LA SCELTA DEGLI DEI

 

Ora erano dinanzi gli Dei… gli Dei che avevano dato inizio a tutto, al mondo, alla vita, alle credenze ed alla fede; ai valori morali… coloro che avevano donato gli insegnamenti all’umanità nel correre irrefrenabile del tempo conosciuto… erano dinanzi… dinanzi al Grande Antico che si professava Padre di tutti loro.

"Chtulhu, lascia perdere la tua voglia di distruzione, il mondo ha subito troppe volte cambiamenti dettati dalle irrefrenabili volontà divine."

"Apeiron, non mi farai cambiare idea, tutto l’universo non è che uno stupido gioco, una fantasticheria, una voglia soddisfatta che ha stufato. Ho osservato a lungo il procedere del tempo in questo mondo dal Limbo Eterno, perché non dovrei cancellare questo misero pianeta dall’universo? Gli uomini non si danno forse battaglia ugualmente? Non si uccidono tra loro? Non muoiono di fame?… io sarò la chiave per la loro redenzione!"

"Bada Chtulhu, le tue parole sono troppo poco pesate! Il Fato è la chiave… quella stessa chiave che deciderà se resterai ancora tra noi o verrai nuovamente rinchiuso nella tua dimensione"

"Oppure che cancellerà voi dall’universo… Caduta di Stelle!"

Il colpo partì alla volta di Apeiron, che lo deviò grazie all’Azurewath.

"Non vorrei combattere Chtulhu, ma se è l’unico modo per preservare il mondo e l’universo intero lo farò…Fendente Divino!"

Il colpo era simile a quello scagliato da Shura nello scontro con il Dio Esterno, ma molto più potente e compatto, il fascio gigante di luce veniva maneggiato con maestria senza fine dal Dio, come se fosse la normale estensione del suo arto destro.

Chtulhu lo evitò di poco, alzò la testa e sorrise ad Apeiron ed agli altri Dei.

"Sapete benissimo che non potrete mai sconfiggermi, anche se recitaste il Saavrium, l’antica chiave per riportarmi al Limbo Eterno, non state facendo i conti che un Dio manca all’appello…"

Zeus allora fece un passo avanti ed indicò con lo scettro il Grande Antico

"Ne siamo consci cavaliere dell’Oblio, Ades non è più qui e lui dominava le forze elementari necessarie per creare il sigillo del Saavrium, ma non è detta l’ultima parola… i miei valorosi custodi sono con noi, loro saranno l’ago di volta per la tua caduta!"

Chtulhu quindi esplose in una risata fragorosa

"Come puoi pensare che degli Semidei che hanno rischiato di essere cancellati da me, possano in qualche modo sortire qualche effetto?… Sei ridicolo Zeus, la tua fiducia è mal riposta!"

"Ti sbagli cavaliere, c’è una cosa che non sai, ma avrai modo di scoprirla solo quando starai per essere sconfitto!"

"Ra, io non posso essere sconfitto! Ellittica Solare, colpisci!"

La scia luminosa si stava avvicinando al Dio Egizio, ma questo esplose un colpo che diede forma ad un ciclone incredibilmente potente.

"Rabbia di Anubis!"

Il vortice lanciato da Ra aveva inghiottito il colpo di Chtulhu, non solo, aveva anche raggiunto il Dio Esterno facendolo cadere a terra.

"Maledetto, pagherete tutti quanti, pagherete a caro prezzo la vostra insolenza!"

Chtulhu si alzò in aria e si dispose a croce, Dauko vedendo la scena urlò

"Attenti, è il colpo che ha ucciso la Madre e dissolto Athena!"

Zeus replicò quindi

"Non terminerà mai la sua invocazione… Tempesta divina!"

Dallo scettro di Zeus partì un fulmine fatto solo di essenza del Dio, che colpì al torace Chtulhu, facendolo rovinosamente cadere a terra.

Si rialzò, si vedeva comunque che i colpi degli Dei, al contrario di quelli dei Santi di Platino erano estremamente più efficaci.

