CAPITOLO SEDICESIMO: FURORE GAUDENTE.

L’arrivo di nuovi Heroes sul campo di battaglia prese Mida e Pan di sorpresa. Sileno, prima di recarsi nel Pindo, aveva avvisato gli altri due Adorni riguardo alla Legione Maledetta ma né la Tessitrice né l’Elegante vi avevano prestato grande attenzione. Del resto, persino il Vate pareva non esser troppo convinto della loro esistenza, né soprattutto della possibilità che uomini simili avrebbero deciso di rimediare agli orrori del loro passato.

"E invece Sileno era nel torto! La qual cosa, ammetto, non mi dispiace troppo! Ah ah ah!" –Commentò Mida, osservando gli undici Heroes guidati da Iro di Orione disporsi secondo gli ordini del loro Comandante.

"Strimone! Tu e altri due eliminate quei satiri al Portone Principale e controllate che nessuno sia penetrato all’interno della fortezza! Salomone, presta aiuto alla donna dalle lunghe gambe e dagli, seppur possa sembrar strano, ancor più lunghi tentacoli!"

"Sono Alcione della Piovra, Comandante della Legione del Mare!" –Esclamò lei, intenta ad evitare un affondo del suo avversario. –"Con chi ho l’onore di parlare?"

"Iro di Orione, primo Hero della storia delle Legioni di Ercole!" –Rispose questi con orgoglio, spostando poi l’attenzione su Mida, avendone riconosciuto la corazza, e perdendosi lo sguardo stupefatto di Alcione.

"Li avete dunque trovati?!" –Affermò questa, con sincero stupore, rivolgendosi a Marcantonio. –"Ma dov’è Pasifae?"

"Lei ci raggiungerà! Ne sono sicuro!"

Ma non ebbero tempo per scambiar altre parole che dovettero evitare l’assalto del loro avversario, che si palesò in un altissimo salto verso il cielo e in un diretto affondo di tacco, prima su Marcantonio, che venne sbattuto a terra, perdendo l’elmo della sua corazza e rimediando una contusione sul retro del cranio, e poi su Alcione, che inutilmente tentò di fermarlo in volo sfoderando i sinuosi tentacoli della Piovra.

"Ti muovi bene… per essere così piccolo!" –Esclamò allora una voce maschile, obbligando l’agile guerriero a voltarsi e a incrociare lo sguardo di un uomo abbastanza alto e magro, con lunghi capelli azzurri, al cui fianco una donna con una maschera sul volto smaniava per entrare in azione.

"Cos’hai contro le basse altezze, Mitridate?!" –Brontolò Procri della Gatta, prima di scattare avanti, concentrando il cosmo sulle mani e liberando violenti fasci di energia, che squarciarono il terreno, zigzagando in tutte le direzioni. –"Artigli infernali!"

Ma il suo avversario non ne fu per nulla intimorito, limitandosi a schivare i raggi lucenti, sfrecciando tra loro ad una velocità maggiore, fino a portarsi di fronte alla donna e a sollevare il braccio destro, investendola con un ammasso di energia.

"Urlo di terrore!!!"

Il cumulo energetico travolse Procri, schiantando parte della sua corazza, i coprispalla, l’elmo e la maschera sacerdotale. Fu soltanto l’istinto, che la portò a raggomitolarsi su se stessa, a permetterle di non riportare danni maggiori.

Mitridate del Tridente, accanto al quale la compagna precipitò, non perse tempo, evocando un’arma di puro cosmo e allungandola verso il nemico.

"Forca di Morte!" –Gridò, senza trattenere un’espressione di sorpresa alla vista dell’agilità con cui il suo avversario la evitò, mettendosi di lato e lasciando che le punte dell’arma lo sfiorassero a malapena. Quindi questi balzò in alto, liberandosi della pelliccia che portava come mantello e gettandola su Mitridate, quasi soffocandolo sotto il suo peso. E mentre l’Hero cercava di liberarsene, il guerriero dalla corazza azzurra e violetta gli scagliò contro sette raggi energetici, simili a siringhe, raggiungendolo alle braccia e alle gambe e sbattendolo a terra.

