Il ritorno dei Gold Saint

La luna stava calando ed il cielo si stava tingendo di rosa quando i primi raggi del sole presero a spuntare dietro le grandi colline della Grecia ad est del mondo.

Due figure camminavano come immerse nei ricordi del passato, erano due uomini alti e dal fisico muscoloso e ben mantenuto sotto duri addestramenti, il primo aveva uno sguardo severo ed antico nonostante la giovane età, il secondo invece un’aria pacifica e dolce ma i suoi occhi tradivano anche un senso del dovere. Il ragazzo dallo sguardo severo aveva occhi di smeraldo penetranti e lunghi capelli che scendevano sulle spalle di un castano scuro, l’uomo al suo fianco invece aveva gli occhi di un porpora scuro e dall’espressione dolce, i capelli cadevano fino alle ginocchia di un verde olivastro e due nei rossi spuntavano sulla fronte del giovane.

Eccoci di nuovo qua amico mio, chi l’avrebbe mai detto?

Disse il ragazzo dai capelli castani che osservava dinanzi a se l’alba che lasciava spazio al sorgere del sole. Il compagno si voltò verso l’amico e sorrise.

Hai ragione Dohko, dopo moltissimi anni dentro quella maledetta statua di ambra, adesso siamo liberi. Athena avrà sicuramente pagata cara la faccenda.

L’amico chiamato Dohko sorrise chiudendo gli occhi, ma quando li riaprì, il suo sguardo fu pieno di meraviglia e stupore misto alla paura, il suo corpo e quello del compagno stavano lentamente brillando come se illuminati da polvere di stelle e lentamente il corpo suo e dell’amico presero a dissolversi nel nulla.

Una figura ammantata da un lungo mantello color scarlatto che teneva nascosto le forme fisiche e il volto della persona, stava dinanzi alla Prima Casa, il palazzo del montone bianco era abbandonato da molto tempo, la figura sospirò lentamente prendendo a camminare salendo la scalinata.

Non appena si ritrovò all’interno del palazzo, la figura osservò uno scrigno cubico dalle grandi dimensioni color oro, non appena poggiò una mano dai tratti femminili sulla superficie dello scrigno accarezzandone la figura scolpita che aveva l’aspetto di un ariete d’oro, lo scrigno fu infuso da una grandissima luce e un corpo prese a manifestarsi composto da polvere di stelle al fianco dello scrigno. La figura era inginocchiata ad occhi chiusi, i capelli che cadevano sul pavimento color lilla e due nei scarlatti sulla fronte. Il respiro calmo e l’abito completamente bianco che ricordava molto da vicino la tunica indossata dagli antichi filosofi greci. La figura in rosso prese a parlare con una voce dolce e come presa da un brivido di felicità.

Ben tornato nella palazzo del montone bianco, Grande Mur dell’Ariete.

In seguito a tali parole, la figura aprì gli occhi che si mostrarono di un color verde petrolio pieni di tranquillità e comprensione, l’uomo si alzò ritrovandosi in seguito, non appena fu in piedi, vestito con la sacra armatura dorata dell’ariete. Mur sorrise e dopo aver chinato la testa ed indossato l’elmo prese a seguire in silenzio e tranquillità la figura misteriosa che però il cavaliere par aver riconosciuto dopo molti anni.

I due superarono la Prima Casa e presero a salire la scalinata che avrebbe condotto alla Seconda Casa, il tempio del toro dorato che poteva distruggere con la sua grande forza ogni cosa.

Giunti nel tempio, gli occhi di Mur tradirono una profonda tristezza e malinconia dovuta alla mancanza della presenza amichevole del sacro guerriero dalle grandi dimensioni. In quel momento la figura in rosso si avvicinò ad alcune macerie ove sopra di esse vi era ancora lo scrigno d’oro con sulla superficie inciso la figura del toro. Usando lo stesso procedimento usato in precedenza, la figura fece apparire dinanzi allo scrigno un’altra persona.

Costui era molto grande, tanto grande che nonostante fosse in ginocchio aveva al momento l’altezza di quando Mur era in piedi, il cavaliere d’oro della Prima Casa però sorrise felice mentre la figura dalla carnagione scura e dai capelli corti e nerissimi aprì finalmente gli occhi color nocciola scuri con riflessi grigi apriva gli occhi osservando la figura dinanzi a se.

Alzati adesso Aldebaran del Toro, la tua divinità ti chiama alla Statua di Athena.

Con la stessa sensazione di Mur, anche Aldebaran si alzò in piedi e si ritrovò con l’armatura del toro indosso, non appena indossò l’elmo che grazie ai poteri della figura misteriosa aveva nuovamente entrambe le corna intere, i due cavalieri d’oro presero a seguire la figura scarlatta fuori dal secondo tempio diretti al tempio della doppia faccia: la Terza Casa.

Erano ormai a metà scalinata e mentre la figura avanzava senza proferir parola, Mur finalmente vinse il silenzio rivolgendosi ad Aldebaran.

Hai visto amico mio? Siamo stati liberati.

Non me ne sorprendo, per qualche strana ragione la figura dinanzi a noi mi pare sia un messaggero divino.

Rispose Aldebaran sorridendo all’amico continuando però a fissare la figura in rosso mentre salivano la scalinata.

Tu credi che sia un messaggero degli Déi?

