IL TORNEO INIZIA

A Nuova Luxor la gente è in fermento per l’avvenimento dell’anno, la Guerra Galattica. Il torneo inizia con la sfida tra Asher e Ban. Asher ha la peggio, ma ogni volta che cade in terra si rialza e con sguardo speranzoso si volta verso Lady Isabell, la quale rimane impassibile:

"Devo farcela! Lo devo per Lady Isabell, voglio che si accorga di me!"

Ban però è più forte e veloce, ma soprattutto è gentile d’animo ed alla vista di Asher determinato a vincere iniziando ad espandere il proprio cosmo con lo sguardo di chi è innamorato, non vuol essere complice della sua disfatta e decide di abbandonare il ring:

"Diavolo, ma cosa…Ehi! Sordomuto, aspetta dove vai?"

Gridò Asher.

Ban, a causa della perdita dell’udito nel periodo d’addestramento, ha un carattere mite e sfrutta tantissimo il sesto senso, capendo lo stato d’animo delle persone:

"Maledetto!"

Asher la prende come un’offesa personale, ma i giudici della gara lo daranno per vincitore. Intanto Ban esce dal Palazzo dei tornei fra la meraviglia di Geki, Black, Aspides, Andromeda e Sirio, accompagnati con fischi e grida di disapprovo degli spettatori.

Il giorno dopo Ban si trova nell’ufficio di Lady Isabell:

"Ma cosa ti è saltato in mente? Lo sai che si rischia di far cessare la Guerra Galattica? Già ci sono stati rimborsi per il prossimo incontro, per quale motivo hai abbandonato il ring in quel modo?"

Disse Lady Isabell con tono furioso.

Ban non batte ciglio, anche se non sentendo capisce cosa dice, sa che è furiosa e reagisce spontaneamente. A quel punto prende un pezzo di carta e scrive:

"Non m’interessa l’armatura del Sagittario, ho partecipato solo per consiglio del mio vecchio maestro, dicendomi sarebbe stata la mia strada. Ho abbandonato il ring per non far brutta figura al tuo spasimante!"

Con smorfia divertita consegna questo a Lady Isabell, la quale rimane senza parole, non capisce se scherza o dice sul serio.

Entra Mylock ed avverte dell’arrivo di Pegasus:

"Con te finiamo più tardi!"

Lady Isabell si alza e va via. Percorrendo il corridoio è pensierosa e sente il peso della responsabilità del torneo, è più difficile di quanto potesse immaginare, per fortuna è giunto uno dei Cavalieri mancanti.

Nemmeno Pegasus sembra voler accettare alla partecipazione del torneo, lo trova una stupidaggine, lui vuole soltanto ritrovare sua sorella. Lady Isabell non sa nulla, dopo la morte del nonno si sono perse le tracce, ma se parteciperà al torneo gli promette che mobiliterà la sua Fondazione per cercarla. Pegasus non si fida, vuole andarsene, ma ad un tratto si apre una porta, fa la sua apparizione Asher. Ha cerotti un po’ ovunque e garze che gli fasciano i muscoli delle braccia:

"Per me ti converrebbe partecipare alla Guerra Galattica senza obiettare!"

"Chi sei per dire una cosa del genere? Aspetta un momento, ma tu sei Asher! Pensavo fossi morto al primo giorno di addestramento, oppure sei scappato ritornando a leccare i piedi di Lady Isabell come facevi da bambino?"

Rispose Pegasus:

"Come ti permetti!"

Asher infuriato si lancia verso Pegasus con un pugno, che evita all’ultimo istante e contrattacca con una ginocchiata, ma Asher riesce ad evitarla, a quel punto i due incominciano a darsi una serie di pugni e calci alla velocità del suono, i lacci della custodia dell’armatura di Pegasus si staccano dalle sue spalle e cade pesantemente in terra rompendo il pavimento:

"Fermatevi!"

Grida Mylock.

I due continuano come se niente fosse, Lady Isabell è impaurita, ancora più forte è l’angoscia che prova nella gran responsabilità che s’impegnò a mantenere, i cavalieri non sono persone con cui trarre accordi così facilmente.

Ad un certo punto si sente un tonfo, Asher e Pegasus sanguinanti dalla bocca e dal naso caddero a terra, tra loro s’infilò Ban con le braccia spalancate, separandoli con una semplice spinta:

"Ancora tu! Mi stai proprio sulle scatole!"

Disse Asher un po’ sorpreso, Pegasus invece rimase in silenzio preoccupato per la sorella sparita.

