UNA NUOVA LUCE NEL CIELO

La dolce brezza estiva, carica di aromi, accompagnava il calare del Sole dietro le coline odorose della Liguria, e stava cedendo il passo al crepuscolo dorato, dal manto violetto che avvolgeva tutto: l’aria era immobile, calda, quasi opprimente. Una figuretta stava rannicchiata vicino ad un albero, triste e silenziosa come un fantasma: era una ragazzina dai capelli lunghi e argentei e dalla carnagione pallidissima. Abbandonata sul prato poco lontano, v’era una bellissima bicicletta argentata. Con un sospirò, quella figuretta così incorporea, così irreale si alzò, mostrando un abbigliamento quantomeno singolare, una specie di corazza da combattimento, simile a quelle degli antichi gladiatori, ma dalle fattezze femminili e dall’apparente comodità. Con un gesto di stizza, si chinò sulla fresca erba verde e recuperò un oggetto luminoso, una maschera di ceramica. La indossò, e dopodiché inforcò la sua bicicletta, scivolando rapidamente e silenziosamente verso valle, verso il mare che già in lontananza si vedeva. Sulla strada, si fermò presso una piccola villetta con un grazioso giardino. Una anziana signora attendeva presso il cancello, all’apparenza intenta a spazzare il vialetto dalle foglie cadute dall’albero che sorgeva sul fianco della casa. Vestiva un lungo grembiule che le copriva gran parte del corpo, e una cuffietta a rete sul capo impediva ai capelli di infastidirla. La giovane smontò, si ravvivò la lunga chioma, fermandola con un nastro color rosso intenso e guardò con malinconia la donna davanti a lei: "Allora hai deciso, a quanto vedo." Le parlò enigmaticamente quella, pulendosi le mani sull’ampio grembiule che indossava. Dall’interno della casa, proveniva un delizioso profumo di coniglio alla cacciatora e di patate arrosto, ma la ragazza non ci badò e varcò il cancello, seguita dalla vecchina. Le due si trovarono in un grazioso salottino con un ampio tavolo in mogano già apparecchiato per la cena; la vecchia diede alla giovane una sacca rossa e una lettera vergata in eleganti caratteri greci; la ragazza non ebbe alcuna difficoltà a capirne l’esatto significato, dopotutto studiava quella lingua da anni e la comprendeva quasi come se fosse la sua lingua madre.

"Cara Tomoko,

Questa è una lettera strettamente riservata. Leggi ciò con molta attenzione.

Ciò che temevano sta per accadere.

Lo so, sono passati molti anni da quando tu e gli altri apprendisti avete abbandonato il Sanctuary a causa di ciò che è successo, ma era per la vostra incolumità. Per questo vi avevamo affidato a persone di fiducia.

Ma ora i tempi sono maturi.

È ora di ritornare.

Non voglio costringerti a ritornare con la forza, so bene cosa significherebbe per te ritornare, rivedere tutti... Ma ti pregherei di pensarci.

Se avessi intenzione di raggiungerci, troverai una nave che ti aspetta al porto di Genova, il 15 Agosto a partire dalle ore 18. Resterà lì fino al mattino.

A PRESTO

SALUTI

SAORI"

La ragazza strinse con forza quel foglio di carta di riso, così elegante, fino quasi a strapparlo. "Partirai?" ripetè l’anziana donna, con le mani sui fianchi, "Devo. Per quanto in questi anni io abbia sofferto, non posso lasciare Lady Saori nei guai, sono pur sempre una Sacerdotessa." Mormorò quella, coi nervi a fior di pelle. La donna sospirò e le carezzò il capo: "No, bambina mia. Tu non sei più una sacerdotessa. Assieme a quella lettera, Milady ha inviato anche questa." sussurrò, scostandosi e indicandole il terrazzo. Lì, esposta alla luce del sole morente, c’era una meravigliosa cassa argentea; la donna la prese, v’erano delle cinghie che permettevano di sollevarla senza fatica, e gliela consegnò, allacciandogliela in modo da non ostacolarla nei movimenti durante il breve viaggio in bicicletta che l’aspettava, "Tieni, apparteneva al tuo predecessore. Benvenuta tra i Santi, Tomoko di Pegasus." Non riuscì a trattenere una lacrima la vecchina. Commossa, Tomoko le balzò al collo, abbracciandola: "Grazie di tutto, Hanako", "Addio…"

Centinaia di piccole stelle rilucevano come se fossero vive nel firmamento.

Vi era una nuova luce nel cielo.