O forse una Dea stessa costei, ha un potere incredibilmente potente in oltre ci ha riportati in vita. Forse si tratta di qualcuno potente quanto Apollo.

I due poi però caddero nel silenzio non appena varcarono la soglia della Terza Casa, il tempio dell’inganno dove bontà e malvagità, luce ed ombra si fondevano creando un cavaliere potente ma allo stesso tempo buono o spietato a seconda del potere che una delle due facce dei gemelli proferiva.

La figura in rosso raggiunse lo scrigno d’oro al centro del palazzo, questa volta però poggiò due mani su esso espandendo una luce multicolore e piena di vita che solo allora Mur ed Aldebaran riuscirono a percepire al meglio, lentamente al lato sinistro dello scrigno apparve una copia perfetta del cubo d’oro, anche sul gemello, vi erano incisi sulla superficie le figure di due bambini identici. Continuando ad osservare la figura in silenzio, Mur si chiese come mai adesso la figura in rosso avesse generato una copia dello scrigno d’oro della Terza Casa, Aldebaran osservava stupefatto quanto Mur osservando come lui in silenzio l’operato della figura che continuava a meravigliarli sempre di più. Non appena lo scrigno gemello fu completamente solido, la figura poggiò la mano sinistra sulla copia ed in quel momento, tra i due scrigni apparvero, uno accanto all’altro due figure identiche, erano inginocchiate col capo chino. I capelli di entrambi ricordavano quello del mare con quel blu scuro e gli occhi color smeraldo si aprirono d’istinto. Entrambi si alzarono senza aspettare ordine dalla figura ammantata di smeraldo ritrovandosi con indosso entrambi con un’armatura dei gemelli propria.

Benvenuti nella vostra dimora, Saga dei Gemelli e Kanon dei Gemelli, mente e braccio, braccio e mente.

Grazie mia signora.

È bello essere nuovamente al vostro servizio.

Dissero in modo dolce ed onesto i due cavalieri d’oro della Terza Casa, poi i quattro cavalieri presero ad inseguire la figura in rosso fuori dal tempio. Mur ed Aldebaran erano stupefatti, loro due non aveva avuto coraggio per ringraziare colei che li aveva rivestiti cavalieri, Saga e Kanon nascondevano qualcosa che forse a loro era sfuggito? Mentre seguivano i due gemelli che a loro volta seguivano l’ombra del manto scarlatto, Mur non poté non domandarsi il perché di tale occasione, nessuno dai tempi dell’Antica Grecia aveva avuto il coraggio di generare una sosia perfetta e gemella di un’armatura, tanto meno di un’armatura d’oro.

Mentre Mur si chiedeva ciò, dinanzi a loro Saga e Kanon non potevano che parlare fitti tra loro facendosi che solo l’uno sentisse le parole dell’altro. Entrambi i fratelli erano meravigliati mentre avanzavano. La differenza tra i due era che Saga era leggermente più robusto del fratello, la causa era che Kanon era dimagrito ed aveva a stento recuperato fisico come Dragone del Mare dopo la prigionia al Capo Sounion.

Dimmi Saga, anche tu credi che sia….rinata?

Senza alcun dubbio Kanon e la cosa che mi sorprende è la tua investitura a cavaliere d’oro.

Anche io sono sorpreso, non credevo che gli Dei potessero creare sosia delle armature d’oro.

Io lo sapevo, ma sento che l’armatura che indossi ha la stessa potenza della mia e delle altre armature.

I due però tacerono non appena giunsero dinanzi al quarto tempio, la Quarta Casa aveva conosciuto solo la morte da quando Death Mask vi era entrato per dominarla. All’idea che forse quella figura avrebbe fatto risorgere lui invece di qualche altro degno cavaliere d’oro delle precedenti generazioni, Mur, Aldebaran ed i due gemelli si sentirono come montarsi l’ira di avere come compagno nuovamente quel folle assassino. Ma la figura parve ignorare il loro cambiamento di umorismo entrando per poi giungere ad una sala secondaria ove dinanzi ad una piccola statuetta di Athena vi era posto il grande scrigno d’oro con inciso un cancro nella sua superficie, la donna vestita dal manto rosso poggiò la sua mano sullo scrigno.

Saga e Kanon ne furono meravigliati da tale prodigio mentre ormai Mur ed Aldebaran vi avevano fatto l’abitudine. Qualche minuto dopo, come prima Mur, Aldebaran, Saga e Kanon, anche la figura di un uomo apparve in vesti tipici degli antichi greci inginocchiato accanto allo scrigno, i capelli blu e la carnagione abbronzata fece ben presto riconoscere Death Mask ai compagni, ma quando questi apri i due occhi neri come l’ala di corvo, i quattro cavalieri d’oro furono stupiti di vedere l’ombra della tristezza e del desiderio di redenzione. Kanon e Saga si sentirono come legati da quel senso di tristezza all’ex spietato guerriero.

Alzati adesso Death Mask del Cancro, Athena ti chiama alla statua.

Non sarà più Death Mask il mio nome, bensi ritornerò col mio vero nome che abbandonai appena fui cavaliere d’oro. Ora sono Angelo del Cancro, in nome di Athena.

