Capitolo 3

…E SCIENZE

I due Santi camminavano a passo sostenuto: Clod, nonostante le ferite, era spinto dalla tensione ancora presente nei suoi nervi, dovuta allo scontro appena sostenuto con Korr della Bestia Maledetta; Steo, dal canto suo, voleva arrivare al rifugio in fretta poiché sapeva che, se si fossero imbattuti in un altro Demone, con Clod in quelle condizioni, non sarebbe stata cosa semplice raggiungerlo senza farsi seguire. Ambedue provavano però sollievo alla sensazione della pioggia sulla pelle, che, dopo mesi, sembrava voler lavare via tutto il male che si era fermato in quei luoghi.

Finalmente arrivarono in Piazza Castello, ma lo spettacolo che li accolse fu addirittura più inquietante di quello che si erano lasciati alle spalle, sul precedente campo di battaglia: moltitudini di cadaveri di uomini e donne, vecchi e giovani e anche qualche bambino erano sparsi ovunque, quasi a decorare la piazza, come un grosso tappeto di morte.

Clod era interdetto: era passato di li poco prima, quando aveva avvertito la presenza di Korr, ma tutti quei morti non c’erano. Chi aveva potuto compiere quella strage mentre lui era impegnato in battaglia con il Demone dai neri artigli? Di sicuro non quei luridi zujhak, no, loro non avrebbero potuto mietere tante vittime in così poco tempo.

- guarda, c’è qualcosa di strano – gli disse Steo, destandolo dai suoi pensieri – non hai notato che perdono tutti sangue dagli occhi? –

Clod si avvicinò meglio ad un corpo e poi a un altro e poi a un altro….tutti quanti avevano i bulbi oculari completamente esplosi e sanguinanti e del sangue usciva anche dalle orecchie e dalla bocca – anche dalle tempie è uscito sangue, come se fossero esplose, come se….-

- come se qualcosa avesse alzato la pressione venosa interna di queste persone in maniera improvvisa e spropositata, fino a fargli esplodere occhi, timpani, tempie e molto probabilmente, dal sangue che hanno in bocca, anche gli organi interni- lo incalzò il Santo della Lira.

- ma secondo te cosa può essere successo?- gli chiese Clod, chinato sul cadavere di un bimbo che poteva avere al massimo 6 o 7 anni.

- Un Demone – fu la risposta di Steo – non c’è altra spiegazione oltre a quella che Korr non fosse, evidentemente, l’unico Demone nelle vicinanze al momento del vostro scontro-

- Ma allora perché non è giunto in suo aiuto? Almeno quando sei arrivato anche tu….. Vuoi che non abbia percepito i nostri cosmi? O forse era tanto sicuro della vittoria del compagno anche contro due Santi….- iniziò a pensare ad alta voce Clod.

Intanto la pioggia, che dal cielo cadeva pura, si posava sui volti delle persone morte lavando il sangue secco dalla pelle fredda e trascinandolo via con se. Adesso quelle gocce di pioggia che fino ad un istante prima erano cadute pulite dal cielo, scorrevano per terra, negli spazi fra il ciotolato, sporche di sangue, incapaci di liberarsene e a Clod parve di interpretare tutto quello scorrere rosso come una metafora della vita che avrebbe aspettato lui e gli altri santi e, forse, si, i demoni che avrebbero dovuto combattere: come a dire che il male non puoi lavarlo via senza assorbirlo tu stesso, come a dire che il male non lo puoi cancellare, puoi solo spostarlo di pelle in pelle, di rabbia in rabbia, di dolore in dolore.

- Non credo che due Demoni possa considerarsi mai compagni….- disse Steo con un tono tra lo schifato e l’atterrito – ora leviamoci da qui- continuò subito dopo – se questo fantomatico Demone fosse ancora nelle vicinanze….noi non saremmo in grado di affrontarlo ora. E poi siamo quasi arrivati.-

I due attraversarono la piazza e, infilatisi in una via più stretta superarono un bar con un’insegna verde, per metà distrutta: caffè dell…..era tutto quello che si poteva leggere. Poi entrarono in un negozio sulla sinistra e solo osservando con più attenzione le macerie di mobilia attorno a sé, Clod potè intuire che quella doveva essere una cartoleria, almeno fino a prima dell’avvento degli angeli in città.

