SCHEDE TECNICHE

 

Guan del Toro Celeste

Età: 33 anni

Peso: 130 kg

Data di nascita: 05 / 05

Luogo di nascita: Siria

Località di addestramento: Babilonia

Colpi segreti / poteri: il colpo segreto di Guan è il Tuono del Toro Celeste, una tecnica molto potente, che il cavaliere esegue portando in avanti le braccia che tiene appoggiate sui fianchi in posizione di difesa. Il movimento è così rapido che solo chi è dotato o riesce a raggiungere il Settimo Senso può vederlo, poiché i colpi di Guan, come tutti quelli dei cavalieri di Ishtar, sono portati ad una velocità che si avvicina moltissimo a quella della luce (motivo per cui i cavalieri di Ishtar vengono detti essere pari ai Cavalieri d’Oro del Grande Tempio).

Simbolo: il simbolo di Guan è il Toro Celeste, che secondo il mito narrato nell’Epopea di Gilgamesh venne inviato sulla terra dalla dea Ishtar per punire Gilgamesh, re di Uruk, colpevole di aver rifiutato il suo amore. Il Toro Celeste viene concesso alla dea dal padre Enlil, il dio supremo del pantheon sumerico.

La sua storia: nato in Siria, Guan apprese dell’esistenza di una schiera di cavalieri preposti alla difesa della dea Ishtar ascoltando le storie raccontate dalla sua gente, e decise di diventare uno di loro. Giunto a Babilonia, la città sacra alla dea Ishtar, iniziò un lungo e difficile addestramento e divenne infine cavaliere del Toro Celeste. Compito principale di questo cavaliere era la difesa della prima delle sei terrazze di cui si componeva la Torre di Babilonia, fatta erigere dalla dea Ishtar e nota nella tradizione biblica con il nome di Torre di Babele. Tra i cavalieri di Ishtar, Guan iniziò ad ammirare profondamente quello che la Dea stessa aveva scelto come suo campione: Gilgamesh, guardiano della quinta terrazza.

Per bocca della stessa Ishtar, Guan e gli altri cavalieri appresero che stava per iniziare una grande battaglia, che avrebbe visto coinvolte tutte le Divinità e che avrebbe assicurato al vincitore il dominio sull’intero Universo. In vista della lotta, Ishtar aveva bisogno di recuperare il suo antico potere, e per questo doveva bere il sangue di una fanciulla pura ed innocente. La scelta cadde su una ragazza di nome Patricia, sorella di uno dei cavalieri di Athena, Divinità da sempre acerrima nemica di Ishtar.

Ma in soccorso della fanciulla giunsero a Babilonia cinque cavalieri di bronzo, i più deboli fra quelli fedeli ad Athena: Asher dell’Unicorno, Aspides dell’Idra, Black del Lupo, Ban del Leone Minore e Geki dell’Orsa. Essi intrapresero la salita della Torre di Babilonia, intenzionati a raggiungere il tempio di Ishtar che si trovava sulla cima, dove Patricia stava per essere sacrificata.

Deciso ad impedire ai nemici il passaggio della prima terrazza, Guan li atterrò tutti con un colpo solo, celando il proprio cosmo e cogliendoli di sorpresa. Ma uno di loro si rialzò, pronto ad affrontarlo: Asher dell’Unicorno.

Dopo una lunga e difficile battaglia, Guan dovette cedere di fronte all’abilità e al coraggio del nemico, che era riuscito a colpirlo nell’unico punto debole del toro, ovvero il centro della testa, frantumandogli l’elmo. Il cavaliere dell’Unicorno accettò la resa di Guan e gli risparmiò la vita, e Guan permise a lui e ai suoi compagni di superare la prima terrazza.

Lo scontro tra i cavalieri di Ishtar e quelli di Athena si concluse con la vittoria di questi ultimi, che recuperata Patricia lasciarono Babilonia. Dei sei cavalieri di Ishtar, solo tre erano sopravvissuti: oltre allo stesso Guan, Asum e Gilgamesh.