Tali parole stupirono i quattro cavalieri d’oro mentre osservarono Death Mask, o meglio Angelo, alzarsi ritrovandosi rivestito con l’armatura del cancro, l’uomo sorrise tristemente agli ex compagni e fu vagamente stupito del fatto che di cavalieri d’oro dei gemelli ve ne fossero due invece di uno, poi tornando nel silenzio, prese e seguire la donna fuori dal suo stesso tempio. Aldebaran e Saga furono i primi a notare che la Quarta Casa era diversa da come ricordavano, non vi erano più teste di vittime piangenti, ma bensi grandi finestre che facevano entrare nel tempio i raggi del sole che a giudicare dalla posizione dei raggi stessi, doveva trovarsi ormai nel pieno mattino.

Lasciato dietro di loro la Quarta Casa, il gruppo continuò a salire verso la Quinta Casa. Per tutto il tempo i cinque cavalieri restarono in silenzio osservando quella figura in rosso.

Giunti al tempio del leone dalle zanne d’oro, la donna fece lo stesso procedimento sullo scrigno del leone d’oro mentre al suo fianco apparire Aiolia del Leone che appena aprì gli occhi di smeraldo e si ritrovò vestito dell’armatura d’oro sorrise.

Che il leone d’oro possa correre nuovamente sulla terra Aiolia del Leone.

Lo farà mia signora.

Per qualche strana ragione, Aiolia non salutò nessuno, anzi sembrava immerso in una strana voragine di tristezza e rimpianto mentre seguiva la figura in rosso verso la Sesta Casa.

Mur e Saga si unirono un attimo lasciando avanti il corteo per poi seguirli a distanza.

Tu cosa ne pensi? Dovremmo fidarci Saga?

Cosa ti dice il cuore amico mio?

Mi dice di lasciami andare da questa sensazione di piacere e felicità, ma qualcosa mi mette in guardia.

Dubiti che non sia amica questa grande potenza giunta a noi?

Non dico questo…solo che è strano, dovremmo avere Athena che si aiuti a salire il Grande Tempio.

Su questo hai ragione, ma chissà…forse il destino vuole che serviamo una nuova divinità.

Mur fu colpito da tali parole che non replicò ed insieme al compagno prese a raggiungere i compagni mentre Kanon ed Angelo erano in testa alla fila immersi anche loro in una strana conversazione.

E chi l’avrebbe detto, il fratello di Saga come secondo cavaliere d’oro dei gemelli.

Attento a come parli amico mio, se non sbaglio fino alla tua ultima resurrezione ti facevi chiamare Death Mask.

Già, ma ora basta, grazie a Shiryu e poi grazie anche ad Athena durante l’invasione degli Spectre in questo luogo, ho capito che la vera forza si può trovare negli ideali di amicizia e speranza per gli uomini.

Entrambi abbiamo riconosciuto il nostro errore, prima o poi salderemo i conti col passato, ed anche Saga che ancora non si sente del tutto redento farà la medesima cosa.

Ne sono sicuro.

In mezzo alle due coppie di compagni, la terza coppia formata da Aiolia ed Aldebaran invece era nel silenzio più totale, il primo infatti pensava ancora alla vita che aveva abbandonato dopo il castigo infertosi da Zeus insieme agli altri cavalieri d’oro, l’altro invece era ancora deciso a scoprire chi fosse quella nuova figura che stranamente gli ricordava qualcuno, ma non sapeva chi fosse, o almeno non riconosceva il suo cosmo.

Senza che se ne accorgessero, ben presto si ritrovarono all’interno del tempio della vergine, Aiolia, Mur, Aldebaran e Saga si guardarono intorno alla ricerca del loto dove spesso vi stava in meditazione tempo indietro il grande Shaka. Angelo e Kanon invece osservavano la figura in rosso che poggiò la mano sullo scrigno d’oro della vergine che era raffigurata come un angelo femmina. Non appena però sfiorò lo scrigno, qualcosa di diverso accadde, infatti prima al suo lato apparve un grande loto di purissimo cosmo color rosa alba, lentamente i petali si schiusero mostrando Shaka immerso nella sua meditazione, indossava un abito tipico dei monaci buddisti, i capelli d’oro sembravano sospesi come se una grande fonte di vento li alzasse dal basso, il neo al centro della fronte sanguinava appena.

Torna dalla tua Dea cavaliere d’oro della vergine, Athena ha ancora bisogno del più forte delle reincarnazioni di Bhudda. Alzati Shaka della Vergine.

Senza esitare, Shaka si alzò ritrovandosi rivestito della sua antica armatura dorata con l’elmo già sul suo capo e il mantello disposto come un abito buddista.

La mia signora Athena mi ha richiamato, ed ora io risponderò al suo richiamo.

Disse solamente il cavaliere tenendo sempre gli occhi chiusi come se fosse privo della vista, in seguito però il suo volto si voltò verso gli altri cavalieri d’oro e le sue labbra si allargarono in un sorriso di gioia mentre il gruppo riprese la salita verso il prossimo tempio.

E cosi ora sei dei cavalieri d’oro sono tornati, più Kanon divenuto il secondo cavaliere dei gemelli, chissà cosa ci ha voluto riportare qua.

