LA VERA STORIA DI ASHER

VI° capitolo

La Paura

Verso le due del pomeriggio Asher uscì dal palazzo per fare una passeggiata in giro per Nuova Luxor, gli piaceva molto quella città, gli era mancata parecchio durante gli anni di addestramento in Algeria. Si diresse verso il porto ed arrivato lì rimase per un attimo a contemplare il mare... Quanti ricordi passavano per la sua mente, ricordava le partite a pallone che faceva con i suoi compagni, ricordava il giorno in cui Alman di Thule lo ingaggiò per addestrarlo alla lotta, erano passati più di sei anni e si rattristò molto per la scomparsa di Alman… si perché non era stato solo il suo benefattore, ma per tutti era stato come un vero nonno, certo non era il massimo della sensibilità, però a suo modo voleva bene a tutti i ragazzi, senza avere nessun tipo di preferenze. Quante volte rimaneva con loro a parlare di stelle e di pianeti, quante volte cercava di risvegliare il senso della giustizia nei loro cuori!

Asher mise le mani in tasca e cominciò a passeggiare lungo il mare, ricordò alcune parole che Alman gli disse: <Caro Asher…so quanto ti sta a cuore la mia nipotina, ma non devi pensare a lei come una persona da proteggere, il tuo compito è quello di diventare cavaliere… tra tutti quanti tu sei quello che più acconsente ai capricci di Isabel, ma dovrai imparare a pesare e a valutare gli ordini che in futuro lei darà a te…adesso Isabel è soltanto una bambina e quello che ti chiede sono semplici giochi infantili e tu acconsenti ad ogni suo desiderio…in futuro promettimi che imparerai a rispettare Isabel senza per forza accontentarla su ogni cosa…credimi avrà bisogno di tutto il vostro aiuto, non deludermi Asher…conto molto su di voi>. Erano parole di un vecchio morente, parole di un uomo che sperava intensamente in un roseo futuro per la sua nipotina. Il compito di Asher e degli altri cavalieri era quello di proteggere il bene dal male, anche se lui non aveva capito bene il perché di tutto questo… per quale motivo Alman aveva mandato dieci ragazzi ad addestrarsi nei posti più ostili del mondo, per quale motivo teneva così tanto alle armature di bronzo e a quella d’oro, quale significato profondo si nascondeva dietro alla sacra armatura del Sagittario, e perché Sagittario? Nella sua mente i pensieri si fecero più fitti, era pieno di domande alle quali non riusciva a trovare una risposta concreta.

Asher tornò al palazzo verso le sei di sera, entrò nel suo alloggio per prepararsi all’incontro tra Geky e Sirio, era curioso di vedere come se la sarebbe cavata il Dragone con quella montagna di muscoli. Si preparò ed uscì dalla camera, ma improvvisamente Black corse verso di lui dicendogli:

"Hai saputo Asher?"

Unicorno sorpreso rispose:

"Cosa dovrei sapere?"

"Pegasus è tornato e stasera combatterà contro Geky!" disse frettolosamente Lupo, Asher con calma rispose:

"Già sapevo che Pegasus era arrivato a Nuova Luxor, ma non credevo che avesse cambiato idea così facilmente, chissà perché adesso vuole partecipare al torneo…ma cosa avrà in testa quel bamboccio, in ogni caso sono curioso di vedere quanto resisterà con Geky, il cavaliere dell’Orsa è davvero un gigante, dubito che Pegasus ne uscirà vincente…andiamo presto, voglio vederlo in azione!!"

entrambi i cavalieri corsero verso il palazzo dei tornei, si vestirono delle loro armature e fecero il loro ingresso nell’arena.

Alle 20.30 si accesero i riflettori di tutto il palazzo dei tornei, la gente incuriosita e vogliosa di vedere un altro spettacolare incontro entrava ordinatamente ad occupare i loro posti riservati. Isabel prese posto nella sua postazione con di fronte il vetro blindato, Aspides, Andromeda e Dragone con addosso le loro armature presero posto sotto al ring insieme a Lupo e Unicorno… tutti attesero in silenzio!