Improvvisamente, Guan avvertì un immenso cosmo avvicinarsi velocemente alla Torre di Babilonia: era di proporzioni immani, enormemente superiore a quello di Ishtar stessa. Un misterioso assalitore iniziò a salire sulla Torre: Guan non poté minimamente opporsi, e morì prima ancora di poter scagliare il suo colpo. Il suo corpo scomparve sotto le macerie della Torre di Babilonia, distrutta fino alle fondamenta dall’immenso cosmo del misterioso assalitore, che aveva ucciso la stessa dea Ishtar.

 

Kedros

Età: 32 anni

Peso: 75 kg

Data di nascita: 29/03

Luogo di nascita: Libano

Località di addestramento: Libano

Colpi segreti / poteri: il colpo segreto di Kedros è il Respiro di Morte, una sfera di energia che il cavaliere lancia con un movimento rotatorio, imprimendole un effetto che la rende impossibile da parare e inutile cercare di evitarla. Inoltre Kedros può trasmettere la sua volontà ai grandi cedri del Libano, che sorreggono il soffitto della seconda terrazza in luogo delle tradizionali colonne, e che possono intrappolare i nemici in un labirinto senza fine con i loro rami, ai quali i malcapitati finiscono impalati.

Simbolo: il simbolo di Kedros è il mostro Hubaba, che nell’Epopea di Gilgamesh è posto dagli Dei a guardia della foresta dei cedri del Libano e viene sconfitto da Gilgamesh con l’aiuto dell’amico Enkidu.

La sua storia Nato in Libano, Kedros fu da sempre molto rispettoso e legato alla natura del suo luogo d’origine, in particolare ai grandi alberi per i quali la regione era famosa in tutto il mondo. Dalle storie della sua gente apprese l’esistenza di una schiera di cavalieri preposti alla difesa della dea Ishtar, e decise di diventare uno di loro. Così si ritirò volontariamente nelle foreste del Libano, nascondendosi alla vista degli uomini, ed entrando in totale armonia con la Natura. Il suo addestramento si svolse nella più completa solitudine, e dopo un certo periodo egli capì di essere pronto per diventare cavaliere di Ishtar.

Ma i lunghi anni di completo isolamento aveva accentuato ancora di più il suo disprezzo verso gli uomini, colpevoli di distruggere la natura e piegarla ai loro interessi. Negli anni dell’addestramento aveva imparato ad usare la Natura stessa come un’arma contro gli uomini. La sua volontà si trasmetteva ai grandi alberi delle foreste del Libano, che per suo tramite imprigionavano i malcapitati venuti a tagliarli: i poveretti finivano impalati sugli aguzzi rami, e spesso era Kedros stesso a torturarli, facendoli morire tra atroci sofferenze. Inoltre aveva sviluppato anche un potentissimo colpo segreto, contro il quale apparentemente non vi era difesa.

La sua crudeltà e la sua sete di sangue sembravano non avere limiti. Ma un giorno giunse nelle foreste del Libano il grande eroe Gilgamesh, che insieme all’inseparabile amico Enkidu pose fine alle efferatezze di Kedros. Nonostante il suo grande potere, egli non poté nulla di fronte alle forze unite dei due amici, e venne sconfitto.

Quando la dea Ishtar intraprese la conquista del mondo ritenne che Kedros potesse esserle molto utile, e lo premiò di tutte le fatiche sostenute negli anni dell’addestramento conferendogli l’investitura a cavaliere e affidandogli il compito di difendere la seconda terrazza della grande Torre di Babilonia. Kedros fu felicissimo della sistemazione, che gli permetteva di continuare ad uccidere impunemente: ma dal giorno della sconfitta aveva concepito un odio feroce per Gilgamesh, e mal sopportò il fatto che il suo antico nemico fosse stato posto da Ishtar a capo dei cavalieri.

Ritenendo di essere il più adatto a quel compito, Kedros cercò un modo per scalzare Gilgamesh. L’occasione venne quando giunsero a Babilonia cinque cavalieri di Athena – Asher dell’Unicorno, Aspides dell’Idra, Black del Lupo, Ban del Leone Minore e Geki dell’Orsa – venuti a salvare la fanciulla destinata ad essere sacrificata in nome di Ishtar. Kedros era sicuro che una sua totale vittoria sui nemici lo avrebbe di certo reso grande agli occhi di Ishtar, e in effetti grazie ai suoi trucchi riuscì ad intrappolarli tutti e cinque all’interno della seconda terrazza. Dovette però affrontare in combattimento uno di loro, Ban del Leone Minore. Per nulla impressionato dalla forza del nemico, Kedros rimase in vantaggio per quasi tutto lo scontro, ma dovette infine soccombere quando Ban si risvegliò al Settimo Senso, il cosmo ultimo.