Mormorava Aiolia tra se e se lasciando il tempio alle spalle, era rimasto indietro rispetto ai compagni poiché la sua mente come quelle degli altri cavalieri era piena di dubbi ed incertezze. Questa volta la salita per la Settima Casa fu silenziosa perché ognuno pensava a ciò che li aveva spinti a tornare sulla terra, era ovvio che Athena e Zeus c’entrassero, ma era sicuramente in ballo qualcosa di molto importante. Mur pensava al fratello ormai perduto nel paradiso dei cavalieri, Aldebaran invece ripensava ai compagni ormai morti di vecchiaia o per mano delle continue guerre contro altri Dei, i due fratelli Saga e Kanon invece alla possibilità di poter espiare definitivamente i loro peccati perché si erano schierati contro le divinità paragonandosi semidei. Angelo pensava alla nuova vita che avrebbe presto cominciato a partire dalla redenzione mentre Shaka pensava a quale nuovo pericolo potesse nascondersi dietro a tale risveglio dalla statua d’ambra. Ma il più pensieroso era Aiolia, egli pensava a molte cose: alla dolce Marin dell’Aquila che aveva amato intensamente senza mai aver avuto occasione di rivelarglielo per poi morire nell’Ade per salvarla da quell’Inferno che Hades avrebbe scatenato sulla terra se non fosse stato per l’intervento di Seiya ed i suoi amici, pensava anche a Seiya stesso perché ricordava come il suo sangue avesse rigenerato la sua armatura di bronzo dopo le prime battaglie, pensava alla determinazione che aveva visto crescere giorno dopo giorno in quel ragazzino giapponese. Infine pensava anche a suo fratello Aioros, forse sarebbe risorto lui alla Nona Casa? Oppure un altro cavaliere, forse Seiya come ufficiale erede di Aioros? Oppure un cavaliere delle antiche generazioni ormai passate prima della sua nascita?

Prima ancora che potessero rivolgere attenzione alla Settima Casa, i cavalieri seguirono all’interno del tempio dove morte e vita, bene e male, futuro e passato, forza fisica e forza mentale e tanti altri opposti si incontravano. Al centro del tempio vi era lo scrigno d’oro con raffigurato la bilancia, la figura sul manto scarlatto poggiò la sua mano espandendo continuamente il suo cosmo ed ancora una volta sotto polvere stellare, apparve il cavaliere più anziano e saggio tra gli altri, colui che aveva avuto il dono da Athena della semi immortalità. Dinanzi a loro apparve come inginocchiato con abiti stile cinesi privi però della maniche il giovane Dohko.

Alzati adesso bilancia di Athena, la tua signora e Dea ti richiama nel mondo dei vivi. Ora alzati e fatti riconoscere Dohko dei 200 anni e cavaliere d’oro della bilancia.

Rispettando il volere della figura, Dohko si alzò ritrovandosi, come gli amici prima di lui, con indosso l’armatura della bilancia. Il cavaliere della Settima Casa sorrise agli antichi compagni e soprattutto in modo molto cordiale verso Shaka con la quale aveva in comune il prezioso dono dell’illuminazione attraverso la meditazione più profonda.

È bello rivederti amico Dohko della Bilancia.

L’onore è tutto mio Shaka, ed anche voi amici, ben ritrovati.

I compagni si sorrisero tutti per poi seguire la figura in rosso che aveva già lasciato la Settima Casa dimostrando per la prima volta un segno di voler affrettare le cose, Aldebaran, Mur ed Angelo furono i primi a seguirla con dietro di loro Aiolia e Kanon mentre Shaka, Saga e Dohko chiudevano la fila.

Tu cosa credi che accadrà Dohko?

Non so dirti nulla, solo che questa figura mi ricorda qualcuno che tanto abbiamo amato.

Ti riferisci ad Athena vero?

L’ipotesi potrebbe essere giusta amici miei, tutta via io direi di stare in guardia.

Dohko e Saga annuirono all’affermazione del compagno e si affrettarono a seguire i compagni nell’entrare dopo un’altra lunga e faticosa scalinata al tempio dello scorpione, l’Ottava Casa ricordava ora più che mai il deserto più assoluto poiché i pavimenti erano ricoperti da una strana polvere simile alla sabbia dell’Egitto. Ad accorgersene per primo fu Mur che osservò i compagni con sguardo interrogativo.

Mmm potrebbe essere un chiaro segno che Milo tornerà tra noi.

La cosa sarebbe strana, perché a noi nessun segno della nostra resurrezione ed a Milo si invece?

Non saprei ragazzi, ma state attenti, credo che questa figura si rivelerà tutto al momento opportuno.

Ma mentre i cavalieri si guardavano intorno per cercare lo scrigno d’oro, Kanon si accorse di qualcosa di strano e ancor più misterioso.

Dov’è finita quella donna?

Lo sguardo di tutti fu in quel momento scosso dallo stupore poiché non si erano accorti della sua scomparsa, erano stati immersi troppo a fondo nei loro pensieri tanto da perdere quella strana guida. Ma ben presto sentirono qualcosa che non andava, un cosmo prese ad invadere la stanza come pervaso da qualcosa di sinistro ed oscuro, Mur si mise dinanzi al gruppo che si era completamente voltato verso la zona dove erano entrati nell’Ottava Casa, senza dire nulla, Mur incrociò le braccia e con uno scatto le riaprì generando una lastra di vetro di puro cosmo che divise a metà la navata del tempio.

Credi che il Crystal Wall possa fermare il mio attacco cavaliere di ariete?

Rise una voce sinistra ed in quel momento le sabbie del tempio presero ad attaccare i piedi dei cavalieri come mani di cadaveri di sabbia fuoriusciti dal terreno, nel frattempo una grande ondata di calore scosse ulteriormente l’attenzione dei cavalieri e soprattutto quella di Mur facendo si che la difesa si infranse in mille frammenti di cristallo che in seguito svanirono nel nulla.