Il soffitto del Palazzo dei tornei cominciò a chiudersi mostrando al pubblico le varie costellazioni illuminate, per un attimo rimasero tutti in silenzio dopodiché il telecronista della Guerra galattica gridò:

"Signore e signori state per vedere un altro emozionante incontro, oggi si sfideranno nell’arena Geky dell’Orsa contro Pegasus…"

Mentre il cronista continuava spiegando al pubblico il regolamento degli incontri, Asher vide entrare Geky che salì con un sorriso beffardo sul ring, inoltre per niente timoroso mostrò al pubblico i propri muscoli lanciando urli spaventosi.

Asher rivolgendosi ai propri compagni disse:

"Sono proprio curioso di vedere come se la caverà quel bamboccio di Pegasus, secondo me non resisterà più di un minuto contro quel bestione!"

Dopo quelle parole tutti i cavalieri si girarono per vedere l’entrata di Pegasus, sembrava calmo e tranquillo, il suo sguardo nel vuoto fecero notare ad Asher un atteggiamento di disattenzione nei confronti del suo avversario, non sembrava minimamente preoccupato, salì sul ring salutando il pubblico. Tutta la gente che si trovava negli spalti cominciò ad applaudire i due contendenti senza accorgersi che i due cavalieri avevano già cominciato a provocarsi, il telecronista diede inizio all’incontro e Pegasus velocemente colpì con un calcio volante Geky che cadde al suolo, quest’ultimo si rialzò per poi trattenere un forte attacco di Pegasus sul suo corpo, ma in un attimo il cavaliere dell’Orsa afferrò Pegasus per il collo sollevandolo da terra, stringeva fortissimo, rimasero in quella posizione per circa un minuto, dopodiché Pegasus si liberò della stretta del cavaliere con incredibile velocità, nessuno riuscì a capire cosa era successo, Geky era in piedi con lo sguardo perso nel vuoto, ma improvvisamente cadde al tappeto con tutta l’armatura a pezzi… Il pubblico si interrogò cercando di capire come diavolo aveva fatto Pegasus a liberarsi da quella terribile presa e nello stesso tempo colpire Geky, ma tutte le domande non trovarono risposta, risposta che invece gli altri cavalieri trovarono, Asher sbalordito si pronunciò cercando di restare calmo:

"Non è stato un calcio solo, la velocità di esecuzione di Pegasus gli consente di colpire più volte, è tanto veloce che non si riesce a vederli!!".

Tutti i cavalieri guardarono Pegasus agitare le braccia verso le telecamere, non sembrava per niente scosso nonostante fosse stato vittima della poderosa stretta dell’orsa, al contrario l’enorme Geky restava sdraiato a pancia in sotto sul tappeto del ring, evidentemente aveva perso i sensi. Asher deluso si pronunciò osservando quella scena pietosa:

"Geky dell’Orsa è un incapace, non si è nemmeno accorto di avere perso, lo credevo più in gamba!"

Black il lupo esterrefatto dal risultato dell’incontro disse:

"Pegasus gli ha ridotto il polso in frantumi, la sua destrezza nel colpire è davvero grande!"

Anche Andromeda si pronunciò

"Ho paura che quel ragazzo sarà un rivale estremamente pericoloso, per tutti quanti noi!"

Aspides con un sogghigno aggiunse:

"Comunque farà meglio a stare molto attento!"

Sirio con estrema calma concluse i commenti:

"Non tutti i suoi avversari saranno così facili".

Lady Isabel dalla sua postazione osservava Pegasus con grande attenzione, Mylock che sostava in piedi accanto a lei disse:

"Lady Isabel, sembra che Pegasus sia intenzionato a continuare la Guerra galattica, tutto sta andando nel migliore dei modi!"

Isabel sorseggiando del vino bianco rispose:

"Hai ragione Mylock, il ripensamento di Pegasus non ha giovato solamente lui, anche la Fondazione trova un grande profitto con la sua comparsa al torneo, inoltre Pegasus sembra davvero imbattibile, la gente lo ama e lo elogia in tutti i modi, sa trascinare il pubblico con il suo carisma, quel cavaliere farà molta strada, Mylock!"