Steo lo condusse in un vano più all’interno dell’edificio e poi giù da una scala che terminava in un pianerottolo.

- beh? Tanta fretta e poi ci fermiamo perché speri che questo vecchio distributore rotto ti eroghi una merendina? – disse il Santo della Fenice con tono ironico

Ma il ragazzo, senza cagarlo troppo, spostò il macchinario con un movimento brusco e deciso, indicando una spaccatura sulla parete, un po’stretta per la verità – vai - si limitò a dire, con un ghigno di soddisfazione sul muso.

- dovrei passare di qua? Ma non ti sembra un po’troppo stretto?- esclamò contrariato Clod.

- Te-la-re, va bene sillabato o vuoi lo spelling lettera per lettera?- fu l’unica risposta che ricevette dal compagno.

- E poi cosa diamine ci fa un distributore di merendine in un negozio di libri, me lo spieghi tu?- fu lo sfottò che gli rivolse il ragazzo dai folti sopraccigli scuri, una volta al di là dello stretto passaggio, mentre Steo si tirava dietro il distributore per "chiudere la porta".

Si trovavano ora in una stanza vuota e piuttosto buia. Clod stavolta si guardò dal fare battute idiote, limitandosi ad alzare il pollice della mano destra in direzione del compagno di viaggio, a mo di o.k.

- mmm….. minkia ti vuoi levare da li o te la devo tirare in testa?- gli rinfacciò Steo, facendo finta di colpirlo con la propria lira.

A quel punto Clod si guardò bene tutto intorno, poi guardò al soffitto e poi tornò con lo sguardo su Steo che nel frattempo si stava contorcendo in una risata isterica indicandogli il pavimento.

Solo allora ebbe la geniale e tempestiva intuizione di guardare per terra, per scoprire di essere sopra una …….botola! Era l’entrata del rifugio.

Scesero la scaletta e raggiunsero il sottosuolo e li trovarono un gruppetto di circa 20-25 persone ad attenderli. Un uomo si fece avanti con passo sicuro – vedo che hai portato rinforzi questa volta- disse sorridendo. Aveva i capelli bianchi e gli occhi azzurri e la panzotta, ma nel complesso aveva un aria giovane, soprattutto per l’espressione che portava in viso.

Il Santo si limitò ad annuire, poi l’uomo dai capelli bianchi si rivolse a Clod – piacere, mi chiamo Talano e sono il sindaco del… sottosuolo di Torino-

- io sono Clod della Fenice, piacere mio – rispose il ragazzo.

- Allora Steo, niente feriti questa volta? Possiamo far riposare i nostri infermieri! È la prima volta che torni dalla superficie e ci porti solo buone notizie-

- Veramente…- il Santo della Lira non sapeva cosa rispondere: come poteva spiegare ciò di cui era appena stato testimone in Piazza Castello? E avrebbe avuto senso dar loro una notizia così terribile, col solo risultato di distruggere il loro morale ed il clima di speranza e ottimismo profusi che l’arrivo del Santo della Fenice aveva portato?

I suoi pensieri vennero interrotti da un tonfo sordo di fianco a lui-

- è svenuto!- disse un ragazzo guardandolo.

- ma è ferito! Sta sanguinando sotto l’armatura- intervenne Talano.

Evidentemente Korr era riuscito a colpire Clod nel punto tra il collo e la spalla sinistra, in quel centimetro di carne non coperto dalla spalliera. Il ragazzo, aveva mascherato il dolore lungo il tragitto, distraendo Steo con i suoi commenti irritanti e demenziali, ma adesso il suo fisco aveva improvvisamente ceduto.

- portatelo dagli infermieri – disse Talano a due ragazzi, che subito eseguirono. Poi rivolgendosi a Steo – non preoccuparti per il tuo amico, la dottoressa Osadia è in gamba e saprà cosa fare per rimetterlo in piedi al più presto. E poi, se tutti voi Santi avete la stessa capacità di ripresa e guarigione….-

- i Santi hanno una capacità di guarigione accelerata rispetto alle altre persone, ma il nostro corpo è comunque umano, per cui se una ferita è mortale….. – poi, un breve silenzio - …ma non è questo il caso.