Chi sei? Fatti riconoscere!

Tuonò la voce di Angelo che affiancò Mur dinanzi al gruppo dopo esserci liberato della stretta al piede da parte delle sabbie. Proprio in quel momento una figura apparve alle loro spalle, Dohko fu il primo ad accorgersene e notò che la donna era tornata nel tempio, ma il suo portamento era preoccupato.

State attenti cavalieri, questo guerriero ha molti poteri pericolosi.

Dov’è il cavaliere d’oro dello scorpione? Non avete trovato il suo scrigno?

Purtroppo temo che questa figura abbia trafugato il tempio prima di occuparlo come propria dimora.

Le ultime parole della figura gettarono un gelo ed un silenzio di infinita profondità negli animi degli altri cavalieri mentre la risata della voce maligna riprese a riempire il tempio, poi da un’ombra vicino all’entrata principale dell’Ottava Casa fuoriuscì una figura, era ammantata con un mantello nero stracciato dalla quale si potevano intravedere qualche pezzo d’armatura di un oro spento ed oscuro. Shaka e Dohko si stupirono del colore dell’armatura e gli altri cavalieri poterono notate il loro volti impallidire dinanzi alla figura che si ergeva minacciosa dinanzi a loro.

Chi diavolo sei?

Siete nella mia dimora, prima voi cavalieri.

Io sono Aiolia del Leone, loro sono Aldebaran del Toro, Angelo del Cancro, Mur dell’Ariete, Shaka della Vergine, Dohko della Bilancia ed i due fratelli Saga e Kanon dei Gemelli.

Disse il cavaliere d’oro della Quinta Casa presentandoli uno ad uno, la figura rise di una risata rocca e priva di felicità ma comunque piena di malvagità.

Lieto di conoscervi, che strano…siete solo in otto cavalieri?

Vedo che sai contare, e ora tocca a te.

Vi accontento subito, io sono Ramsen dello Scorpione Oscuro.

Disse la figura espandendo un cosmo di luce spenta pari all’oro puro ed immerso nell’oscurità, in quel momento il mantello svanì come bruciato mostrando finalmente la figura minacciosa. Un uomo dai tratti egiziani e la carnagione scura era dinanzi a loro, due occhi neri come la pece e capelli tenuti in una treccia sul lato destro del medesimo colore. L’armatura era pari identica a quella dello scorpione di Athena soltanto che l’oro della corazza era di un oro scuro e tenebroso mentre il rubino incastonato brillava come una vera gemma di sangue. Alla vista di Ramsen i cavalieri sbiancarono, avevano dinanzi a loro la nemesi oscura dei cavalieri d’oro dell’Ottava Casa. Shaka in seguito ci fece avanti prendendo parola con tono calmo e piatto.

Dove si trova il cavaliere d’oro dello Scorpione?

Non verrò certo a dirlo a te verginella.

Rise malvagiamente il cavaliere nemico osservando gli otto cavalieri d’oro e la figura ammantata di rosso. A notar però la figura femminile, Ramsen parve essere spaventato ma fu pronto ad attaccare nuovamente puntando il dito indice verso Angelo, l’unghia si tinse color sangue e si allungò assumendo la punta della coda di uno scorpione. I cavalieri d’oro sapevano cosa stava per fare e si prepararono ad una difesa efficace per poi controbattere il loro nemico. Dovevano sconfiggerlo e trovare lo scrigno dello scorpione il prima possibile. Ma poi qualcosa occupò la stanza, un cosmo oscuro e terribile che oscurò perfino il sole per qualche istante, il cielo divenne una galassia stessa e parve che il soffitto fosse svanito inghiottito dalla galassia stessa ed infine una voce tuonò rabbiosa.

Ramsen, torna subito da me se non vuoi guai.

M…ma mio signore.

Nessun ma Ramsen, torna immediatamente.

Come poi preso da un forte tuono che fece tramare la terra, tutto tornò normale, tranne il volto di Ramsen che era divenuto di un colore latteo, senza dire parole, il cavaliere dello scorpione oscuro espanse leggermente il suo cosmo per poi svanire alla vista dei cavalieri d’oro che erano anche loro tesi e confusi da tale potere, era stato talmente immenso e terribile che perfino Saga e Kanon che più di una volta avevano affrontato la collera divina in prima persona erano sbiancati e tremavano.

Non abbiamo molto tempo…guardate.

La figura tese in avanti una mano e cosi i cavalieri notarono lo scrigno d’oro che cercavano da parecchio tempo, la figura dello scorpione brillava sotto i raggi del sole ed appena la figura appoggiò il palmo della mano sulla sua superficie, apparve al suo fianco, nudo con solo un pezzo di stoffa bianco alla vita, i capelli blu come l’oceano e gli occhi blu come il cielo notturno, Milo. Alla vista del cavaliere d’oro appena risorto, i primi a sospirare di felicità e sollievo furono Mur, Aldebaran ed Aiolia che tanto avevano condiviso con il cavaliere dell’ottavo tempio.

Alzati adesso Milo dello Scorpione, il tuo tempio è stato profanato è ora che tu faccia sapere alla tua nemesi oscura di che pasta sono fatti gli scorpioni della giustizia.