Mylock rivolgendo lo sguardo verso il ring rispose:

"In effetti è cosi"

Isabel continuando a sorseggiare il buon vino bianco si preoccupò degli assenti chiedendo a Mylock se si sapeva gia qualcosa:

"Mylock, si sa niente di Phoenix e Cristal?"

"Per adesso ancora niente, entro domattina spero di fornirle dettagli più attendibili riguardo a loro!".

Intanto, Pegasus scese dal ring passando tra gli altri cavalieri, ed Asher riconoscendo la vittoria del suo rivale tese la mano per complimentarsi con lui:

"Bravo Pegasus, sei stato in gamba, non pensavo che c’è la facessi!"

Pegasus strinse la mano di Unicorno sfarfugliando parole poco chiare:

"Si si certo…grazie!"

In effetti Pegasus stava pensando a tutt’altro e se ne accorsero tutti, sembrava imbambolato con lo sguardo nel vuoto e con un sorriso ingenuo stampato sul viso…era chiaro…stava pensando a sua sorella Patricia, sperava che anche lei come tanta altra gente lo vedesse in televisione e quindi in questo modo fargli capire che lui era ancora vivo, chissà, magari riconoscendolo nella Guerra galattica sarebbe corsa a Nuova Luxor per riabbracciare il suo amato fratello. Pegasus se ne andò, lasciando i suoi compagni ancora più esterrefatti di prima, quel cavaliere dal vasto cosmo non sembrava preoccuparsi minimamente dei suoi compagni, ma Sirio movendo un passo in avanti si espresse:

"Pegasus è un cavaliere molto potente e veloce, ma pecca di concentrazione, non riuscirà mai a vincere il torneo se continuerà a pensare a sua sorella…inoltre…non arriverà mai in finale perché la prossima volta dovrà combattere con me!"

Unicorno si accorse delle parole del Dragone e quindi chiese:

"Credi di poterlo battere Dragone? E’ la prima volta che ti esprimi in questo modo!"

Sirio senza degnare di uno sguardo Asher rispose:

"Certo che lo batterò, il suo potere e il suo cosmo non sono all’altezza di competere con me! Quel ragazzo incontrerà la sua fine molto presto!"

Dopodiché aspanse violentemente il suo cosmo rivelandolo ai suoi compagni che ne furono spinti indietro, Asher stringendo il pugno pensò:

"INCREDIBILE!! Quale potenza si nasconde dentro Sirio il Dragone! La sua calma è solo apparente, fa paura…devo ammetterlo, non ho mai visto un cosmo così vasto, come si può battere un uomo così potente ?! Devo stare molto più attento del previsto, non credevo esistessero cavalieri così forti!"

Asher sudava abbondantemente e con orrore vide i suoi compagni spaventati come lui, Dragone con molta calma si diresse verso l’uscita del palazzo.

Tutti i cavalieri cenarono insieme tranne Pegasus che preferì affittare un monolocale alla Yatch House, non molto lontano dal Collegio St. Charles.

Nel Palazzo di Lady Isabel i cavalieri ormai avevano finito di cenare e verso mezzanotte tutti andarono a dormire tranne Unicorno, Idra e Lupo.

I tre cavalieri rimasero pensierosi nella sala principale del palazzo e Black spezzò il silenzio dicendo:

"Penso che vi siate accorti di quanta forza possiede Sirio, oggi sono rimasto incantato durante quella manifestazione del suo potere…"

Unicorno accigliato rispose:

"Già… Sirio sarà un osso duro per tutti, non ho mai visto nessuno sprigionare un cosmo cosi vasto e soprattutto mi ha sorpreso la violenza con cui ha espanso la sua energia… credo che non esista uomo più forte di lui!"

Lupo con gli occhi persi nel vuoto rispose:

"Aspetta a dire certe cose, non l’abbiamo ancora visto in azione e poi… Sirio non è l’unico uomo che io ho visto in grado di espandere il cosmo con quella violenza!"