"Qualcun altro vuol guerreggiare con Pan, il Dio dei Boschi e delle Selve?!" –Esclamò infine, atterrando compostamente e volgendo lo sguardo, seppur nascosto dall’elmo bicornuto, verso un gruppetto di Heroes, rimasti ad osservare le sue giostre aeree con un misto di stupore e ammirazione. –"Non mi tiro mai indietro quando c’è da giocare! Igh igh!"

"Se è un Dio che abbiamo di fronte, allora non possiamo permetterci esitazioni! Soltanto guerra!" –Esclamò Salomone della Stella di Davide, disegnando nell’aria il simbolo del satkona yantra. –"Esagramma! Risplendi!"

Una stella a sei punte, di vivido oro, apparve di fronte a Pan e sembrò puntare al suo petto, ma questi piegò leggermente le ginocchia, spiccando un balzo verso il cielo e passando in mezzo all’esagramma, prima di piombare con il tacco teso su Salomone e sbatterlo a terra, col pettorale dell’armatura incrinato.

"Con me, Sarpedonte!" –Gridò allora Evandro del Cinghiale, portando entrambe le braccia avanti e dirigendo due vampe di fuoco dalle forme simili all’animale che aveva come simbolo. –"Crux commissa!" –Gli fece eco Sarpedonte della Croce, muovendo l’indice destro e disegnando una croce di luce rosa dalla forma della lettera greca tau.

I due attacchi sfrecciarono verso Pan, ma questi sollevò la gamba destra, parando con il tacco la croce energetica e calciandola verso l’esterno. Delle fiamme neanche troppo si curò, limitandosi a spegnerle con una semplice onda energetica, prima d muovere entrambe le braccia in sincronia, come a tirare un pugno dal basso verso l’alto, generando due corni di energia che raggiunsero gli Heroes ancora in corsa, sfondando i pettorali delle loro corazze e scagliandoli a terra.

"E questi erano i nuovi arrivati! Figuriamoci con che facilità avrei avuto ragione degli altri, fiaccati dai combattimenti precedenti!" –Commentò Pan, avvicinandosi al corpo di Mitridate, ancora disteso sanguinante a terra e recuperando il suo mantello.

Non si avvide però che l’Hero vi si era aggrappato e sollevando la pelliccia tirò su anche il ragazzo che, evocata una nuova forca di cosmo, la puntò al centro del petto di Pan, lasciato scoperto dalla Veste Divina.

Ma il Dio fu svelto a spostarsi di lato, ponendo una gamba in mezzo a quelle dell’Hero e facendolo incespicare, prima di muovere il braccio sinistro e colpirlo con un pugno in pieno petto, fracassando la corazza del Tridente. Sputando sangue, Mitridate si accasciò sul braccio muscoloso di Pan, ma questi gli afferrò il collo e iniziò a tempestarlo di pugni con l’altra mano. Uno dopo l’altro, spaccando la sua armatura e riempiendo il suo corpo di lividi e ferite.

"Bastardooo!!!" –Gridò allora Procri, rialzatasi, scattando verso Pan e dirigendogli contro migliaia di fasci luminosi, che il Dio disperse con un movimento a spazzare del braccio prima di lanciargli addosso il corpo martoriato del compagno, abbattendo entrambi.

"Igh igh! Lasciate che ve lo dica, siete un vero spasso! Non mi sarei divertito così neanche ai Giochi Olimpici!" –Rise Pan, mentre due nuovi Heroes si lanciavano avanti, Cariclo della Cavalletta e Prassitale dell’Erma, senza che questo fosse per lui motivo di preoccupazione. –"Sapete, spesso mi accusano di essere un Dio rozzo e campestre, a nient’altro interessato se non ad accoppiarmi gaudente nei boschi dell’Olimpo, lordando la loro inutile sacralità! E ciò in parte è vero! Igh igh! Ma voi, in questi pochi minuti di combattimento, avete dimostrato di essere bestie al par mio! O forse anche peggio!" –E nel dir questo travolse i due Heroes con un ammasso di energia, schiacciandoli a terra e danneggiando le loro corazze.

"Osi schernire la Legione fondata da Ercole ai tempi del mito?!" –Ringhiò Salomone, rimettendosi in piedi e caricando l’indice destro di energia cosmica.