Milo si alzò ritrovandosi con indosso l’armatura dello scorpione, e non appena si mise in capo il diadema, il cavaliere d’oro osservò i compagni delle case precedenti e sorrise felice, anche se nel vedere Saga ed Angelo, il suo sorriso era leggermente gelido. Nonostante i tanti anni con la quale era stato rinchiuso con loro e gli altri cavalieri d’oro nella statua d’ambra, Milo non aveva dimenticato ciò che avevano fatto per tornare in vita, anche se per scopi giusti, per dodici ore. Saga ed Angelo non tentarono nessuna giustificazione limitandosi a salutarlo con un cenno del capo ed a riprendere il cammino seguendo la donna misteriosa, Kanon, Aldebaran e Dohko li seguivano dopo aver salutato con gioia il cavaliere d’oro appena risorto mentre Mur, Shaka ed Aiolia rimasero indietro con Milo per raccontargli di Ramsen e della voce divina.

E cosi un cavaliere d’oro oscuro ha custodito il mio tempio…farò pagare questo affronto.

Ma appena chiese della donna in rosso, notò che anche gli altri ne sapevano quanto lui, ovvero niente.

Nel salire la scalinata verso la Nona Casa, Aiolia ebbe una grande fitta al cuore, presto avrebbe rivisto il suo amato fratello oppure avrebbe incontrato il nuovo compagno che avrebbe indossato l’armatura sacra del sagittario. Ma non fu il solo, infatti anche Saga aveva lo stessa presa al cuore, stava infatti per vedere il suo migliore amico dall’infanzia che in seguito aveva tradito tentando di prendere il potere perché aveva ceduto al suo lato oscuro, ad Arles. Kanon notò lo sguardo cupo e triste del fratello e voleva consolarlo, ma sapeva che non sarebbe servito a niente pertanto si limitò a camminargli accanto.

Giunti al nono tempio, il gruppo dei cavalieri si guardarono intorno, un silenzio di morte ed infinita speranza rappresentava quel posto ai loro occhi, poi la figura in rosso mise una mano sulla parete espandendo il suo cosmo color arcobaleno, i cavalieri d’oro rimasero stupiti quando la parete si sgretolò mostrando le ultime volontà di Aioros con sotto di esse lo scrigno d’oro con un centauro armato d’arco d’oro inciso sulla superficie.

Ma come sapeva dove si trovava?

Questa persona…ha molte qualità che voi non conoscete

Rise Dohko al compagno mentre la figura in rosso osservava Mur con attenzione, il cavaliere della Prima Casa avvertì il suo sguardo e si fece avanti.

Cosa mi comandate signora?

Usa i tuoi poteri psitici Mur, lo scrigno è prigioniero della roccia.

Tutti guardarono lo scrigno che effettivamente era davvero bloccato dalla roccia della parete, Mur annuì chinando leggermente il capo e ci fece avanti socchiudendo gli occhi concentrandosi sullo scrigno. In quel momento i cavalieri d’oro e la figura ammantata di rosso videro che con una debole scossa telecinetica, Mur era riuscito a far uscire dalla parte lo scrigno d’oro facendo appoggiare delicatamente al centro della sala. Tutti sorrisero a Mur che dopo aver riaperto gli occhi sorrise ai compagni mentre la figura in rosso poggiò una mano sullo scrigno, in quel momento fu come se tutto si bloccasse, l’ora della verità era finalmente giunta. Chi sarebbe rinato? Aioros? Oppure il suo predecessore? Oppure Seiya che aveva ereditato a pieni titoli i grado di cavaliere d’oro della Nona Casa? Ma quando in ginocchio accanto lo scrigno apparve, tutti furono come presi da una grande euforia, la benda rossa scarlatta legata sulla fronte, i capelli color castano dorato e quegli occhi severi e coraggiosi di quel grigio immenso come il mare. Costui era spoglio e soltanto la fascia rossa sulla fronte era il suo vestiario, ma quando la donna parlò Aioros alzò il suo sguardo.

Alzatevi adesso Aioros del Sagittario, per troppo tempo l’armatura d’oro del nono tempio è rimasta priva di un degno erede, è ora che tu reclami ciò che era stato tuo e ciò che sarà tuo ancora per molto tempo.

Lo farò mia signora e padrona.

Sorrise Aioros ritrovandosi vestito con l’armatura d’oro del sagittario non appena fu in piedi, la figura riprese il suo cammino, ma i cavalieri d’oro corsero tutti intorno ad Aioros. Il cavaliere del leone e quello del sagittario sorrisero con le lacrime agli occhi quando si abbracciarono forte.

Fratellone.

Aiolia, fratello mio.

Aioros potrai mai perdonarmi?

Certo Saga, ora so che non eri tu quello che mi tradì.

Aioros.

Ben ritrovato arciere di Athena.

È un onore riaverti con noi amico mio.

Sorrisero Angelo, Aldebaran e Shaka con un grande sorriso di ricambio da parte del cavaliere del sagittario.

Ben ritornato a casa Aioros.

Grazie Kanon dei Gemelli.

Ben ritrovato cavaliere.

Questa volta però Aioros come aveva fatto con Aiolia prima, abbracciò forte il cavaliere d’oro della bilancia.

Non credi di aver dimenticato qualcuno?

Già, essere i meno amati fa soffrire.

Risero Mur e Milo non appena Aioros strinse loro le braccia come si faceva nell’Antica Grecia tra amici e compagni d’arme. In seguito il gruppo unito con non mai dall’inizio della scalinata prese a salire verso il nuovo tempio, la Decima Casa.