 

Enkidu

Età: 28 anni

Peso: 95 kg

Data di nascita: 15 / 06

Luogo di nascita: Iraq

Località di addestramento: Caucaso

Colpi segreti / poteri: il colpo segreto di Enkidu è detto Spiriti della Steppa e consiste in fasci di luce che assumono la forma di vari animali. Nel combattimento contro Aspides dell’Idra vediamo il serpente e il lupo, ma probabilmente Enkidu può crearne numerosi altri. Gli animali, pur essendo fatti di luce, hanno consistenza corporea, per poter attaccare direttamente l’avversario: questo significa però che possono essere normalmente feriti ed uccisi.

Simbolo: il simbolo di Enkidu è il mitologico essere di cui porta il nome, che appare nell’Epopea di Gilgamesh. E’ una creatura selvaggia e ferina, creata dagli Dei per essere l’avversario di Gilgamesh, del quale diventa invece amico.

La sua storia: Enkidu rimase orfano di entrambi i genitori in tenera età, e visse sempre per strada. Crescendo divenne selvaggio, e la sua sola compagnia fu costituita dagli animali del deserto, delle foreste e dei monti, con i quali sviluppò un fortissimo legame. Al contempo, ogni traccia dell’essere umano in lui sembrava scomparsa. A risvegliarla fu il grande eroe Gilgamesh, che lo incontrò durante una delle numerose avventure vissute prima di divenire cavaliere di Ishtar. Tra Gilgamesh ed Enkidu nacque una profonda amicizia, ed entrambi furono scelti dalla dea come suoi cavalieri. Ad Enkidu fu affidato il compito di guardiano della terza terrazza della grande Torre di Babilonia, compito che il giovane svolse per molti anni, durante i quali la sua amicizia con Gilgamesh si fece sempre più salda.

Durante gli anni vissuti in compagnia degli animali Enkidu aveva sviluppato un cosmo molto potente, e proprio dagli animali aveva tratto quello che sarebbe divenuto il suo colpo segreto. Anche quando divenne cavaliere di Ishtar non perse mai del tutto i suoi tratti di uomo selvatico, ma proprio in questo stava la sua forza.

Quando seppe che a Babilonia erano giunti cinque cavalieri di Athena, venuti a liberare la fanciulla destinata ad essere sacrificata in nome di Ishtar, Enkidu si dimostrò da subito desideroso di affrontarli, nonostante Gilgamesh gli consigliasse prudenza: il guardiano della quinta terrazza aveva visto di cosa erano capaci gli invasori, che avevano già sconfitto Guan e Kedros, e ammonì Enkidu a non sottovalutare gli avversari.

Fidando nella sua forza, Enkidu non prestò molta attenzione alle parole di Gilgamesh, forse per la prima volta in vita sua, e quando i cavalieri di Athena giunsero alla terza terrazza li attaccò, contando sull’effetto sorpresa. Uno di essi però, Aspides dell’Idra, si fermò ad affrontarlo, dando modo ai suoi compagni di continuare la salita.

Enkidu lottò senza risparmiarsi, e per buona parte del combattimento mise in seria difficoltà Aspides. Ma il cavaliere dell’Idra era duro a morire, e risvegliatosi al Settimo Senso capovolse le sorti del combattimento a proprio favore. Incredulo, e per nulla disposto ad accettare la sconfitta, Enkidu lottò fino alla morte.

Gilgamesh lo pianse come e più di un fratello, e giurò che avrebbe vendicato la sua morte sconfiggendo i cavalieri di Athena.

Il corpo di Enkidu rimase tra le rovine della terza terrazza e scomparve nel crollo generale della grande Torre di Babilonia, distrutta da un essere misterioso che aveva ucciso la stessa dea Ishtar.

 

Asum

Età: 27 anni

Peso: 72 kg

Data di nascita: 08 / 09

Luogo di nascita: Israele

Località di addestramento: Cappadocia, Turchia

Colpi segreti / poteri: il colpo segreto di Asum è il Vortice dell’Oscurità, un immenso ciclone di luce nera che travolge l’avversario. Asum lo scaglia aprendo le braccia che tiene incrociate ad X davanti al petto.