"Non la schernirei, se la vedessi!" –Commentò serio Pan. –"Ma non esiste! Quel che vedo è un insieme di guerrieri malcapitati che caricano a testa bassa, privi di ogni strategia! Assomigliate più a dei tori infuriati che a dei soldati! Forse quest’elmo caprino starebbe meglio sul vostro capo! Igh igh!!!"

"Ridi adesso, perché presto ti strapperò quel sorriso gaudente dalla faccia!" –Sibilò l’Hero della Stella di Davide, espandendo il proprio cosmo.

Sul terreno sotto i piedi di Pan apparve un’enorme stella a sei punte, che incendiò l’erba, scagliando fasci di energia verso l’alto, in ogni direzione.

"Il sacro simbolo del Satkona Yantra non ti condurrà al nara-narayana, al perfetto stato meditativo dell’equilibrio, bensì alla perdizione! Marchio dell’Esagramma!!!"

"Urlo di Terrore!" –Gridò Pan, stordendo molti Heroes con la sua voce acuta. Quindi, la massa energetica da lui generata, esplose attorno a sé, aprendo un cratere nel terreno sotto i piedi dei suoi nemici, facendovene crollare alcuni, mentre altri vennero investiti e spinti a terra.

Soltanto Salomone rimase in piedi, sul bordo di una piccola faglia che pareva essersi fermata apposta accanto a lui.

"Certo non per salvarti! Ma per vedere la tua faccia di fronte allo sterminio dei tuoi compagni!" –Commentò Pan divertito, avanzando senza indugi verso di lui, sia pur nel terreno deformato. Si fermò a pochi passi dall’Hero di origine ebraica, sollevando il tacco della corazza e piantandolo con forza sul cranio di un compagno che giaceva a terra, che inizialmente Salomone non riconobbe.

Col primo colpo gli spaccò la testa. Con il secondo lo appiattì al suolo, imbrattando il tacco di sangue e materia cerebrale. Con il terzo avrebbe dovuto sprofondarlo negli abissi di Tartaro, ma non riuscì a calare di nuovo la gamba che Salomone era già balzato su di lui, avvampando di collera allo stato puro.

"Lurida capra infame!!! Non sai cos’è rispetto!!!"

L’Hero caricò il pugno destro, portandolo avanti, ma Pan era là ad attenderlo, con il braccio sinistro già in posizione, sul cui pugno chiuso si schiantò l’attacco di Salomone, spingendolo indietro. Muovendo anche l’altro braccio, il Dio delle Selve colpì il pettorale dell’Hero della Stella di Davide, ove già lo aveva danneggiato in precedenza, sollevando il guerriero di parecchi metri e scaraventandolo indietro.

"Corna gaudenti!!!" –Esclamò compiaciuto, prima di volgere lo sguardo attorno a sé ed osservare il risultato ottenuto.

In una manciata di minuti aveva abbattuto ben nove Heroes, di cui sette appena giunti a Tirinto. Due erano già morti e presto anche gli altri li avrebbero seguiti in Ade. Mida stava affrontando i loro compagni, anche se stava incontrando difficoltà impreviste con un tipo dalla corazza viola e l’elmo a casco, la cui forza, Pan dovette ammetterlo, era decisamente superiore a tutti i guerrieri di Ercole fronteggiati finora.

Il problema non è mio! Commentò, con un sorriso beffardo. Mida è grande abbastanza per occuparsene da solo. O, aggiunse divertito, per morire nel tentativo.

C’era sempre stata una certa rivalità tra gli Adorni e il Dio delle Selve e dei Boschi, dai primi non considerato affatto una Divinità, ma un semplice satiro. Un essere grottesco che ogni tanto spuntava tra i cespugli, decantando chissà quale conquista, umana o animale che fosse. Del resto, lo stesso Pan aveva sempre trovato piacere nel correr dietro alle cosce scoperte delle Ninfe. E Dioniso, che ben comprendeva i suoi bisogni, lo lasciava fare, poco curandosi di dove e con chi si accoppiasse, purché eseguisse alla perfezione i suoi ordini. E al riguardo Pan era irreprensibile.

