Capitolo 14

IN NOME DI SPERANZA

- non è possibile! Non può…… come hai fatto?!? Pensavo che lo Specchio della Morte fosse invincibile e quindi anche indistruttibile, invece tu……sei riuscito a…….ma come….. – blaterava Lesma, come in pieno flusso di coscienza.

- vedo che non riesci a capacitartene – lo interruppe Steo, fissandolo negli occhi – ma gli equilibri, in questo duello, si sono completamente spostati dalla mia parte, grazie all’intervento di Iki, che mi ha portato la mia lira….. –

- cos’è quel arnese? rispondi! – domandò, ancora una volta, il Demone

- il mio cosmo attinge dalla costellazione della Lira e di una lira è dotata la mia armatura. L’Onda Sonora di cui ha facilmente avuto ragione poco fa, non è l’unico dei miei attacchi, anzi, la maggior parte delle mie tecniche derivano proprio da questo prodigioso strumento. Durante il nostro scontro Drubb era riuscito a danneggiarlo gravemente, tanto che pensavo di averlo perso per sempre; ma ora, non so come , è di nuovo fra le mie braccia e, fin che sarà così, non avrò nulla da temere nei tuoi confronti, almeno se le tue tecniche di attacco si limitano a quelle viste sin ora – fu la risposta del Santo

A quelle ultime parole, sul volto di Lesma, comparve una smorfia di rabbia. Consapevole del fatto che, specchio in frantumi, il proprio valore fosse per lo meno dimezzato, il guerriero cercò di prendere tempo, continuando a far parlare l’avversario per riuscire a estrapolargli il segreto di tale tecnica – eppure quello che hai lanciato poco fa non era un attacco diretto, o sbaglio? –

- è solo una delle tecniche tipiche di chi ha, come me, per impronta cosmica il suono – riprese Steo – se gli attacchi di origine energetica erano del tutto inutili contro il tuo specchio, quelli diretti lo sono contro la mie tecniche e te lo proverò, se mi costringerai a farlo. Ma sappi, in quel caso, che non resterai indenne ad un secondo attacco. Poco fa ho mandato in frantumi non solo la tua arma migliore, ma, così facendo, ho anche sbaragliato ogni tua difesa. Le tue tecniche di combattimento si basano soltanto sull’energia riflessa dallo Specchio della Morte! Ed è per questo che vuoi prendere tempo facendomi parlare, perché non hai una tecnica alternativa, o forse mi sbaglio??? È questo il peggior errore che un guerriero possa commettere: basarsi su un unico colpo segreto! – poi, dopo un attimo di silenzio, concluse – io, a differenza tua, non baso la mia tecnica di combattimento su un solo colpo: per questo ho vinto quando Drubb ha spezzato la mia lira; per questo vincerò contro di te, ora che essa è giunta in mio ausilio. –

Il Demone rimase impassibile per innumerevoli secondi, come se quelle parole fossero entrate e uscite dalla sua testa senza lasciare traccia alcuna. Poi, improvvisamente, si lanciò, con uno scatto felino, verso il proprio avversario, dandosi lo slancio in aria, nel tentativo di colpirlo con un calcio rotante – aaahhhh! –

- sei uno stolto! – sussurrò appena Steo, prima di lanciare la propria tecnica segreta – Ooverdrive! –

Immediatamente Lesma si accasciò a terra, contorcendosi dal dolore, come in preda a terribili convulsioni.

- eppure te l’avevo detto – mormorò il Santo della Lira, continuando a suonare ed espandendo sempre più il proprio cosmo – i tuoi attacchi per quanto rapidi e potenti, non possono più recarmi danno alcuno! –

Lesma, intanto, continuava a rantolare rotolando sul terreno.

Ad un tratto, però, la musica cessò di colpo e, con essa, la sofferenza.

Stravolto e dolorante il Demone raccolse le proprie energie e, seppur barcollando, si rialzò in piedi – hai ragione: non essere provvisto di una tecnica alternativa è un lusso che mi sono sempre concesso e che solo ora sto pagando a caro prezzo. Ma, infondo, ti devo ringraziare. Era da tanto che provavo una simile sensazione, voglia di risolvere questa situazione a me sfavorevole, di superare i miei limiti, adesso che mi si parano davanti come mura invalicabili. Da così tanto non provavo interesse in un duello. Sei un valido avversario, Steo della Lira, devo riconoscerlo. E sono grato al destino che ti ha portato sulla mia strada. Mi riconosci rapidità e potenza, ma non sono solo queste le doti che mi accompagnano! È l’astuzia che rende imprevedibile e pericoloso un guerriero. –

E a queste parole, Lesma si mise a correre scattando da un lato all’altro del viale, senza lasciare intuire direzione o intenzione precisa. Solo dopo alcuni scatti, balzò rapidamente sul tronco di un albero, dandosi la spinta all’in su per sparire confondendosi tra i rami semispogli.