Simbolo: il simbolo di Asum è l’uomo-scorpione, che nell’Epopea di Gilgamesh sbarra il passo all’eroe partito in cerca della vita eterna, ma riconosciuto che egli è per due terzi divino lo lascia passare. L’uomo-scorpione è il custode della strada percorsa dal Sole all’alba e al tramonto.

La sua storia: Asum nacque in Israele, e fin da bambino dimostrò una notevole propensione alla meditazione e alla vita ritirata. Inizialmente pensò di dedicarsi completamente al servizio di Dio, ma quando vide le atrocità che erano state commesse in suo nome si ritirò disgustato sui monti della Cappadocia, in Turchia. Un giorno, mentre era come sempre immerso nella meditazione, gli apparve la dea Ishtar, che gli propose di mettersi al suo servizio per aiutarla a creare un mondo nuovo, libero dalla follia degli uomini. Asum comprese perfettamente che la nascita del mondo nuovo sarebbe stata preceduta dalla distruzione di quello vecchio, ma sembrandogli cosa buona e giusta non fece obiezioni, ed accettò la proposta di Ishtar. Gli anni trascorsi in meditazione avevano risvegliato in lui un cosmo immenso, grazie al quale sviluppò anche un terribile colpo segreto. Divenuto cavaliere di Ishtar, ebbe dalla dea il compito di guardiano della quarta terrazza della Torre di Babilonia. Qui Asum innalzò dei pinnacoli di roccia, gli stessi in cima ai quali aveva meditato in Cappadocia, e li dispose in cerchio, la forma perfetta: all’interno di questo cerchio era concentrato il suo immenso cosmo, al quale nessuno, se non quello dell’eroe Gilgamesh, era superiore.

Quando i cavalieri di Athena giunsero a Babilonia per cercare di salvare la fanciulla destinata ad essere sacrificata in nome di Ishtar, Asum non ritenne di dover essere impegnato in battaglia, e continuò la sua meditazione. Fu con grande stupore che si accorse dell’arrivo sulla quarta terrazza di tre nemici, e li atterrò tutti senza nemmeno muoversi. Fu Black del Lupo l’unico a rialzarsi, e si dispose ad affrontarlo.

Asum ebbe facilmente la meglio grazie al suo terribile colpo, ma quando si apprestava ad uccidere gli altri due cavalieri Black si risvegliò al Settimo Senso ed emerse dal vortice. Consapevole di non aver altra via per sconfiggerlo, il cavaliere del Lupo afferrò Asum per le braccia e bruciò con lui nel cielo.

Colpito dall’estremo sacrificio a cui il nemico era disposto, Asum si ricredette: valeva la pena difendere gli uomini, perché anche se alcuni erano malvagi c’erano tanti innocenti bisognosi di aiuto e protezione. Prima che fosse troppo tardi, Asum interruppe la corsa verso le stelle grazie al suo immenso potere, e lui e Black ritornarono alla quarta terrazza. Asum spiegò a Black i motivi che lo avevano spinto a salvargli la vita, e gli diede il permesso di passare.

Dopo la partenza dei cavalieri di Athena, che avevano salvato la fanciulla e sconfitto Ishtar, Asum rimase alla quarta terrazza, chiedendosi quale strada dovesse intraprendere ora che aveva compreso la futilità della sua esistenza fino a quel momento. Le sue meditazioni furono interrotte dall’apparizione di un cosmo immenso, molto più vasto del suo e anzi superiore a quello della stessa dea Ishtar. Il magico cerchio che aveva eretto intorno a sé non valse a difenderlo, ed egli morì prima di poter tentare una qualsiasi mossa. Il suo corpo scomparve nel crollo della Torre di Babilonia, e la sua anima si perse in un limbo senza fine, poiché il suo potere era stato come assorbito dal misterioso essere venuto ad uccidere Ishtar.