Unicorno si accorse che Black stava tremando, chissà a cosa stava pensando, poi si rivolse a lui e disse:

"Vuoi dire che hai conosciuto un uomo in grado di espandere il cosmo ai livelli di Sirio!"

Lupo continuava a tremare, quel ricordo voleva cancellarlo, ma per quanto si sforzasse l’immagine di quel ragazzo lo perseguitava, impaurito Lupo rispose:

" No! Molto, molto di più. Quel…quell’uomo espandeva il cosmo con una violenza inaudita… non dimenticherò mai quei momenti di angoscia e di paura!"

Asher incuriosito chiese:

"Ma di cosa stai parlando, spiegati!"

Lupo con gli occhi spalancati ed incantati cominciò a raccontare quella terribile esperienza che aveva avuto durante il suo addestramento, le immagini di quei momenti gli passavano davanti agli occhi:

"Arrivai a Bomihills in Liberia 6 anni fa, la temperatura era equatoriale, il caldo mi soffocava… Fui fermato da un uomo che poi scoprii non essere altro che il mio maestro, diceva di essere stato cavaliere del Lupo in passato e che in quel periodo aveva bisogno di alcuni allievi preparati alla lotta ai quali avrebbe insegnato le tecniche di combattimento moderne. Arrivai nel suo villaggio e lì conobbi i miei compagni di addestramento: Mycol e Joe. Tutto stava andando a gonfie vele, ci allenavamo duramente tutti i giorni, il nostro maestro era un uomo saggio ma nello stesso tempo serio e competente, non ci faceva mai mancare niente, finchè un giorno……. arrivò un ragazzo, il suo volto serio nascondeva qualcosa di spaventoso, di inquietante, disse al mio maestro che aveva bisogno dell’armatura del Lupo, ovviamente il maestro rispose che doveva meritarla per averla e doveva dimostrare forza, coraggio e anche saggezza e benevolenza.

I giorni passavano e quel ragazzo si dimostrava forte negli allenamenti, diventava ogni giorno sempre più forte, ma stranamente non amava parlare con noi, non amava giocare e mangiare insieme a noi, preferiva allenarsi da solo nella foresta, ogni tanto lo vedevo parlare con gli animali, li accarezzava, gli dava da mangiare, mentre con noi era freddo e schivo… ma non solo con noi, con tutti era cosi, persino con il maestro.

