Capitolo 6

FIAMME CONTRO ARTIGLI

L’eco dei tuoi passi, in una stanza buia, è quello che non vorresti mai sentire, quando le tue più recondite sensazioni e le più inaspettate percezioni ti insinuano dubbi nell’animo e nella mente. Dubbi silenziosi, che si divincolano nel profondo di te; poi mordono e non mollano.

Dubbi che nascono dal buio e nel buio crescono. Buio che ti appartiene e non puoi scollartelo.

Perché nel buio trovi te stesso. Perché non ricordi più nulla della tua vita passata e quel buio è l’unica certezza che hai. Buio che riconosci. Buio che ti appartiene. Buio.

- capitano mi spiace disturbare il tuo riposo, ma ho importanti notizie da comunicare – disse all’improvviso una voce da dietro la porta

- entra – rispose ragazzo nella stanza

- sono appena arrivati due zujhak con un messaggio di Korr. Si trova nei pressi della Porta Nuova, dove ha avvistato il Santo della Fenice e comunica che sta per affrontarlo a viso aperto. – spiegò il ragazzo appena entrato, che aveva indosso un’armatura nera, con inserti di un colore tra il viola e l’azzurro sui gomiti, sulle ginocchiere e sulla cintura; ma la cosa più strana era il pezzo che formava il pettorale, il quale sembrava essere, con tutta probabilità, uno specchio.

- bene Lesma, sei stato puntuale e preciso come al solito. Korr è malato di protagonismo: sapevo che avrebbe disatteso i miei ordini e sarebbe sceso in campo alla prima occasione. Cmq, i Santi vanno eliminati e lui è abile in battaglia e fra tutti noi il più rapido e veloce. Avrà la meglio sul Santo della Fenice e poi continuerà a cercare il portatore. Fosse anche a costo di sterminare tutte le persone di questa città – fu la risposta di colui che Lesma aveva chiamato capitano.

-ancora una cosa capitano: il nostro signore e padrone, l’Angelo della Morte, ti aspetta nella sua sala; dice di avere le risposte alle tue domande. – e Lesma, Demone della Gorgone Malefica, si congedò.

Ciu della Chioma di Berenice era ora di nuovo solo, nel buio della sua stanza. I dubbi adesso avevano perso il sopravvento e la sua attenzione si era spostata sulla battaglia in corso e sulle risposte che sperava di avere al più presto. Una sensazione però si stava facendo largo nel silenzio, come un ago che sembrava pian piano perforare le pareti della sua mente. Ma più lui cercava di ignorarla e più questa tornava a spingere, per uscire: - per un attimo ho sentito il mio cosmo vibrare, quando Lesma mi parlava dello scontro imminente tra Korr e il Santo della Fenice e sono riuscito a stento a trattenerlo, perché non si accorgesse di nulla. Ma cosa vuol dire? Che significato può avere tutto ciò? –

Improvvisamente il suo cosmo buio divampò e lo avvolse in una sensazione di pace e calore, che non aveva mai provato prima. Fu solo un istante, poi di nuovo quel dolore alla testa e il suo cosmo smise di vibrare e ritornò esattamente come lo aveva sempre sentito fino a quel momento: freddo, fermo e morto. – perché quando esplodo il mio cosmo è diverso da quello degli altri demoni? Io sono il loro capitano, eppure i loro cosmi sono nettamente più estesi del mio; vibrano e bruciano in un aura di morte e desolazione. Perché il mio cosmo sembra contratto da una forza invisibile che gli si oppone ogni volta che tenta di liberarsi? È come se fosse tenuto sotto chiave……imprigionato! – Con una sensazione di profonda insicurezza nel cuore, Ciu uscì dalla propria stanza e si incamminò verso la sala dove l’Angelo della Morte soleva stare, seduto sul proprio trono d’avorio nero. Mentre camminava, cercava di convincersi che presto avrebbe avuto le risposte alle domande che lo assalivano imbrigliando il cosmo della Chioma di Berenice, che, a detta del suo signore e maestro, era uno cosmi più potenti che un guerriero avesse mai posseduto.