"Siete migliorati molto in battaglia… ma non è abbastanza, come sapete, al contrario di voi io non posso essere dissolto…"

Sorrise quindi, come se avesse pronunciato parole di sicura vittoria; in effetti, Chtulhu poteva essere solo bandito dalla dimensione conosciuta e non sconfitto… mentre gli altri Dei, essendo fatti della stessa divinità del Grande Antico, potevano essere dissolti ed da lui assorbiti, sparendo quindi per sempre, com’era toccato alla Madre Athena.

Saga quindi chiese ai suoi compagni che si erano ripresi e che stavano dietro alle tre divinità:

"Nemmeno Zeus può qualcosa dunque?"

"Non lo so cavaliere dei Gemelli, non so cosa succederà ora, so solo che lo scontro può avere un solo vincitore, sia esso Chtulhu, sia esso noi."

La risposta di Shaka lasciò alquanto dubbioso il custode della terza casa.

Dauko si chiedeva come potessero dare man forte a coloro che avevano voluto la loro rinascita… Chtulhu era inaffrontabile e loro erano Semidei, non divinità come Zeus, Ra o Apeiron… in più,. Ades era stato sconfitto da Athena e prima di dissolversi nell’universo era riuscito a sbloccare il sigillo sacro del Limbo Eterno.

"Camus, tu sei custode delle energie fredde, quindi anche dell’acqua giusto? Allora una delle quattro forze elementari che servono per creare il Saavrium c’è!"

"Purtroppo no cavaliere d’Ariete, io sono si il custode delle energie fredde, ma il mio cosmo non è composto da molecole d’acqua, bensì di gelo… non posso essere d’aiuto, e comunque nessun altra forza elementare ci sarebbe stata… confido negli Dei.

Non fece tempo a finire la sua frase che Zeus cadde dinnanzi a lui, colpito da un colpo di Chtulhu

"Padre, stai bene?"

"Non preoccupatevi per me, miei fedeli cavalieri, ci vorrà ben altro per annientare il Signore dell’Olimpo!"

Si rialzò da terra il Dio, aprì le ali della sua divina armatura e si staccò da terra; ad un certo punto si fermò, prese lo scettro e lo lanciò verso il Grande Antico

"Luce cosmica!"

Lo scettro prese la consistenza di un fulmine che colpì Chtulhu nel petto, facendolo arretrare di qualche passo. La luce sparì e lo scettro di Zeus si scoprì conficcato nel cuore del Grande Antico.

"Ottimo colpo Padre!"

Gridarono i santi di Platino… ma per tutta risposta sentirono Chtulhu ridere.

"Ho già detto che non posso essere sconfitto, nemmeno con questi giochetti!"

Impugno l’estremità dello scettro e la estrasse dal suo corpo, rilanciandola verso Zeus che lo riprese in mano.

"Ben altro ci vuole per bloccarmi… non riuscirete mai ad invocare il Limbo Eterno senza Ades!!!"

"Maledetto cavaliere! Fendente Divino"

L’Azurewath raggiunse Chtulhu il quale venne praticamente tagliato in due da Apeiron, ma come era credibile, la parte superiore del corpo del grande Antico si ricongiunse immediatamente con quella inferiore. Senza mostrare un briciolo di dolore o di preoccupazione il Dio Esterno indicò con il dito Apeiron, il quale si mise sulla difensiva.

"Tu non puoi farmi nulla essere inferiore!"

Detto questo un fascio di luce bianchissima, quasi trasparente, partì dall’apice del dito di Chtulhu centrando perfettamente la spalla di Apeiron, il quale barcollò e lasciò cadere a terra la Spada Sacra.

"Dobbiamo intervenire cavalieri! Non possiamo vedere i nostri padri venire schiacciati da quell’essere!"

"Lo sappiamo Aphrodite, ma cosa, cosa dobbiamo fare?"

Intanto lo scontro continuava, Chtulhu, data la sua immortalità Divina subiva i colpi degli altri Dei uno dopo l’altro, anche se di aspetto sembrava affaticato; questa lotta sembrava portargli nuovo vigore.

