L’ULTIMA RINASCITA

Giunto sul campo di battaglia, scorse in una pozza di sangue il corpo martoriato di Nettuno.

Si avvicinò al corpo del dio in silenzio e vedendolo gli occhi gli si riempirono di lacrime, lacrime di chi aveva perso una persona cara.

"Sarai vendicato dio dei mari, io Ercole dio della forza vendicherò la tua morte, è una promessa!" e dette queste parole sollevò il corpo senza vita del dio e lo portò in riva al mare.

"Riapriti mar Mediterraneo, lasciami portare il tuo signore nel luogo dove il suo corpo riposerà in eterno!" e dette queste parole le acque si aprirono formando una strada asciutta.

"Fermati !"urlò Sirya accorso appena un attimo prima che le acque si aprissero.

"Perché lo hai fatto dio della forza?" chiese il generale degli abissi.

"Sirya il tuo signore ha combattuto non contro di me ma contro due altre divinità contemporaneamente e non c’è la fatta!" esclamò il dio.

"Non ti credo assolutamente Ercole, e visto che sei già qui sarò io stesso a sconfiggerti e porre fine a questa inutile guerra!" e dette queste parole il generale portò alla bocca il flauto cominciando a suonare.

"Risuona dolce melodia di requiem!" e dette queste parole sferrò il suo attacco verso il dio non riuscendo neanche a sfiorarlo.

"Stupido cavaliere, ora te la sei cercata tu!" e subito dopo il dio espanse il suo cosmo che sbaragliò completamente il generale degli abissi scaraventandolo a diversi metri da lui e polverizzandogli l’armatura.

"Nettuno ha riportato in vita prima di morire un altro cavaliere d’oro, ecco perché non si è difeso!" pensò il dio.

"...nnnnnon la passerai liscia dio della forza, io..." e composte queste poche parole, il generale degli abissi svenne.

Ercole si incamminò finalmente all’interno del sentiero che aveva aperto attraverso e acque e giunse fino alla reggia del dio dei mari.

Salì alcuni gradini ed entrò nel tempio attraverso un salone di vaste dimensioni sostenuto da colonne di cui non si vedeva la sommità tanto erano alte. Le pareti spoglie e con i segni della distruzione avvenuta poco tempo prima.

Crepe, fratture ricoprivano i muri ancora intatti, mentre sul pavimento giacevano frammenti di colonne, di sculture e di muri.

Con in braccio il dio, percorse tutte le sale ed arrivo in una grande sala che apparentemente aveva riportato pochi danni. A centro della sala stavano disposte cinque bare in pietra finemente cesellate e scolpite con motivi animali. Sopra una pedana molto più alta stava il sarcofago destinato ad accogliere il corpo del dio che nel corso dei secoli era già andato perduto.

Deposto il corpo nella vasca di pietra, Ercole sigillò nuovamente la sala e tornò in superficie dove stavano ad aspettarlo Syria ormai privo dell’armatura a scaglie e la guerriera marina Thetis della sirena.

"Ho posto il corpo del vostro signore nella sua stanza funebre insieme a quelli dei suoi generali morti!" e dette queste parole il dio scomparve dinanzi a loro in una grande luce dorata.

"Ora che Nettuno è morto abbiamo meno possibilità di sconfiggere Ercole e il suo esercito!" disse Sirio.

"Non buttatevi giù miei cavalieri..." disse la dea, "... non è ancora finita, non abbiamo ancora perso!" completò.

"E vero cavalieri!" disse Phoenix.

"Il piano di difesa prevede che voi cinque siate dislocati attraverso le dodici case, mentre gi altri cavalieri rimasti lungo le vie d’accesso al grande tempio !"disse Athena.

"Athena, Athena!" urlò Asher dell’unicorno.

"Che c’è cavaliere?" rispose la dea.

"I cavalieri di Ercole si stanno muovendo e cominciano la risalita dividendosi in gruppetti!" rispose il cavaliere dell’unicorno.

"Avevo previsto questa eventualità!" gli disse la dea.

"Ora va all’entrata delle dodici case e difendi l’entrata alla zona protetta mio cavaliere!" aggiunse Lady Isabel.

Dette queste parole il cavaliere si mise l’elmo sul capo e si avviò alla sua destinazione.

"Noi milady?" chiese Sirio.

"Andromeda difenderà la sesta casa da chiunque cerchi di oltrepassarla senza permesso, Cristal difenderà l’ottava, Phoenix la decima, Sirio, tu la undicesima, mentre Pegasus e Tisifone e Micene rimarranno qua per un eventuale arrivo del nemico!" rispose la dea.

"Andate miei cavalieri e non perdete la speranza!" e dette queste parole tutti i cavalieri raggiunsero la loro destinazione.

Scesero velocemente le scale delle dodici case raggiungendo le loro postazioni rimanendo in silenzio.

"Buona fortuna amici miei!" esclamò Cristal.

E dette queste parole il gruppo si congedò.