Durante la notte sentivamo l’ululare dei lupi, stranezza alquanto bizzarra in quei posti dove lupi non dovevano esserci, eppure quasi ogni notte vedevo quel ragazzo uscire dalla stanza per andare fuori finchè un giorno Joe e Mycol decisero di seguirlo senza farsi scoprire… i miei compagni non rientrarono mai in casa, non tornarono mai, qualcosa o qualcuno doveva avergli fatto qualcosa, erano ragazzi forti, corraggiosi, abituati ad ogni tipo di ostilità, ma qualcosa in quella notte era successo…soltanto lui era tornato, i suoi occhi erano gonfi di odio ed io non capivo il perché, gli chiesi se aveva visto i nostri compagni ma lui si limitò a rispondere <Chissà, magari i lupi se li sono mangiati!> lo disse sogghignando sicuro di se, nei suoi occhi leggevo la verità!… Passò un anno da quel giorno ed il maestro continuò ad allenarci, anche se spesso quel ragazzo faceva di testa sua allenandosi da solo nella foresta… tra quelle piante c’era qualcosa di terribile, non riuscivo a capire cosa poteva essere, finchè una notte…sentii gli ululati dei lupi, li sentivo vicini, mi sembrava che mi stessero chiamando, non capivo… mi alzai dal letto ed aprii la porta dell’altra stanza e mi accorsi che non c’era nessuno, mi vestii velocemente ed uscii dalla baita…c’era la luna piena quella notte, ascoltavo gli ululati provenire dalla foresta e con coraggio mi avventurai verso la fonte di quei latrati spaventosi… dopo un pò mi accorsi che qualcuno stava parlando ed improvvisamente lo vidi… era lui e stava accarezzando un lupo bianco che aveva una cicatrice a mezza luna sulla fronte, il ragazzo si accorse di me ed anche il lupo che cominciò a ringhiare, nonostante la paura invadeva il mio corpo mi feci coraggio e gli dissi di rientrare in baita altrimenti il maestro si sarebbe arrabbiato… Lui, ridendo sarcasticamente rispose che quello non era il suo maestro, ma bensì loro, i lupi della foresta, ed improvvisamente fui circondato da una decina di esemplari… lui fischiò ed un paio di lupi mi attaccarono, riuscii con molta difficoltà ad evitarli. Gli occhi di quel ragazzo si socchiusero continuando a fischiare, mi ritrovai ad essere attaccato da una decina di lupi, non riuscivo ad evitarli tutti e fui costretto ad abbatterne qualcuno per poterne uscire indenne…commisi un errore enorme… improvvisamente quel ragazzo fece esplodere il suo cosmo con enorme potenza e violenza tanto da farmi sbattere ad un albero… Gli chiesi subito del perché di tutto questo e soprattutto che cosa gli avevo fatto per meritare un trattamento del genere, lui rispose che gli animali erano i suoi amici, soprattutto i lupi, non aveva fede negli uomini considerandoli inferiori alle bestie, inferiori persino ai vermi! Io gli dissi che non tutti gli uomini erano ingiusti, ma lui non ascoltò limitandosi a colpirmi in viso con un destro che non vidi neppure… il colpo era stato cosi veloce e forte che l’albero dietro a me si spezzò cadendo… rimasi a terra, spaventatissimo di fronte alle ossa dei miei compagni… li riconobbi subito da quello che era rimasto dei loro vestiti, l’albero cadendo aveva dissotterrato le loro spoglie. Mi chiesi chi fosse stato a ridurli in quel modo, sollevai lo sguardo e non ebbi più nessun dubbio. Quel ragazzo mi fissava con odio e rancore ed i lupi dietro di lui ringhiavano mostrando i denti. Chiusi gli occhi avendo capito ormai che era finita, mi aspettavo che mi desse il colpo di grazia… ma non lo fece, si limitò a dire semplicemente <Io ti risparmio uomo, ho pietà di te…anzi non è pietà la mia…è dimostrazione di potere… si, di estremo potere ha ha ha ha… ti lascio in vita perché tu possa sempre ricordare il mio nome… LUXOR DI ASGARD!>… dopo aver detto quelle parole Luxor se ne andò ridendo come un pazzo eretico accompagnato dai suoi fedeli lupi, io ritornai in baita, ero terribilmente angosciato, la mia mente non voleva credere a ciò che aveva appena visto. Ero terrorizzato dal fatto che un uomo simile potesse diventare cavaliere … Invece il giorno dopo il maestro convocò sia me che Luxor e disse: <Luxor e Black, siete rimasti solamente voi due a contendervi l’armatura del Lupo. Luxor! Tu sei senza dubbio più risoluto in battaglia, più forte e tenace, coraggioso, impavido… ma non posso donarti l’armatura del Lupo!"> Luxor stringeva i denti così ferocemente che cominciò ad uscire del sangue e poi gridò <Perché maestro??? Io sono il più forte, io sono in grado di correre con i lupi, io sono il figlio della notte…perché….perché non mi ritenete degno delle vestigia del Lupo…Perché ditemelo??> Il maestro abbassando la testa rispose <Perché non hai fede negli uomini Luxor!… Purtroppo non hai mai capito il significato di benevolenza, di amore, di giustizia…conosco il tuo passato, so quello che è successo ai tuoi genitori, gli uomini scapparono abbandonandoti nella foresta dove poi fosti accolto dai lupi… conosco la tua sofferenza ma non posso donarti l’armatura del Lupo. Questa corazza appartiene ad Athena, Dea di giustizia, Black nonostante sia meno preparato ha capito il significato di giustizia, di benevolenza, di amore… A chi dovrei conferire tale merito, Luxor? Forse a te che non hai fede negli uomini? Forse a te che corri con i lupi della foresta?… No Luxor, l’armatura del Lupo spetta a Black!> Poi vidi per la prima volta l’armatura del lupo scomporsi da un totem nascosto all’interno del tronco di una quercia, per poi ricomporsi sul mio corpo, vestendomi. Dopodiché mi girai subito verso Luxor, ma i suoi occhi erano impregnati di rabbia e rancore nei miei riguardi, poi prima di correre via gridò <Avrei dovuto ucciderti ieri nella foresta, invece ti ho risparmiato la vita…non è benevolenza questa??? NON E’ BENEVOLENZA QUESTA???> Ma il maestro non si fece impietosire e intervenne subito: <Tornatene da dove sei venuto Luxor… non restare un minuto di più…con Joe e Mycol sei stato benevolente vero? NON MERITI NIENTE, SEI SOLO UN ASSASSINO SENZA SCRUPOLI… LA FORZA, LA VIOLENZA E’ MISERA COSA PER DIVENTARE CAVALIERE, CIO’ CHE UN CAVALIERE DEVE AVERE E’ SOPRATTUTTO LA FEDE NEGLI UOMINI, LA SPERANZA DI PACE E DI GIUSTIZIA…QUESTE DOTI A TE MANCANO QUINDI VA VIA!!!!>. Ricordo che Luxor piangeva in quel momento e disse: <Joe e Mycol avevano attaccato i miei lupi, avevano ucciso i miei lupi, non potevo sopportarlo non potevo tollerarlo…. Un giorno avrò la mia vendetta…ecco cosa sono gli uomini, ecco cosa siete voi!!> Detto questo corse via e non lo rividi mai più…"

