LA VERA STORIA DI ASHER

XV° Capitolo

La Partenza

Dopo aver preparato lo scrigno e la sacca per i vestiti Asher uscì dal palazzo per recarsi all’appuntamento con gli altri per andare poi all’aereoporto di Nuova Luxor, ma improvvisamente sentì un cane abbaiare furiosamente, si girò e vide Pegasus che agitato cercava di calmare il segugio:

«Hei… ma dove vai, quello non è Phoenix…oddio forse non è stata una buona idea!»

Asher con un ghigno guardò Pegasus dicendogli:

«Tsè… ecco il prode Pegasus alle prese con un cagnolino, ma come non eri tu quello che mi diceva di fare il cane per Lady Isabel? Tu invece non riesci nemmeno a farti ubbidire da un cane a quanto pare!»

Pegasus rispose prontamente:

«Fai meno lo spiritoso cavallino! Questo cane poliziotto è un ottimo seguitore di piste, evidentemente ha sentito l’odore di Phoenix su di te!... Stai partendo? Cos’è hai paura di Phoenix….sei un vigliacco!»

Asher non si adirò, anzi, sorprendentemente sogghignò spiegando:

«Vigliacco io?? Ti sbagli caro Pegasus, torno dal mio maestro per migliorare la mia tecnica, è stata Isabel ad ordinarcelo, la stessa cosa vale anche per Ban, Geki, Aspides e Black. Ci siamo accorti di non poter competere con Phoenix e quindi se restassimo non saremmo di nessun aiuto, penso che l’idea di Isabel non sia per nulla sbagliata…ma non preoccuparti…torneremo presto e non mi dimentico di te, prima o poi ti batterò!»

Asher finì la frase con un ghigno di sfida, ma Pegasus alzando le sopracciglia rispose con voce quasi assonnata:

«Spero che non accada caro Asher, spero proprio che non accada… non ho voglia di battermi con te e tanto meno con gli altri, la cosa che mi preme di più è trovare mia sorella e recuperare i pezzi dell’armatura sacra!»

Poi si diresse verso la Villa dove Isabel stava intrattenendo una conferenza stampa insieme a Mylock, ma Unicorno serioso richiamò la sua attenzione dicendo:

«Pegasus!...Non credere che non abbia capito di che pasta sei fatto! Quando tornerò spero davvero di poter combattere al tuo fianco insieme agli altri cavalieri… mi duole non poter restare e combattere con voi contro le forze oscure, ma ho capito che il coraggio non basta, ci vuole anche tecnica e forza…per questo torno dal mio maestro!»

Pegasus si fermò un attimo e si voltò osservando Unicorno e rispose:

«Torna presto Asher, la battaglia con le forze oscure è appena iniziata ed ho paura che Phoenix non sia l’unico nemico che dovremo affrontare…buon viaggio Asher!»

Detto questo i due cavalieri presero strade opposte: Pegasus entrò in Comune insieme al cane e ad un poliziotto di Nuova Luxor, Asher invece raggiunse gli altri all’appuntamento davanti al molo dove lo aspettavano.

«Finalmente sei arrivato, stavamo per metterci le radici in questo molo!» Disse Geki scherzosamente osservando Asher arrivare con lo scrigno e la sacca sulle spalle.

«C’è poco da scherzare, forza, partiamo subito!» Rispose frettolosamente Asher.

Mentre si stavano dirigendo verso l’aereoporto Asher osservò Black, aveva il viso cupo e pallido, forse non era del tutto uscito da quell’incubo spettrale che gli aveva provocato Phoenix.

Arrivati all’aereoporto, l’aereo per Orano era il primo a partire ed Asher osservando i suoi compagni disse:

«Non sono sicuro di incontrare il mio maestro Ioria, il fatto è che durante l’addestramento si recava spesso in Grecia per motivi a me ignoti, in questo caso dovrò allenarmi da solo, tornerò più forte di prima ve lo prometto!»