 

Gilgamesh del Leone Sovrano

Età: 28 anni

Peso: 95 kg

Data di nascita: 01 /06

Luogo di nascita: Iraq

Località di addestramento: Babilonia

Colpi segreti / poteri: il colpo segreto di Gilgamesh è detto Zanne del Leone Sovrano, e consiste in innumerevoli fasci di luce, che puntano verso l’avversario con una traiettoria che ricorda la zampata del leone. La loro velocità è senz’altro pari a quella della luce, e Gilgamesh è in tutto e per tutto pari ai più forti Cavalieri d’Oro.

Simbolo: il simbolo di Gilgamesh è il leone, che nella tradizione babilonese simboleggia la regalità.

La sua storia: Gilgamesh è per due terzi divino, poiché nato dall’amore tra una divinità e un mortale. Fidando nella protezione degli Dei, percorse il mondo vivendo avventure di ogni genere. Durante le sue peregrinazioni, incontrò Enkidu, l’essere selvaggio, che divenne il suo più caro amico. Insieme, Gilgamesh ed Enkidu sconfissero il malvagio Kedros, ma poco tempo dopo tutti e tre furono chiamati dalla dea Ishtar e nominati suoi cavalieri. Il potere di Gilgamesh era grande, il suo cosmo secondo solo a quello di Ishtar stessa e il suo colpo segreto non lasciava scampo. Egli divenne il campione di Ishtar, primo dei cavalieri e comandante supremo dell’esercito della Dea, che gli affidò il compito di guardiano della quinta terrazza. Intanto la sua amicizia con Enkidu si era fatta sempre più salda.

Venne il tempo in cui Gilgamesh, insieme agli altri cavalieri, fu informato che si stava preparando una grande battaglia, che avrebbe visto coinvolte tutte le Divinità e il cui vincitore si sarebbe assicurato il controllo dell’intero Universo. Desideroso di aiutare Ishtar a trionfare sugli altri Dei, Gilgamesh la aiutò a cercare una fanciulla pura ed innocente, il cui sangue la Dea avrebbe bevuto per recuperare il suo antico potere.

Quando seppe della sconfitta di Khalì, una divinità di secondo piano che Ishtar aveva usato per cercare di eliminare i cavalieri di Athena venuti in soccorso della fanciulla, Gilgamesh lasciò la Torre di Babilonia e scese tra le rovine della città. Qui incontrò i cinque cavalieri di Athena che avevano sconfitto Khalì: Asher dell’Unicorno, Aspides dell’Idra, Black del Lupo, Ban del Leone Minore e Geki dell’Orsa. Si era aspettato di trovarsi di fronte i Cavalieri d’Oro, ma questi erano solo cavalieri di bronzo, capaci però di tenere testa ad un intero esercito di soldati.

Per nulla preoccupato, Gilgamesh spiegò loro come era strutturata la Torre di Babilonia e cosa li aspettava se avessero voluto tentare di salvare la ragazza. Affrontato verbalmente dal cavaliere dell’Unicorno, diede loro appuntamento alla quinta terrazza di cui era guardiano.

Fu proprio Asher dell’Unicorno l’unico a raggiungere la quinta terrazza. Gilgamesh se lo era aspettato, ed ora aveva un motivo in più per combattere: la morte del suo amico Enkidu, sconfitto da uno dei cinque cavalieri.

Lo scontro tra Gilgamesh del Leone Sovrano e Asher dell’Unicorno fu lungo e stressante per entrambi i contendenti. Alla fine il cavaliere di Athena, che aveva ormai imparato a padroneggiare il Settimo Senso, avendolo già raggiunto alla prima terrazza contro Guan del Toro Celeste, ebbe la meglio. Gilgamesh lasciò passare lui e l’unico altro cavaliere sopravvissuto, Geki dell’Orsa, non senza il sottile piacere di avvertirli che, anche se lui era sconfitto, un destino terribile li attendeva alla sesta terrazza.

Quando i cavalieri di Athena ebbero sconfitto Ishtar e lasciarono Babilonia, Gilgamesh avvertì l’apparire di un cosmo enormemente vasto e minaccioso. Un misterioso assalitore uccise Guan del Toro Celeste e poi perfino il divino Asum, che come lui erano sopravvissuti alla battaglia. Incredulo, e per la prima volta preda della paura, Gilgamesh tentò un contrattacco, benché fosse ferito gravemente e con l’armatura danneggiata. Ma non servì a nulla. Il suo corpo fu disperso nel crollo generale della grande Torre di Babilonia, distrutta da un essere misterioso che aveva ucciso la stessa dea Ishtar.