Durante la scalinata, Aioros, Dohko, Shaka ed i due gemelli non dissero nulla ai compagni riguardo le loro opinioni riguardo la figura in rosso, Aldebaran e gli altri credevano che ella fosse un araldo degli Dei ma i cinque cavalieri disdicevano tutto ciò che dicevano solamente con dei dolci sorrisi.

Alla fine giunsero alla Decima Casa, il tempio era ancora immerso nella distruzione mista alla ricreazione del luogo, a vedere il luogo molti di loro ebbero una dolce nostalgia del cavaliere loro amico che si era perfino venduto l’anima forse più di tutti per raggiungere i suoi scopi per la salvezza di Athena, per quella Dea che gli aveva donato la mitica spada delle leggende. La grande Excalibur.

Lo scrigno d’oro con il capricorno inciso nelle superfici era al centro del luogo in mezzo a quello che sembrava un cratere, senza che la donna ordinasse nulla, Aioros si librò in volo grazie alle ali del sagittario afferrando lo scrigno e ponendolo ai piedi della donna per poi farsi da parte. I cavalieri assistettero alla scena, la donna aveva poggiato come sempre la mano sullo scrigno ed aveva preso ad espandere il suo cosmo e dopo qualche minuto, sottoforma di polvere di stelle apparve Shura, era anche lui come Aioros, privo di indumenti ma con una grande manica sul braccio destro tenuta ferma grazie ad un filo sottile color rame legato sul petto del giovane. Quando Shura aprì gli occhi neri misti allo smeraldo cupo ed i suoi capelli del medesimo colore presero a riprendere vita e calore. La donna parlò.

Alzati adesso Shura del Capricorno, Athena ha bisogno della tua sacra lama tagliente.

Shura si alzò ritrovandosi rivestito con la sua armatura d’oro e sorrise ai compagni, il suo sorriso fu ancor più dolce e felice nel vedere Aioros fra di loro e lacrime dolci scesero dai suoi occhi.

Le mie preghiere ad Athena sono state realizzate, che tu ed io potessimo nuovamente occupare insieme agli altri cavalieri d’oro il Grande Tempio.

Sono felice di rivederti Shura.

Rise Aioros anche lui con gli occhi colmi di lacrime, il gruppo seguiva la donna in rosso con i cuori accesi di speranza. Quella donna stava lentamente riunendo coloro che un tempo compagni si erano trovati a causa di guerre e conflitti per mano degli Dei come nemici mortali, ed alcuni erano periti per mano degli altri ed il primo era stato proprio Aioros per mano di Shura sotto diretto ordine di Saga. Il gruppo dei cavalieri salirono le scale verso l’Undicesima Casa, tutti sorrisero consapevoli di trovarvi lo scrigno dell’acquario ed anche all’idea di riavere tra loro il cavaliere più freddo mai visto ma dal cuore triste e d’oro come il cosmo che lo ospitava.

Nell’entrare nell’Undicesima Casa i primi furono Shura e Saga come compagni primari di quel cavaliere freddo, seguiti da Aioros e Kanon e dietro di loro Milo, Mur, Aldebaran, Angelo, Aiolia, Dohko e Shaka. Ma come era avvenuto nell’Ottava Casa, uno strano evento era all’opera, il tempio era candito come la neve ma con riflessi oscuri e tenebrosi, dinanzi a loro si presentava un uomo con indosso le vestigia dell’acquario, ma queste come quelle di Ramsen erano prive di vita e di un oro cupo e spento. I suoi capelli che cadevano fino alla schiena era di un bianco superiore a quello della neve e gli occhi erano di un blu oltremarino freddi e chiusi come impenetrabili.

Benvenuti nella casa dove le energie fredde vi elimineranno. Io sono Zharo dell’Acquario Oscuro.

I cavalieri d’oro presero le loro pose di combattimento, Ramsen era fuggito ma costui non avrebbe avuto scampo. Ma mentre tutti erano intenzionati e guardarsi, nessuno notò la sparizione della figura in rosso verso un’altra stanza.

Fatti avanti maledetto, io sono Saga dei Gemelli e ti sfido.

Dici sul serio? D’accordo….Polvere di Diamanti.

Attento Saga.

Ma prima che potesse accorgersi del colpo, Saga fu completamente congelato dallo zero assoluto del cavaliere d’oro oscuro, costui rise di una risata amara e spietata, Mur ed Aioros corsero subito da Saga che lentamente grazie al cosmo dei compagni prese a liberarsi dal ghiaccio. Intanto Milo si avvicinò per combattere espandendo il suo cosmo pronto a scagliare le Onde dello Scorpione, ma prima che potesse farlo, qualcosa fermò il duello mentre un grande cosmo riempì la sala ed una voce di donna proveniva dalla stanza accanto.

I tuoi compagni ed Athena hanno bisogno di te Camus dell’Acquario, il tuo tempio è profanato, rivendicati su colui che si fa chiamare Acquario Oscuro.

La in seguito nessuna risposta giunse e Zharo rise malvagiamente scagliando nuovamente una tempesta di Polvere di Diamanti contro i cavalieri scaraventandoli contro le pareti, Milo si ritrovò il gambale congelato mentre i fratelli Saga e Kanon i coprispalle completamente danneggiati dal ghiaccio, Dohko e Shaka come anche Aioros e Mur erano feriti alle braccia, il ghiaccio stava lentamente bloccando ogni loro movimento e cosi pure anche Angelo ed Aldebaran come anche Shura si ritrovarono completamente prigionieri del ghiaccio. Ma non vi era traccia di Aiolia.