Geki con vigore rispose:

«Il mio maestro Nestore dell’Orsa maggiore mi aspetta in Canada, lui è stato sempre presente e sono sicuro che troverà il modo di migliorare la mia tecnica e soprattutto…ehm…la velocità, in effetti tra tutti sono il meno veloce e questo è il mio punto debole, dovrò migliorare soprattutto questo, farò di tutto per tornare più forte e preparato di prima ha ha ha!»

Ban ferocemente si espresse:

«Anche il mio maestro è stato sempre presente e so bene che resterà deluso di questa mia netta sconfitta, negli anni trascorsi in Africa ho imparato ad essere feroce e violento, ma questo non serve a diventare un cavaliere perfetto, me lo diceva sempre il mio maestro e sono stato stolto nel non ascoltarlo, questa volta farò tesoro dei suoi insegnamenti e tornerò sicuramente più forte e risoluto!»

Aspides tristemente si espresse anche lui:

«Io a differenza di voi non troverò nessuno in Finlandia, la mia maestra è sparita e i miei compagni pure, non so proprio come potrei fare per migliorarmi, potrebbe essere un viaggio inutile per me.»

Asher adirato si pronunciò:

«Se non trovi nessuno allora cerca di affinare le tue tecniche da solo, probabilmente è ciò che dovrò fare anche io, siamo cavalieri non alunni di una scuola elementare, ricordatelo!»

Aspides annui mentre Black disse qualcosa che sconvolse un pò tutti:

«Io non tornerò… non ne ho motivo e poi non merito di essere cavaliere, se vado in Liberia lo faccio solo per andare a trovare le salme dei miei compagni, non ho intenzione di tornare e combattere una guerra stupida ed inutile.»

Asher come un fulmine fece cadere a terra sia lo scrigno che la sacca e diede un destro potentissimo a lupo scaraventandolo al suolo.

«BLACK!! ALZATI E COMBATTI…AVANTI!!!»

Ma Black rimase a terra distogliendo addirittura lo sguardo dal compagno, Asher come una furia lo prese per la maglietta e sollevandolo gridò:

«DEVI SVEGLIARTI BLACK!! SEI ORFANO COME NOI, HAI SOFFERTO COME NOI E IL NOSTRO COMPITO E DI PROTEGGERE LADY ISABEL A QUALUNQUE COSTO…A COSA SONO SERVITI TUTTI QUESTI ANNI DI ADDESTRAMENTO, PERCHE LE ARMATURE CI RICONOSCONO COME CAVALIERI DI BRONZO!??? TE LO DICO IO BLACK…CI RICONOSCONO GRAZIE AL NOSTRO MICROCOSMO E SE L’ARMATURA DEL LUPO HA SCELTO TE VUOL DIRE CHE IL TUO MICROCOSMO E’ NEL GIUSTO…LO CAPISCI BLACK??? LO CAPISCI CAVALIERE???»

Ma Black rispose semplicemente:

«Lasciami Asher… ho visto troppe volte la morte in faccia, ho visto i miei amici morire ed indosso una corazza che non ho mai meritato!»

Asher anziché lasciarlo strinze ancora di più i pugni sul colletto di Black spiegando:

«Ma che bravo… non pensi ai tuoi compagni cavalieri che stanno sacrificando le loro vite per il bene del mondo, loro ci aspettano per combattere insieme…Pegasus…Sirio…Cristal…Andromeda, non pensi a loro che sono rimasti?? Vuoi che anche loro facciano la stessa fine di Joe e Mike?? Rispondi Black??»

L’ultima frase scosse non poco Black che portando le sue mani sui pugni di Asher disse:

«No… non voglio che facciano quella fine»

Asher mollò la presa e riprendendo lo scrigno e la sacca salutò tutti, ma non prima di aver osservato bene negli occhi Black, era il suo migliore amico e non voleva che si riducesse in quello stato, ma dentro al cuore sapeva benissimo che Lupo si sarebbe ripreso, Black è un cavaliere, non è un uomo comune, il suo destino è scritto nelle stelle, non può sfuggire da ciò che è, da ciò che è diventato!