IL TEMPIO ANTICO

 

Messico, un tempio Azteco abbandonato da migliaia di anni, inaccessibile a qualsiasi essere umano data l’impervia costituzione della natura. Al suo interno due sfere di luce pura, una azzurra, una rossa brillavano di rara potenza.

"Eccoci dunque arrivati fratello"

Una voce usciva ora da una delle due forme di luce sospese a mezz’aria. Una voce non umana, una voce che si espandeva all’interno di tutta l’antica costruzione come a reclamarne la proprietà.

"E’ qui dunque che esiste ancora la sottile arte del combattimento… bene, non vedo l’ora di potermi confrontare con chi ha lottato contro gli Dei nostri fratelli."

E nel dire questo la luce rossa esplose, rivelando all’interno un guerriero dal nobile aspetto, avvolto da un’armatura bianca e di platino; i lunghi capelli neri come la notte più oscura gli cadevano sui pettorali delle sue vestigia, il suo sguardo era fiero e sicuro ed altrettanto oscuro.

La seconda sfera fece altrettanto, ed un altro guerriero ne uscì, bardato anch’esso della sua armatura nera e di platino, egli aveva i capelli come modellati dal vento, nemmeno lui indossava elmo alcuno ed i suoi occhi non lasciavano trasparire nessuna emozione, dato che erano bianchi come la neve, e come i suoi capelli.

"Ci sono delle caste di combattenti da sopprimere Zenith, schiere di cavalieri che hanno combattuto anche contro gli stessi Dei"

"Ed io sono ansioso di metterli alla prova Nadir, voglio testare il loro potere per capire dove i padri del cielo abbiano sbagliato… nessuno può essere superiore a noi."

"Bene fratello, è ora di capirlo! Preparati alla battaglia"

"E sia così! Il Fato sarà testimone della nostra vittoria!"

Ed i due risero di scherno al mondo intero e decantando il loro potere solo espandendo il loro cosmo, due colonne di luce si alzarono al cielo diradando le nuvole come a voler colpire un bersaglio nell’universo, in esse, nuovamente le due sfere presero il volo, e si diressero verso una meta precisa, un luogo dove dei guerrieri avrebbero dato tutto loro stessi per contrastarne l’assoluta potenza.