"Morirete tutti ora, piccoli Dei minori, non sapete quanto ho aspettato questo momento, i vostri colpi erano fatti di sostanza divina ed io li ho assorbiti uno dopo l’altro, i vostri colpi invece di ferirmi mi hanno giovato ed ora posso passare a chiudere definitivamente questo sgradevole capitolo!"

Le parole del Signore dell’Oblio avevano corrugato perfino i volti degli Dei, i quali ammisero a loro stessi il danno causato. Zeus si volse dunque verso le altre due divinità.

"Ra, Apeiron, Chtulhu ha ragione, non abbiamo capito che a dargli nuova forza erano i nostri stessi miglior colpi portati con l’essenza divina…"

"Lo so Signore dell’Olimpo, purtroppo non lo avevo previsto, anche a me è sfuggito questo particolare…"

"Particolare che costerà al mondo la sua distruzione Apeiron, abbiamo miseramente fallito… ora è il giudizio finale…"

Chtulhu si alzò in volo ed espanse dietro a se un aura cosmica smisurata, tutto il cielo era nero; un vortice dalle enormi proporzioni si era creato alle spalle del Grande Antico che ridendo disse

"Temete ora per la vostra vita che diverrà tutt’uno con la mia natura! Voi Dei scomparirete in me, voi semidei sparirete per sempre annientandovi nell’infinito insieme all’universo intero, tutto sarà inghiottito in me, rimarrà solo il nulla, un silenzio assordante che è la fine del tempo e dello spazio."

Il vortice si stava ingrandendo sempre più, finché dal centro si aprì una voragine completamente nera che cominciò ad assorbire tutto intorno, le dodici case, il santuario, parte della natura, case, uomini…

"Apocalisse finale! Compi il tuo dovere!"

Gli Dei cominciarono a diventare come trasparenti ad intermittenza… stavano lentamente sparendo! Zeus era in ginocchio, così come Ra ed Apeiron, rassegnati al loro destino…

"Cavalieri, dobbiamo farcela!"

Dauko dettò queste parole più con la rabbia di essere impotente di fronte al giudizio universale…

"Si ma come? Perfino i nostri Padri stanno svanendo… cosa possiamo fare noi?"

"Ci sono cavalieri! Ho capito!"

"Che intendi Shaka?"

"Ioria, per far si che venga posto il Saavrium servono le forze elementari espresse da un Dio giusto?"

"Si cavaliere della Vergine, e con questo? Non vedo di certo Dei qui intorno."

"Ti sbagli cavaliere del Leone, ti ricordi il muro del pianto?"

"Certo, ci annullammo per abbatterlo raggiungendo l’ottavo senso…"

"Esatto e diventammo per un momento quello che siamo ora: Semidei!"

Intervenne quindi Micene che disse:

"Si ho capito! Vuoi che raggiungiamo lo stato di Dei bruciando il cosmo oltre i limiti del subconscio divino quindi?"

"Si cavaliere del Sagittario, ma c’è di più! Non importa se moriremo, è’ meglio provare a salvare il mondo intero piuttosto che stare qui a vederlo collassate su se stesso… ognuno di noi è contraddistinto non solo dalle sue stelle del segno di cui è custode, ma anche da una forza elementare!"

"E’ vero Shaka, hai ragione, noi, presi a gruppi di tre potremmo formare un forza primordiale della natura! Che aspettiamo quindi?"

"Bene, cavaliere del Cancro, avvisa il Padre Celeste!"

Deathmask andò ai piedi di Zeus e disse

"Padre, abbiamo trovato il modo di apporre il Saavrium, ti prego, intona la Sacra Preghiera del sigillo, di modo che noi possiamo dimostrarti quanto sei importante per noi, offrendoti le nostre esistenze!"

Zeus alzò lo sguardo, e vide nel volto di Deathmask la sincerità e la sicurezza di un Dio, non più di un uomo.

"E sia cavaliere, sappiate che sono orgoglioso di tutti voi, figli miei, e che se finirà questa battaglia sarete con me nei Campi Elisi."

Detto questo Zeus guardò gli altri Dei che annuirono.