Lady Isabell approfitta del momento e come se nulla fosse chiede a Pegasus:

"Partecipa, così la Fondazione di cui sono a capo si occuperà della ricerca di tua sorella oppure preferisci cercarla da solo? Pensa, più battaglie vincerai, più i giornali e la televisione parleranno di te, le tue gesta giungeranno direttamente a lei, facilitandoti nella ricerca!"

Pegasus pensò che non avesse nulla da perdere e rispose:

"Se parteciperò, salirò direttamente sul ring all’ora stabilita e tu dovrai mantenere la promessa, qualunque sia l’esito della battaglia."

Un po’ dolorante si alza e si avvia verso l’uscita.

"Asher, Ban, vogliate scusarmi. Devo ritirarmi nel mio studio".

Finita la frase Lady Isabell si girò per andar via.

"Lady Isabell!"

Disse Asher. Lady Isabell si girò appena quel tanto per guardare Asher:

"Per qualsiasi cosa mi chiami senza esitazione!"

Andò via da dove era entrato, Ban invece prese l’uscita di Pegasus.

"Miledy, l’accompagno nel suo studio."

Disse Mylock gentilmente e si avviarono.

Cinque minuti, prima dell’incontro, Pegasus si reca nell’atrio dove c’è ancora la sua armatura, la indossa e corre al palazzo dei tornei.

Ad attenderlo c’è Geki, imponente di statura, più grosso di Ban. Geki già pregusta la vittoria. E' sicuro della sua potenza:

"Ehi microbo! E’ più difficile schiacciare una formica che finirti sul tappeto!"

"Non prendertela bestione, credo proprio sarò io a schiacciarti come un insetto!"

Ribatté Pegasus:

"Come osi!"

Geki si lanciò su Pegasus con un pugno poderoso. Pegasus lo schivò con facilità:

"Bestione! Sei lento!"

Disse Pegasus, avvertendo però, la potenza del pugno. Se Geki lo colpisse gli spezzerebbe almeno un osso.

Geki continuò a lanciare pugni. Pegasus a schivarli, poi saltò all’indietro e si lanciò contro il suo avversario:

"Ora vedrai com’è un colpo veloce e potente!".

Colpì con un calcio poderoso il volto di Geki. L’elmo dell'Orsa Minore cadde sul ring. Con un’elegante capriola, si mette dietro le spalle di Geki, ma rimane sorpreso. Geki era ancora in piedi, con la testa rigirata nel verso del colpo subito. Lentamente, con occhi sbarrati e pieni di rabbia, si rigira verso Pegasus.

Geki vanitoso della sua forza erculea è un grande incassatore, non a caso ha un corpo enorme e stabile, infatti ad ogni colpo che subisce riesce sempre a rimanere in piedi, una delle sue notevoli caratteristiche e ritiene amico solo chi è più forte di lui.

Si gettò alla velocità del suono su Pegasus, il quale fù sorpreso e lo strinse al collo con le mani:

"Questo è uno dei miei colpi migliori, STRETTA DELL’ORSA, nemmeno utilizzo il mio cosmo per spappolarti come ti meriti, nessuno a mai colpito il mio volto finora!"

Pegasus sta perdendo conoscenza, ma ricordando gli anni d’addestramento e le parole di Castalia, sua maestra, riesce a trovare le energie. Inizia così ad espandere il suo cosmo, afferra i bracciali di Geki, divarica le braccia e riesce ad allentare la presa sul collo. Infine frantuma i bracciali e sferra un calcio spaccando in due l’armatura dell’Orsa Minore all’altezza del torace. Esausto, Pegasus rimane in ginocchio e cerca di rialzarsi, mentre Geki, sanguinante dal naso, ha lo sguardo fisso rivolto al soffitto, era incredulo.

Di colpo Geki abbassa lo sguardo, soddisfatto guarda Pegasus, l'afferra per un braccio e lo lancia in aria:

"E’ davvero smisurata la sua forza fisica, se mi colpisce sono spacciato!"

Pensò Pegasus mentre era in aria, ma ricadde seduto sull’enorme spalla di Geki che gridò:

"Signori e signore, ecco a voi il vincitore di questa battaglia. PEGASUS!"

L’euforia di Geki fu tale che coinvolse il pubblico in un delirio collettivo. Da quel momento Geki considera Pegasus suo migliore amico.

A bordo ring, Black, Aspides, Andromeda, Sirio ed Asher in silenzio osservano, mentre Ban, senza armatura (una regola della Fondazione Toole che permette a chi perde di osservare le battaglie, ma con obbligo di non indossare l’armatura), applaude per la grande sportività manifestata nello scontro.