Anche quella volta avrebbe potuto infatti vantare la propria efficienza, di guerriero silenzioso ma letale, che rifiutava la tronfia appariscenza dei Praticanti.

E comunque i fatti parlavano da soli: Sileno e Arianna erano morti. E niente lasciava presagire che Mida non avrebbe potuto seguirli all’Inferno.

Un rumore di ciottoli lo distrasse, in tempo per vedere l’elegante sagoma di Alcione della Piovra rimettersi in piedi, scuotendo il corpo da frammenti di roccia e polvere.

"Gambe snelle, ancora viva? Sono stato forse troppo delicato nel colpirti! Perdonami, ma le tue curve sinuose devono avermi solleticato altri modi per gettarti a terra!"

"Chetati, rozzo!" –Lo apostrofò Alcione, srotolando i lunghi tentacoli della Piovra e obbligando Pan a balzare in alto, molto in alto, per evitarli ed afferrarsi poi ad essi per scivolare verso il basso, puntando il tacco verso il Comandante della Legione del Mare. –"Non una seconda volta!" –Commentò lei, facendo rientrare i tentacoli e disponendoli a difesa circolare attorno a sé, in modo da ripararsi il corpo dall’attacco del Dio, che si limitò a spingerla indietro, senza abbatterla.

"Intelligente!" –Fu la risposta di Pan, che balzò agilmente di fronte alla donna, che srotolava di nuovo i suoi tentacoli. –"Non come questo branco di pecore allo sbando! Non fosse per l’armatura che indossano, si direbbe non siano affatto guerrieri!"

"E tu, Dio delle Selve, lo sei?"

"Abbastanza da far male a quel tuo bel corpo che tanto mi eccita!" –Ironizzò Pan, digrignando i denti, mentre il suo cosmo cresceva a dismisura. –"Urlo di Terrore!"

"Esplosione dei Silenti Abissi!" –Gridò Alcione, liberando il suo devastante colpo segreto, che si scontrò con l’ammasso energetico di Pan, dando vita ad una deflagrazione che sconquassò ulteriormente il terreno di fronte a Tirinto.

L’immenso boato risvegliò molti Heroes storditi dai colpi ricevuti in precedenza, spingendoli a reagire, proprio mentre Pan si rimetteva in piedi. Aveva perso l’elmo bicornuto e adesso il suo volto era rivelato, il volto austero e magro di un uomo terribile. Come potesse, si chiesero Procri e gli altri, ottenere così tanti successi in campo amoroso questo proprio non seppero spiegarselo.

Vedendo Alcione che faticava a rialzarsi, raggiunta ad un fianco dall’onda d’urto, Pan si leccò le labbra, gettandosi su di lei al gran galoppo. Fu allora che Salomone diede ordine ai compagni di caricare, congiuntamente, come fossero una vera legione.

"Crux commissa!" –Gridò Sarpedonte, dirigendo la croce energetica verso Pan. –"Artigli infernali!" –Lo seguì a ruota Procri, scattando dal lato opposto. –"Correte, Cinghiali di Fuoco!!!" –Urlò infine Evandro, lanciando le sue bestie di vampa cosmica attorno al Dio, in modo da bloccargli i lati.

"Molto bene!" –Commentò Salomone, ergendosi di fronte ad Alcione e generando una gabbia di raggi energetici semplicemente tracciandola nell’aria. –"Il potere dell’esagramma è anche difensivo!"

"Sciocchi! Questa minima strategia non basterà!" –Esclamò Pan, rallentando comunque la sua corsa per evitare gli attacchi incrociati di Procri e Sarpedonte. Non potendo spostarsi di lato, a causa dello sfrecciare continuo dei cinghiali di Evandro, che avevano sollevato mura di fuoco, decise di balzare allora in alto. E fu proprio questo che gli Heroes si aspettavano.

"Ora!" –Tuonò una quinta voce, mentre un’agile figura balzava dietro al Dio, incoccando un tridente di puro cosmo. –"Forca di morte!!!"