Le false risposte che Ciu avrebbe ricevuto di li a poco, avrebbero continuato a soffocare non solo il suo cosmo, bensì tutta la sua persona e quella sensazione nel cuore, che ora scambiava per insicurezza, cercava invano di avvertirlo. Ma questo lui non poteva saperlo, non ancora.

Intanto all’interno dello stabile che una volta era conosciuto col nome di "La Rinascente", lo scontro tra Clod della Fenice e Korr della Bestia Maledetta stava entrando nel vivo.

Il Demone attaccava l’avversario con una serie di calci e pugni alla velocità della luce, ma Clod riusciva ad evitarli tutti con movimenti altrettanto rapidi, per poi contrattaccare allo stesso modo, senza riuscire neanche lui a portare a segno i suoi colpi.

I due andarono avanti così per una manciata di minuti, poi Korr si lasciò cadere all’indietro e, appoggiandosi sulle mani, sferrò un calcio basso a spazzare. Clod fu preso in pieno alle ginocchia e in una frazione di secondo si ritrovò a terra, ma non fece in tempo a meravigliarsi della mossa dell’avversario che dovette subito schivare tre artigliate dirette alla giugulare, per poi rimettersi in piedi con una capriola all’indietro.

- Artigli della Morteee!!!!- fu la risposta del Demone, che lo travolse col suo colpo mortale, fiondandolo contro una parete, per poi colpirlo una seconda volta. Questa volta la parete cedette, franando addosso al Santo. – vediamo come ti senti dopo due attacchi di fila…. Avanti esci fuori, lo so che non sei ancora k.o.!

La risposta di Clod non si fece attendere ed una fenice infuocata uscì dalle macerie, travolgendolo in pieno e spazzandolo dall’altra parte del salone.

Ora ad essere in piedi era il Santo della Fenice, pur sanguinante in più punti.

Altrettanto mal messo Korr si rialzò. – ora vediamo se sai rispondere anche a questo….. Sfera Distruttiva alla massima potenzaaaa!!!!-

- Ali della Feniceeeee- tuonò allora Clod, librando il suo colpo infuocato verso la sfera energetica dell’avversario.

I due colpi si scontrarono in un boato clamoroso ed entrambi i ragazzi furono sobbalzati via dall’impeto dell’esplosione, che distrusse quasi l’intero edificio, lasciando in piedi solo qualche brandello di parete e disintegrando il soffitto.

Pieno di ferite e ancora stordito, il Santo Fenice cercò faticosamente di rialzarsi, fra le macerie.

- risparmia la fatica, ti aiuto io! – un braccio, spuntato dalla polvere che colorava l’aria, lo aveva preso alla gola, alzandolo da terra: Korr era un’altra volta in piedi di fronte a lui e la sua stretta lo stava strangolando.

Mentre sentiva le sue unghie affondargli la pelle, Clod lo guardò bene: grondava sangue ovunque, soprattutto da una brutta ferita vicino all’occhio sinistro, ma, nonostante ciò, continuava a fissarlo con la stessa espressione mista di rabbia e di determinazione.

- non preoccuparti, non ho intenzione di strozzarti, no. Meriti una fine più onorevole; a suggellare la tua sconfitta saranno gli……Artigli della Morteeee!!!! – furono le parole del Demone

Il colpo così subito, a distanza ravvicinata, fu devastante. Fiotti di sangue zampillarono copiosi dalle ferite apertesi sul torace del ragazzo, che gli artigli del nemico avevano lacerato affondando come lame nel burro.

Il Santo era nuovamente a terra e, ormai, sentiva i sensi venirgli meno.