Asher ed Aspides rimasero esterrefatti di fronte alle parole tristi di Black, nonostante questo Asher si avvicinò al cavaliere del Lupo dicendogli:

"Tranquillo Black!! Ora è tutto finito, ci siamo qui noi, se solo si azzardasse ad attaccarci non avrebbe speranza, siamo otto cavalieri!!"

Black alzò gli occhi guardando quelli di Unicorno e disse:

"Non cambierebbe assolutamente niente!"

Unicorno sorpresò della risposta di Black esclamò:

"COSA!?!?!"

Black rispose con molta calma:

"Luxor non era un ragazzo comune,… padroneggiava il sesto senso con estrema facilità, inoltre superava qualunque aspettativa senza alcuna difficoltà, il suo cosmo era immenso, superiore a quello del maestro, se avesse voluto lo avrebbe ucciso in un battito di ciglio…non capisco perché non l’abbia fatto…forse dentro al suo cuore qualcosa di umano era rimasto!… Ciò non toglie il fatto che la sua forza basterebbe a distruggere tutti noi… la sua velocità superava di gran lunga quella del suono, in certi momenti sembrava addirittura invisibile, era praticamente impossibile riuscire a distinguere i suoi colpi…chissà cosa starà facendo adesso, magari è ritornato nel suo paese!"

Asher incuriosito chiese:

"Come hai detto che si chiama il posto da cui era giunto?"

"Asgard… non so dirti altro, non ne aveva mai parlato se non quel giorno nella foresta"

I due cavalieri rimasero altri dieci minuti a parlare nella sala, dopodiché Asher invitò l’amico a bere qualcosa per poi ritornare negli alloggi a dormire! Stranamente Aspides per un attimo non si mosse e Asher attirò la sua attenzione:

"Che fai Aspides? Non vieni a dormire? Domani se arriva Cristal dovrai combattere tu… ti consiglio di riposarti!"

Aspides annuì frettolosamente per poi superare Asher dirigendosi verso le scale che l’avrebbero portato nel suo alloggio, per un attimo Asher pensò:

"I miei compagni se la sono vista davvero brutta, non dovrei lamentarmi poi così tanto… dovrei portare più rispetto, in fondo hanno sofferto quanto me se non di più!"

detto questo Asher raggiunse i due compagni e dopo avergli augurato la buonanotte se ne andò a dormire nel suo alloggio.