Dopo circa un quarto d’ora la dottoressa Osadia li raggiunse – direi che è fuori pericolo, o meglio, non è mai stato in pericolo. È stato un cedimento a livello nervoso, più che fisico, dovuto probabilmente alla tensione accumulata durante lo scontro con quel Demone- disse visivamente sollevata

- appena Clod si riprenderà, dovremo pensare a organizzare un’uscita in superficie per trovare del cibo e delle provviste e quant’altro di utile potremo racimolare in giro. Poi sarebbe interessante capire anche se esiste un modo per mettersi in contatto con i sopravvissuti nelle altre città, pensavo magari per via radio…..ammesso che ce ne siano, ma penso di si perché se ce l’abbiamo fatta noi…..noi mica siamo degli eroi scusa – spiegò Talano, in maniera un po’ confusionaria

- io credo di si, come so per certo che ci sono altri Santi, lo so grazie ai pensieri dell’Angelo della Speranza che ho acquisito per mezzo della reminiscenza, insieme al cosmo della Lira e sono sicuro che, se riuscissimo a riunirci tutti, noi Santi della Speranza potremmo sconfiggere persino gli Angeli. Ma allo stato attuale delle cose, non sappiamo neanche dove potrebbero essere, mentre certamente, in città, sono già arrivati almeno due Demoni e se anche il secondo è forte come Korr, quello con cui si è scontrato Clod e che io stesso ho visto in azione….beh, non sono sicuro di poterli battere, per ora – proseguì Steo, con un misto di tenacia e rammarico nelle parole

- ma in due è diverso – incalzò la dottoressa – mettiamo che i demoni per il momento siano solo due. Clod in un paio di giorni al massimo avrà recuperato appieno le sue forze, mi sento di dire e tu stesso oggi mi dicevi, prima di salire in ricognizione, che il processo di reminiscenza è ancora in corso e che non hai ancora raggiunto il massimo limite del tuo cosmo, ma che lo senti comunque rallentarsi nelle ore. Quindi con buona probabilità, tra due giorni l’avrai completato aumentando i tuoi poteri quel tanto che basta per giocartela almeno alla pari contro uno di quelli. O vaneggio? –

- no, non vaneggi – le rispose il Santo della Lira – inoltre Clod ha lottato da solo contro Korr praticamente fino a che non sono arrivato io e… come hai detto tu, non ha riportato gravi ferite, anzi il Demone stesso era ferito ad un braccio, quindi vuol dire che è anche riuscito a contrattaccare

- e allora forse dovremmo tentare un uscita fra due o tre giorni – riprese Talano – anche perché conta che abbiamo provvigioni ancora almeno fino a fine della prossima settimana, per cui….contando che oggi è martedì, avete tutto il tempo per recuperare le forze. Io non starei a guardare se sentite necessario riposarvi un giorno o due di più; allo stesso tempo però comincerei a pianificare un uscita per trovare per l’appunto delle provviste per andare avanti senza dover poi uscire di nuovo tra meno di un mese –

I tre si guardarono per un attimo senza dire niente, poi Talano continuò – secondo me sarebbe sufficiente far uscire 5 uomini più voi due; sarebbe un gruppetto abbastanza piccolo da non essere avvistato con troppa facilità, ma abbastanza grande per trasportare una buona quantità di cibo. Voi che ne dite? –

Intanto si era fatta ora di cena – venite a mangiare, su – gridò un signore barbuto da infondo al corridoio

- ma si dai, andiamo…. Ad organizzare tutto penseremo domattina – disse la dott.sa Osadia – ma ora devi rifocillarti e riposarti, soprattutto tu Steo. Non dimenticare che se dovessero mai trovarci e attaccarci qui e adesso, saresti l’unico in grado di difenderci –

Steo la guardò per un attimo negli occhi; poi si incamminarono tutti verso la stanza che loro definivano "sala da pranzo" e che almeno per loro quello rappresentava.

In un'altra stanza, illuminato dalla luce fioca di una candela, Clod aveva finalmente preso sonno. Sapeva che le sue paure più recondite avrebbero raggiungerlo con maggiore facilità in sogno, ma, alla fine, non aveva retto alla stanchezza.

Ora alzava gli occhi verso il cielo. Aveva appena smesso di piovere…..