Zeus posò lo scettro a terra e cominciò a parlare con l’anima una lingua antica quanto il mondo stesso. Apeiron piantò l’Azurewath a terra ed anch’egli cominciò a pregare, Ra si sedette nella stessa posizione di Shaka ed anch’egli elevò il Canto Arcano.

Chtulhu guardava la scena sogghignando…

"Non potete nulla cavalieri, nulla, anche se io ora non posso muovermi perché sto diventando parte del tutto, non pensate che l’Arcaico Antico della vostra Lode mi ricaccerà nel Limbo Eterno!"

"Questo è ciò che credi tu, Dio Esterno!"

Milo, Deathmask ed Aphrodite erano insieme in posizione dell’Urlo di Athena, le loro vesti brillavano di un’aura blu molto potente

"Che diamine volete fare?"

"Hai fatto male i tuoi conti Grande Antico!"

"Cosa?"

Mur, Ioria e Micene nella stessa posizione degli altri, con un’aura rossa accesa al di sopra di essi.

"Non siete in grado di fermarmi cavalieri! È troppo tardi i quelli che voi vi ostinate a chiamare padri stanno morendo, assorbiti da me Chtulhu Signore dell’Oblio!"

"Non è troppo tardi cavaliere!"

"Come? Anche voi…"

Anche Aldebaran, Shaka e Shura erano nella posizione del colpo ultimo della Dea, con un cosmo verde smeraldo al di sopra di essi.

"Maledetti… ho capito le vostre intenzioni! Ma non siete di certo Dei e non ce la farete a fermarmi!"

"Lo credi tu!"

Dauko, Saga e Camus, l’identica posizione degli altri, sovrastati da un cosmo bianco e potente.

Zeus li guardò compiaciuto e mentre si alzava disse:

"E sia cavalieri tutti, il fato guiderà noi verso la fine o verso l’inizio!"

Detto questo scagliò il suo scettro verso Chtulhu; il simbolo di potere del Padre degli Dei si allungò fino a formare un cerchio intorno al Grande Antico.

"E’ inutile Zeus, non potrai ripetere il Limbo Eterno!"

"Apeiron si alzò, impugno l’Azurewath e la lanciò all’interno del Cerchio, questa formo un quadrato all’interno della figura nata dallo scettro di Zeus. Quindi Ra si alzò è scagliò una potentissima onda cosmica verso la figura creata dagli Dei, donandogli la tridimensionalità. Ora la figura era pronta con Chtulhu al centro. Mancava il sigillo, quel sigillo che appose Ades nella note dei tempi.

Zeus guardò i suoi cavalieri, pronti a morire per la causa, pronti a darsi alla morte per l’universo intero. Si scambiarono gli sguardi gli uni e gli altri e diventarono tutti il colpo di se stessi, si fusero tra loro a gruppi di tre.

I segni d’acqua, di fuoco, d’aria e di terra, composti dall’essenza degli stessi cavalieri si scagliarono su Chtulhu, il quale si ritrovò come incatenato da queste forze. Dagli arti partivano una catena bianca, una verde, una rossa ed una blu che lo legavano alla figura creata dagli Dei.

"No, no…NOOOOO, come hanno fatto questi miseri vermi a diventare divinità ad un passo dalla mia vittoria…voi miseri mortali, voi… che avete osato sfidare un Dio…"

Intanto la figura aveva preso a girare vorticosamente su se stessa, creando un enorme campo di luce abbagliante… da questa si udì…

"Ebbene… avete vinto…. Dei minori, ma tornerò, io sono l’Universo, il principio e la fine, aspetterò ancora nel Limbo Eterno… e quando sarà il momento ci ridaremo battaglia… e questa volta… perirete!!!"

Quando la luce sparì, scomparve anche quel buco nero che aveva creato il Dio Esterno, riapparvero le case, il Santuario, i dodici Templi, gli uomini, la natura…il sole.

Gli Dei sorrisero e scomparvero da Capo Sunion, avevano tutti insieme salvato l’universo intero… insieme ai santi di Platino i quali avevano tutti pensato: "guardaci Padre!" mentre diventavano nuovamente l’ago di volta per la sconfitta del male e per il trionfo della giustizia.