- questo stratagemma non ti servirà a niente… - si limitò a commentare Steo

Come dal nulla, però, la Gorgonie Eremita saettò fuori dalla boscaglia, effettuando un calcio rotante diretto al collo del Santo, il quale, però, non accennò difesa.

- l’ho colto di sprovvista – pensò tra sé il Demone, che dovette però ricredersi quando, anziché travolgere il corpo del nemico, si trovò ad impattare sul terreno, facendo perno coi piedi uniti e rovinando maldestramente su se stesso.

Indispettito e incredulo, ancora una volta Lesma si rimise in piedi, ma grande fu lo stupore nel guardarsi intorno e trovarsi circondato da decine di avversari, tutti identici, nell’aspetto, non per posizione, al Santo della Lira.

- cosa vuol dire questo? Un’altra delle sue tecniche! – e, così appurato, si scagliò rapidamente contro un primo obiettivo, poi un secondo, un terzo……

Ma per quanti attacchi portasse il risultato era sempre lo stesso: i suoi colpi andavano a vuoto, trapassando da parte a parte le copie del Santo, senza recar loro il minimo danno.

Col fiatone e dolorante in più parti del corpo il Demone si fermò, per osservare le figure svanire una ad una, senza lasciar traccia.

- mi impressionano la velocità e la precisione con le quali colpisci – parlò una voce alle sue spalle – ma x tua sfortuna non è così che avrai ragione di me in battaglia. Preparati allo scontro finale, se te ne resta la forza. – Steo della Lira iniziò a bruciare il proprio cosmo, esprimendo un aura intensa e vasta, tanto da intimorire il proprio avversario.

- era da tanto tempo….troppo che non provavo più un desiderio così forte di vincere un duello. Non mi arrenderò così...adesso…. brucia cosmo della Gorgonie Eremita! Brucia e portami alla vittoria!!!! Anche a costo della vita… - gridò Lesma, prima di gettarsi contro il proprio avversario.

- è necessario…… - si limitò a dire Steo, scuotendo la testa, mentre prendeva a suonare la sua lira, esplodendo un cosmo potentissimo – oooveerdriveee!!! –

Il cosmo della Lira sovrastò la Gorgonie, la cui armatura si riempì di crepe, dalle cui schizzarono fiotti di sangue.

Con un dolore atroce, ma senza emettere anche un solo gemito, Lesma cadde a terra e, dopo pochi secondi, chiuse gli occhi, spirando.

- voleva esplodermi addosso. Per questo stava bruciando così intensamente il suo cosmo. Era pronto al sacrificio, pur di misurasi fino all’ultimo in questo duello. Un Demone….. – pensò il Santo, nel vedere il proprio avversario sanguinante e riverso a terra, privo di vita – se non fosse stato per gli altri…… Il loro intervento è stato decisivo ed ha capovolto le sorti dello scontro. Nonostante ciò non sono nelle condizioni di reggere un altro scontro. Lesma è il terzo Demone presente qui, oltre a Dahuto e a quello con cui stava lottando il Santo il cui cosmo ho sentito esplodere poco fa, al rifugio del tubo. Dobbiamo andarcene di qui….e al più presto! –

Ripercorrendo a ritroso il percorso dal quale era giunto sul luogo della battaglia, seppur dolorante, Steo non potè che rallegrarsi nel vedere, dopo pochi minuti di marcia, di fronte a sé, tutti i sopravvissuti del Valentino, che, nel frattempo, erano stati radunati da Talano e Truck, con l’aiuto di Masu, Concu e Gazza, oltre ovviamente a Iki, che lo fissava sorridente.

Al sollievo di questa visione, faceva però da contrasto quella di due ragazzi, con indosso un armatura, sorretti da due coppie di robusti uomini e privi di senso.

Uno era Clod; non v’erano dubbi.

Ma l’altro, non l’aveva mai visto prima e, a giudicare dalle ferite che aveva sul corpo, sembrava quello messo peggio.

- quali sono le loro condizioni? – domandò, rivolgendosi a Truck.

- Clod non è certo messo bene e non accenna a riprendersi. Sembra caduto in trance. – poi, dopo aver abbassato e subito rialzato lo sguardo – ma lui ha entrambe le braccia rotte …….. due brutte fratture – disse indicando Ric di Andromeda – senza contare che deve aver perso molto sangue. In ogni caso, non possiamo fare altro che portarli dalla dottoressa Osadia. –

Quindi il gruppo si mise in marcia, in silenzio, un po’ per la stanchezza e la preoccupazione per le condizioni dei due guerrieri, ma soprattutto per cercare di non attirare l’attenzione di eventuali truppe di zuhjiak, o, peggio, di altri Demoni, che potevano essere nei paraggi.

Durante il cammino il piccolo Khedy si avvicinò per un istante al Santo della Lira, domandando: - ora che voi tre siete qui, nessun Demone potrà più farci del male, vero? –

Steo rimase in silenzio, con lo sguardo perso sull’asfalto.