"Cosa?!" –Ringhiò Pan, mentre Mitridate lo penetrava sulla coscia destra, in alto, nello spazio non coperto dalla corazza. Durò un attimo, poiché il Dio delle Selve si sbarazzò dell’Hero con un calcio in pieno viso, scagliandolo a terra, ma fu sufficiente per strappargli una smorfia di dolore e farlo atterrare meno compostamente.

"Una buona azione!" –Parlò allora Alcione, mentre Salomone, togliendo la gabbia di luce, si voltava verso la donna. –"Siete riusciti a coordinare i vostri attacchi per la prima volta e siete stati premiati!"

"Una freccia può essere spezzata! Ma non cinque!" –Commentò l’Hero della Stella di Davide. –"Siamo soldati efficienti, abbiamo ricevuto un ottimo addestramento, ma siamo stati inattivi per anni, nascosti nei recessi tortuosi del Pindo, limitandoci a sporadiche scorribande contro predoni e malcapitati viaggiatori! Azioni individuali per lo più, prive della strategia coordinata necessaria in una guerra!"

"Forse questa sarà la vostra occasione per unirvi di nuovo! Non solo di nome, ma anche di fatto!" –Non aggiunse altro Alcione, limitandosi a fissare i quattro Heroes che si riunivano attorno a Salomone, per elaborare un piano d’attacco. Anche se non lo avrebbero ammesso, era evidente che, per vincere quel nemico superiore a ciascuno di loro, avrebbero dovuto unire le forze.

"La situazione è precaria, Salomone!" –Esordì l’Hero della Croce, il più meticoloso e attento tra loro. –"Pan è agile e scattante, riesce a balzare ben più in alto di un comune mortale e possiede almeno tre attacchi di energia cosmica: le siringhe, i pugni a forma di corna e il temibile Urlo di Terrore, che nient’altro è se non un ammasso di energia allo stato puro!"

"Dobbiamo neutralizzare i suoi poteri, soprattutto la velocità, sua arma migliore, mettendolo in condizione di non nuocerci! E per farlo dovremo combinare le nostre tecniche per fronteggiare le sue!"

"Tenete anche presente che Pan è un Dio e come tale tecnicamente possiede poteri infiniti, non soltanto quelli finora esibiti! Del resto anche i nostri colpi segreti non sono altro che la manifestazione esteriore e organizzata del nostro cosmo!" –Puntualizzò Alcione, suscitando lo sguardo scocciato di Sarpedonte e Procri, che mal tolleravano intromissioni nei loro modi di condurre le battaglie. Ma Salomone zittì ogni malcontento con ferma diplomazia.

"Giusta osservazione, Comandante! Purtroppo, non avendo altri dati a disposizione se non quelli che abbiamo potuto constatare personalmente, dovremo basarci solo su di essi! Inoltre, per quanto Pan sia un Dio, c’è qualcosa che lo differenzia dalle altre Divinità, la sua non immortalità, e dobbiamo confidare anche in quello per garantirci la vittoria!"

Sarpedonte e gli altri annuirono alle parole del secondo di Iro, ansimando per la stanchezza che iniziava a farsi sentire. Ma sempre tenendo la mente attenta sullo schema che stavano tentando di organizzare.

"Avete terminato i vostri bisogni? O, se volete, c’è un cespuglio nella Sesta Valle di Ade, ove potrete orinare per l’eternità! Igh igh igh!" –Sghignazzò Pan, scagliando contro il gruppo di Heroes una raffica di raggi energetici, che esplosero ai loro piedi, facendo scattare tutti di lato.

"Capito, dunque?!" –Esclamò Salomone, iniziando a correre sulla destra.

"Perfettamente!" –Gli rispose Procri, lanciandosi sul lato opposto e sfrecciando rasente accanto a Pan, senza risparmiargli una smorfia di derisione. In fondo, si disse, con un rozzo simile non è il caso di badare troppo all’etichetta.

"Ti liscerò quel bel pelo, gattina!" –Sibilò il Dio, muovendo il braccio e liberando fasci energetici a forma di canne. –"Sette siringhe del Flauto di Pan, piovete!"

Ma Procri, che ben si aspettava quel colpo, arrestò la sua corsa, scattando indietro e liberando un reticolato di energia cosmica con cui contrastò l’attacco divino, vanificandolo. Lievemente sorpreso, Pan decise di ritentare, prima di accorgersi che Mitridate e Sarpedonte stavano già caricando i loro colpi segreti.