- non so come tu abbia fatto a diventare tanto rapido e potente nel giro di pochi giorni, ma ormai non importa più. La differenza in questo scontro è stata dovuta al fatto che a velocità e potenza io ho unito anche precisione: i miei colpi sono tutti andati a segno nelle parti scoperte dalla tua armatura, mentre più della metà dei tuoi, pur atterrandomi per la potenza con cui li hai lanciati, si sono infranti sulla mia corazza – poi prese un breve respiro e continuò – sapevo della potenza di voi Santi, ne ero stato avvertito, ma tu sei andato oltre ogni……ma… Ti stai di nuovo rialzando…. Dopo tutto dovevo aspettarmelo; era andata così anche l’altra volta, ma qui nessuno verrà in tuo soccorso. Questa volta non permetterò a nessuno di interferire nel nostro scontro. Ti atterrerò una vota per tutte! Aritgliiiii! –

Clod, tremante per lo sforzo, riuscì, con una mossa tanto rapida quanto inaspettata, a schivare il colpo nemico, diretto verso di lui; poi, con una smorfia di dolore, si lanciò altrettanto rapidamente verso il Demone, cercando di colpirlo con un pugno, ma lo mancò di pochissimo, sfiorandogli il viso - Fantasma Diabolico – riuscì appena a scandire, con la voce rotta, prima di crollare sulle ginocchia.

Korr avvertì come se qualcosa gli stesse perforando le tempie, ma fu una frazione di secondo e quella sensazione scomparve.

- non posso finire il mio avversario colpendolo alla schiena – disse, voltandosi verso il Santo della Fenice, che vedeva adesso di schiena, ancora inginocchiato per terra. Poi sentì un fischio risuonargli nella testa e chiuse per un attimo gli occhi, ma, quando li riaprì, qualcosa era cambiato: tutto intorno a lui era velato di un grigio terso, un colore che non aveva mai visto prima, un colore spaventoso, impossibile da immaginare. Ma la cosa più assurda era che, inginocchiata, di schiena, davanti a lui una ragazza stava bofonchiando una strana cantilena, ma di Clod non c’era più traccia. Le si avvicinò lentamente, fino a passarle oltre e, quando le fu di fronte, notò con sorpresa che aveva le mani giunte e il capo chino: stava recitando una preghiera.

- perché stai pregando, avanti dimmi, cosa ci fai qui – le disse con voce minacciosa

La ragazza interruppe la sua cantilena e alzò il volto.

Quello che Korr vide fu agghiacciante – ma io conosco quel volto….tu….tu sei la ragazza che ho ucciso quel giorno, durante il mio primo scontro col Santo della Fenice….come puoi essere viva? –

Ma il volto della ragazza cambiò improvvisamente, mutandosi in quello di un mostro ed emettendo un urlo disumano – uaaaarghhhhh –

Il Demone cadde all’indietro dallo spavento, finendo a terra.

A quel punto la ragazza / mostro si alzò in piedi e, solo allora, egli poté notare un taglio sul collo di lei, taglio che si stava lacerando sempre di più, espandendosi al punto di decapitarla.

La testa, staccata dal collo, cadde a terra e rotolò fin vicino lui.

- sono stato io a ferirla alla gola……è così che l’ho uccisa….- ricordò allora Korr

Ma il corpo senza testa prese a camminare verso di lui.

- smettilaaaa….non puoi camminare se non hai più la testaaaa! – gridò ormai in preda al panico

- ti è piaciuto lo scherzo?- sentì sussurrare da una voce vicina

- questa voce….ma si certo…..noooo…uaaaaa…. stammi lontano maledetoooo!!!!- gridò Korr terrorizzato

Per terra, a pochi centimetri da lui, non c’era più la testa decapitata della ragazza che lui aveva ucciso, ma quella del Santo della Fenice.

- paura vero?- parlò ancora la testa

- basta, stai zitto….non dire più una parolaaaaa….bastaaa…bastaaaaa!!!- gridò il Demone, portandosi le mani al volto.

Poi il silenzio. E quando riaprì gli occhi, l’atmosfera intorno era tornata normale e davanti a sé poteva vedere il suo avversario, che si reggeva in piedi a stento, sanguinante, ma con la testa attaccata al collo.