M…ma dove?

Domandò rabbioso Zharo mentre lentamente nella sala il ghiaccio dal colore bianco cupo divenne bianco argentato come ricoperti da una dolce ed invisibile polvere d’oro. Quando tutti alzarono lo sguardo videro qualcuno dargli di spalla che teneva sottobraccio Aiolia che era svenuto, la sua armatura era però ricoperta da molto ghiaccio. Sotto lo sguardo felice di tutti, Camus si voltò. I suoi capelli color acqua erano accessi dalla luce d’oro del suo cosmo, i suoi occhi erano gelidi ma pronti a brillare di speranza. Aiolia riprese lentamente i sensi ed osservò il compagno, si scambiarono un dolce sorriso tra amici.

C…Camus.

Disse il leone d’oro prima di riperdere i sensi, il cavaliere d’oro dell’undicesimo tempio non fece caso a Zharo poggiando Aiolia a terra e liberando espandendo il suo cosmo i compagni dal ghiaccio. Il suo silenzio era inconfondibile per chi lo conosceva bene.

Il signore delle energie fredde è tornato.

Sorrise felice Milo dopo che Camus lo liberò, il cavaliere d’oro osservò solo allora il suo avversario, Zharo ricambiava lo sguardo con la stessa freddezza e lo stesso ostio.

E cosi tu saresti il leggendario Camus.

Cosi pare Zharo.

Sono lusingato che un cavaliere come te conosca il mio nome, ora però sappi che io ti eliminerò per sempre.

Dici sul serio cavaliere?

Lo schernì Camus ridendo. Zharo non si fece aspettare che scagliò la sua Polvere di Diamanti, Camus fu colto completamente alla sprovvista poiché creò dinanzi a se ed ai compagni un muro di ghiaccio che si infranse sotto la tecnica del cavaliere nemico. Non appena Camus fu pronto all’attacco però Zharo sparì in un lampo color porpora.

Cosa diavolo succede?

Ringhiò Camus pestando il terreno ove prima vi era Zharo, Mur fu il primo a parlare tra i compagni.

Non lo sappiamo Camus, anche all’Ottava Casa abbiamo avuto a che vedere con un cavaliere d’oro oscuro che però…è svanito dopo un richiamo divino.

Ma costui non è stato richiamato da nessuno.

Non apertamente ragazzi, ma credo che la voce divina che avevamo sentito alla casa dello scorpione sia padrone anche di Zharo e che abbia voluto richiamarlo in segreto che pubblicamente.

Rise infine Saga, tutti gli altri annuirono convinti, poi Camus riabbracciò i compagni e fra tutti Shura, Saga ed Aioros ma anche Milo fu uno tra i più salutati con gioia per quel che si poteva capire negli occhi del gelido cavaliere di Athena, poi tutti rividero riapparire la figura ammantata di rosso che sorridendo sotto il cappuccio riprese a salire le scale per l’ultima casa, il tempio dei pesci. Camus, Shura e Aldebaran seguivano la figura seguiti da Angelo, Kanon e Saga mentre in fondo vi stavano Aioros, Aiolia, Dohko e Shaka mentre Milo stranamente vi era posto invece come retroguardia del gruppo in attesa di qualche attacco forse.

L’arrivo alla Dodicesima Casa fu rapida e silenziosa, il gruppo arrivò ben presto al centro del tempio trovandovi lo scrigno d’oro con incisi dei pesci sulla sua superficie sopra un piedistallo coperto da ghirlande di rose rosse e circondato da rose rosse, bianche e nere. La figura in rosso senza preoccuparsi del pericolo che correva giunse dinanzi allo scrigno poggiando le mani sullo scrigno ignorando che le spine delle rose che graffiarono leggermente il mantello. I cavalieri d’oro stettero in silenzio mentre la figura di Aphrodite vestita con una semplice tunica bianca ricoperta di rose dai molti colori apparve in ginocchio, i capelli lunghi color celeste e gli occhi del medesimo colore osservavano la figura in rosso.

È ora che le rose dei pesci ritornino a fiorire al Grande Tempio, alzati ora Aphrodite dei Pesci, cavaliere d’oro di Athena.

Aphrodite si alzò ritrovandosi ben presto rivestito dalla sua amata armatura e con lo stesso sguardo che gli altri riconobbero pieno di tristezza e rimorso per le proprie azioni del passato, Aphrodite salutò in silenzio la figura in rosso ed i suoi compagni che a loro volta sorrisero come per perdonarlo degli atti malvagi compiuti in passato, Angelo invece si avvicinò al cavaliere del dodicesimo tempio poggiando una mano sulla sua spalla e dicendo.

Ben tornato amico mio.

Grazie Death Mask.

Non più Death Mask, ma Angelo del Cancro.

I due si sorrisero e seguirono il gruppo dei cavalieri d’oro verso la Tredicesima Casa, i passi furono rapidi ma silenziosi, Aphrodite durante la salita si accorse di avere dinanzi a se le spalle di Aioros del Sagittario ed in segreto ringraziò gli Dei per aver restituito al Santuario di Athena il più valoroso e giusto fra loro.