"Grande forca di morte!" –Esclamò il primo, allungando un tridente di energia cosmica e traforando la gamba destra del Dio, piantandolo al suolo. –"Croce del martirio!!!" –Gli andò dietro il compagno, dirigendo quattro chiodi energetici verso le mani e i piedi di Pan, nel tentativo di immobilizzarlo.

"È fatta!" –Commentò soddisfatto Evandro del Cinghiale, scattando avanti, avvolto da animalesche vampe di fuoco che diresse verso il nemico.

Poco prima che i cinghiali fiammeggianti lo raggiungessero, di fronte agli occhi trepidanti dei quattro Heroes, ad Alcione parve di notare un sorriso sghembo allargarsi tiepido sul volto di Pan. Ma non ebbe il tempo di gridare alcunché che già l’esplosione del cosmo del Dio aveva investito tutti quanti.

"Timor… panicooo!!!" –Tuonò, spalancando le braccia di colpo, liberandosi dalla ridicola prigionia cui gli Heroes credevano di averlo confinato e travolgendo in un sol colpo Procri, Mitridate, Sarpedonte ed Evandro.

Rimase soltanto Salomone, con il pettorale ancora fumante dall’attacco subito in precedenza, in piedi di fronte a Pan, separati da un mare di cadaveri e feriti. L’Hero della Stella di Davide si tolse l’elmo, rivelando il viso dai tratti albini, ove una fila di lacrime stava colando silenziosa, e lo gettò a terra, a pochi passi da Alcione. Tirando un rapido sguardo attorno a sé, vide che Cariclo e Prassitale erano già morti, il secondo con il cranio sfondato. Procri e gli altri respiravano ancora, ma non avrebbe saputo dire per quanto.

È stata colpa mia! Si disse, muovendo con lo sguardo su tutti loro. Li ho condotti a morire! Allo stesso destino che non sono stato in grado di evitare al mio popolo! Come secondo non valgo poi molto! Iro, perdonami!

"So quel che stai passando, perché l’ho vissuto anch’io in questi giorni senza alba, ove i tramonti paiono susseguirsi all’infinito!" –Mormorò allora Alcione, alle sue spalle. –"E c’è solo una cosa che posso dirti! Ci sarà tempo per le lacrime e per le recriminazioni, ma non è oggi! Oggi c’è solo tempo per lottare!"

Salomone annuì alle parole oneste del Comandante della Legione dei Mari, prima di puntare lo sguardo su Pan, il quale, sia pur ferito agli arti e alla coscia, non sembrava affatto stanco, bensì desideroso di continuare quel che non era altro che un ludico piacere. Così come era un gioco disturbare le ninfe e i bei Cavalieri Celesti quando si bagnavano negli stagni dell’Olimpo.

"Combatteremo assieme, Hero della Stella…" –Esclamò Alcione, ma Salomone la zittì con un gesto della mano, prima di sedere a terra e tracciare con le dita un segno nel terriccio. Una stella a sei punti, definita satkona yantra nella cultura mandala.

"Ti prego di rimanere indietro, Alcione della Piovra, e lasciare a me e ai miei compagni lo scontro! Finiremo quel che abbiamo iniziato, ad ogni costo! Sarebbe un disonore per noi, già in cinque, ricevere ulteriore aiuto!"

L’allieva di Linceo non disse altro, abbandonandosi ad un sospiro, proprio mentre Pan, credendo che l’antico Hero volesse deporre le armi, iniziò a muoversi verso di lui, avvolto nel suo cosmo celeste. Ma non poté fare neppure due passi che si bloccò, osservando comparire, sul suolo attorno a lui, due raggi di luce dorata, ognuno dei quali disegnò un triangolo equilatero, con lo stesso centro, uno con l’apice rivolto verso Salomone, uno con l’apice rivolto nella direzione opposta. Il punto di intersezione, al centro del quale Pan si trovava, era un esagono perfetto.