 

Tumuz della Colomba

Età: 18 anni

Peso: 62 kg

Data di nascita: 21 / 03

Luogo di nascita: Cipro

Località di addestramento: Ninive, Assiria

Colpi segreti / poteri: Tumuz possiede ben tre colpi segreti. Il primo è il Turbine di Piume, e consiste nell’utilizzo delle colombe stesse come armi: gli uccelli si avventano sull’avversario, e possono ferirlo molto gravemente perché le loro piume e le loro zampe sono di tagliente bronzo. Il secondo è il Volo di Requiem, ed è la tecnica migliore di Tumuz: il cavaliere di Ishtar spicca un salto in aria e poi si getta in picchiata contro l’avversario con tutta la forza del suo cosmo, tanto grande da poter sbriciolare un’armatura di bronzo al primo assalto. Il terzo è la Piuma del Destino, e consiste in un’ unica piuma, ma questa volta d’acciaio, che Tumuz scaglia contro l’avversario, mirando al cuore. La velocità del colpo è pari a quella della luce, ma un cavaliere che fosse dotato del Settimo Senso riuscirebbe certamente ad evitarla.

Simbolo: il simbolo di Tumuz è la colomba, l’uccello sacro ad Ishtar. Inoltre Tumuz è, secondo la mitologia babilonese, il giovane amato dalla dea: tale era l’amore di Ishtar per lui che, quando morì, ella scese agli Inferi, a costo di perdere tutti i suoi poteri divini, per riabbracciarlo, ma fu imprigionata dalla sorella, la divinità regina degli Inferi, e costretta a trascorrervi un periodo di tempo.

La sua storia: nato a Cipro, Tumuz è un giovane dalla bellezza straordinaria. Vanitoso e pieno di sé, e per lungo tempo ritenne di essere la creatura più bella del mondo. Desideroso di elevarsi al di sopra dei semplici mortali, intraprese l’allenamento per diventare cavaliere di Ishtar, divinità che aveva sempre ammirato. Divenuto cavaliere a Ninive, in Assiria, fu infine convocato da Ishtar a Babilonia. La dea gli affidò il compito di guardiano della sesta ed ultima terrazza della Torre di Babilonia. Costituire l’estrema difesa per Ishtar fu un compito che Tumuz accettò con onore, e divenne molto caro alla dea, secondo solo al grande Gilgamesh.

Quando i cavalieri di Athena giunsero a Babilonia, Tumuz osservò con interesse le tremende prove che essi dovettero superare per salire sulla Torre, e consapevole di essere l’ultimo baluardo contro i nemici si preparò al combattimento.

Alla sesta terrazza giunsero solo due dei cinque cavalieri: Geki dell’Orsa ed Asher dell’Unicorno. Fu Geki ad affrontarlo, dando modo ad Asher di continuare la corsa. Furioso per essersi lasciato sfuggire un nemico, Tumuz lo rincorse, ma fu costretto ad affrontare Geki. Grazie ai suoi colpi segreti ebbe facilmente la meglio su di lui, un cavaliere di non grande potere, il cui unico colpo consisteva in una semplice stretta.

Nonostante fosse ormai prossimo alla morte, Geki riuscì, più per caso che per suo merito, ad afferrare Tumuz , imprigionandolo nella sua stretta.

Tumuz avrebbe potuto facilmente liberarsi, ma il ribrezzo e lo schifo che provava nel vedere il suo stupendo corpo e la sua bellezza perfetta contaminati dal contatto con il grossolano avversario lo fecero impazzire. Fuori di sé, si liberò dell’armatura e corse di qua e di là per la sesta terrazza, urlando e rotolandosi per terra, e pur di togliersi quello che gli pareva sporco arrivò a ferirsi con le sue stesse mani. La sua mente ottenebrata dalla follia non vide Geki che lo raggiungeva e lo afferrava nuovamente tra le sue enormi braccia, strangolandolo.

Il suo corpo rimase alla sesta terrazza, e scomparve nel crollo generale della grande Torre di Babilonia, distrutta da un essere misterioso che aveva ucciso la stessa dea Ishtar.