorato!

"Dovrete imparare tutti a padroneggiare il vero cosmo ultimo, dovremmo imparare a contrastare il nemico."

Al cavaliere d’Ariete non sembrava vero che ci fosse ancora da imparare, ma vedeva in Shaka la sicurezza, d’altronde lui era l’uomo più vicino a Dio…

Dopo questa chiacchierata con Shaka, Mur si diresse verso la sua casa ai piedi del grande Tempio, e vi trovò con stupore Saga che lo attendeva.

"Bentornato cavaliere d’Ariete, ti aspettavo"

"A cosa devo la tua visita, custode della terza casa?"


"So che hai parlato con Shaka, ti ha spiegato dell’ottavo senso? Ti ha detto come raggiungere gli Dei Esterni con i nostri colpi?"

Mur abbassò lo sguardo e fissò per un istante il terreno, dopodiché guardo negli occhi Saga, che già aspettava di incrociare il suo sguardo; passò un secondo e Mur sospirò…

"Dovremmo allenarci Saga, allenarci per raggiungere tutti lo stadio ultimo… come al Muro del Pianto… ricordi?"

"Non potrei dimenticarlo cavaliere, ma fummo costretti a dissolvere i nostri corpi per far breccia nella porta dei campi Elisi…"

"Già, perché non eravamo padroni dell’ottavo senso, lo avevamo raggiunto ma siamo bruciati con esso."

"Comunque Mur, lo acquisiremo in battaglia, non è lontano il tempo di combattere… purtroppo non è lontano."

I cavalieri si guardarono sconsolati, ma pronti a tutto; come si sentivano inermi senza le loro Vesti dorate, le stesse armature che avevano retto il peso dello scontro contro Shub’ Nighurath.

Saga quindi continuò:

"Con le nostre armature riusciremo a sconfiggerli Mur, siamo molto più forti e soprattutto siamo dodici, non lo dimenticare!"

Il cavaliere d’Ariete d’improvviso si bloccò…

"Saga!!! Le armature! Non ci avevo pensato!!!"

"Che succede? Ehi Mur… cosa intendi?"

"Non abbiamo mai combattuto con esseri del genere!"

"E con questo?"

"Ti ricordi lo scontro di Hyoga contro Camus?"

"Certo, Hyoga raggiunse lo zero assoluto e sconfisse il custode dorato dell’undicesima casa…"

"Esatto Saga! Ma c’è un particolare, l’armatura del cavaliere di Acquarius si ghiacciò!"

"E… quindi?"

"Le armature d’oro non sono eterne! Forse gli Dei Esterni sono in grado di distruggerle, forse il colpo di Shub’Nighurath le ha già danneggiate!!!"

"Ma cosa stai dicendo Mur! Le armature d’oro non possono essere distrutte da nulla!"

In quel mentre un nuovo fulmine si scese sulla casa del cavaliere della Vergine, illuminando le tenebre a giorno!

"Comunque lo scopriremo presto Saga, abbiamo di nuovo visite…"

"Corriamo a dare man forte a Shaka, è la che ci attende Shub’Nighurath… gli altri custodi faranno lo stesso!"

Ma Saga si sbagliava, il cavaliere dell’odio non era ridisceso dal Limbo Eterno… un nuovo nemico ora si preparava a lottare con il custode della sesta casa.

"Mostrati al cavaliere di Virgo, perché hai profanato il mio tempio e non sei il cavaliere dell’odio… il tuo cosmo pulsa in maniera diversa da lui."

"E tu saresti colui che ha colpito Shub’ Nighurath? Ha ha ha ha… tu… un misero verme, come hai fatto a raggiungere mio fratello?"

Il cavaliere avanzava dentro l’anfratto parlando a Shaka… dirigendosi verso il giardino interno dove il cavaliere della Vergine lo attendeva.

"Sono Yog Sothoth, cavaliere della Violenza, figlio di Chtulhu Signore dell’Oblio… e sono qui per combattere con te! Indossa le tue vestigia cavaliere, e mostra anche a me la potenza che ti ha valorizzato agli occhi degli Dei Esterni…"

"Lo farò cavaliere, ma attento a te! Questa volta sarò un bersaglio molto più difficile da colpire!"

Detto questo l’armatura della Vergine scomparve dal santuario, divenuto la tomba eterna di Lady Isabel e con essa Athena, e si ricompose su Shaka che si mise in posizione di combattimento con le mani giunte.

Anche Yog Sothoth si mise in posizione d’attacco, con le mani aperte di fronte al cavaliere della sesta casa, pronto ad esplodere la sua potenza.

"Lo vedremo cavaliere…"