- ma allora erano solo allucinazioni – disse Korr, colmo di rabbia

- può darsi, se ti fa sentire più tranquillo, oppure puoi ammettere che è stato il mio Fantasma Diabolico a trascinarti per pochi interminabili istanti a fare un viaggio nel tuo inferno privato. Ora hai assaporato il gusto della paura e non sarai più lo stesso! – fu la risposta di Clod

- paura? Inferno? Ma per favore ……dimentichi forse che io sono un Demone e l’inferno è casa mia! – ringhiò il guerriero

- mi deludi Demone…..non sai forse che il vero inferno è quello che ognuno di noi si porta dentro?!?!? – e con queste parole il Santo infiammò il proprio cosmo – e adesso vediamo se ti sentirai a casa anche qui, dopo che avrò scatenato le fiamme dell’inferno, le fiamme da cui la fenice che io incarno risorge sempre e di cui io sono padrone! –

- le fiamme dell’inferno non ti possono di certo appartenere, perché l’inferno intero appartiene a noi demoni – riprese Korr

Ma Clod lo gelò – continui a non capire. Io sto parlando dell’inferno che ho dentro. – e il cosmo della Fenice esplose in tutta la sua potenza, un oceano di fuoco

Korr vedendosi imprigionato nelle fiamme, iniziò anch’egli a bruciare il proprio cosmo, fino al limite – vuoi dunque riversare tutte le tue forze in un ultimo attacco? Bene, io non sarò da meno, ma ricorda: per quanto tu sia migliorato, manchi ancora della precisione necessaria perché il tuo colpo sia mortale – poi, con un ghigno sul volto, disse - e comunque il tuo fisico non reggerà un tale sforzo, ridotto come sei, non stai nemmeno in piedi –

Il Santo della Fenice barcollò per un momento, poi raccolse le ultime forze e lanciò il proprio colpo segreto con tutti e due i pugni, restando con le braccia protese in avanti – Aliii deellaaa…..Feniceeee!!! –

La risposta del Demone non si fece attendere – Sfera Distruttiva! –

Entrambi lanciarono il loro colpo segreto al massimo della potenza, che, al momento dello scontro, formarono un campo energetico che inglobò i due avversari al suo interno, come sospesi in un universo a sé.

- te l’ho appena spiegato – disse Korr – non puoi farcela. Stai già perdendo il controllo del colpo che hai appena librato, eppure continui ad alimentarlo col tuo cosmo. Sei un folle! –

- ne sei sicuro Korr? – rispose Clod – forse non riuscirò a colpire un punto preciso del tuo corpo….ma se le Ali della Fenice dovessero prevalere sulla tua Sfera Distruttiva, adesso, a una tale intensità…..sei sicuro che la tua armatura reggerebbe l’impatto? -

- in tal caso ne rimarresti coinvolto anche tu…..e lo sai perfettamente – controbattè il Demone

- può darsi….- furono le uniche parole del Santo, che aumentò ulteriormente il proprio cosmo – iiaaaahh!!!! –

- Folle! – ringhiò Korr – non permetterò che questo accada! – e nel rispondere all’avversario, si accorse di essere già alla massima potenza – come può essere? Che davvero costui sia in possesso di un cosmo superiore al mio? –

- dimmi solo due cose Korr – riprese Clod – per chi combatti? Ma, soprattutto, perché? Perché uccidi, Korr?-

- io sono Korr della Bestia Maledetta – disse il Demone – sono stato creato per portare morte e distruzione nel mondo – poi, dopo una breve pausa, continuò – e anche se sono un Demone, non mi sento per niente grato al genere umano –

- che cosa vuol dire anche se sono un Demone? - chiese allora, stupito, Clod

- noi Demoni siamo il frutto dell’unione di un Angelo con un essere umano. Io fui partorito dal ventre di una donna, dopo che mio padre, l’Angelo della Morte, la fecondò col suo seme – raccontò Korr

Ma il Santo lo interruppe – e allora come puoi uccidere le persone, se per metà tu stesso sei umano? Come puoi se è una donna che ti ha dato la vita? –