"Questo simbolo che il mio popolo ha iniziato a usare dal Medioevo è molto più antico e da sempre, da tutte le religioni e culture, è stato considerato sacro!" –La voce di Salomone raggiunse direttamente la mente del Dio senza che l’Hero necessitasse di muovere la bocca. E il tono, la sua compostezza meditativa e l’aumentare progressivo del suo cosmo fecero per un momento rabbrividire Pan, che ben conosceva, da seguace di Dioniso, quale potere potessero avere certi misteri. –"Nella cultura mandala rappresenta il perfetto stato di equilibrio tra l’uomo e il Dio e può condurre al Moksa, alla liberazione, e al Nirvana! Io te ne farò dono, Pan gaudente, e ti libererò da ogni preoccupazione sulla vita e sulla morte, offrendoti l’eternità!"

"Chiamami ingrato, pelle bianca, ma ne faccio volentieri a meno!" –Sghignazzò Pan, muovendosi per uscire dal centro dell’esagono e accorgendosi di non poterlo fare, balzando indietro in tempo per non essere falciato.

Da ogni vertice dei triangoli, e dai loro punti di intersezione, sorsero infatti raggi di energia diretti verso il cielo, verso un punto sopra la testa del Dio, ove si unirono generando una piramide di luce, intrappolandolo al suo interno. Per quanto gli spazi tra i raggi fossero apparentemente vuoti, ogni volta che Pan provava ad allungare una mano subito si caricavano di energia folgorante.

"In centrum trigono centro!" –Mormorò Salomone, con gli occhi chiusi. –"Prima ero poco concentrato, e forse poco convinto, per tentare la tecnica ultima che un antico Hindu mi insegnò! Ma genuina fede di determinazione adesso mi sorregge!"

"Che vai cianciando, guerriero albino? Liberami, o la mia ira ti travolgerà!" –Ringhiò Pan, a cui quella parte del gioco non stava piacendo più. Non ottenendo risposta, fece avvampare il suo cosmo, scagliando due pugni sincronizzati verso un lato della piramide, ma non ottenendo altro che un’esplosione di dolore alle mani, che distrusse parte della sua corazza e lo fece sanguinare, oltre che gridare furibondo. –"Ti ucciderò, facendoti fare la stessa fine del tuo popolo! Annientato, disperso, destinato a vagabondare senza fine! Il mio timore divino ti piegherà!"

"I tuoi discorsi non mi toccano, sono gli sproloqui di un infelice. Nient’altro. Non provo più nulla adesso, né gioia né dolore, né soprattutto paura. Poiché allo stesso stato di liberazione sto giungendo anch’io!"

"Allo stesso… stato…" –Mormorò Alcione, che stava iniziando a comprendere il progetto di Salomone. In quel mentre infatti una stella a sei punte si allargò proprio sotto i suoi piedi, espandendosi dal punto in cui l’aveva tracciata e inglobando l’Hero nel suo centro perfetto. –"Salomone! Che stai facendo?!"

"Non hai ascoltato, Comandante? E dire che ti facevo un’ottima osservatrice!" –Parlò il secondo di Orione, mentre una seconda piramide di luce si chiudeva attorno a lui. E ad Alcione parve quasi di percepire una sfumatura sorridente nel suo tono di voce. –"Uomo e Dio sono destinati ad avere lo stesso peso sui due piatti della bilancia dell’equilibrio e a lasciare che le loro nature si compenetrino, per giungere allo stato ultimo! L’Io si perde nel Tutto di cui è parte!"

"L’unico che si perderà, faccia di latte, sei tu! Timor Panicooo!!!" –Gridò Pan, dirigendo il suo attacco sopra di lui, verso la cima della piramide, credendo fosse il punto più debole della costruzione simbolica.

"No, Pan!!! Non farlo!!!" –Urlò Alcione, intuendo quel che sarebbe accaduto.

L’enorme energia sprigionata scosse la piramide attorno al Dio, prima di esplodere al suo interno, facendolo urlare dal dolore e schiantando parte della sua Veste Divina. Ma anche Salomone tremò, e squarci si aprirono sulla sua armatura, rivelando la pelle emaciata e macchiata di sangue.

