IL NUOVO VESSILLO DEL NORD

 

Il colpo lanciato da Zenith si stava dirigendo inevitabilmente a compiere il suo destino: quello di spezzare la vita di una donna, di una guida, di una sacerdotessa che aveva ricostituito l’ordine dei guerrieri sacri del Nord e celebrante dello stesso Odino. Agli occhi del cavaliere che si dirigeva al suo cospetto, ella non era solo tutto questo, lei era ormai parte del suo cuore, quella parte così debole di un cavaliere immortale.

Hilda smise di cantare la preghiera, girandosi vide una piccola stella in cielo che si dirigeva con gran velocità al suo seno. Ma lei, invece di fuggire, aprì le braccia e attese, e come a voler urlare al mondo intero disse:

"Che si compia dunque il destino di Hilda di Polaris, Odino, giacché se tu vuoi così io non ho timore alcuno, basta che questo serva a lasciare nella pace le terre di Asgaard ed i miei fedeli amori."

La stella era sempre più vicina, sempre più vicina, ormai a pochi passi… ella gridò:

"Accoglimi a te, mio Dio, ridai la serenità alle gelide terre che ami!"

Chiuse gli occhi ma udì un altrettanto forte grido nell’aere:

"Mai!"

Orion si era messo con il suo corpo e le mani protese verso il colpo di Zenith a proteggere la sua Dea con se stesso. Il colpo arrivò alle sue mani, lui lo trattenne con enorme fatica.

"Scappa ora, Hilda, non lo tratterrò a lungo! Asgaard ha bisogno di te in questo momento cupo, noi siamo tuoi guerrieri e di Odino perché regni la pace, non puoi morire ora, non qui, non adesso! Vai!"

"Orion…"

"Vattene Hilda, vattene ora!"

Hilda lo guardava, era li a dare tutto per contrastare un Dio e per salvarla da fine certa.

"Non posso farlo Orion, Odino non me lo concede, lui ha bisogno di sapere."

"Mi spiace Regina, ma avrà poco da sapere, Zenith può prendere la mia vita, ma non avrà mai la tua!"

Hilda rimase scossa nell’anima e nel cuore da tali grandi parole, voleva dire qualcosa al suo cavaliere, voleva parlargli ora, ma lui l’anticipò:

"L’amore che mi lega a te è grande Hilda, non potrei pensare ad un esistenza senza la tua presenza, non potrei pensare di servire Odino senza che egli prima non abbia parlato attraverso te, nessuna mai avrà il tuo posto nel nostro cuore… nel mio cuore!"

La sua armatura si sgretolò, sotto la pressione del colpo, le sue mani presentavano profonde ferite, ma egli non avrebbe mai lasciato la presa senza la sicurezza che la sua regina fosse al sicuro.

Ella si inginocchiò e disse:

"Guarda Odino, guarda tu stesso ora!"

"Hilda, non… non riesco più a tenerlo… Odino!"

Orion lasciò la presa, ma un evento miracoloso accadde, egli sentì addosso una forza sovraumana e nel mentre che batté le ciglia, senti nel suo corpo il fervore di un Dio battagliero, riaprì gli occhi e deviò il colpo lanciato da Zenith verso il cielo con un gesto istintivo… vestiva l’armatura del suo Dio, ed era splendido e rinvigorito.

"Hilda… guarda… guardami ora!"

"Si Orion, Odino cercava un degno cavaliere per affidargli le sue vestigia per combattere gli Dei, e l’ha trovato in te, in te mio cavaliere. Siine fiero, e non temere, Egli ora è con te."

"Ed io con te, mia regina…"

I cavalieri del Nord tornarono al castello, si erano ripresi dalle fatiche della lotta sostenuta, e nel cuore pensavano ai cavalieri d’oro, prossimi allo scontro con le divinità. Ma giunti alle pendici del monte dove si erigeva fiera la statua del Dio degli Asi, rimasero tutti ammutoliti nel vedere Orion, il loro fratello, indossare le vesti di Odino.

"Mio Dio… è… è Orion!"

Mizar era incredulo tanto quanto gli altri, si inginocchiarono d’istinto ad egli, ma lo stesso cavaliere disse:

"Alzatevi fratelli, il nostro Dio ci ha dato il modo di contrastare le divinità, esse hanno fatto male a non finirci perché ora assaggeranno la nostra vendetta. Preparatevi e ritempratevi cavalieri, la battaglia si avvicina, i nostri fratelli in Grecia resisteranno fino al nostro arrivo; Zenith e Nadir torneranno da dove sono venuti, troppo amiamo questa terra e troppo la pace per poterla far cancellare. Tremeranno anche le stelle quando udranno il ruggito dell’Orsa Maggiore!"

Tutti si alzarono, avevano le lacrime agli occhi, ed erano ora motivati e pronti, pronti ad uno scontro che avrebbe decretato un solo vincitore, pronti a morire per il loro Dio, che finalmente era entrato in forma umana all’invincibile Orion per portare ancora giustizia nel mondo.