Poi, improvvisamente, si fermò e disse: -io so soltanto che, ovunque ci saranno due o più Santi riuniti in nome di Speranza, nessun Demone o altro potrà mai prendersi gioco delle vita di una sola persona.- e, accarezzando il fanciullo sulla testa, riprese a camminare.

Ma fu Iki, questa volta, ad intervenire, sorprendendo il ragazzo: - io, da grande, diventerò un Santo! Sarò forte e coraggioso e combatterò contro i Demoni! Adesso voglio già imparare a bruciare il mio cosmo! –

Steo sorrise e il suo cuore si riempì, per un attimo, di quella serenità che da tanto mancava.

Altrove, nel contempo…..

- perché Ghismy non ha eseguito gli ordini?! Non gli avevi, forse, spiegato quanto fosse importante e delicata la sua missione!? – tuonò, emanando il proprio cosmo freddo e oscuro l’Angelo della Morte.

- non mi sono mai fidato di quell’essere viscido – rispose Ciu della Chioma di Berenice – e non mi dispiace poi tanto per la sua sorte. Non so per quale motivo si sia recato al luogo in cui Dahuto voleva attirare i due Santi. Forse per affrontarli prima uno e poi l’altro. Sicuramente non si aspettava di trovare un terzo Santo e si è esposto in maniera avventata. O forse semplicemente era…..al suo appuntamento col destino –

- mmm…..un terzo Santo – sospirò l’Angelo – ho avvertito chiaramente il suo cosmo, durante lo scontro con Ghismy. Questo è uno svantaggio per noi: se riuscissero a riunirsi tutti in nome di Speranza……il loro potere potrebbe raggiungere proporzioni…..equiparare il mio….forse persino superarlo – poi, alzandosi dal proprio trono, con una smorfia di fastidio, forse più che di preoccupazione, si rivolse a Ciu – è giunto il momento che tu intervenga in prima persona. Non possiamo rischiare di commettere altre leggerezze! Prendi con te Vreth e Olro. Cercateli….. e uccideteli –

A queste parole, la Nera Essenza si diresse verso una massiccia porta di legno, avanzando un passo dopo l’altro, lentamente, come a lasciare ad ogni particella d’aria il tempo di ammirare la propria estetica, come se ogni cosa intorno a sé non avesse la benché minima importanza, confronto a tanta maestosità.

In effetti la creatura aveva un impatto devastante: gli occhi, rossi come due rubini, parevano iniettati di sangue e brillavano incastonati in quel volto nero d’ebano, nera la pelle, nere le labbra, ma dai lineamenti femminini; i capelli, nero corvino, scendevano ordinati e lisci sino all’attaccatura delle ali sulla schiena, anch’esse nere, che scendevano a loro volta fino alle ginocchia. Il corpo, dalle fattezze snelle e longilinee, era, come il viso, avvolto dal nero e sembrava privo di muscolatura. I seni, piccoli e compatti, si pronunciavano delicatamente sul petto e, fra le gambe, non aveva alcun sesso.

- perché con loro? Perché non posso affrontarli da solo? Sono indeboliti dai precedenti scontri e fiaccati dalle ferite. Basto io da solo, per tutti e tre – disse ad un tratto Ciu, come innervosito – inoltre non voglio trovarmi a dover gestire, oltre alla battaglia, la sete di vendetta di Olro, che per valore e devozione non ha pari fra i Demoni della Morte, ma il suo stato emotivo di questi giorni mi preoccupa non poco–

- comprendo appieno il senso delle tue parole – rispose allora l’Angelo, fermandosi proprio ad un passo dal valicare la stanza – ma non devi sottovalutare i tuoi avversari. Fenice e Lira hanno sconfitto rispettivamente Korr e Drubb, guerrieri di indubbio valore, per poi aver la meglio anche su Dahuto prima e Lesma poi, seppur intervenendo reciprocamente l’uno a salvare l’altro quando il duello sembrava ormai perso; inoltre, entrambi sappiamo quale avversario scomodo sia Ghismy. No, non ti muoverai da solo. –

- e sia. Non è certo mia intenzione disattendere il tuo volere, maestro. Radunerò i miei due compagni e, domattina all’alba, ci metteremo sulle tracce dei Santi – e il Demone della Chioma di Berenice si congedò, lasciando la stanza in direzione opposta a quella di colui che aveva chiamato maestro.

- ho macchiato la sua scintilla, con la mia impronta cosmica, eppure non ho il pieno controllo su di lui.– pensava l’Angelo della Morte, appoggiando la mano sul pomello e aprendo la porta – sarà una pedina importante in questa guerra, da una parte o dall’altra. Se solo raggiungesse la totale consapevolezza del proprio cosmo… potrebbe diventare il più forte tra tutti i miei Demoni –

Una strana figura lo attendeva all’interno della stanza.

 

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