"Uomo e Dio si compenetrano a vicenda…" –Mormorò, di fronte agli occhi sgomenti del Comandante della Terza Legione. –"Nascita, vita e morte! I triangoli incrociati significano proprio questo! E adesso, Dio delle Selve e dei Boschi, preparati per il tuo ultimo viaggio, dopo il quale godrai per sempre! Di un piacere eterno!"

"Salomone, è una follia!!! Ercole non vuole la morte dei suoi seguaci!" –Esclamò Alcione, subito seguita da Procri, Sarpedonte e Evandro, che reggeva il corpo ferito di Mitridate.

"È tardi, ormai! È tardi per tutto! Questo è lo stato ultimo! Questo è il Nara-Narayana!!!" –Gridò Salomone della Stella di Davide, espandendo tutto il suo cosmo, che invase la piramide di luce, avvampando al suo interno, prima di esplodere anche dentro la seconda costruzione, dilaniando il corpo e la corazza di Pan. Due destini identici, per Uomo e Dio, sia pur differenti. Di serena rassegnazione e di disperato furore.

"Dei dell’Olimpo!!!" –Esclamò Procri. –"Dobbiamo tirarlo fuori da lì!"

"E come?! Comeee?!" –Le andò dietro Sarpedonte, guardando ansiosamente i compagni, senza alcuna risposta. –"Non possiamo entrarvi, né tentare alcun attacco diretto!"

"Anche i miei tentacoli sono inutili!" –Mormorò Alcione, avvicinandoli alla gabbia di luce. Ma subito iniziarono a fumare, elettrizzandosi al contatto. –"Sarebbero distrutti in un istante… a meno che…" –E nel dir questo tirò un’occhiata verso il basso, al terreno sopra il quale Salomone era seduto, che pareva non risplendere della stessa intensità dei lati e del vertice della piramide.

"Sarà anche una follia, ma chi è il più folle tra tutti?!" –Commentò, liberando i sinuosi tentacoli della piovra e osservandoli traforare il terreno accanto a lei. –"State pronti! Avremo solo una manciata di secondi!"

"Li faremo bastare!" –Sorrise Procri, espandendo il suo cosmo. Ugualmente fecero Sarpedonte, Evandro e, sia pur in forma più tenue, Mitridate.

I tentacoli di Alcione spuntarono dal suolo proprio accanto a Salomone, il quale, tutto preso dall’infondere se stesso verso il cosmo ultimo, non se ne accorse finché già non si stavano chiudendo su di lui. Gettato bruscamente a terra, la sua concentrazione venne meno e l’energia liberata parve scemare. Le gabbie vacillarono e i simboli del satkona yantra iniziarono a scomparire.

"Adesso, Heroes! Insieme!!!" –Gridò Sarpedonte, alla vista del corpo mezzo incenerito e ferito di Pan che spuntava nuovamente dalla piramide. –"Croce del martirio!!!" –E gli piantò quattro chiodi di energia nelle mani e nei piedi, bloccandolo di nuovo, mentre Mitridate, con le ultime forze che gli rimanevano, faceva altrettanto con la sua forca letale.

"Artigli infernali!!!" –Lo travolse allora Procri, lacerando il suo corpo con ardenti fasci di luce. –"Avvampate, Cinghiali di Fuoco!" –Proseguì Evandro, avendo ben cura di dirigere l’assalto verso le ferite aperte del Dio, facendogli gridare bestemmie atroci dal dolore.

Alcione non avrebbe voluto guardare quella scena, che troppo le ricordò i roghi di villaggi e di innocenti a cui i Turchi avevano condannato gli abitanti di Spinalonga. Nonché la morte del suo più caro amico, Gerione del Calamaro, in una pira simile, sebbene egli fosse caduto senza emettere un solo lamento. Stoico come solo un eroe, quale in effetti era, poteva essere.

Ma Salomone la costrinse a voltarsi, e ad ammirare l’ultimo esagramma, da lui appena scagliato, chiudersi attorno a quel che restava del corpo imbestialito del Dio delle Selve.

"Il grande Pan è morto!" –Commentò infine, lasciandosi cadere a terra, esausto, accanto ai corpi stanchi di Procri, Mitridate, Evandro e Sarpedonte. Compagni, e amici.