Il Demone non sembrò nemmeno considerare le suo parole e continuò – mia madre morì nello stesso momento in cui mi diede alla luce e così io crebbi insieme agli altri miei fratelli, di madri diverse, tutte morte durante il parto. Quando Dio separò il piano umano da quello angelico, a noi Demoni concesse di scendere nel vostro mondo, ogni qual volta lo desideravamo, in quanto per metà umani. Ma quando rinchiuse gli Angeli, imprigionandoli nello specchio, noi fummo condannati per il fatto di non aver tradito i nostri padri ed esser stati al loro fianco, durante la battaglia contro l’Angelo della Paura. In quel caso la nostra metà umana non fu per nulla contemplata, perché Dio aveva definitivamente preferito gli umani agli Angeli e noi eravamo considerati impuri……mezzosangue. Fu così che quel giorno giurammo di rinnegare per sempre la nostra metà umana e gridammo vendetta contro la stirpe degli uomini! –

- ti sbagli!– sobbalzò Clod – Dio non vi rinchiuse a causa della battaglia con l’Angelo della Paura, ma perché, dopo aver eliminato questo, gli Angeli volevano sterminare gli essere umani, timorosi del fatto che il loro antico nemico potesse un giorno tornare e servirsi di loro per mettere in atto la propria vendetta! –

- non è vero! Nonostante il pericolo concreto del suo ritorno, gli Angeli non avrebbero mai commesso un atto si vergognoso. Le tue sono solo menzogne! – urlò allora Korr – stermineremo tutti gli uomini e, così facendo, dimostreremo a Dio la superiorità della razza angelica su quella umana e, quando capirà di aver sbagliato, ci riprenderà con lui e si dimenticherà definitivamente di voi! –

- non è così Korr, ti hanno ingannato…..- ma il Santo non poté continuare, interrotto da un urlo disumano

- nooooooo!! Muoriiii!! – gridò il Demone, che, nel frattempo, aveva di nuovo portato il proprio cosmo al massimo livello.

Clod, per non soccombere, fece lo stesso. Ma, inaspettatamente, questa volta non sentì la stessa opposizione da parte del nemico.

- ma che cosa succede…..non riesco a contrastarlo…..- Korr era, ormai, quasi piegato dallo sforzo, ma continuava a resistere, a testa bassa – non posso perdere….non….posso…-

In un impeto di orgoglio, il Demone della Bestia Maledetta, si ricompose, tornando a guardare il proprio avversario dritto negli occhi – io sono Korr, l’Artiglio della Morte e non mi piegherò mai di fronte a nessun nemico. –

- d’accordo…come vuoi – disse, quasi tra se, Clod, prima di urlare – Alii della Feeniceee!!!! –

Korr si sentì travolgere da un impeto di energia incandescente. L’ultima cosa che vide fu una fenice di fuoco volare velocissima verso di lui e investirlo in pieno petto. Poi più nulla. Solo buio e silenzio.

La Bestia Maledetta era stata sconfitta.

Clod rimase, per qualche istante, ancora in piedi, nella stessa posizione in cui aveva lanciato il proprio colpo. Poi sentì le gambe tremare e la vista offuscarsi e, nel lasciarsi cadere a terra, il rumore di alcune gocce di sangue scivolare dalle sue braccia ed impattare il suolo, prima di perdere totalmente i sensi.

Nel frattempo, nei sotterranei della città di Torino, Ciu della Chioma di Berenice si trovava nella sala dell’Angelo della Morte.

- Korr è caduto in battaglia dunque – disse l’Angelo, senza tradire il minimo dolore

- si, mio signore e maestro, ho avvertito il suo cosmo spegnersi – rispose Ciu. Poi continuò – non dobbiamo preoccuparci però. Quando Lesma mi ha informato dello scontro in atto, ho ordinato a Drubb di recarsi sul luogo della battaglia, per monitorare la situazione ed intervenire, nel caso in cui Korr fosse stato sconfitto. Se anche quel Santo fosse sopravvissuto, il Divoratore Senza Volto non lo risparmierà! -